Geodi, Geodi Subcondrali - Cisti ossee
I geodi subcondrali - denominati anche pseudocisti subarticolari, cisti subcondrali o più semplicemente cisti ossee - rappresentano un importante segno di artrosi (osteoartrite) e di altre malattie articolari, come l'artrite gottosa e quella reumatoide.
Il termine "geodi", tipicamente europeo, scomoda un paragone con la mineralogia, dove il geode è una piccola roccia cava delimitata da cristalli. In effetti, i geodi sono spazi cistici che si formano nell'osso subcondrale, ovvero sottostante la cartilagine articolare; simili a lacune o cavità, all'esame radiologico i geodi appaiono come aree multiple radiotrasparenti di varie dimensioni, espressione di
- un riassorbimento osseo più o meno marcato, con interposizione di tessuto fibroso
- eventuale accumulo di liquido sinoviale penetrato dallo spazio articolare
Queste cisti sono spesso multiple, di dimensioni variabili e di aspetto piriforme.

Cause di origine
Ma perché si formano i geodi? Si ritiene che durante il processo artrosico l'origine delle cisti ossee sia legata alla penetrazione di liquido sinoviale nell'osso subcondrale interessato da microfratture ossee che, sommate all'insufficienza vascolare di questa zona, producono cisti che possono comunicare secondariamente con l'articolazione.
- Predisposizione genetica + Incongruenza articolare, Sovraccarico od Obesità → ' usura e danno della cartilagine articolare →' riduzione dello spessore articolare + rilascio di mediatori infiammatori → aumento del turnover dell'osso subcondrale (sottostante la cartilagine) → formazione di osteofiti + aree di microfratture con necrosi, riassorbimento osseo e successiva penetrazione del liquido sinoviale, favorita da fessure presenti sulla superficie cartilaginea patologica, in corrispondenza delle aree di maggior carico →' formazione di cisti ossee (geodi) che inizialmente comunicano con l'articolazione ma che in seguito possono chiudersi per deposizione di tessuto fibroso
Nel processo artrosico i geodi sono tipicamente accompagnati da;
- restringimento della linea articolare
- sclerosi dell'osso subcondrale
- formazione di osteofiti al margine articolare
Gli osteofiti sono proliferazioni osteocartilaginee marginali a forma di becco od artiglio, che si formano nel tentativo di aumentare le superfici di contatto articolare. Così, le cisti ossee possono essere interpretate come l'esito di un "risparmio" dell'osso che, nel tentativo di avere maggior resistenza in alcune zone, realizza un grosso riassorbimento in altre.
In assenza di segni degenerativi delle ossa o dell'articolazione studiata, i geodi possono essere considerati neoformazioni benigne, evidenziate dal termine "cisti ossee aneurismiche", la cui origine è tuttora incerta.
Cura
Ad oggi non esiste una cura semplice ed efficace per l'artrosi e le alterazioni ossee e cartilaginee ad essa correlate; una volta iniziata, la degenerazione della cartilagine è pressoché inarrestabile ed irreversibile, specialmente quando sono già evidenti segni di osteofiti e geodi. Tramite opportuni ausili terapeutici è comunque possibile rallentare il fenomeno
- farmaci antinfiammatori, applicazione topica di capsicina, infiltrazioni di acido ialuronico, riduzione del peso corporeo in caso di obesità, attività fisica costante che preveda esercizi propriocettivi e di mobilità evitando gli eccessivi sovraccarichi, correzione di eventuali vizi posturali, integrazione di glucosamina e condroitina solfato per via orale, dieta alcalina ricca di omega-tre
o procedere alla sostituzione chirurgica dell'articolazione danneggiata dai geodi con una protesi meccanica.