Vedi anche: colon
L'intestino crasso rappresenta la parte terminale del tubo digerente. Lungo circa due metri, si estende dalla valvola ileocecale all'ano. Anatomicamente viene suddiviso in sei tratti che, in direzione aborale, vengono rispettivamente chiamati: cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto.
Nonostante la sua lunghezza sia circa quattro volte inferiore a quella dell'intestino tenue, il crasso possiede un'analoga capacità, grazie ad un diametro decisamente superiore.
A livello del tenue viene completata la digestione degli alimenti e buona parte dei princìpi nutritivi ottenuti (circa il 90%) viene assorbita. La funzione primaria dell'intestino crasso è dunque quella di accumulare i residui del processo digestivo e favorirne l'espulsione.
La capacità assorbente del crasso è comunque importante poiché, soprattutto a livello del colon, si ha un notevole assorbimento di acqua ed elettroliti. Tanto più i prodotti digestivi rimangono nel crasso e tanto maggiore sarà il riassorbimento di acqua e sali. Tale fenomeno diventa evidente in caso di diarrea (perdita di sali ed acqua) o di stitichezza (feci particolarmente dure, compatte e disidratate).
Nell'intestino crasso vengono assorbite anche vitamine, non tanto quelle introdotte con gli alimenti (già assorbite a livello del tenue), ma soprattutto quelle prodotte dai miliardi di batteri simbionti che popolano il colon. Tali microorganismi sintetizzano in particolare la vitamina K ed alcune vitamine del gruppo B.
Per vivere, la flora batterica intestinale ricava l'energia necessaria al proprio sostentamento dalla digestione della fibra alimentare e di altri prodotti (soprattutto zuccheri) che risultano indigeribili all'uomo. Dalla degradazione batterica della fibra si formano acidi grassi a catena corta, in particolare acido butirrico ed acido propionico, anch'essi assorbiti a livello del crasso. Il nostro organismo è in grado di utilizzare tali acidi grassi per ricavare energia. Per questo motivo non è corretto affermare che la fibra è priva di calorie, senza specificare che il suo modesto apporto calorico viene compensato dalla perdita di nutrienti legata alle sue proprietà chelanti e lassative.
L'acido butirrico prodotto dalla flora batterica che popola l'intestino crasso sembra avere un effetto protettivo contro il cancro al colon. Da qui nasce la raccomandazione salutistica di arricchire la propria dieta con un'ampia varietà di vegetali freschi ed alimenti integrali, spesso esclusi dalle abitudini dietetiche degli occidentali.
L'intestino crasso funge anche da "deposito" per le feci, grazie ad un diametro decisamente superiore rispetto a quello dell'intestino tenue. Come ricordato in precedenza, il colon ha anche la proprietà di concentrare i residui della digestione e, in ultimo luogo, di favorirne l'espulsione. Assorbendo acqua ed aumentando la massa fecale, la fibra alimentare e gli integratori che la contengono stimolano la motilità intestinale, facilitando l'evacuazione. Quando non vengono supportati da un'abbondante apporto di liquidi, gli effetti lassativi della fibra sono invece modesti.
La durata della digestione è correlata alla quantità ed alla qualità degli alimenti ingeriti. Un pasto medio rimane nello stomaco per circa 2-3 ore, permane nel tenue per altre 5-6 ore e, arrivato nel crasso, vi soggiorna per circa 48-72 ore.
Le feci, espulse all'esterno attraverso l'ano, sono costituite prevalentemente da acqua(75%), batteri, grassi (poiché la loro digestione è più complicata di quella degli altri nutrienti), sostanze inorganiche (minerali ed in particolare calcio, ferro, zinco), proteine, materiale indigerito (in particolare la fibra) e gli enterociti desquamati.