Cuffia dei Rotatori: cos'è, anatomia dei muscoli e test per il dolore

Cuffia dei Rotatori: cos'è, anatomia dei muscoli e test per il dolore
Ultima modifica 25.06.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Anatomia
  4. Funzione
  5. Infortuni
  6. Test
  7. Altri articoli su 'Cuffia dei Rotatori'

Generalità

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La cuffia dei rotatori è il complesso di muscoli e tendini che ha il compito fondamentale di stabilizzare l'articolazione gleno-omerale della spalla.
A costituire la cuffia dei rotatori sono i muscoli sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, e i loro rispettivi tendini.
Situati in profondi sotto muscoli più importanti (es: trapezio), i muscoli della cuffia dei rotatori nascono tutti a livello della scapola (l'origine precisa varia da muscolo a muscolo) e terminano il loro decorso sulla porzione prossimale dell'omero.
Oltre ad avere una funzione stabilizzatrice nei confronti dell'articolazione gleno-omerale, la cuffia dei rotatori interviene anche nei movimenti di abduzione, extrarotazione e intrarotazione della spalla.

Spalla e sue Articolazioni: un breve ripasso

Per poter comprendere appieno l'anatomia e la fisiologia della cuffia dei rotatori, è doveroso ripassare il complesso articolare della spalla.

Innanzitutto, parlare di articolazione della spalla è improprio e poco preciso; l'area anatomica della spalla, infatti, comprende ben cinque articolazioni differenti:

  • L'articolazione sterno-claveare (o sterno-clavicolare), che risulta dall'interazione tra l'estremità mediale della clavicola, la faccetta claveare dello sterno e parte della prima cartilagine costale.
  • L'articolazione acromion-claveare (o acromion-clavicolare), che ha origine dall'unione tra l'estremità distale della clavicola e l'acromion della scapola.
  • L'articolazione scapolo-toracica, che origina dal rapporto tra la faccia anteriore della scapola e il piano di scorrimento osseo della porzione posteriore della gabbia toracica.
  • L'articolazione acromion-omerale, che è, in realtà, il piano di scorrimento tra la volta coraco-acromiale e la testa dell'omero.
    Ai fini della comprensione di questo articolo, tale articolazione non va dimenticata, in quanto la volta coraco-acromiale, superiormente, e la testa dell'omero, inferiormente, delimitano il cosiddetto spazio subacromiale, uno spazio anatomico entro cui transitano importanti tessuti molli, compresi i tendini della cuffia dei rotatori.
  • L'articolazione gleno-omerale, che deriva dall'incastro tra la glena della scapola e la testa dell'omero.
    Lasciata volutamente per ultima, questa è la più importante articolazione della spalla nonché quella da tenere in maggiore considerazione quando si parla di cuffia dei rotatori; si tratta di un'articolazione che spicca per la grande mobilità, ma che pecca in stabilità (i motivi di ciò saranno discussi più avanti).

Ricapitolando parte delle informazioni sopra esposte e integrandole con altre, emerge che alle articolazioni della spalla prendono parte quattro ossa: la clavicola, lo sterno, la scapola e la parte prossimale dell'omero.

Nell'anatomia e fisiologia della cuffia dei rotatori, sono importanti soprattutto l'articolazione acromion-omerale e l'articolazione gleno-omerale.

Delle cinque articolazioni che prendono posto a livello della spalla, tre sono vere (sterno-claveare, acromion-claveare e gleno-omerale) e due sono false (scapolo-toracica e acromion-omerale).

Un'articolazione vera si caratterizza per la presenza di superfici articolari con cartilagine, mentre un'articolazione falsa per l'assenza di superfici articolari con cartilagine.

Cos'è

Cuffia dei Rotatori: Cos’è?

La cuffia dei rotatori è un complesso anatomico funzionale, costituito da muscoli e tendini, che prende posto a livello della spalla, stabilendo più specificatamente un rapporto intimo particolare con le componenti ossee dell'articolazione gleno-omerale.

