Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

La tinea barbae (o tigna della barba) è un'infezione micotica che coinvolge la superficie cutanea del viso e del collo, nelle aree dove sono presenti barba e baffi.
Tinea barbaeGeneralmente, questa condizione colpisce soltanto gli uomini adulti e la maggior parte dei casi è sostenuta dai funghi dermatofiti Trichophyton mentagrophytes e Trichophyton verrucosum.
Di solito, la tinea barbae comporta la formazione di lesioni superficiali anulari, ma può determinare anche un'infezione più profonda, simile alla follicolite. Talvolta, questa dermatofitosi provoca l'insorgenza di un kerion infiammatorio, il quale può determinare la perdita dei peli nelle aree di cicatrizzazione.
La diagnosi della tinea barbae viene formulata sulla base della valutazione dermatologica e dell'esame microscopico, istologico o colturale.
Nei casi lievi, il trattamento prevede l'uso di farmaci topici (da applicare localmente sulla cute), ma generalmente sono necessari degli antimicotici sistemici (da assumere per via orale), come griseofulvina, terbinafina e itraconazolo. In presenza di gravi lesioni infiammatorie, per contribuire ad alleviare il prurito e il dolore, il medico può prescrivere anche dei corticosteroidi.

Cause

La tinea barbae è una dermatofitosi localizzata nella zona della barba e dei baffi.

Solitamente è provocata da funghi del genere Trichophyton, che parassitano lo strato corneo dell'epidermide e gli annessi cutanei cheratinizzati, come peli, unghie e capelli. Grazie ad alcuni enzimi, questi miceti cheratinofili e cheratinolitici sono capaci di lisare le strutture cornee della pelle, le unghie e i peli, utilizzando i prodotti di demolizione come nutrimento.                           
Il meccanismo alla base della tinea barbae è simile a quello della tinea capitis: in entrambe le condizioni, l'invasione dei peli, dei capelli e dei follicoli piliferi da parte dei dermatofiti induce una risposta infiammatoria.
Le specie di funghi più comunemente responsabili dell'insorgenza della tinea barbae sono:

  • Trichophyton mentagrophytes;
  • Trichophyton verrucosum;

Meno spesso, invece, le infezioni sono dovute a:

  • Trichophyton violaceum;
  • Trichophyton rubrum;
  • Microsporum canis.

Come avviene il contagio

La tinea barbae viene generalmente trasmessa attraverso il contatto cutaneo diretto:

  • Da persona a persona;
  • Da animali (bovini, cani, gatti, conigli e topi) a persona.

Fattori che rendono suscettibili all'infezione comprendono la frequentazione di luoghi affollati, la scarsa igiene personale e la condivisione di cuscini, rasoi, spazzole, pettini o altri oggetti contaminati. Inoltre, la tinea barbae può risultare dall'auto-inoculazione di dermatofiti responsabili di una concomitante onicomicosi o di una tinea pedis.

Fattori predisponenti

La tinea barbae è stata osservata più frequentemente in passato, prima che fossero disponibili i rasoi monouso: spesso, l'infezione veniva trasmessa dai barbieri che facevano utilizzo di tali strumenti professionali, senza osservare le norme igieniche. Per tale motivo, non sorprende il fatto che un tempo la tinea barbae venisse chiamata prurito del barbiere”.
Attualmente, la tinea barbae è più comune nelle zone rurali e tende a verificarsi più spesso nelle persone che vivono in Paesi in cui il clima è caldo-umido; in queste regioni, i dermatofiti zoofili costituiscono i patogeni primari.

Chi è più a rischio

L'infezione colpisce quasi esclusivamente gli uomini adulti e adolescenti, in quanto si manifesta nelle zone del viso e del collo in cui è presente la barba.
La tinea barbae colpisce più spesso gli agricoltori e gli allevatori che lavorano con gli animali da fattoria e da cortile.

