Generalità
Il calcagno è una delle 7 ossa che compongono il tarso del piede, nonché l'elemento osseo costituente il cosiddetto tallone.
Protagonista di diverse articolazione – tra cui l'articolazione della caviglia propriamente detta – il calcagno confina con l'astragalo, superiormente, e con l'osso cuboide, anteriormente. Astragalo e osso cuboide sono altre due ossa tarsali.Nel calcagno, gli anatomisti riconoscono ben 6 superfici: la superficie dorsale (o superiore), la superficie plantare (o inferiore), la superficie posteriore, la superficie anteriore, la superficie mediale e la superficie laterale.
Il calcagno serve a trasferire a terra il peso corporeo, che grava sugli arti inferiori, e a fornire l'inserzione a muscoli e legamenti fondamentali ai movimenti di plantarflessione, dorsiflessione, eversione e inversione del piede e ai movimenti di flessione del ginocchio.
Breve richiamo anatomico del piede
Gli anatomisti suddividono le ossa del piede in tre gruppi: le ossa tarsali, le ossa metatarsali e le falangi.
- Ossa tarsali o del gruppo tarsale o del tarso. Situate appena sotto l'articolazione della caviglia, sono in tutto 7 elementi ossei di forma irregolare.
- Ossa metatarsali o del gruppo metatarsale o metatarsi. Appartenenti alla categoria della ossa lunghe, sono in tutto 5 elementi, disposti parallelamente gli uni agli altri. La sezione prossimale, confina con le ossa tarsali cuneiformi e il cuboide; la sezione distale, invece, confina con le falangi.
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Falangi. Sono in tutto 14 e rappresentano gli elementi ossei costituenti le dita dei piedi. Tranne il primo dito – l'unico formato da 2 falangi – tutte le altre dita possiedono 3 falangi ciascuno.
Cos'è il calcagno?
Il calcagno è una delle 7 ossa che formano il tarso, nonché l'osso che costituisce la regione anatomica del piede chiamata tallone.
Anatomia
Premessa: per comprendere pienamente i riferimenti anatomici riguardanti il calcagno, è bene ricordare ai lettori i nomi delle altre ossa tarsali: astragalo, navicolare, cuboide, cuneiforme laterale, cuneiforme intermedio e cuneiforme mediale.
Noto per essere l'osso tarsale più grande, il calcagno costituisce la parte posteriore del piede, nonché la parte posteriore del tarso. Di forma irregolare, risiede a stretto contatto con l'astragalo e contribuisce, assieme a quest'ultimo e ai malleoli di tibia e perone, alla formazione di un'importante articolazione del corpo umano: l'articolazione talocrurale o caviglia propriamente detta (N.B: il solo termine “caviglia” è improprio, sebbene sia quello più in uso).
Il calcagno ha rapporti anche con un altro osso del tarso: il cosiddetto osso cuboide.
Per semplificare la descrizione anatomica di un osso complesso come il calcagno, gli esperti suddividono l'elemento osseo in questione in 6 superfici (o facce), che sono: la superficie anteriore, la superficie posteriore, la superficie superiore, la superficie plantare, la superficie laterale e la superficie mediale. Com'è facilmente intuibile, gli aggettivi anteriore, posteriore, superiore, plantare ecc. servono a specificare la posizione di ciascuna superficie. Quindi:
- La superficie anteriore è la parte davanti;
- La superficie plantare è la parte inferiore (plantare fa riferimento alla pianta del piede);
- La superficie posteriore è la porzione ossea che sta di dietro;
- La superficie superiore è la porzione ossea che sta sopra;
- La superficie laterale è la porzione ossea che forma il lato esterno del tallone;
- La superficie mediale è la porzione ossea che forma il lato interno del tallone.
In anatomia, mediale e laterale sono due termini dal significato opposto, che servono a indicare la distanza di un elemento anatomico dal piano sagittale. Il piano sagittale è la divisione antero-posteriore del corpo umano, da cui derivano due metà uguali e simmetriche.
