Conservazione della droga e data di scadenza

Ultima modifica 02.04.2019

Quando si parla di conservazione propriamente detta ci si riferisce ad una droga, o ad un preparato, trattato con conservanti. Questi conservanti sono prevalentemente di sintesi, come il BUTILIDROSSIANISOLO (BHA) o il BUTILIDROSSITOLUENE (BHT), che spesso si trovano nell'elenco degli ingredienti di diversi prodotti. Sono antiossidanti di sintesi e prevengono processi che vanno evitati o prevenuti, perché potrebbero alterare la qualità della droga. La conservazione, insieme alla stabilizzazione, è un metodo preventivo, che permette il mantenimento nel tempo della qualità della droga e dei suoi derivati.

Le sostanze conservanti prevengono soprattutto l'ossidazione dei princìpi attivi o delle strutture che costituiscono la droga. Similmente alla stabilizzazione, la conservazione è un metodo che altera permanentemente il patrimonio enzimatico, con blocco irreversibile dei fenomeni degradativi.

Abbiamo dunque visto che una droga, per essere tale, dev'essere essiccata, liofilizzata, stabilizzata o trattata con conservanti; solamente in questo modo la pianta, la parte di pianta o il derivato animale che la costituiscono, possono essere utilizzati a fini salutistici per la formulazione di prodotti del benessere. Se ciò che diverrà droga non viene trattato opportunamente, allora non si produrranno derivati naturali adatti per l'utilizzo a fini salutistici, a meno che questi non debbano essere utilizzati freschi, ad esempio per la produzione di tinture od oli essenziali. Stiamo quindi parlando di fattori tecnici, elementi artificiali di lavorazione della droga che determinano la conservazione nel tempo e la qualità della droga stessa.

Le droghe, nonostante vengano trattate in questo modo, vanno ovviamente in contro ad un lento degrado e scadimento della loro attività salutistica, e questo vale anche per tutti i prodotti derivati. Con il passare del tempo, infatti, le droghe perdono la qualità e la quantità di princìpi attivi che ne determinano l'utilizzo funzionale; oltretutto, mentre subiscono queste alterazioni fitochimiche si alterano anche nell'aspetto, perché il degrado delle peculiarità chimiche va di pari passo con il quello delle strutture fisiche. Con il passare del tempo, quindi, la droga cambia di colore e consistenza, perdendo quelle caratteristiche che le appartengono in quanto droga e che la descrivono come prodotto del benessere e della salute.

Come regola di ordine generale, se le droghe non vengono utilizzate devono essere rinnovate sempre dopo un anno. Ma come devono essere conservate durante quell'anno? Il compito del tecnico è di conservare quella droga nelle condizioni più adeguate, affinché possa comunque conservarsi per un tempo particolarmente lungo, teoricamente anche più lungo di 12 mesi.

La droga dev'essere conservata in recipienti chiusi costituiti da materiale inerte (che non interagisce con la droga) e dev'essere mantenuta al buio; i recipienti devono essere quindi schermati, ma soprattutto essere quanto più possibile colmi, questo per ridurre fenomeni di ossidazione naturali dovuti alla presenza di ossigeno. Dato che la droga è stata essiccata, dev'essere conservata in ambienti ad umidità controllata; queste condizioni devono essere tali per cui la droga e la sua qualità farmaceutica possano conservarsi al meglio per lunghi periodi di tempo. Ad ogni modo, anche se la droga si è mantenuta qualitativamente in modo ottimale, dopo un anno la regola vuole che venga rinnovata in ogni caso. Le droghe, infatti, possono comunque essere oggetto di alterazioni, nonostante si siano mantenuti i criteri di buona conservazione e norme igieniche corrette. Determinate droghe possono ad esempio subire l'attacco di particolari agenti fungini, batterici o animali, come ad esempio insetti; in modo specifico, le droghe oleaginose (fonti di miscele prevalentemente gliceriche) sono spesso oggetto di aggressione fungine.



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