Ultima modifica 23.01.2020

Nessuno vieta ai buongustai di pranzare e cenare al ristorante ogni qualvolta lo desiderino. Che si tratti di lavoro, di un appuntamento romantico o di una serata in compagnia è tuttavia buona regola rispettare alcune regole per non far lievitare troppo il proprio peso.
Bisogna innanzitutto porre l'attenzione su due aspetti fondamentali che sono la quantità e la qualità dei cibi che si mangiano. Le due cose non sempre vanno di pari passo e il consumatore, considerando anche l'aspetto economico, ricerca generalmente un buon compromesso tra le due.
Dieta e ristoranteValutare la quantità di cibo che mangiamo è basilare anche se spesso l'appuntamento con il ristorante è una questione di piacere e per questo non si bada troppo alla linea.
Un primo un secondo un dolce e  un po' di vino possono tranquillamente farci arrivare alle 1500 calorie. Se ordiniamo una pizza e un dolce le cose non vanno certo meglio visto che anche in questo caso si raggiungono con facilità le 1000 calorie.
Basta una mangiata del genere a settimana per vanificare la restrizione calorica dei giorni precedenti.  A questo punto la scelta spetta al consumatore che, se non vuole ingrassare, o riduce la frequenza degli appuntamenti con il ristorante oppure evita gli eccessi alimentari. Ci sarebbe in realtà un'altra scelta e cioè quella di praticare un po' di sport durante la settimana in modo da concedersi qualche lusso dietetico in più.
Per tenere sotto controllo l'aspetto quantitativo è bene non esagerare con le varie porzioni ed eliminare il dolce a fine pasto che nei casi migliori ci porta ad assumere almeno 400 Kcal in più. I primi piatti sono spesso ritenuti i principali responsabili dell'eccesso calorico ma bisogna controllare anche i secondi.
I primi piatti: innanzitutto è bene non esagerare con le quantità. Evitare quelli cucinati con aggiunta di burro o quelli troppo unti. Se si ordina solamente un primo è bene cercare di preferire quelli equilibrati nella ripartizione dei vari nutrienti visto che troppo spesso sono sbilanciati a favore dei carboidrati. Esempi di primi piatti bilanciati sono: spaghetti al pollo, olio di oliva e peperoni, pasta al tonno, olio di oliva e pomodoro, pasta al macinato e alle verdure. Sono invece sbilanciate perché troppo ricche di carboidrati e povere di proteine portate come: pasta all'olio, pasta al pomodoro, orecchiette alle cime di rapa. Anche l'aggiunta di sughi troppo ricchi di grassi come avviene per la pasta all'amatriciana o alla carbonara sbilanciano il piatto innalzando anche il suo contenuto calorico.
I secondi: scegliere i tagli di carne più magri. I bolliti sono ottimi, la carne alla griglia è una buona scelta ma non perfetta a causa delle sostanze cancerogene che si sviluppano alle alte temperature a cui è sottoposta. Discorso analogo per i fritti che hanno in più lo svantaggio di essere ipercalorici. Agli arrosti attribuiamo un discreto punteggio a condizione che si utilizzino tagli non troppo grassi e non si esageri con i condimenti.
Il pesce si rivela il più delle volte una scelta più che salutare. Anche in questo caso vi sono piatti più o meno grassi ma consigliamo di sceglierlo in base alle preferenze individuali limitandosi solo a non eccedere troppo con le quantità. I grassi polinsaturi contenuti nel pesce infatti, anche se apportano le stesse calorie degli altri tipi, contribuiscono a tenere sotto controllo il colesterolo.
Al ristorante prova ad ordinare:

Qualità. Non è tutto oro quello che luccica. O se preferite non è tutto buono ciò che appare buono. Conservanti, aromi artificiali ed additivi in genere vengono sempre più spesso utilizzati per migliorare le caratteristiche dei prodotti. Salvo alcune eccezioni gli alimenti fatti in casa sono migliori dal punto di vista qualitativo di quelli precotti e/o surgelati. Purtroppo però anche i ristoranti hanno a disposizione tutta una serie di ingredienti non proprio salutari per esaltare la sapidità dei propri piatti.
Sia in campo industriale che in quello della ristorazione vi sono controlli sulla qualità degli alimenti e degli ingredienti utilizzati. Se da un lato non possiamo fidarci della pubblicità che vediamo in tv ma dobbiamo leggere con attenzione gli ingredienti ed i valori nutrizionali riportati in etichetta, dall'altro non sempre un costo maggiore corrisponde ad una migliore qualità degli ingredienti (anche se non possiamo pensare che un menù comprensivo di primo secondo, acqua e caffè a 10 euro sia stato preparato scegliendo con cura gli ingredienti migliori).
Possiamo in ogni caso chiedere informazioni al cameriere o se possibile allo chef per valutare la serietà del locale. Se per esempio lo chef propone anche menù dietetici o per persone con particolari intolleranze alimentari, l'impressione che ne ricaveremo sarà senz'altro buona.
Se il ristoratore sottolinea la genuinità degli ingredienti dimostrando di avere una buona cultura alimentare con tutta probabilità si tratta di un locale attento anche all'aspetto dietetico e qualitativo dei propri piatti.
Meglio invece stare alla larga da locali super affollati che puntano sulla quantità, sul contenimento del prezzo e che propongono solamente menù "abbuffata". In questi casi l'amore, la cura nella preparazione e la scelta degli ingredienti è per forza di cose ridotta ai minimi termini.