Mediale significa “vicino” o “più vicino” al piano sagittale, mentre laterale vuol dire “lontano o “più lontano” dal piano sagittale.
SUPERFICIE ANTERIORE
Delle 6 superficie in cui è suddivisibile il calcagno, la superficie anteriore è la più piccola. A renderla importante è la presenza di una superficie articolare, attraverso cui il calcagno interagisce con l'osso tarsale cuboide e dà origine all'articolazione calcaneo-cuboide.
SUPERFICIE POSTERIORE
La superficie posteriore possiede la forma di una cupola irregolare, con la parte inferiore più larga di quella superiore.
Nella superficie posteriore, gli anatomisti riconoscono tre aree, che sono: l'area superiore, l'area mediana e l'area inferiore. Di queste tre aree, la più importante è, sicuramente, l'area mediana, in quanto è la porzione ossea in cui s'inserisce il tendine d'Achille. Il punto preciso dell'area mediana, in cui s'inserisce il tendine d'Achille, è una escrescenza ossea nota come tuberosità calcaneare.
SUPERFICIE SUPERIORE
Anatomicamente molto complessa, la superficie superiore comprende porzioni articolari – ossia con funzione articolare – e porzioni non-articolari.
- Le porzioni articolari sono in tutto tre; il loro nome è: faccetta talare posteriore, faccetta talare media e faccetta talare anteriore. Ricoperte da cartilagine ialina, le faccette talari posteriore, media e anteriore hanno il compito di articolare l'intero calcagno all'astragalo, in tre punti differenti. L'articolazione derivante dal rapporto tra le tre faccette del calcagno e l'astragalo è detta articolazione sottotalare.
- Le porzioni non-articolari sono svariate. Se ne segnalano due, cioè la porzione posteriore e la porzione anteriore.
La prima è rilevante, perché dà supporto a un cuscinetto adiposo, situato davanti al tratto terminale del tendine d'Achille.
La seconda è importante, perché dà origine a una scanalatura chiamata solco del calcagno (o solco calcaneare). Il solco del calcagno si contrappone, superiormente, a una zona molto simile, appartenente all'astragalo e chiamata, non a caso, solco dell'astragalo. Insieme, il solco del calcagno e il solco dell'astragalo formano il cosiddetto seno del tarso. Il seno del tarso è una piccola cavità che ospita vasi sanguigni, nervi e importanti legamenti del piede, come il legamento interosseo talo-calcaneale e il legamento interosseo cervicale. Questi legamenti sono importanti, perché hanno funzione di propriocezione durante il passo e garantiscono stabilità al piede.

Figura: superficie superiore del calcagno
SUPERFICIE PLANTARE
La superficie plantare, o superficie inferiore, ha un aspetto irregolare, con la porzione posteriore più larga di quella anteriore.
È importante perché possiede due prominenze: il cosiddetto tubercolo calcaneare, in posizione posteriore, e il cosiddetto tubercolo anteriore, in direzione delle dita del piede.
- Da non confondere con il tubercolo calcaneare della superficie posteriore, il tubercolo calcaneare della superficie plantare è un'area alquanto ampia, che presenta almeno due zone meritevoli di citazione: il processo mediale, dalla parte del bordo interno del piede, e il processo laterale, dalla parte del bordo esterno del piede.
Il processo mediale è la sede d'origine della fascia plantare, dei muscoli abduttore dell'alluce e flessore breve delle dita dei piedi e di uno dei due capi iniziali del muscolo quadrato plantare.
Il processo laterale, invece, è il punto da cui hanno origine il muscolo abduttore del quinto dito del piede e uno dei due capi iniziali del muscolo quadrato plantare. - Il tubercolo anteriore è sede d'inserimento per uno dei due capi del legamento plantare breve.

Figura: superficie plantare del calcagno
Cos'è la fascia plantare?
La fascia plantare, o aponeurosi plantare, è una sorta di legamento molto spesso, situato sul margine inferiore del piede (pianta del piede), che decorre dalla superficie plantare del calcagno alle ossa delle dita. Morfologicamente simile a un arco, permette la curvatura del piede e agisce come un cuscinetto che assorbe gli shock di una camminata, una corsa ecc.
La fascia plantare è nota ai più perché la protagonista della condizione medica nota come fascite plantare (si veda capitolo dedicato alle patologie).
SUPERFICIE LATERALE
Ruvida e piatta, la superficie laterale è più ampia nella parte posteriore rispetto a quella anteriore.
Anteriormente, presenta una piccola escrescenza, denominata troclea fibulare.
Quasi nel mezzo, invece, possiede una prominenza di ridotte dimensioni, su cui s'inserisce un capo del legamento calcaneo-fibulare.
Sulla superficie laterale, sono presenti anche due scanalature, una situata più in alto dell'altra. La scanalatura superiore è sede di passaggio del tendine terminale del muscolo peroneo breve, mentre la scanalatura inferiore è sede di passaggio del tendine terminale del muscolo peroneo lungo.

Figura: superficie laterale del calcagno
SUPERFICIE MEDIALE
La superficie mediale è un'area dall'aspetto incavato, presentante una proiezione ossea che gli anatomisti hanno denominato sustentaculum tali. Chiamato così perché sostiene la porzione mediale dell'astragalo, il sustentaculum tali possiede due zone anatomicamente rilevanti: la superficie inferiore e il margine mediale.
La superficie inferiore è importante, perché su di essa passa il tendine del muscolo flessore lungo dell'alluce.
Il margine mediale, invece, è importante, perché dà inserzione a uno dei due capi dei legamenti plantare calcaneo-navicolare, tibio-calcaneale e astragalo-calcaneare mediale.
ARTICOLAZIONI
Il calcagno partecipa a quattro articolazioni:
- La già citate articolazioni talocrurale, calcaneo-cuboide e sottotalare. Si ricorda che la prima coinvolge calcagno, astragalo e malleoli; la seconda è il risultato del sinergismo tra calcagno e osso cuboide; infine, la terza è risultato dell'interazione tra calcagno e astragalo.
- L'articolazione calcaneo-navicolare, il cui rapporto tra il calcagno e l'osso navicolare dipende dalla presenza di alcuni legamenti.
La partecipazione alle articolazioni talocrurale e sottotalare avviene attraverso la porzione superiore del calcagno, mentre la partecipazione alle articolazioni calcaneo-cuboide e calcaneo-navicolare avviene attraverso la porzione anteriore del calcagno.
LEGAMENTI
Riepilogando, i legamenti che hanno rapporti con il calcagno sono:
- Il legamento plantare calcaneo-navicolare, il legamento tibio-calcaneale e il legamento astragalo-calcaneare mediale, a livello della superficie mediale del calcagno.
- Il legamento calcaneo-fibulare, a livello della superficie laterale del calcagno.
- Il legamento plantare breve, a livello della superficie plantare del calcagno (N.B: la fascia planare, presente sulla superficie plantare, non è di norma considerata un vero e proprio legamento).
- Il legamento interosseo talo-calcaneale e il legamento interosseo cervicale, a livello della superficie superiore del calcagno.
OSSIFICAZIONE
Il processo di ossificazione del calcagno vede protagonisti due centri di ossificazione: un centro primario e un centro secondario.
Il centro di ossificazione primario comincia la propria attività al terzo mese della vita intrauterina di un individuo. Il centro di ossificazione secondario, invece, si attiva tra il 6° e l'8° anno dita; esso risiede sulla superficie posteriore.
La fusione delle porzioni ossee, generate dai due centri, avviene attorno ai 14-16 anni di vita.
VASCOLARIZZAZIONE
L'afflusso di sangue ricco di ossigeno al calcagno dipende dalle branche dell'arteria tibiale posteriore e delle arterie perforanti, che derivano dall'arteria peroniera (o peroneale).
Funzione
Il calcagno ricopre svariate funzioni.
In primo luogo, contribuisce, insieme alle altre ossa del piede, al trasferimento a terra di tutto il peso corporeo, che grave sugli arti inferiori.
In secondo luogo, offre un contributo fondamentale alla locomozione e alla possibilità di compiere attività motorie come la corsa o il salto, in quanto su di esso trovano inserzione i capi iniziali o terminali di diversi muscoli, nonché alcuni legamenti della caviglia.
La tabella sottostante riepiloga tutti i muscoli che hanno rapporti con il calcagno, specificando la superficie ossea con cui i muscoli in questione entrano in contatto.
Superficie del calcagno | Muscoli | Capo iniziale o capo terminale | Sede di contatto sul calcagno |
Superficie posteriore |
Muscolo gastrocnemio Muscolo soleo Muscolo plantare |
Capo terminale Capo terminale Capo terminale |
Per tutti e tre l'inserzione avviene sulla tuberosità calcaneare, attraverso il tendine d'Achille. |
Superficie plantare | Muscolo abduttore dell'alluce Muscolo flessore breve delle dita Muscolo abduttore del quinto dito Muscolo quadrato plantare |
Capo iniziale Capo iniziale Capo iniziale Capo iniziale |
Processo mediale. Processo mediale. Processo laterale. Processi mediale e laterale. |
Superficie dorsale | Muscolo estensore breve delle dita Muscolo estensore breve dell'alluce |
Capo iniziale Capo iniziale |
Per entrambi, la sede d'origine manca di una denominazione precisa. |
*N.B: alcuni testi di anatomia umana riportano che uno dei due capi iniziali del muscolo quadrato plantare ha origine dalla superficie mediale.
CALCAGNO E CAPACITÀ DI MOVIMENTO
Dai muscoli e dai legamenti della caviglia che hanno rapporti con il calcagno dipendono i movimenti di plantarflessione, dorsiflessione, eversione e inversione del piede e i movimenti di flessione del ginocchio.
Inoltre, gli stessi muscoli e gli stessi legamenti della caviglia giocano un ruolo fondamentale nello stabilizzare la gamba alla caviglia, mentre l'essere umano è in posizione eretta.
A questo punto, vale la pena ricordare che:
- La plantarflessione del piede è il movimento che permette di puntare il piede verso il pavimento. L'essere umano compie un movimento di plantarflessione quando prova a camminare sulle punte.
- La dorsiflessione è il movimento che consente di sollevare il piede e camminare sui talloni.
- Eversione significa alzare il bordo laterale (cioè il bordo esterno) del piede, mantenendo il bordo mediale (cioè il bordo interno) sul pavimento.
- Inversione significa alzare il bordo mediale del piede, mantenendo il bordo laterale sul pavimento.
- La flessione del ginocchio è il movimento che consente di piegare il ginocchio, in maniera tale da ridurre l'angolo esistente tra gamba e coscia.
Patologie associate
Come tutti gli elementi di natura ossea presenti nel corpo umano, anche il calcagno può fratturarsi.
In genere, le fratture del calcagno sono la conseguenza di impatti che interessano il calcagno e spingono violentemente quest'ultimo contro l'astragalo.
Le principali circostanze che provocano una frattura del calcagno sono le cadute sui talloni, soprattutto quelle da grandi altezze.
Dal punto di vista della loro diffusione nella popolazione generale, le fratture del calcagno rappresentano il 2% di tutte le fratture, che possono interessare il corpo umano, e il 60% di tutte le fratture, che possono riguardare il tarso del piede.
I tipici sintomi di una frattura del calcagno consistono in: dolore al piede, instabilità nella camminata, difficoltà nel compiere movimenti col piede interessato, presenza di gonfiore, presenza di ematoma e arrossamento.
Le fratture del calcagno sono infortuni capaci dare luogo a svariate complicanze tardive, su tutte l'artrite ai danni dell'articolazione sottotalare e il forte dolore durante i movimenti di eversione e inversione del piede.
Il trattamento di una frattura del calcagno può essere conservativo oppure chirurgico.
In genere, l'approccio conservativo è riservato alle fratture del calcagno meno gravi, mentre l'approccio chirurgico è riservato alla fratture del calcagno più gravi.