La cuffia dei rotatori è nota per essere la protagonista delle più comuni problematiche alla spalla responsabili di dolore.
Particolarmente suscettibili a tali problematiche sono coloro che praticano sport come, per esempio, il baseball, il nuoto, l'allenamento in palestra o la pallavolo, in cui è prevista la stimolazione ripetuta dell'articolazione gleno-omerale; come si vedrà più avanti, infatti, la fisiologia di quest'ultima è strettamente correlata all'attività della cuffia dei rotatori.

Anatomia

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La cuffia dei rotatori è un insieme di quattro muscoli e dei loro rispettivi tendini.
I muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono:

  • Muscolo sovraspinato;
  • Muscolo sottospinato;
  • Muscolo piccolo rotondo;
  • Muscolo sottoscapolare.

Tali muscoli si estendono dalla scapola alla porzione prossimale dell'omero, andando ad avvolgere, come un manicotto, l'articolazione gleno-omerale.
Il termine "cuffia" deriva proprio da questa disposizione: attorno all'articolazione gleno-omerale, sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare formano una struttura che ricorda molto una cuffia per nuotatori.

Dei quattro muscoli della cuffia dei rotatori, tre - sovraspinato, sottospinato e piccolo rotondo - si trovano sulla superficie posteriore della scapola, mentre il rimanente - il sottoscapolare - occupa la superficie anteriore della scapola.

Muscolo Sovraspinato (o Sopraspinato)

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Muscolo sovraspinato

Ricoperto dai muscoli trapezio e parte del deltoide, il sovraspinato (o sopraspinato) è il muscolo della cuffia dei rotatori collocato più in alto.

Esso presenta forma triangolare e si estende in gran parte sulla faccia posteriore della scapola, sopra la spina scapolare (o spina della scapola), nella fossa sovraspinata (o sopraspinata).

La spina scapolare è la caratteristica cresta ossea situata sulla superficie posteriore della scapola, che percorre trasversalmente l'intero osso (è soltanto di poco orientata verso l'alto), dividendo la stessa superficie posteriore in due porzioni: la fossa sopraspinata e la fossa sottospinata.

Ricordando che in generale i muscoli della cuffia dei rotatori vanno da scapola a omero, l'ampia origine del muscolo sovraspinato converge verso la porzione prossimale dell'omero, seguendo un decorso leggermente diagonale che punta verso l'alto.

Prima di raggiungere la sede d'inserzione, il sovraspinato o, meglio, la sua estremità tendinea transita superiormente all'articolazione gleno-omerale, sotto il tetto del cosidetto spazio subacromiale; questo dettaglio ha una sua rilevanza, specie in ambito clinico, perché espone il suo tendine d'inserzione al rischio di sfregamenti e schiacciamenti (impingement) contro la volta coraco-acromiale.

Lo spazio subacromiale è lo spazio anatomico delimitato, inferiormente, dalla superficie superiore della testa dell'omero e, superiormente, dalla volta coraco-acromiale; quest'ultima è costituita da due prominenze caratteristiche della scapola, l'acromion e il processo coracoideo, e dalla struttura che le unisce, il legamento coracoacromiale.
Oltre all'inserzione del sovraspinato, nello spazio subacromiale giacciono anche il tendine del capo lungo del bicipite brachiale e la borsa subacromiale.

Proprio la borsa subacromiale è protagonista dell'ultimo aspetto anatomico generale da segnalare: essa, infatti, si colloca tra il tendine del sovraspinato e la volta coraco-acromiale e ha la funzione di preservare l'estremità tendinea dall'eccessivo contatto con l'acromion e il legamento coraco-acromiale.

Origine del Sovraspinato

Il muscolo sovraspinato origina dall'aspetto mediale della già citata fossa sovraspinata della scapola; nasce quindi al di sopra della spina scapolare.

Inserzione del Sovraspinato

Il sovraspinato termina il proprio decorso inserendosi sulla faccetta superiore del tubercolo maggiore dell'omero.

Innervazione

L'innervazione del muscolo sovraspinato spetta al nervo soprascapolare, una branca del tronco superiore del plesso brachiale che riunisce le fibre nervose provenienti dai rami anteriori (o ventrali) dei nervi spinali C5 e C6.

Vascolarizzazione

Il sovraspinato riceve sangue ossigenato dall'arteria soprascapolare; quest'ultima è una branca del tronco tireocervicale, che a sua volta è una ramificazione dell'arteria succlavia.

È da segnalare che, talvolta, contribuisce alla vascolarizzazione del sovraspinato anche l'arteria scapolare dorsale.

Per approfondire: Muscolo Sovraspinato

Muscolo Sottospinato

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Muscolo sottospinato

Ricoperto dai muscoli trapezio, parte del deltoide posteriore e parte del gran dorsale, il sottospinato (o infraspinato) è un muscolo spesso e di forma triangolare, che si estende inferiormente alla spina scapolare (faccia posteriore della scapola), occupando la quasi totalità della fossa sottospinata della scapola.

Dalla sede di origine (fossa sottospinata), le fibre del sottospinato convergono verso il margine supero-laterale della scapola e, dopo essere transitate all'interno dello spazio subacromiale e dietro la capsula dell'articolazione gleno-omerale, raggiungono l'omero.

Origine del Sottospinato

Analizzando l'origine del sottospinato, emerge che un gruppo di fibre a prevalenza carnosa nasce dai 2/3 mediali della fossa sottospinata; un altro gruppo, in questo caso di natura prevalentemente tendinea, nasce dalle creste della fossa sottospinata; un terzo gruppo, infine, proviene dalla cosiddetta fascia sottospinata (o infraspinata) che copre il muscolo sottospinato e lo separa dai muscoli grande e piccolo rotondo.

Inserzione del Sottospinato

Il sottospinato termina il proprio decorso inserendosi sulla faccetta mediana del tubercolo maggiore dell'omero.

Innervazione

L'innervazione del muscolo sottospinato spetta al nervo soprascapolare.

Vascolarizzazione

Il sottospinato riceve sangue ossigenato dall'arteria soprascapolare e dal'arteria circonflessa della scapola, una branca dell'arteria sottoscapolare.

Per approfondire: Muscolo Sottospinato

Muscolo Piccolo Rotondo

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Muscolo piccolo rotondo

Il piccolo rotondo è un muscolo stretto e allungato, che risiede inferiormente al sottospinato e superiormente al grande rotondo (che non fa parte della cuffia dei rotatori).

Il piccolo rotondo ricopre parte del capo lungo del tricipite brachiale, mentre è coperto dal trapezio, nella sua sezione mediale, e dal deltoide, nel suo aspetto supero-laterale.

Con origine al di sotto della spina scapolare (superficie posteriore della scapola), le fibre del piccolo rotondo si proiettano verso la porzione prossimale dell'omero, seguendo un andamento diagonale verso l'alto.

È da segnalare che, prima di raggiungere l'omero, il tendine d'inserzione del piccolo rotondo interagisce con la porzione postero-inferiore della capsula articolare dell'articolazione gleno-omerale, rinforzandola.

Origine del Piccolo Rotondo

Il muscolo piccolo rotondo origina dai 2/3 superiori del margine laterale della superficie posteriore della scapola.

In realtà, l'origine di questo muscolo è divisa in due capi, separati da un solco preposto al passaggio dell'arteria circonflessa della scapola; tuttavia, poiché le fibre muscolari si fondono quasi subito, quanto appena riportato non rappresenta un dettaglio particolarmente rilevante.

Inserzione del Piccolo Rotondo

Il tendine d'inserzione del piccolo rotondo si separa in due: le fibre superiori si agganciano alla faccetta inferiore del tubercolo maggiore dell'omero, mentre le fibre inferiori concludono il proprio decorso appena più sotto, sulla diafisi prossimale dell'omero, prossimalmente all'origine del capo laterale del tricipite brachiale.

Innervazione

L'innervazione del muscolo piccolo rotondo spetta al nervo ascellare, nervo che deriva dalla corda posteriore del plesso brachiale e riunisce le fibre dei nervi spinale C5 e C6.

