Distorsione della Caviglia - Riabilitazione

Ultima modifica 29.05.2019

"Una caviglia lesa e instabile rappresenta il presupposto di distorsioni recidivanti , si comprende quindi l' importanza di una buona rieducazione dopo un episodio distorsivo"


In Italia si stimano circa 5000 traumi distorsivi alla caviglia al giorno, questo significa che è uno dei traumi più comuni negli sport e nelle attività ricreative.

La distorsione alla caviglia è il più frequente trauma muscolo-scheletrico dell'arto inferiore . Gli sport dove questo trauma è più frequente, in ordine crescente, sono: pallavolo (56%), basket (55%), calcio (51%)e la corsa di resistenza (40%).

Nella distorsione alla caviglia quasi sempre rimane un dolore residuo abbastanza significativo che comporta una limitazione funzionale . Anche dopo che il trauma è stato curato si ha una percentuale variabile di pazienti, che va dal 10% al 30%, che lamentano una sintomatologia cronica caratterizzata da sinoviti, tendinopatie, rigidità, aumento di volume, dolore ed insufficienza muscolare, associati o meno ad instabilità del collo del piede con difficoltà a deambulare su terreni irregolari o episodi distorsivi recidivanti, a prescindere dal trattamento dell'episodio acuto. Questo avviene perché il danno del trauma distorsivo non avviene solo a carico del tessuto legamentoso, ma anche del tessuto nervoso e muscolo-tendineo, intorno al complesso della caviglia.

Il tempo necessario per il recupero funzionale completo, qualunque sia il trattamento riservato al paziente (chirurgico o conservativo), varia dalle 3 alle 5 settimane; il tempo necessario prima di tornare al lavoro varia dalle 4 alle 7 settimane; e prima che il paziente possa ritornare alla pratica sportiva occorrono 10 settimane. I tempi di recupero, di solito, negli sportivi professionisti sono più corti perché il tempo riservato alla riabilitazione è molto maggiore rispetto ad esempio ad uno sportivo amatoriale.


I traumi distorsivi possono essere acuti (in seguito ad urti, contrasti, scontri o improvvisi cambi di direzione) o cronici (dopo carichi notevoli e prolungati).

La distorsione è la perdita momentanea ed incompleta dei rapporti articolari fra due capi ossei.

caviglia anatomia


Per approfondire: Anatomia e Funzioni della Caviglia

L'evento traumatico può portare, nella caviglia di un atleta, ad una patologia articolare, suddivisa in due quadri:

  • Quello della lassità, con lesioni capsulari, distensioni e lacerazioni del comparto legamentoso laterale e mediale della tibiotarsica e della sottoastragalica, che determinano una escursione articolare oltre i limiti fisiologici;
  • Quello dell' instabilità, che l'atleta avverte come un segno di cedimento articolare durante il gesto sportivo ed anatomopatologicamente obiettivabile in una rottura più o meno totale dei legamenti.

Dimensioni del Problema:

  • 5000 traumi distorsivi ogni giorno in Italia;
  • 20% traumi sportivi;
  • Disfunzione cronica nel 30% dei casi e frequenti recidive;
  • Costi sociali elevati.

Classificazione

  • Grado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture legamentose;
  • Grado 1: tilt astragalico (10°-20°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore;
  • Grado 2: tilt astragalico (20°-30°), rottura legamento peroneo- astragalico anteriore e peroneo calcaneare;
  • Grado 3: tilt astragalico superiore a 30°, rottura di tre legamenti

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Distorsione alla Caviglia

  • Dolore vivo, localizzato a livello della zona anteriore del malleolo peroneale, che insorge durante la palpazione;  
  • Tumefazione modesta o cospicua a livello periarticolare ed articolare, segno della rottura della piccola arteriola passante al di sopra del legamento peroneo-astragalico anteriore (segno di Robert-Jaspert);  
  • Limitazione funzionale causata dal dolore che il paziente avverte durante i movimenti dell'articolazione;
  • Instabilità dell'articolazione tibio-tarsica

Trattamento Conservativo

Per approfondire: Rimedi per la Distorsione alla Caviglia


È diviso in tre fasi: acuta, sub-acuta e di rieducazione funzionale.

Fase Acuta

Il protocollo più accreditato per le lesioni acute è il P.R.I.C.E. Protection Rest Ice Compression Elevation. In fase acuta gli obiettivi sono:   l'immobilizzazione; la diminuzione degli "irritanti chimici" che causano dolore e favoriscono la "stasi tissutale" (ovvero l'edema); la prevenzione di ulteriori sollecitazioni meccaniche della struttura lesa.

Fase Sub-acuta

In fase sub-acuta lo scopo del trattamento è quello di sottoporre il tessuto leso ad una serie di sollecitazioni meccaniche , utili per promuovere l'orientamento fisiologico delle fibre collagene.   Gli obbiettivi in questa fase sono: l'eliminazione del dolore; il recupero della particolarità; l'eliminazione dello spasmo muscolare; l'eliminazione dell'edema; il recupero della forza muscolare. Per raggiungere questi obbiettivi si utilizzano massaggi, terapie fisiche, tecniche di mobilizzazione e la cinesiterapia.

Fase di rieducazione Funzionale

Nella fase di rieducazione funzionale si mira al: recupero della propriocettività; recupero della forza; prevenzione delle recidive.  

Bendaggio Funzionale

IL bendaggio funzionale previene l'insorgere di ricadute o recidive quando si riprende l'attività motoria; evita i danni di una prolungata immobilizzazione o inattività funzionale e riduce i tempi di recupero.


Qualora si riporti una distorsione alla caviglia in luoghi avversi, lontano da possibili soccorsi, è bene non togliersi la scarpa per esaminare la lesione. Il conseguente dolore associato a gonfiore potrebbe infatti ostacolare il reinserimento del piede nella scarpa.


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