Celiachia: cos'è, cause, sintomi e cosa non mangiare

Celiachia: cos'è, cause, sintomi e cosa non mangiare
Ultima modifica 04.10.2023
INDICE
  1. Cos'è la celiachia?
  2. Cause della celiachia
  3. Quali sono i sintomi di un celiaco?
  4. Come esordisce la celiachia?
  5. Cosa non si può mangiare se si è celiaci?
  6. Che differenza c'è tra sensibilità al glutine e celiachia?
  7. Celiachia nei bambini e negli adulti: podcast
  8. Approfondimenti sulla celiachia

Cos'è la celiachia?

La malattia celiaca o celiachia è un'intolleranza permanente al glutine e ad alcune sue più piccole frazioni.

Il glutine è un complesso di sostanze azotate che si forma durante l'impasto, con acqua, della farina di alcuni cereali, come frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. In merito all'avena - che, in passato, si reputava potesse risultare problematica - recenti studi hanno dimostrato che, se introdotta pura, ossia non contaminata da glutine durante la lavorazione,  non risulterebbe lesiva per la maggior parte dei celiaci (99,4%).

In senso stretto la celiachia non è una patologia, ma una semplice condizione. La malattia celiaca, invece, consiste nella manifestazione specifica dovuta alla contemporanea presenza di una predisposizione genetica e del consumo di alimenti contenenti glutine.

In Italia la celiachia è riconosciuta come malattia sociale, tanto che si stima colpisca all'incirca 400/600.000 Italiani, cioè una persona ogni 100/150 abitanti. Dato che molti soggetti convivono per molti anni con questa condizione senza accusare disturbi particolarmente gravi, il numero di casi diagnosticati (circa 160mila nel 2012) è molto inferiore rispetto alla reale incidenza della patologia.

Per combattere la malattia celiaca l'unica terapia attualmente valida è quella dietetica. Il celiaco è quindi costretto ad eliminare dalla propria tavola tutti quegli alimenti che contengono anche solo piccole quantità di glutine (pasta, dolci, pane, birra, biscotti ecc.).

Non a caso la celiachia colpisce prevalentemente i soggetti di etnia caucasica in cui il consumo di cereali contenenti glutine è superiore rispetto ad altre popolazioni come quelle africane od asiatiche.

La celiachia è inoltre più frequente nelle donne, tanto che il sesso femminile viene colpito in misura doppia rispetto agli uomini.

Bibliografia: Can oats be taken in a gluten-free diet? A systematic review. Scand. J. Gastroenterol. Vol. 42, No. 2 , pagine 171-178.

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Cause della celiachia

La celiachia è una malattia a predisposizione genetica. Tale termine viene utilizzato in ambito scientifico per indicare l'origine genetica di una patologia che richiede particolari condizioni per manifestarsi. In altre parole al momento della nascita un individuo porta già con sé i geni legati alla malattia celiaca.

Si tratta tuttavia di una condizione necessaria ma non sufficiente, per cui l'essere portatori del gene anomalo non significa necessariamente ammalarsi ma soltanto avere una maggiore probabilità di farlo. D'altro canto l'assenza di questi geni preclude la possibilità di contrarre la celiachia.

Un'altra particolarità della malattia è quella di essere autoimmune. Secondo tale caratteristica il consumo di glutine causa in un individuo predisposto un'eccessiva risposta immunitaria che va a colpire le cellule dell'intestino tenue deputate all'assorbimento dei nutrienti.

Questo tratto di intestino, lungo più o meno 5 metri, è infatti ricco di sporgenze a forma di dito (villi intestinali) che servono ad assorbire i materiali nutritizi. Quando le cellule di queste importanti microstrutture vengono attaccate perdono la capacità di assorbimento ed è qui che iniziano i primi problemi per l'organismo. Tale fenomeno priva infatti organi come cervello e fegato di nutrienti essenziali per il corretto funzionamento.

Purtroppo una diagnosi tardiva determina il progressivo deterioramento dei villi intestinali aggravando ulteriormente la patologia e predisponendo il soggetto a malattie di altra natura. Il fenomeno è particolarmente grave nei bambini, che necessitano di abbondanti sostanze nutritive per i processi di sviluppo e di crescita.

Recentemente in uno studio italiano è stata dimostrata una profonda relazione tra l'infezione da un comune virus chiamato rotavirus e la celiachia. In particolare gli studiosi hanno scoperto che, a differenza degli individui sani, i celiaci possiedono degli anticorpi per una specifica proteina presente in questo virus. Tali anticorpi captano la sua presenza sulle cellule dei villi intestinali e l'attaccano per neutralizzarla. L'aggressione a tali strutture causa l'apertura di piccoli canali tra una cellula e l'altra spalancando le porte per l'ingresso del glutine e per la conseguente infiammazione della parete intestinale.

Questa scoperta ha aperto nuovi orizzonti nella prevenzione della malattia celiaca anche grazie alla sintesi di un vaccino specifico per l'età pediatrica attualmente in fase sperimentale.

 

 Guarda anche il video informativo: Alimenti con e senza glutine

Quali sono i sintomi di un celiaco?