Vascolarizzazione

Il piccolo rotondo riceve sangue ossigenato dal'arteria circonflessa della scapola e dall'arteria circonflessa posteriore dell'omero, una branca dell'arteria ascellare.

Per approfondire: Muscolo Piccolo Rotondo

Muscolo Sottoscapolare

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Muscolo sottoscapolare

Il sottoscapolare è un forte muscolo di forma triangolare, che riempie la fossa sottoscapolare, sulla superficie anteriore della scapola.

Come anticipato, è l'unico muscolo della cuffia dei rotatori che localizza sulla superficie scapolare anteriore; questa posizione lo colloca immediatamente dietro la gabbia toracica.

All'origine, il sottoscapolare è ampio; dopodiché, però, mano a mano che si avvicina all'omero (sede d'inserzione) si restringe.

Il muscolo culmina con un tendine rotondo, che transita davanti alla porzione anteriore della capsula articolare dell'articolazione gleno-omerale.

Origine del Sottoscapolare

Volendo semplificare al massimo, il muscolo sottoscapolare nasce dall'aspetto mediale della fossa sottoscapolare.

Tuttavia, da un'analisi approfondita dell'origine del sottoscapolare emerge che un gruppo di fibre a prevalenza carnosa proviene dai 2/3 mediali del fossa sottoscapolare; un altro gruppo, in questo caso di natura prevalentemente tendinea, sorge dalle creste della fossa sottoscapolare; un terzo gruppo, infine, nasce dall'aponeurosi che copre la superficie posteriore del terzo laterale dello stesso sottoscapolare (tale aponeurosi lo separa dal muscolo grande rotondo e dal capo lungo del tricipite brachiale).

Inserzione del Sottoscapolare

Il sottoscapolare termina il proprio decorso inserendosi sul tubercolo minore dell'omero e sulla porzione anteriore della capsula articolare dell'articolazione gleno-omerale.

Innervazione

L'innervazione del muscolo sottoscapolare spetta ai nervi sottoscapolare superiore e sottoscapolare inferiore, che derivano, rispettivamente, dalla corda superiore e dalla corda posteriore del plesso brachiale.

Vascolarizzazione

Il sottoscapolare riceve sangue ossigenato dalle arterie ascellare, sottoscapolare e soprascapolare, le quali sono, di fatto, derivazioni primarie o secondarie dell'arteria succlavia.

Per approfondire: Muscolo Sottoscapolare

Funzione

Cuffia dei Rotatori e Stabilità dell’Articolazione Gleno-Omerale

L'articolazione gleno-omerale nasce dall'incastro tra la glena della scapola (o cavità glenoidea) e la testa dell'omero (l'omero, si ricorda, è l'osso del braccio).

Situata sul margine laterale dell'osso scapolare, la glena della scapola è una superficie articolare leggermente concava, rivolta di poco verso l'alto.
La testa dell'omero, invece, è una superficie articolare di forma sferica, orientata medialmente e superiormente.

Tra glena della scapola e testa dell'omero c'è una sostanziale differenza di dimensioni: la concavità della glena scapolare è decisamente più piccola della convessità della testa dell'omero.

Tale differenza si traduce in una rilevante incongruità articolare, che ha due conseguenze, una negativa e una positiva: la conseguenza positiva è che, grazie alla suddetta anatomia, l'articolazione gleno-omerale è estremamente mobile e in grado di effettuare movimenti di grande ampiezza lungo tutti i piani (frontale, sagittale e orizzontale); la conseguenza negativa, invece, consiste nella scarsa stabilità dell'articolazione.

Questa corposa premessa serve a spiegare una delle funzioni principali della cuffia dei rotatori: i muscoli e i tendini che la costituiscono, infatti, hanno l'importante compito di stabilizzare l'articolazione gleno-omerale, evitando che, durante il movimento del braccio, la testa dell'omero perda contatto con la glena della scapola.

Per capire, ecco un esempio: durante l'abduzione o l'adduzione del braccio, la testa dell'omero si rende protagonista di movimenti di rotolamento e scivolamento sulla glena della scapola; in tali frangenti, le varie componenti della cuffia dei rotatori si occupano, tramite la loro contrazione, di evitare un eccessivo rotolamento o scivolamento della testa dell'omero, mantenendo la congruità articolare (testa dell'omero centrata all'interno della glena) ed evitando infortuni articolari molto dolorosi.

Nei confronti dell'instabilità dell'articolazione gleno-omerale, la cuffia dei rotatori rappresenta una contromisura attiva; è doveroso però segnalare che esistono anche contromisure passive, come il cercine glenoideo (è un labbro di cartilagine posto attorno alla glena), la capsula articolare e l'apparato legamentoso.

La cuffia dei rotatori, quindi, si associa, con un ruolo tra l'altro esclusivo (è l'unica contromisura attiva), a tutte quelle strutture che servono a stabilizzare l'articolazione gleno-omerale.

Per approfondire: Articolazione Gleno-Omerale: Anatomia e Movimenti

Cuffia dei Rotatori e Supporto Meccanico alla Capsula Articolare

Come descritto in precedenza, ciascun tendine della cuffia dei rotatori interagisce con diverse porzioni della capsula articolare dell'articolazione gleno-omerale.
Tale contatto serve a rinforzare l'articolazione stessa e garantirvi supporto meccanico.

Cuffia dei Rotatori e Movimenti dell’Articolazione Gleno-Omerale

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Movimento di abduzioen della spalla

I muscoli della cuffia dei rotatori hanno anche un'ulteriore importante funzione: intervengono in alcuni movimenti dell'articolazione gleno-omerale, talvolta in modo esclusivo.

Ecco di seguito le funzioni motorie dei singoli muscoli della cuffia dei rotatori.

Muscolo Sovraspinato

Il muscolo sovraspinato è un importante abduttore dell'omero (quindi anche della spalla) sul piano frontale; inoltre, con parte delle sue fibre, è anche un extrarotatore dell'omero.

L'abduzione della spalla lungo il piano frontale è un movimento di grande ampiezza, che consiste nell'allontanamento dell'omero dalla linea mediana; durante l'abduzione, la testa dell'omero compie un movimento combinato di rotolamento verso l'alto e scivolamento verso il basso.

La rotazione esterna della spalla (o extrarotazione), invece, si svolge sul piano orizzontale (o trasversale) e consiste nel ruotare l'omero verso l'esterno; durante l'extrarotazione della spalla, la testa dell'omero compie un movimento combinato di rotolamento posteriore e scivolamento anteriore.

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Movimento di extrarotazione della spalla

Muscolo Sottospinato

Il muscolo sottospinato è un potente extrarotatore dell'omero.

Muscolo Piccolo Rotondo

Come i precedenti, anche il muscolo piccolo rotondo contribuisce all'extrarotazione della spalla.

Inoltre, interviene anche nei movimenti di adduzione dell'omero sul piano frontale, quando questo è in posizione di abduzione.

Movimento opposto all'abduzione, l'adduzione della spalla lungo il piano frontale consiste nell'avvicinamento dell'omero alla linea mediana; durante l'adduzione, la testa dell'omero compie un movimento combinato di rotolamento verso il basso e scivolamento verso l'alto.

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Movimento di intrarotazione della spalla

Muscolo Sottoscapolare

Il muscolo sottoscapolare è l'unico muscolo della cuffia dei rotatori ad agire da intrarotatore dell'omero.

Movimento opposto all'extrarotazione, la rotazione interna della spalla (o intrarotazione) si svolge sul piano orizzontale e consiste nel ruotare l'omero verso l'interno; durante l'intrarotazione della spalla, la testa dell'omero compie un movimento combinato di rotolamento anteriore e scivolamento posteriore.

Sebbene in misura decisamente contenuta, poi, il sottoscapolare interviene anche nei movimenti di adduzione dell'omero.

