Proprietà del Rabarbaro Cinese in Erboristeria: quali sono?

Proprietà del Rabarbaro Cinese in Erboristeria: quali sono?
Ultima modifica 21.04.2021
INDICE
  1. Nome Scientifico
  2. Famiglia
  3. Origine
  4. Sinonimi
  5. Parti Utilizzate
  6. Costituenti Chimici
  7. Proprietà del Rabarbaro Cinese in Erboristeria
  8. Interazioni Farmacologiche
  9. Effetti Collaterali
  10. Controindicazioni

Nome Scientifico

Rabarbaro cinese in Erboristeria Shutterstock

Rheum palmatum

Famiglia

Polygonaceae

Origine

Il rabarbaro cinese è originario delle province occidentali e nord-occidentali della Cina, ma è coltivato in molti Paesi del mondo. I maggiori produttori, tuttavia, sembrano essere proprio la Cina e la Russia.

Sinonimi

Il rabarbaro cinese - Rheum palmatum - è anche noto come rabarbaro indiano, rabarbaro indiano dell'est, rabarbaro russo o anche semplicemente come rabarbaro (da non coinfendere, tuttavia, con Rheum officinalis, poiché si tratta di un'altra specie).

Parti Utilizzate

Droga costituita dalle radici decorticate e dal rizoma essiccato (Farmacopea Ufficiale).

Costituenti Chimici

Fra i principali costituenti chimici del rabarbaro, ricordiamo:

Proprietà del Rabarbaro Cinese in Erboristeria

Somministrato a piccole dosi, il rabarbaro agisce come amaro-digestivo. A dosi più alte, invece, il rabarbaro agisce come lassativo. Il rabarbaro ha inoltre attività colagoghe ed è quindi indicato nel trattamento delle malattie croniche del fegato.

Attività Biologica

Il rabarbaro è una pianta spesso usata in caso di stitichezza. Per esser più precisi, se assunto a piccole dosi, il rabarbaro esercita un'azione digestiva, grazie all'azione stomachica di cui è dotato, quindi, grazie all'incremento della secrezione di succhi gastrici che è in grado di provocare. Se, invece, viene assunto a dosi più alte, il rabarbaro agisce sull'intestino inibendo l'assorbimento di acqua ed elettroliti e aumentando, in questo modo, il volume del contenuto intestinale. Tale aumento di volume favorisce la peristalsi intestinale con conseguente effetto lassativo.

Più nel dettaglio, l'attività lassativa è da imputarsi ai glicosidi antrachinonici contenuti nella pianta.

NOTA BENE: Nuovo Regolamento Europeo del 18 Marzo 2021

In data 8 aprile 2021 è entrato in vigore il divieto di commercializzare alimenti e integratori alimentari contenenti idrossiantraceni e loro derivati, una famiglia di molecole contenuta in diverse piante, come aloe, cassia, rabarbaro e senna.

Più nel dettaglio, il nuovo Regolamento Europeo del 18 marzo 2021 - entrato in vigore, per l'appunto, l'8 aprile 2021 - modifica l'allegato III del regolamento (CE) n. 1925/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda le specie botaniche contenenti derivati dell'idrossiantracene.

Il testo completo è consultabile cliccando qui. Tuttavia, possiamo riassumere i punti principali nel seguente modo:

  • Vengono aggiunte alla lista delle sostanze il cui impiego negli alimenti è vietato (allegato III parte A del suddetto regolamento):
    • Aloe-emodina e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza;
    • Emodina e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza;
    • Preparazioni a base di foglie di specie di Aloe contenenti derivati dell'idrossiantracene;
    • Dantrone e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza.
  • Vengono aggiunte alla lista delle sostanze il cui impiego negli alimenti è sottoposto alla sorveglianza della Comunità (allegato III parte C):
    • Preparazioni a base della radice o del rizoma di Rheum palmatum L., Rheum officinale Baillon e loro ibridi contenenti derivati dell'idrossiantracene;
    • Preparazioni a base di foglie o frutti di Cassia senna L. contenenti derivati dell'idrossiantracene;
    • Preparazioni a base di corteccia di Rhamnus frangula L. o Rhamnus purshiana DC. contenenti derivati dell'idrossiantracene.

Attenzione: prima di assumere un qualsiasi tipo di preparazione contenente rabarbaro contro la stitichezza - anche alla luce dell'approvazione del nuovo regolamento europeo - è necessario rivolgersi preventivamente al proprio medico.

Rabarbaro nella medicina popolare e in omeopatia

Nella medicina popolare, il rabarbaro viene utilizzato internamente per contrastare i disturbi digestivi e la perdita di appetito. Esternamente, invece, la pianta viene sfruttata dalla medicina tradizionale per il trattamento di affezioni cutanee e scottature.

Il rabarbaro trova numerosi impieghi anche nella medicina cinese, dove viene utilizzato per il trattamento di edemidolore addominaletenesmo rettaleamenorrea ed è usato perfino come rimedio contro il delirio.

Il rabarbaro è utilizzato anche in campo omeopatico con indicazioni per il trattamento di diarreacoliche e disturbi legati alla dentizione nei bambini. Generalmente, lo si può trovare sotto forma di granuli o gocce.

La dose di rimedio omeopatico da assumere può essere differente fra un individuo e l'altro, anche in funzione del tipo di disturbo che si deve trattare e in funzione della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che s'intende impiegare.

NOTA BENE

Le applicazioni del rabarbaro nell'ambito delle suddette medicine alternative non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Interazioni Farmacologiche

A causa dell'eccessiva perdita di ioni potassio che può verificarsi in seguito all'assunzione prolungata di rabarbaro, si può andare incontro ad un potenziamento degli effetti di glicosidi cardioattivi eventualmente somministrati in concomitanza al trattamento con la pianta.

In qualsiais caso, prima di assumere il rabarbaro cinese, è necessario chiedere consiglio al medico informandolo di qualsiasi terapia farmacologica si stia seguendo.

Effetti Collaterali

In seguito all'assunzione di rabarbaro potrebbero manifestarsi spasmi gastrointestinali a causa dell'effetto purgante esercitato dalla stessa droga.

L'utilizzo di rabarbaro per lunghi periodi, invece, può causare una perdita non indifferente di elettroliti (in particolare di ioni potassio). Tale perdita può, a sua volta, condurre a iperaldosteronismo e inibizione della motilità intestinale.

Inoltre, l'uso prolungato di rabarbaro può causare gravi effetti avversi, quali: aritmieedema, nefropatie e deterioramento osseo.

Controindicazioni

L'utilizzo del rabarbaro cinese è controindicato in presenza di ostruzione intestinale, patologie infiammatorie dell'intestino, appendicite e dolore addominale avente causa sconosciuta. Inoltre, l'assunzione della pianta in questione è controindicata in gravidanza, durante l'allattamento, nei bambini e in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.

Ad ogni modo, si ribadisce nuovamente l'importanza di rivolgersi al medico prima di assumere il rabarbaro in qualsiasi sua forma.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista