Ultima modifica 27.04.2018

Cos'è l'Ipercapnia?

Ipercapnia è il termine medico usato per indicare un eccesso di anidride carbonica nei liquidi corporei, in particolare nel sangue.

Spesso, ma non sempre, questa condizione va di pari passo all'ipossia, ovvero alla carenza di ossigeno nell'intero organismo o in un suo distretto, e all'ipossiemia (carenza di ossigeno disponibile nel sangue).

Cause

L'ipercapnia è generalmente causata da ipoventilazione, malattie polmonari, insufficienza cardiocircolatoria (incapacità del cuore di fornire sangue ai vari distretti dell'organismo in quantitativi sufficienti) e soggiorno in ambienti particolarmente ricchi di anidride carbonica.

Anidride carbonica nel sangue

Circa il 7% dell'anidride carbonica presente in circolo si trova disciolta nel sangue venoso; il rimenente 93% diffonde nei globuli rossi; in questa sede il 70% è convertito in ione bicarbonato ed il restante 23% si lega all'emoglobina.

La CO2 è un prodotto di scarto ed un suo eccesso in circolo abbassa il pH del sangue in misura sensibile, provocando un disturbo noto come acidosi. Valori estremamente alti di CO2 nel sangue interferiscono con i legami idrogeno delle molecole e possono denaturare le proteine.

A livello pomonare, l'anidride carbonica viene allontanata dal sangue, poiché la PCO2 dell'aria atmosferica è assai inferiore a quella venosa, per cui si assiste a un passaggio del gas dal punto a maggior concentrazione (sangue venoso) al compartimento più povero di CO2 (l'aria ambientale presente negli alveoli polmonari).

Valori Normali

In condizioni normali, la concentrazione ematica di anidride carbonica - espressa come pressione parziale della CO2 - è circa pari a 45 mmHg (nel sangue venoso). Superato questo livello si parla di ipercapnia.

Conseguenze dell'Ipercapnia

Quando la concentrazione di anidride carbonica aumenta oltre la soglia di normalità, il soggetto entra in iperventilazione, quindi respira in modo più profondo e frequente, avvertendo la cosiddetta dispnea o fame d'aria.

Questi sintomi divengono particolarmente evidenti, e condotti sino all'esasperazione, quando la PCO2 raggiunge livelli prossimi a 60-75 mmHg; superata questa soglia, oltre a ventilare con la massima frequenza e profondità possibile, il soggetto colpito da ipercapnia diviene letargico, confuso e in alcuni casi semicomatoso.

L'anestesia ed il decesso sopraggiungono quando la PCO2 raggiunge valori compresi tra 120 e 150 mmmHg.

In simili condizioni, l'anidride carbonica esplica un'azione depressiva sulla respirazione, attivando così un circolo vizioso che alimenta l'accumulo di anidride carbonica, portando ad un ulteriore depressione respiratoria, quindi ad un aumentato accumulo di anidride carbonica, e così via. Questo ciclo si ripete sino a culminare rapidamente nella morte del soggetto per insufficienza respiratoria.