Farmaci per la Cura del Tumore alla Tiroide

Farmaci per la Cura del Tumore alla Tiroide
Ultima modifica 19.12.2019

Definizione

Anche la tiroide può essere interessata da tumore: l'incidenza del cancro alla tiroide è meno rilevante rispetto a tumori come quelli alle ovaie e alla prostata, e fortunatamente presenta un grado di mortalità piuttosto basso (quando paragonato a neoplasie epatiche e pancreatiche). Spesse volte il cancro alla tiroide si manifesta in forma benigna, non provocando danni all'organismo; ad ogni modo, essendo tumore, non va sottovalutato.

Cause

La presenza di un nodulo alla tiroide dovrebbe allarmare, anche se non necessariamente un nodulo degenera in cancro. Per la ricerca eziologica, non è stata identificata alcuna causa precisa, solo fattori di rischio: familiarità per il gozzo e predisposizione genetica a malattie tiroidee, esposizione a radiazioni ionizzanti, età adulta, sesso femminile.

Sintomi

Il tumore alla tiroide non esordisce con una sintomatologia definita e precisa, pertanto solo di rado viene diagnosticato nello stadio iniziale: precisamente, si parla di lungo periodo di latenza, inteso come il momento che intercorre tra l'induzione neoplastica e la vera manifestazione prodromica. Nello stadio avanzato, il tumore può provocare: anoressia, alterazione della fame, difficoltà della respirazione, aumento di peso e dimensioni della tiroide, difficoltà della deglutizione, formazione di un nodulo duro a livello del collo, inappetenza, infossamento dei linfonodi del collo, raucedine.

 

Le informazioni sui Tumore alla Tiroide - Farmaci per la Cura del Tumore alla Tiroide non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Tumore alla Tiroide - Farmaci per la Cura del Tumore alla Tiroide.

Farmaci

Solo una minima parte dei tumori alla tiroide si manifesta in modo violento: si è osservato, infatti, che questa neoplasia, nella maggior parte dei casi diagnosticati, tende ad autorisolversi e a regredire, seppur lentamente, trascinando con sé tutti i sintomi.
È doveroso, tuttavia, ricordare che in questi ultimi anni i tumori alla tiroide sembrano aumentati: questo fatto non deve allarmare eccessivamente, dato che, probabilmente, tale incremento sembra dipendere dal miglioramento delle tecniche diagnostiche attuali: ecografia tiroidea (che si avvale di ultrasuoni), esame scintigrafico e agospirato.
Come per tutte le malattie, il trattamento del tumore alla tiroide dipende dal grado di avanzamento della patologia (quindi dalla sua gravità), dalle cellule danneggiate e dallo stato di salute del paziente.
Quando il malato dev'essere sottoposto all'interventochirurgico, nella maggior parte dei casi, si procede con la tiroidectomia, l'asportazione delle tiroide, associata eventualmente all'escissione dei linfonodi locali.

 

L'effetto collaterale più immediato derivato dalla tiroidectomia (non dal tumore alla tiroide) è l'ipotiroidismo, facilmente curabile con farmaci ormonali:
Tumore alla tiroide → tiroidectomia → ipotiroidismo → necessità di una terapia ormonale:

 

A seguito dell'intervento chirurgico è fondamentale sottoporre il paziente ad un trattamento ormonale: l'aumento dei livelli di TSH – tipica conseguenza immediata dell'ipotiroidismo, dato dall'asportazione della tiroide – potrebbe indurre le cellule maligne eventualmente presenti alla rigenerazione; pertanto, è necessario iniziare una terapia a base di ormoni, a dosi soppressive, cosicché i livelli di TSH si mantengano sotto la norma, e le cellule cancerogene non vengano stimolate alla proliferazione.

In alternativa all'intervento chirurgico, il paziente malato di cancro alla tiroide può essere curato con iodio radioattivo (IODIO 131): assunto generalmente per via orale (solo di rado si considera la via endovenosa), il farmaco viene assorbito dall'intestino, passa nel circolo ematico e, successivamente, inglobato ed assorbito dalla ghiandola tiroide. L'effetto derivato da questo farmaco è osservabile dopo alcune settimane di trattamento. La posologia dev'essere determinata individualmente: rivolgersi al medico. Ad ogni modo, in linea di massima, la posologia consigliata per l'ablazione del tessuto tiroideo normale è 1850 MBq; le dosi terapeutiche di mantenimento variano invece da 3.700 a 5.550 MBq, corrispondenti a 100-150 millicurie.

 

Note: la sigla “Bq” indica il Mega-becquerel, corrispondente all'unità di misura della radioattività, espressa più semplicemente in Mega-Bq.
1 chilo- becquerel = 103 Bq
1 Mega- becquerel = 106 Bq
1 Giga- becquerel = 109 Bq
1 Curie (vecchia unità di misura della radioattività) = 37 Giga- becquerel = 37X109  Bq

 

Tumore alla tiroide: farmaci


Il trattamento chemioterapico per la cura del tumore alla tiroide è riservato esclusivamente ai malati affetti da cancro alla tiroide diffuso, non operabili e non suscettibili alla iono-terapia.

 

Di seguito sono riportate le classi di farmaci antitumorali maggiormente impiegate nella terapia contro il tumore alla tiroide, ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:

  • Doxorubicina (es. Myocet, Caelyx, Adriblastina) il farmaco viene spesso utilizzato in associazione ad altri farmaci antineoplastici come il cisplatino (es. Cisplatino ACC, Platamine, Pronto Platamine). La doxorubicina viene generalmente assunta alla posologia variabile di 40-60 mg per metro quadro di estensione corporea, per via endovenosa, per 21-28 giorni. In alternativa, assumere 60-75 mg nella stessa modalità, per 3 settimane.
  • Sorafenib (es. Nexavar): il farmaco chemioterapico è il più utilizzato per la cura del tumore al fegato; ad ogni modo, viene talvolta utilizzato in terapia per curare il tumore alla tiroide. La posologia va stabilita dal medico sulla base dello stadio di avanzamento del tumore e sulla risposta alla cura del paziente.
  • Vandetanib (es. Zactima): il farmaco è un inibitore della tirosin-chinasi, impiegato in terapia per la cura del tumore alla tiroide per i pazienti non operabili, di tipo matastico o avanzato locale. La dose raccomandata iniziale è 300 mg da assumere per os, una volta al dì. Il trattamento per la cura del cancro alla tiroide con questo farmaco va protratto fino ad un evidente miglioramento dei sintomi, senza troppi effetti collaterali tossici.

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