La celiachia è una malattia dalla sintomatologia piuttosto varia.

Oltre a comportare manifestazioni enteriche, determinando l'appiattimento dei villi intestinali, provoca malassorbimento e malnutrizione. In particolare, sembrano compromessi i livelli di minerali e vitamine, che interferiscono con la salute di organi e tessuti.

Si può correlare a sintomi molto lievi, tanto che il paziente convive con questi problemi per anni senza rendersi effettivamente conto dell'anomalia (celiachia silente); o, all'opposto, può dare manifestazioni piuttosto severe.

Tra i sintomisegni clinici e complicazioni associati alla malattia celiaca ricordiamo:

Possono inoltre manifestarsi forti alterazioni di natura psicologica e comportamento, come disturbi alimentari e problemi di natura psicologica, come ansia, irritabilitàdepressione.

Non di meno, è doveroso specificare che alla malattia celiaca si associa una maggior incidenza di:

Come esordisce la celiachia?

La malattia celiaca può comparire i qualsiasi momento della vita. Le possibili forme di celiachia, clinicamente diverse, sono di tre tipologie.

Celiachia classica

La forma classica di celiachia è ormai la meno frequente. Ha tipicamente uno esordio molto precoce, in età infantile, e mostra da subito sintomi enterici piuttosto importanti: diarrea, vomito e addome globoso, ai quali si associano complicazioni extra-intestinali come: ipotonia ed atrofia muscolare e scarso accrescimento.

Celiachia atipica

La forma atipica di celiachia è invece la più frequente. Ha tipicamente un esordio in età adulta ed è più frequente nelle donne. I sintomi sono quasi sempre a prevalenza enterica, con possibili complicazioni extra-intestinali come l'anemia.

Celiachia potenziale

La forma potenziale di anemia è la più difficile da riconoscere, perché molto raramente comporta sintomi, visto che si caratterizza per la presenza di anticorpi specifici nel sangue periferico (anti-endomisio, anti-transglutaminasi) ma in assenza di lesioni della mucosa intestinale.

Cosa non si può mangiare se si è celiaci?

Se si è celiaci è importante evitare tutti i cereali contenenti glutine, loro derivati e anche solo tracce degli stessi.

Tra i diversi cereali utilizzati nell'alimentazione umana, alcuni di essi contengono due categorie di peptidi, rispettivamente gluteline e prolamine.

Questi, modificandosi ed interagendo conseguentemente all'aggiunta di acqua, vanno a formare una proteina detta glutine.

Ribadiamo nuovamente che il frumento, una delle fonti alimentari più importanti al mondo, è il cereale più ricco di glutine.

I cereali contenenti glutine sono:

Ribadiamo l'importanza di selezionare alimenti privi anche di semplici "tracce" di glutine. La malattia celiaca ha un'eziologia infiammatoria ed autoimmune e, pertanto, può risultare sensibile a poche "parti per milione" di glutine o suoi frammenti.

Cosa si può mangiare se si è celiaci?

Sono cereali senza glutine, quindi concessi al celiaco: mais, riso, teff e miglio. Inoltre, diversamente a quanto si credeva in precedenza (anche grazie all'attuale selezione genetica), l'avena e il sorgo non contengono peptidi problematici per il celiaco.

Sono inoltre fonti di amido prive di glutine altri semi, tuberi e radici come: quinoa, amaranto, grano saraceno, patata, batata, tapioca, yuca, frutto dell'albero del pane, castagna.

Che differenza c'è tra sensibilità al glutine e celiachia?

La differenza tra sensibilità al glutine non celiaca e celiachia non è nota a tutti.

Anzi tutto, è bene sottolineare che l'esistenza della sensibilità al glutine non celiaca non è ancora del tutto "accertata". Nel senso che, se da un lato è statisticamente dimostrato che esiste una fetta di popolazione che risponde bene all'esclusione degli alimenti contenenti glutine dalla dieta, in riferimento ad alcuni sintomi intestinali, dall'altro non è ancora provato che sia realmente il glutine a innescare questi problemi.

La sensibilità al glutine non celiaca potrebbe essere confusa con una maggior sensibilità a certi FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi, polioli) contenuti nel frumento e altri cereali simili. O, addirittura, a un quadro psicosomatico dovuto all'autosuggestione.

Ad ogni modo, la differenza tra le due condizioni è "abissale":

  • La malattia celiaca implica una reazione autoimmune e infiammatoria, con marker, segni clinici, quasi sempre sintomi e, purtroppo, complicazioni ben evidenti;
  • La sensibilità al glutine non celiaca non presenta nulla di tutto questo, con eccezione di alcuni sintomi enterici (gonfiore, crampi, diarrea, stitichezza ecc.) o, più raramente, extra-intestinali - tuttavia difficilmente ricollegabili.

Celiachia nei bambini e negli adulti: podcast

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Approfondimenti sulla celiachia

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CONOSCERE LA CELIACHIA

DIAGNOSI DI CELIACHIA

CONVIVERE CON LA CELIACHIA

COS'È IL GLUTINE? DOVE SI TROVA

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer