Ultima modifica 11.02.2020

Definizione di viremia

Similmente alla batteriemia, la viremia descrive una condizione in cui le particelle patogene infettanti (virus, in questo caso) si diffondono nel sangue: il vocabolo viremia, estratto dal linguaggio medico, è sinonimo di un'infezione virale grave, al punto che l'agente infettante, penetrando all'interno del flusso ematico, ha libero accesso alle restanti sedi anatomiche del corpo, cellule, tessuti ed organi compresi. Da qui, è possibile immaginare il danno che la viremia può provocare nell'organismo, danno che risulta essere direttamente proporzionale alla carica virale; più alta è la viremia, più le funzioni biologiche vanno in tilt e l'organismo ne risulta pesantemente compromesso.

Virus più noti

Virus maggiormente conosciuti


Parvovirusquinta malattia
Enterovirus → poliomielite
Togavirus → rosolia
Retrovirus → sindromi gastroenteriche
Virus dell'HIVAIDS
Flavivirus → epatite C

viremia

Classificazione di viremia

Possono essere distinte più forme di viremia: attiva, passiva, primaria e secondaria.


VIREMIA PRIMARIA: l'appellativo "primaria" fa riferimento al primo sito d'infezione del virus, in cui il patogeno si replica immediatamente dopo essere entrato a contatto con l'ospite.


VIREMIA SECONDARIA: a seguito della viremia primaria, il virus si diffonde, più o meno lentamente per via ematica, negli altri distretti. Questa forma di viremia si caratterizza, nella maggior parte dei casi, da una carica virale più elevata rispetto la viremia primaria. Tipico esempio è la rabbia: nella viremia primaria, il virus della rabbia è sì in grado di replicarsi nel sito d'infezione, ma il processo risulta piuttosto lento e breve (tessuto muscolare); successivamente, il virus si disperde nel sangue, fino a raggiungere ed intaccare il sistema nervoso centrale. Quando il virus giunge a livello nervoso, il paziente inizia a lamentare i primi sintomi e la carica virale nel sangue è decisamente elevata: arrivati a questa fase, la vaccinazione risulta inutile, perché il virus è in grado di giungere facilmente a livello cerebrale. La vaccinazione deve avvenire PRIMA che la fase secondaria della viremia abbia inizio.


VIREMIA ATTIVA: la presenza della carica virale nel circolo sanguigno è espressione della replicazione incontrollata del virus direttamente nel sangue. Per fare un esempio, riportiamo il morbillo: in questa affezione virale, la viremia attiva si manifesta dapprima lungo il rivestimento dell'epitelio del tratto respiratorio, e, successivamente, si diffonde nelle altre sedi. Più precisamente, nella viremia primaria il virus del morbillo si replica all'interno del sistema reticolo-endoteliale; solo in un secondo momento, una seconda viremia favorisce la diffusione del virus negli altri tessuti epiteliali dell'organismo (inclusa la cute, i polmoni e la congiuntiva).


VIREMIA PASSIVA: il virus, dopo aver infettato il sangue, si diffonde per mezzo del circolo ematico, senza necessariamente replicarsi, come avviene, invece, nella viremia attiva. Un soggetto corre il rischio di viremia passiva quando sottoposto a trasfusioni di sangue; anche le zanzare possono inoculare un virus nel sangue sebbene l'agente infettante non si replichi.

Viremia: rilevamento

La viremia può essere rilevata sia direttamente che indirettamente:

  1. Diagnosi/rilevamento diretto della viremia: la viremia viene rilevata tramite l'analisi del virus o dei suoi prodotti (es. acidi nucleici, proteine ecc.). Tra i metodi possibili, ricordiamo: isolamento del virus, visualizzazione dei virus, rilevamento-antigene diretto, rilevamento del DNA-RNA.
  2. Diagnosi/rilevamento indiretto di viremia: la viremia è diagnosticata tramite lo studio della risposta immunologica al virus. Tra i metodi diagnostici più noti, ricordiamo: individuazione di anticorpi (sierologia), attivazione dei linfociti, rilascio di citochine.

Approfondimento: viremia ed infezione da HIV


Il controllo della viremia risulta un elemento molto importante nel contesto di infezioni sostenute dal virus dell'HIV; la conta virale, infatti, è un parametro che, insieme alla conta dei linfociti T CD4 periferici (nei quali il virus si replica), permette di ipotizzare un possibile decorso dell'infezione. La fase acuta da HIV si contraddistingue da un'elevatissima viremia, responsabile dei sintomi aspecifici e generali dell'AIDS (durata: 3-6 settimane a seguito del contagio). In questa fase, si registra dunque un picco di viremia da un lato e una sensibile riduzione dei linfociti CD4 dall'altro.

  • Stime: viremia plasmatica elevatissima (infezione primaria da HIV): > 106 copie di HIV-RNA/ml → disseminazione del virus nei linfonodi

Nei pazienti in terapia per la cura dell'AIDS, trattati con farmaci antiretrovirali, si osserva un significativo calo della viremia.