Ultima modifica 26.02.2020

Gli effetti della stimolazione simpatica sono mediati dalla liberazione dei neurotrasmettitori noradrenalina ed adrenalina dalle terminazioni nervose post-gangliari; tali effetti presentano un vasto spettro d'azione e vengono mimati da particolari farmaci, che prendono appunto il nome di simpaticomimetici. Il ruolo primario di questi farmaci è quello di potenziare il segnale del sistema ortosimpatico; al pari dei colino-mimetici vengono classificati sulla base del loro meccanismo d'azione e del tipo di recettori che attivano. Si distinguono:


  • simpaticomimetici ad azione diretta: interagiscono direttamente con il recettore adrenergico e lo attivano;
  • simpaticomimetici ad azione indiretta: aumentano indirettamente la biodisponibilità delle catecolamine a livello sinaptico, tra la fibra post-gangliare e l'organo effettore, inducendone il rilascio da parte delle vescicole trasportatrici (depauperamento delle vescicole) ed inibendone la ricaptazione;
  • simpatico mimetici ad azione mista: sono farmaci dotati di una struttura chimica flessibile, in grado di interagire direttamente con i recettori adrenergici e di incentivare il depauperamento delle vescicole trasportatrici. 

Anche i neurotrasmettitori adrenergici agiscono a livello centrale; in particolare troviamo i corpi cellulari dei neuroni noradrenergici in una zona della corteccia frontale chiamata locus ceruleus; la noradrenalina svolge un ruolo importante nel controllo dell'umore e dell'emotività, per questo motivo i simpaticomimetici vengono impiegati comunemente come antidepressivi; a livello del sistema  limbico determina invece lo stato emotivo con ipereccitabilità, mentre a livello centrale si esplica anche un controllo del tono vasale, vescicale e cardiaco.

I recettori adrenergici del sistema orto-simpatico si distinguono in due categorie, alfa e beta, a sua volta caratterizzate dai rispettivi sottogruppi. Esaminandoli singolarmente si individuano:

  • Recettori α1: sono recettori di tipo metabotropico, localizzati in prevalenza a livello post-sinaptico, responsabili dell'attivazione dell'enzima effettore fosfolipasi C, con conseguente formazione di IP3 e DAG; in sintesi si può affermare che sono responsabili di una risposta di tipo eccitatorio. Questi recettori si trovano a livello vasale e la loro stimolazione provoca la contrazione dei vasi stessi, con conseguente aumento della resistenza periferica e in ultimo della pressione sanguigna; sono altresì responsabili di midriasi a livello oculare e di contrazione dello sfintere vescicale con seguente ritenzione idrica.
  • Recettori α2: sono anch'essi recettori di tipo metabotropico, questa volta localizzati sulla terminazione noradrenergica a livello pre-sinaptico. Questi recettori hanno il compito di controllare il rilascio della noradrenalina: quando questa è in concentrazioni sufficienti ne viene inibito il rilascio, (controllo “a feed back negativo”) attraverso l'inibizione dell'enzima effettore adenilatociclasi, con conseguente riduzione di AMPc. I recettori α2 si collocano anche sulle terminazioni GABA-ergiche, dove esplicano la medesima funzione inibitoria. Possiamo ritrovarli anche nel pancreas, in particolare nelle cellule β delle isole del Langerhans, dove inibiscono il rilascio dell'insulina, che si traduce con il deposito di glucosio sotto forma di glicogeno.
  • Recettori β1: sono recettori di tipo metabotropico, che attivano gli enzimi effettori (adenilatociclasi o fosfolipasi C). Questi si collocano in prevalenza a livello cardiaco, dove aumentano la frequenza e la forza di contrazione cardiaca; in altri termini, dopo essere stati stimolati, generano tachicardia. Negli adipociti sono responsabili della scissione dei trigliceridi in acidi grassi e glicerolo, ovvero della lipolisi. A livello renale causano un aumento dell'ormone renina, che a sua volta genera il rilascio dell'angiotensina: uno dei più potenti agenti vasocostrittori del nostro organismo.
  • Recettori β2: recettori metabotropici situati nei vasi della muscolatura; nello specifico, a livello della muscolatura scheletrica provocano vasodilatazione con conseguente  calo delle resistenze  pressorie a livello periferico; a livello della muscolatura liscia provocano rilassamento, in particolare il rilassamento della muscolatura uterina, mentre a livello bronchiale avremo broncodilatazione (azione  ampiamente sfruttata in campo farmaceutico per l'effetto antiasmatico). Questo recettori sono altresì responsabili della lisi del glicogeno a livello muscolare ed epatico. Questa funzione va a supportare ancora una volta la vecchia denominazione del sistema ortosimpatico, conosciuto anche come sistema ergotropico.

Continua..

 


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