Ultima modifica 20.12.2019

La principale caratteristica della via di somministrazione endovenosa è l'assenza di tutti i passaggi descritti nelle altre vie di somministrazioni (orale, sottocutanea, intramuscolare ecc.).

Con la somministrazione endovenosa, infatti, il principio attivo, solubilizzato in un veicolo acquoso, viene direttamente immesso nel sistema circolatorio. Questo significa che se noi iniettiamo una determinata dose di principio attivo, contenuto in una determinata forma farmaceutica, l'intera dose somministrata arriva indenne nel sangue, senza subire alcuna modifica. Possiamo quindi dire che la biodisponibilità della via di somministrazione endovenosa è del 100%; infatti il rapporto tra dose somministrata e dose utilizzata è uguale a 1.


Somministrazione endovenosa


La somministrazione per endovena viene praticata solo da personale altamente specializzato ed è molto utile per:

L'iniezione endovenosa dev'essere effettuata in maniera molto lenta, in modo da non provocare improvvisi sbalzi di pressione all'interno del vaso sanguigno. Le soluzioni che si iniettano devono essere apirogene e isotoniche con il sangue. Di conseguenza, non dovranno essere né ipotoniche (causerebbero emolisi dei globuli rossi), né ipertoniche (causerebbero la formazione di aggregati di globuli rossi, quindi possibili trombi); inoltre non devono presentare sostanze che inducano la precipitazione dei componenti del sangue e non devono essere composte da solventi oleosi (però sono ammesse le emulsioni olio in acqua). Si possono somministrare fino a 20 ml in bolo,oppure quantità oltre 50 ml per infusione lenta.

Gli aspetti negativi della via di somministrazione endovenosa sono:

  • possibilità di formazione di emboli;
  • possibilità di riscontrare infezioni batteriche e virali;
  • possibilità di induzione di bradicardia, ipotensione e svenimento.

Altri articoli su 'Via di somministrazione endovenosa'

  1. Via di somministrazione sottocutanea
  2. Via di somministrazione inalatoria