Ultima modifica 26.03.2020

Definizione

Tromboflebite è il termine con il quale si vuole indicare l'infiammazione della parete di una vena causata dalla formazione di un coagulo di sangue, ossia dalla formazione di un trombo.
La tromboflebite può interessare le vene superficiali (si parla quindi di tromboflebite superficiale, al giorno d'oggi chiamata semplicemente "tromboflebite"), oppure può coinvolgere le vene profonde (in questo caso si parla di trombosi venosa profonda).

Cause

Diverse sono le cause che possono contribuire allo sviluppo della tromboflebite. Fra queste ricordiamo:

Sintomi

I sintomi che si possono manifestare nei pazienti affetti da tromboflebite sono dolore e rigidità alla palpazione della vena interessata dall'infiammazione, edema localizzato, gonfiore, arrossamento e infiammazione della pelle.
In alcuni casi, inoltre, la tromboflebite superficiale può complicarsi in trombosi venosa profonda.
In seguito al distaccamento di un frammento di trombo (che dà così origine a un embolo), invece, potrebbero insorgere complicazioni gravi, quali l'ictus, l'infarto del miocardio e l'embolia polmonare.


Le informazioni sui Tromboflebite - Farmaci per la Cura della Tromboflebite non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Tromboflebite - Farmaci per la Cura della Tromboflebite.

Farmaci

Talvolta, la tromboflebite superficiale può risolversi da sé nel giro di un paio di settimane, senza il bisogno di ricorrere all'utilizzo di farmaci. Tuttavia, purtroppo, non sempre è così.
Per curare la tromboflebite superficiale, pertanto, il medico può decidere di prescrivere creme a base di sostanze naturali (come, ad esempio, la rutina, l'asiaticoside e l'esperidina, ecc.), dotate di attività vasoprotettiva e antinfiammatoria. Per aiutare a favorire la guarigione, quando possibile, può anche consigliare l'utilizzo di adeguati supporti elastici.
Se lo ritiene necessario, inoltre, il medico può decidere di intraprendere una terapia farmacologica basata sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori ed eventualmente di eparina, in modo tale da ridurre l'infiammazione, l'edema e il rischio che la tromboflebite evolva in trombosi venosa profonda.
Per quanto riguarda il trattamento della trombosi venosa profonda, invece, si rimanda all'articolo dedicato: "Farmaci per la Cura della Trombosi Venosa Profonda".


Farmaci Tromboflebite

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la tromboflebite superficiale ed alcuni esempi di specialità farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia più indicati per il paziente, in base alla gravità della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura.

FANS

I farmaci antinfiammatori non steroidei possono essere impiegati nel trattamento della tromboflebite superficiale in virtù delle loro proprietà antinfiammatorie e analgesiche.
Fra i diversi principi attivi che possono essere impiegati, ricordiamo l'ibuprofene (Brufen ®, Moment ®, Nurofen ®, Arfen ®, Actigrip febbre e dolore ®, Vicks febbre e dolore ®).
L'ibuprofene è disponibile in diverse formulazioni farmaceutiche adatte a differenti vie di somministrazione (orale, parenterale, rettale). Quando viene somministrato per via orale, la dose impiegata non dovrebbe superare i 1.200-1.800 mg di principio attivo al giorno.
L'esatta quantità di farmaco che si deve assumere deve, pertanto, essere stabilita dal medico su base individuale per ciascun paziente, in modo tale da individuare lo schema posologico che meglio si addice ad ogni singolo caso.

Eparina

L'eparina è un farmaco anticoagulante in grado di prevenire la formazione di trombi. Per essere precisi, in verità, è bene specificare che con il termine eparina non s'indica un singolo principio attivo, bensì si indica una famiglia di mucopolisaccaridi in grado di inibire la coagulazione del sangue.
Infatti, possiamo distinguere l'eparina standard (altrimenti detta "non frazionata" e, spesso, chiamata semplicemente "eparina") e le eparine a basso peso molecolare. Quest'ultima categoria di eparine viene utilizzata sia nella cura della tromboflebite, sia a scopo preventivo per impedire che questa si complichi in trombosi venosa profonda.
Rispetto all'eparina non frazionata, le eparine a basso peso molecolare hanno una più lunga durata d'azione.
Fra le diverse tipologie di eparine a basso peso molecolare che si possono utilizzare, ricordiamo:

  • Bemiparina (Ivor ®): quando impiegata nel trattamento della tromboflebite, la dose di bemiparina da somministrarsi varia in funzione dell'età e del peso corporeo dei pazienti. Ad esempio, quando impiegata in pazienti adulti con età compresa fra i 18 e i 64 anni e aventi un peso corporeo compreso fra 50 e 70 Kg, la dose di farmaco abitualmente somministrata è di 7.500 U.I. al giorno.
    Quando utilizzata per prevenire l'insorgenza della trombosi venosa profonda, invece, la dose di bemiparina impiegata è di 2.500-3.500 U.I.
    Ad ogni modo, sarà il medico a decidere, caso per caso, quanta bemiparina utilizzare e per quanto tempo somministrarla.
  • Enoxaparina (Clexane ®): l'enoxaparina può essere impiegata nel trattamento della tromboflebite superficiale per impedire che si complichi in trombosi venosa profonda.
    In questo caso, di solito, l'enoxaparina viene somministrata per via sottocutanea alla dose di 2.000 U.I. al giorno. Se necessario, il medico può decidere di aumentare la dose di enoxaparina utilizzata.
  • Dalteparina (Fragmin ®): anche la dalteparina può essere impiegata per prevenire la complicazione della tromboflebite in trombosi venosa profonda. La dose di farmaco solitamente impiegata è di 2.500-5.000 U.I., da somministrarsi per via sottocutanea. La dose esatta di dalteparina da utilizzare in ciascun paziente dovrà essere stabilita dal medico.

Autore

Dott.ssa Ilaria Randi

Dott.ssa Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista