Ultima modifica 12.03.2020

Generalità

Gli ACE-inibitori (anche conosciuti come inibitori dell'Enzima di Conversione dell'Angiotensina) sono farmaci impiegati perlopiù nel trattamento dell'ipertensione.
Farmaci ACE InibitoriI farmaci ACE-inibitori svolgono la loro funzione antipertensiva agendo sul sistema renina-angiotensina.
In condizioni fisiologiche, la liberazione di renina è stimolata dall'attività simpatica renale, dalla riduzione della pressione nei vasi preglomerulari e dalla riduzione della concentrazione di ioni sodio nel sangue.
La renina, una volta liberata, consente la trasformazione dell'angiotensinogeno in angiotensina I, poi convertita dall'ACE (enzima di conversione dell'angiotensina, dall'inglese "Angiotensin Converting Enzyme") nella forma attiva angiotensina II. Quest'ultima è una sostanza vasoattiva che - interagendo con i recettori AT1 - provoca proliferazione vasale (ipertrofia), vasocostrizione, sintesi e liberazione di aldosterone, con conseguente ritenzione salina e stimolazione del sistema simpatico ( sistema che viene attivato per il controllo a lungo termine in caso di calo pressorio). Qualora il sistema simpatico non funzionasse correttamente si presenterebbero problemi di ipertensione, indi per cui in simili circostanze è necessario bloccare l'enzima ACE ed impedire la trasformazione dell'angiotensina I in angiotensina II.
Appartengono alla classe dei farmaci ACE-inibitori, principi attivi quali il captopril (Capoten®), il lisinopril (Zestril®, Zestoretic®), l'enalapril (Converten®, Enapren®, Vasoretic®), il fosinorpil (Eliten®), il ramipril (Triatec®, Triatec HCT®), il perindopril (Reaptan®, Coversyl®), il benazepril (Cibacen®) e il quinapril (Acequin®).

Renina Angiotensina

Indicazioni terapeutiche

Come accennato, gli ACE-inibitori sono indicati soprattutto nel trattamento dell'ipertensione, ma trovano impiego anche nella terapia dell'insufficienza cardiaca congestizia e dell'infarto del miocardio.
Gli ACE-inibitori possono essere utilizzati sia da soli, sia in associazione ad altri farmaci ad azione ipotensiva, come, ad esempio, diuretici e calcio-antagonisti.

Meccanismo d'azione

Gli ACE-inibitori, come si può facilmente intuire, sono principi attivi in grado di inibire l'attività dell'enzima di conversione dell'angiotensina, impedendo la trasformazione dell'angiotensina I in angiotensina II ed esplicando in questo modo un'azione antipertensiva.
Tuttavia, l'enzima ACE non si limita a convertire l'angiotensina I in angiotensina II, ma svolge anche un'importante azione di degradazione nei confronti della bradichinina, un polipeptide che stimola la produzione di prostaglandine ed esplica un potente effetto vasodilatatore, complementare all'effetto antipertensivo.
Pertanto, gli ACE-inibitori sono capaci di indurre anche un potenziamento dell'attività della bradichinina che, a sua volta, è in grado di esercitare un effetto ipotensivo. Tuttavia, va precisato che il potenziamento dell'azione della bradichinina è un'arma a doppio taglio, poiché, se da un lato contribuisce all'effetto ipotensivo derivante dal blocco della conversione dell'angiotensina I in angiotensina II, dall'altro lato può dare origine ad alcuni effetti collaterali (vedi paragrafo "Effetti Collaterali").
Infine, è bene ricordare che - ad eccezione del captopril che è il capostipite degli ACE-inibitori e la cui durata d'azione è piuttosto breve - tutti gli altri ACE-inibitori sono formulati come profarmaci che, prima di poter esplicare la propria attività, devono essere debitamente convertiti nella loro forma attiva ad opera di adeguati enzimi epatici.

Interazioni con altri Farmaci

Gli ACE-inibitori possono instaurare una serie d'interazioni farmacologiche con diversi principi attivi. Fra questi, ricordiamo:

  • Allopurinolo;
  • Antiacidi, poiché questi farmaci possono ridurre la biodisponibilità di ACE-inibitori in caso di utilizzo contemporaneo;
  • Digossina e litio, poiché gli ACE-inibitori possono aumentarne le concentrazioni plasmatiche;
  • FANS, poiché questi farmaci possono ridurre l'efficacia ipotensiva degli ACE-inibitori;
  • Fenotiazine, poiché possono potenziare l'effetto degli ACE-inibitori;
  • Preparazioni contenenti potassio e diuretici risparmiatori di potassio, poiché in seguito a terapia concomitante con ACE-inibitori vi è un aumento del rischio d'insorgenza d'iperkaliemia;
  • Capsaicina, poiché può causare un peggioramento della tosse causata dagli ACE-inibitori.

Effetti Collaterali

Il tipo di effetti avversi e l'intensità con cui si manifestano dipendono sia dal principio attivo che s'intende impiegare, sia dalla sensibilità di ciascun paziente nei confronti del farmaco scelto.
Ad ogni modo, esistono alcuni effetti indesiderati che sono comuni all'intera classe di ACE-inibitori, fra questi, ricordiamo:

Infine, gli ACE-inibitori possono anche provocare l'insorgenza di tosse secca. Questo tipo di effetto indesiderato non viene considerato di primaria importanza nel corso della terapia con questi farmaci. Tuttavia, sembra sia dovuto proprio al potenziamento dell'attività della bradichinina - quindi all'aumentata sintesi di prostaglandine - indotto dagli ACE-inibitori.

Controindicazioni

L'utilizzo degli ACE-inibitori è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota a uno qualsiasi di questi principi attivi.
Inoltre, a causa dei danni che possono provocare al feto, gli ACE-inibitori non devono essere assunti dalle donne in gravidanza, in particolar modo durante il secondo e il terzo trimestre di gestazione.
L'uso degli ACE-inibitori è controindicato anche nelle madri che stanno allattando al seno.



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Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista