Ultima modifica 26.03.2020

La ghiandola surrenale, come anche l'ipofisi, costituita da due porzioni: la porzione midollare occupa ¼ della massa della ghiandola ed è costituita da cellule gangliari simpatiche modificate che secernono catecolamine; la corteccia surrenale costituisce i ¾ della ghiandola e secerne diversi tipi di ormoni steroidei. La corteccia surrenale secerne tre tipi principali di ormoni steroidei: l'aldosterone, chiamato anche mineralcorticoide per i suoi effetti sui minerali  sodio e potassio; i glicocorticoidi detti così per la loro capacità di aumentare la concentrazione plasmatica di glucosio, il principale è il cortisolo; e gli ormoni sessuali, in particolare androgeni prevalenti nel maschio. Tutti gli ormoni steroidei sono sintetizzati a partire dal colesterolo, che viene modificato da diversi enzimi fino a divenire aldosterone, ormoni glicocorticoidi  o ormoni sessuali.
Asse ipotalamo-ipofisi-surrene, questi tre organi funzionano in sincrono per garantire una corretta catena stimolatoria, così da produrre o inibire la sintesi di glicocorticoidi o mineralcorticoidi. SurreneQuesta via di controllo è regolata da un meccanismo a feed-back negativo, ovvero quando la concentrazione di un determinato ormone raggiunge un valore soglia a livello ematico, ne viene inibita la sintesi ed il rilascio. Il cortisolo è l'unico ormone secreto continuamente, ma con un forte ritmo circadiano: la secrezione normalmente presenta un picco massimo al mattino e diminuisce durante la notte; la secrezione di cortisolo può aumentare anche in condizioni di stress (traumi, caldo o freddo eccessivi, interventi chirurgici, malattie..).
Gli ormoni steroidei - essendo di natura liposolubile - interagiscono con recettori intracellulari, per cui alterazioni a livello trascrizionale possono modificare o ridurre tali recettori e rallentare la risposta farmacologica.  Ricapitolando, le funzioni più importanti degli ormoni steroidei prodotti dal surrene: aumento della glicemia mediante gluconeogenesi a livello epatico oppure lipolisi nelle cellule adipocitiche (controllo agli opposti, quando questa regolazione è fuorviata da dosaggi troppo alti di glicocorticoidi si ha accumulo di grasso in particolari zone del corpo, collo, viso e zona sovra clavicolare); aumentano l'assorbimento di ioni sodio, mentre favorisco la fuoriuscita di ioni potassio e ioni idrogeno, provocando così ritenzione idrica diffusa. Queste funzioni sono tutte finalizzate a fornire pronta energia all'organismo in condizioni sfavorevoli.
Tuttavia bisogna ricordare che una deplezione prolungata delle riserve energetiche può portare a sgradevoli effetti catabolici sul tessuto linfatico, connettivo, muscolare, adiposo, cutaneo ed osseo, che coincidono con gli effetti avversi di questa categoria farmacologica.
Sebbene gli effetti collaterali non sia trascurabili, i farmaci glicorticoidi hanno un largo impiego grazie alla loro azione antinfiammatoria, più potente di quella esplicata dai FANS. L'attività antinfiammatoria si raggiunge grazie ad un sinergismo di effetti a diversi livelli:

  1. Inibizione della fosfolipasi A2, anche quest'enzima è coinvolto nelle primissime fasi della via dell'acido arachidonico, per cui una sua inibizione coincide con il blocco di entrambe le vie enzimatiche, quella delle ciclossigenasi e quella delle lipossigenasi;
  2. Inibizione della trascrizione genica delle COX2;
  3. Riduzione dell'attività di linfociti T e B, con riduzione della produzione di anticorpi, citochine e fattori di crescita;
  4. Blocco del rilascio di importanti mediatori chimici pro-infiammatori, come l'istamina e la bradichinina;
  5. Viene inibita l'attività antibatterica, ma non quella fagocitaria, per cui i patogeni rimangono latenti;
  6. Favoriscono l'insorgenza di osteoporosi, poiché aumentano l'attività degli osteoblasti e riducono quella degli osteoclasti;
  7. Riducono l'attività di importanti cellule immunitarie, quali neutrofili e macrofagi.

In base alla loro durata d'azione, i farmaci glicocorticoidi si classificano in glicocorticoidi ad azione: breve, intermedia o lunga; tutti mostrano un ottimo effetto antinfiammatorio, ma a tutt'oggi i farmacologi non sono riusciti a scindere l'attività farmacologica da quella metabolica.
Oltre che come antinfiammatori, i glicocorticoidi vengono impiegati anche per trattare:


 

Insufficienza surrenalica acuta e cronica, nota meglio come malattia di Addison (iperpigmentazione, senso di fatica, perdita di peso ed ipotensione);

Iperplasia cortisurrenalica congenita, patologia caratterizzata da carenza di enzimi coinvolti nella sintesi dei corticosteroidi, da ipertrofia della ghiandola surrenalica a favore della sintesi di ormoni androgeni; viene trattata farmacologicamente con cortisolo;

Sindrome di Cushing, patologia dovuta ad un eccesso di glicocorticoidi, a sua volta causato da un edema ipofisario o da un tumore; per tale ragione bisogna intervenire chirurgicamente asportando la ghiandola: all'intervanto segue il trattamento farmacologico con il cortisolo;

reazioni allergiche; disturbi collageno vascolari; malattie oculari; disturbi gastro-intestinali; infiammazioni ossee ed articolari; trapianti d'organo; asma bronchiale; malattie cutanee.
In tutti i casi elencati si tratta di terapie sistemiche e non curative, con dosaggi bassi e per periodi brevi; speciali modalità di dosaggio si rendono necessario in caso di terapie ad uso topico, preparati oftalmici, iniezioni intrarticolari, clisteri per coliti ulcerative, aerosol e spray nasali.
Gli effetti collaterali dei farmaci glucocorticoidi sono, nei casi più gravi, la Sindrome di Cushing iatrogena, irsutismo (comparsa di peli in maggior numero sulla cute), blocco dell'asse surrene-ipofisi, per tal motivo è molto importante interrompere gradualmente la terapia; generalmente si ha semplicemente ritenzione idrica e gonfiore diffuso.




Altri articoli su 'Glucocorticoidi'

  1. FANS: effetti collaterali
  2. Allergie