Segni e sintomi

Le manifestazioni cliniche della tinea barbae sono correlate all'agente patogeno responsabile delle infezioni.
Generalmente, la tigna della barba si manifesta con chiazze anulari superficiali nella zona del viso e del collo, ma può verificarsi anche un'infezione più profonda, simile ad una follicolite. Queste lesioni di dimensioni variabili possono essere asintomatiche o associarsi a lieve prurito, desquamazione cutanea secca e/o formazioni nodulari.
Spesso, l'infezione inizia sul mento o sul collo, ma in pazienti gravemente affetti, la tinea barbae può coprire l'intera area del viso in cui è presente la barba.
La tigna può comportare anche la formazione di un kerion, una reazione infiammatoria che assume un carattere suppurativo e si manifesta come una chiazza rotondeggiante, rilevata e ricoperta di pustole e croste; questa lesione può determinare un'alopecia residua permanente nelle aree di cicatrizzazione.

Varianti

Il disturbo può essere distinto in due forme:

  • Tinea barbae infiammatoria: questo tipo di tigna della barba è causato principalmente da dermatofiti zoofili e comporta un coinvolgimento cutaneo più profondo; la presentazione clinica più comune è il kerion, ma la maggior parte dei pazienti manifesta anche placche rossastre multiple o noduli solitari, con pustole, essudato e croste sulla superficie. La variante infiammatoria della tinea barbae è localizzata, di solito, su mento, guance o collo, mentre il coinvolgimento del labbro superiore è raro. I peli della barba sono fragili e la rasatura è facile e indolore; a livello del follicolo pilifero, si manifestano, invece, lesioni biancastre contenenti materiale purulento. Questa varietà di tinea barbae è associata, di solito, a sintomi generalizzati, come linfoadenopatia regionale, malessere e febbre.
  • Tinea barbae non infiammatoria: questa forma superficiale è causata da dermatofiti antropofili, come il T. rubrum. Il disturbo è meno comune e assomiglia alla comune tinea corporis o alla follicolite batterica (tinea barbae sicosiforme), per la presenza di chiazze eritematose ed elementi papulo-pustolosi follicolari.

Possibili complicanze

La prognosi della tinea barbae è, di solito, buona: le lesioni infiammatorie tendono alla remissione spontanea nel giro di pochi mesi; tuttavia, se non adeguatamente trattate possono determinare un'alopecia residua permanente nelle aree di cicatrizzazione.
Le lesioni non infiammatorie della tinea barbae hanno maggiori probabilità di cronicizzare e potrebbero non dimostrare la tendenza a risolversi spontaneamente.

Diagnosi

La diagnosi della tinea barbae viene formulata dal dermatologo sulla base dell'anamnesi, della valutazione clinica e dall'esame microscopico, istologico o colturale.
Il dermatofita responsabile dell'infezione può essere identificato mediante l'analisi diretta al microscopio di preparati a fresco di idrossido di potassio (KOH). Di solito, il materiale da esaminare è costituito da campioni derivanti dalla raschiatura della pelle o dal prelievo mediante epilazioni di parte dei peli del viso.

L'indagine colturale permette di individuare il genere e la specie del patogeno responsabile.
La tigna della barba è meno comune della tinea capitis (infezione dermatofitica del cuoio capelluto).

Diagnosi differenziale

La tinea barbae va distinta da:

Trattamento

Il trattamento della tinea barbae dipende dalla gravità delle manifestazioni cliniche, ma di solito prevede l'uso di farmaci antimicotici da applicare sulla cute (ad esempio, shampoo, lozione o crema) o da assumere per via orale, in base alle indicazioni dello specialista dermatologo.
Generalmente, il trattamento si basa sull'uso di griseofulvina da assumere per via orale 1 volta al giorno, per 2-3 settimane dopo la scomparsa dei sintomi clinici. Alcuni protocolli terapeutici prevedono, invece, l'uso di terbinafina e itraconazolo per via sistemica.
Se le lesioni associate alla tinea barbae sono molto infiammate, si deve aggiungere un breve ciclo di prednisone, per ridurre i sintomi e la probabilità di cicatrizzazione.

Prevenzione e consigli utili

Eliminare la fonte d'infezione responsabile della tinea barbae è di grande importanza:

  • Se i lavoratori agricoli s'infettano, andrebbero esaminati tutti gli animali per verificare la presenza di lesioni cutanee micotiche.
  • Il trattamento di altre infezioni fungine della pelle, come la tinea pedis o l'onicomicosi, può prevenire la diffusione dell'infezione tramite auto-inoculazione.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici