Tumori del fegato: cause
Ultima modifica 29.10.2024
INDICE
  1. Tumori primitivi del fegato
  2. Cause di tumore al fegato

Il fegato è una sede interessata da tumori.

Di gran lunga più frequenti sono quelli secondari - che originano in un'altra sede e danno metastasi al fegato - ma non sono rari nemmeno quelli primitivi; questi ultimi insorgono direttamente nell'organo e la loro incidenza è strettamente correlata a diversi fattori di rischio che analizzeremo nel prosieguo  dell'articolo.

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Tumori primitivi del fegato

Possono essere benigni o maligni, con grande prevalenza di questi ultimi, e possono avere origine da svariate strutture: epatociti (le cellule effettrici del fegato), vie biliari (che trasportano la bile), connettivo del fegato o vasi sanguigni.

Frequenza del tumore al fegato

La malattia ha un'incidenza intorno ai 5 casi su 100.000 persone nei paesi occidentali ed addirittura di 110 casi su 100.000 in alcuni paesi sudafricani, soprattutto in Mozambico, dove risulta il tumore più frequente in assoluto (per la presenza di moltissimi soggetti contagiati dal virus dell'epatite B e dell'epatite C). l'Italia è in una situazione intermedia, con un'incidenza di circa 20 casi su 100.000 abitanti.

Globalmente, il tumore al fegato rappresenta la terza causa principale di morte per cause oncologiche, dopo il cancro al polmone e allo stomaco.

Secondo i dati diffusi nel 2014 dall'AIOM (associazione italiana di oncologia medica), in Italia i tumori al fegato:

  •  rappresentano il 3% di tutti i nuovi casi di tumore e sono due volte più frequenti nei maschi rispetto alle femmine;
  • contrariamente alla maggior parte delle neoplasie, questo tumore presenta un'incidenza superiore al Sud;
  • come osservato per molti altri tumori, i casi in Italia sono in complessivo aumento a causa della tendenza all'invecchiamento della popolazione; al netto di questo aspetto, l'incidenza del carcinoma appare in riduzione nei due sessi dalla metà degli anni '90;
  • rientrano tra le prime 5 cause di morte per tumore solo nei maschi (7%), tra i quali risultano al quarto posto (8%) nella fascia di età 50-69 anni.
  • il 17% dei maschi e il 16% delle femmine che hanno contratto queste neoplasie risultano ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi (periodo 2005-2007). Rispetto ai quinquenni precedenti la speranza di vita appare proporzionalmente migliorata, sia pure nel contesto di una malattia comunque a prognosi infausta.
Tumori al Fegato Epidemiologia

Figura: Numero di morti per cancro al fegato, standardizzate per l'età, per 100.000 abitanti. Da wikipedia.org, Dati relativi al 2004.

Cause di tumore al fegato

Cirrosi Epatica

L'epatocarcinoma, soprattutto nei paesi occidentali, si associa frequentemente alla cirrosi epatica, una malattia caratterizzata da un'alterazione della normale struttura anatomica del fegato, che provoca poi, con gli anni, un suo malfunzionamento fino alla morte.

Il danno diretto sugli epatociti è spesso provocato dall'abuso di alcool etilico, che a sua volta con il passare del tempo, dà vita alla cirrosi. Questa malattia accelera la proliferazione delle cellule epatiche, chiamata "rigenerazione", aumentando la velocità di sintesi del DNA; durante tale processo possono manifestarsi degli errori (aberrazioni) responsabili dello sviluppo di un epatocarcinoma.

Nelle aree del Nord-Italia circa un terzo dei tumori del fegato sono attribuibili all'abuso di bevande alcoliche.

Epatiti Virali

Un'altra causa di tumore al fegato è legata ai virus dell'epatite B e C. E' stato visto che dove alto è il numero di portatori di epatite virale, i casi di tumori epatici sono altrettanto elevati (classico esempio sono le regioni dell'Africa in cui più del 10% della popolazione è positiva all'epatite). Il virus dell'epatite B predispone al cancro perché è in grado di inserirsi nel DNA degli epatociti, inducendoli a proliferare in maniera incontrollata; quello dell'epatite C non si integra nel DNA, ma favorisce ugualmente il tumore al fegato con meccanismi ancora sconosciuti.

In ambito nazionale il ruolo dell'epatite B come causa di tumore al fegato è prevedibilmente destinato a calare in conseguenza delle campagne di vaccinazione nei nati dal 1978 in poi.

Emocromatosi

Un'altra malattia di notevole importanza è rappresentata dall'emocromatosi (che provoca un accumulo enorme, e patologico, di ferro in vari organi, come fegato, cuorecervelloreni e pancreas).

Altre cause

Per quanto riguarda le sostanze di natura alimentare, cancerogene sono sicuramente le nitrosamine, che derivano dai nitrati presenti in diversi alimenti, ma anche alcune micotossine (prodotte da funghi che colonizzano arachidi e cereali). Di queste ultime la più importante è l'aflatossina, sostanza prodotta da un fungo, l'Aspergillus flavus, particolarmente diffuso in certi paesi tropicali, come l'Uganda; non a caso in queste nazioni la contaminazione del cibo da parte di aflatossine è piuttosto frequente (motivo per cui il carcinoma primitivo del fegato è molto diffuso).

Anche  certe sostanze chimiche, come l'arsenico ed il cloruro di vinile monomero (che si ritrova nell'industria della lavorazione della plastica), possono provocare, con alta frequenza, un tumore del fegato chiamato angiosarcoma epatico, come pure ne può essere causa un mezzo di contrasto radioattivo chiamato Torostat, che si usava negli anni '40 per le angiografie (radiografie dei vasi sanguigni), ma che oggi non viene più utilizzato.

Altri possibili fattori cancerogeni sono rappresentati dal trattamento prolungato con ormoni steroidi anabolizzanti  ad alte dosi, dal fumo di sigaretta e soprattutto dall'alcool.
Alcuni parassiti come Echinococcus granulosusSchistosoma haematobium ed Ameba, possono provocare cisti epatiche, generalmente benigne.

contraccettivi orali aumentano di pochissimo il rischio di sviluppare tumore al fegato, sempre di natura benigna.

Il rischio di tumore al fegato è maggiore anche in caso di obesità (specie se complicata dalla presenza di diabete), deficit di α-1-antitripsina o in caso di steatoepatite non alcolica (anche in assenza di infezione virale) . Anche il tabagismo è stato recentemente riconosciuto tra i fattori di rischio.

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