Infortuni

Tendinopatia della Cuffia dei Rotatori

La cuffia dei rotatori è una delle strutture anatomiche della spalla che più frequentemente s'infortuna, causando dolore.

In particolare, gli infortuni interessano i tendini e consistono, in genere, in fenomeni degenerativi del tessuto tendineo, talvolta associati a calcificazioni.

Un tempo, questi infortuni figuravano sotto la voce "infiammazione dei tendini" o "tendinite"; oggi, però, gli esperti preferiscono parlare di tendinopatia, in quanto, negli anni, si sono accorti che i tendini in questione vanno incontro, in realtà, a degenerazione piuttosto che a infiammazione.

È doveroso segnalare che il termine tendinopatia comprende anche la lacerazione parziale o completa della struttura tendinea; tale eventualità è possibile anche nel caso della cuffia dei rotatori e si tratta di un infortunio serio, che potrebbe richiedere l'intervento chirurgico.

Lo sapevi che…

Altre strutture della spalla facilmente soggette a infortunio, quindi responsabili di dolore, sono anche le borse sinoviali (in particolare la borsa subacromiale) e il tendine del capo lungo del bicipite brachiale.

Cause di Tendinopatia della Cuffia dei Rotatori

Vari fattori contribuiscono alla tendinopatia della cuffia dei rotatori.

L'età che avanza è senza dubbio uno di questi; sopra i 40 anni, infatti, il tessuto tendineo è sottoposto a un fisiologico processo di degenerazione che può sfociare in dolore.

Altri fattori determinati sono il sovraccarico funzionale, la rigidità articolare, le alterazioni posturali, i disequilibri muscolari e la ripetizione di movimenti combinati dai risvolto critico (es: abduzione + intrarotazione della spalla).
Tra queste circostanze, merita una nota particolare il sovraccarico funzionale: con tale espressione si fa riferimento a una stimolazione continua di un dato comparto muscolo-scheletrico (nel caso in questione, l'articolazione gleno-omerale), che non rispetta i tempi di recupero e condizionamento tendineo, e che sottopone le strutture muscolo-tendinee a sforzi non graduali; il sovraccarico funzionale riguarda generalmente gli sportivi, ma può interessare anche le persone sedentarie e inattive da molto tempo che riprendono un'attività.

Infine, possono contribuire all'insorgenza di una tendinopatia della cuffia dei rotatori anche fattori genetici e anomalie scheletriche congenite (es: acromion uncinato).

Sintomi di Tendinopatia della Cuffia dei Rotatori

Il sintomo tipico di una tendinopatia della cuffia dei rotatori è il dolore alla spalla.
Tale dolore si presenta solitamente con ben specifiche caratteristiche; ecco, brevemente, quali sono:

  • Dolore intermittente e riproducibile ogni volta che si esegue un determinato movimento all'interno di uno specifico range.
  • Dolore localizzato sulla parte anteriore, posteriore o laterale della spalla e limitato a un'area ristretta, che non è mai oltre l'inserzione del deltoide.
  • Dolore descritto come il "contatto di uno spillo" o "qualcosa che punge".
  • Dolore insorto lentamente, senza cause apparenti (es: traumi), che con il passare del tempo è peggiorato.

Impingement Sub-Acromiale: Cos’è?

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Conosciuto anche come sindrome da conflitto sub-acromiale, l'impingement sub-acromiale è l'insieme di tutte quelle problematiche alla spalla, non traumatiche e solitamente unilaterali, che provocano dolore localizzato nei pressi dell'acromion, dolore che peggiora durante o successivamente al sollevamento del braccio.

L'impingement sub-acromiale è una sindrome da intrappolamento; a esserne interessati sono i tessuti molli che transitano nello spazio compreso tra la testa dell'omero e la volta coraco-acromiale (spazio sub-acromiale), ovverosia i tendini della cuffia dei rotatori (sovraspinato in particolare), la borsa subacromiale e il tendine d'origine del capo lungo del bicipite brachiale.

La letteratura scientifica a riguardo ritiene che l'intrappolamento dei tessuti molli durante i movimenti della spalla sia fonte di stress tissutale, il quale, alla lunga, può sfociare in dolore (ad esempio, per una tendinopatia del sovraspinato).

A questo punto, è doveroso precisare un paio di aspetti, uno biomeccanico e uno fisiopatologico:

  • L'aspetto biomeccanico è che, durante il sollevamento del braccio, lo spazio sub-acromiale si riduce per effetto del movimento dell'omero.
  • L'aspetto fisiopatologico, invece, è che il verificarsi dell'impingement è connesso a differenti possibili fattori, quali le alterazioni della struttura ossea o della componente tendinea, la combinazione di alcuni movimenti critici ecc.

Da anni ormai, la correlazione tra l'impingement sub-acromiale e la tendinopatia della cuffia dei rotatori suscita un grande dibattito: senza dubbio, tra le due condizioni c'è rapporto di causa-effetto, ma non è ancora chiaro quale sia l'evento scatenante l'uno dell'altro.

Per approfondire: Impingement Sub-Acromiale: Cause, Sintomi e Rimedi

Altri tipi di Impingement della Spalla

È da segnalare che esistono altri tipi di impingement; in particolare, si sta facendo riferimento all'impingement coracoideo e all'impingement interno (o impingement interno posteriore).

L'impingement coracoideo interessa il sottoscapolare, mentre l'impingement interno riguarda generalmente il sovraspinato e il sottospinato.

 

Test

Test per la Cuffia dei Rotatori: Quali sono?

Esistono diversi test utili a indicare un'eventuale tendinopatia della cuffia dei rotatori.
Tra questi, figurano, tanto per citarne alcuni, il test di Jobe, il test di Yocum, il Lift-off  test, il test di Hawkins e lo Speed test.

Ecco un breve approfondimento dei primi tre.

Per approfondire: Test per la Cuffia dei Rotatori

Test di Jobe

Il test di Jobe valuta la salute del sovraspinato, il muscolo della cuffia dei rotatori in assoluto più soggetto a tendinopatia.

Come si svolge?

L'esaminatore richiederà al paziente di abdurre la spalla in completa intrarotazione (il pollice guarda verso il basso) e con l'omero anteposto di circa 30°.

Quindi, chiederà di vincere una resistenza verso il basso imposta da lui stesso, con le mani, circa a livello dei polsi.

L'evocazione di dolore e/o la riduzione dell'espressione di forza in occasione del test potrebbero essere il sintomo di una problematica al muscolo sovraspinato.

Lift-off Test

Il Lift-off test valuta la forza e la salute del muscolo sottoscapolare, l'unico intrarotatore della cuffia dei rotatori.

Come si svolge?

L'esaminatore richiederà al paziente di posizionare il dorso della mano (ovviamente, dell'arto da valutare) sulla zona lombare della schiena, eseguendo in questo modo un movimento combinato di intrarotazione ed estensione dell'omero.

Quindi, chiederà di staccare la mano dalla schiena e mantenere la posizione, mentre, nel frattempo, lui spingerà sull'avambraccio in direzione opposto (tale spinta serve a stimolare ulteriormente il muscolo target).

L'evocazione di dolore, la mancanza di forza e/o la messa in atto di compensi durante il test potrebbero essere sintomi di una tendinopatia del sottoscapolare.  

Test di Yocum

Il test di Yocum valuta in modo generico la salute dei tendini della cuffia dei rotatori.

Come si svolge?

L'esaminatore richiederà al paziente di porre la mano della spalla da esaminare sulla spalla controlaterale, eseguendo in questo modo un movimento combinato di flessione, adduzione orizzontale e intrarotazione.

Quindi, chiederà di elevare il gomito dello stesso arto, avendo cura di non staccare la mano dalla spalla.

L'idea alla base di questo test è provocare volutamente i tessuti contenuti nello spazio sub-acromiale (il quale, con i movimenti suddetti, si riduce), per vederne la risposta.

Se il test causerà dolore, potrebbe essere il sintomo di una tendinopatia della cuffia dei rotatori.

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Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza