Punture di Pappataci: come proteggersi?

Punture di Pappataci: come proteggersi?
Ultima modifica 06.07.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Caratteristiche
  3. Punture di Pappataci
  4. Patogeni Trasmessi
  5. Lotta ai Pappataci

Generalità

I pappataci sono artropodi d'interesse sanitario appartenenti all'ordine dei ditteri.

Immagine tratta da Wikipedia Redazione

I pappataci - anche noti come flebotomi - sono insetti dotati di ali facenti parte del grande gruppo degli ectoparassiti.

Questi ditteri sono di interesse sanitario perché capaci di trasmettere diverse malattie infettive a uomini e animali, fra cui quella più conosciuta è, indubbiamente, la leishmaniosi.

Fra le diverse specie di pappataci presenti in Italia e possibili vettori di parassiti, virus e batteri, ricordiamo Phlebotomus papatasi, Phlebotomus perniciosus  e Phlebotomus perfiliewi.

In verità, anche i ditteri appartenenti al genere Lutzomyia sono considerati pappataci e sono anch'essi in grado di trasmettere leishmaniosi e altre malattie infettive. Tuttavia, questa tipologia di pappataci è diffusa perlopiù in America, in Colombia, in Perù e in altri Paesi dell'emisfero occidentale.

Curiosità

Il nome "flebotomi" deriva dal greco "flebo" e "temno" che significa, letteralmente "tagliatore di vene".

Il nome più comune "pappataci", invece, deriva dal fatto che questi insetti pungono uomo e animali per nutrirsi del loro sangue senza emettere alcun rumore (in altre parole, "mangia" e "taci"). Pertanto, è molto difficile percepire il loro arrivo, a differenza di altri insetti come, ad esempio, le zanzare che emettono un tipico ronzio acuto.

Un altro nome molto particolare attribuito ai pappataci è quello di "insetto di velluto".

Caratteristiche

Principali Caratteristiche dei Pappataci

I pappataci sono insetti, per certi aspetti, molto simili alle zanzare e appartenenti all'ordine dei ditteri. Le femmine sono ematofaghe e questo significa che il loro nutrimento è rappresentato dal sangue, in questo caso, sia dell'uomo che degli animali.

Gli esemplari adulti di pappataci sono molto piccoli, circa 1,5-3 millimetri, sono di colore giallognolo e tutto il corpo, ali comprese, è rivestito da una fine peluria. Gli occhi sono grandi e neri e le ali pelose possiedono una forma lanceolata.

I pappataci non riescono a volare controvento, per questo motivo, non sono in grado di allontanarsi molto dai luoghi in cui si riproducono. Sono animali prevalentemente notturni e amano il clima caldo, ancor meglio se associato a un certo grado di umidità. Non a caso, i pappataci sono particolarmente diffusi in tutte le aree adiacenti alle coste, in cui la temperatura è sufficientemente elevata per consentirne la sopravvivenza.

In Italia, i pappataci sono sì diffusi soprattutto nelle zone costiere, ma si possono trovare anche in zone collinari e in tutte quelle zone in cui le temperature lo consentono. Se, poi, pensiamo all'incremento delle temperature generali che si è verificato in questi anni, non sorprende che la diffusione di questi insetti sia aumentata notevolmente.

Ciclo Vitale dei Pappataci

Gli esemplari femminili di pappataci depongono le uova dopo circa quattro giorni dall'avvenuto pasto di sangue. Per la deposizione, le femmine di pappataci prediligono luoghi scuri e umidi, come piccole crepe o fessure situate sui muri delle cantine o sulle pareti dei pozzi, ma possono deporre anche all'interno di buchi nel terreno o in altri luoghi tranquilli.

Normalmente, vengono deposte dalle trenta alle settanta uova. Dopo un periodo di circa 6-12 giorni, dalle uova fuoriescono le larve di pappataci che si caratterizzano per l'aspetto vermiforme, le teste nere e i corpi grigi. Le larve non sono ematofaghe, ma si nutrono di detriti vegetali, muffe fogliari e di rifiuti marcescenti.

Nel giro di 30-35 giorni, le larve dei pappataci affrontano quattro mute per poi trasformarsi in ninfe. Una volta raggiunto questo stadio, dopo 6-14 giorni, finalmente si arriva alla forma adulta.

Comportamento dei Pappataci

Come accennato, i pappataci sono animali preferenzialmente notturni. Durante il giorno preferiscono stare al riparo in luoghi bui e umidi, come crepe nei muri, tane di altri animali, sotto il fogliame o all'interno delle cortecce. Durante la notte, invece, i pappataci fuoriescono per nutrirsi, solitamente, di sostanze zuccherine e linfa ricavate dalle piante. Le femmine, invece, per riprodursi e deporre le uova devono nutrirsi di sangue, umano o animale.

I pappataci adulti, benché dotati di ali, non sono abili volatori e, per questo motivo, non riescono a coprire grosse distanze per trovare una "vittima" di cui nutrirsi. In alcuni casi, lo stile di volo tutt'altro che fluido dei pappataci viene definito come "saltellante".

Infine, ricordiamo che i pappataci adulti possono trascorrere la loro vita interamente all'aperto, così come possono vivere all'interno delle abitazioni (dietro ai mobili, sotto ai materassi, in crepe e fessure di muri e soffitti, ecc.).

Punture di Pappataci

I pappataci di sesso femminile pungono gli esseri umani e gli animali per nutrirsi del loro sangue, indispensabile per la riproduzione e la deposizione delle uova.

Come sopra affermato, il volo dei pappataci non è dei migliori ed è "saltellante", per questo motivo, spesso e volentieri, le loro punture si concentrano nella parte inferiore del corpo (gambe, caviglie, ecc.).

Al momento del pasto, difficilmente ci si rende conto della puntura, tuttavia, la lesione maculo-papulosa che ne risulta è spesso dolorosa e/o pruriginosa. Tale reazione è scatenata dalla saliva dell'insetto che viene iniettata nel momento in cui questo inizia il pasto.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/01/27/punture-di-pappataci-orig.jpeg Shutterstock

In alcuni casi, può manifestarsi anche una forma eritematosa, dovuta, con molta probabilità, ad una reazione allergica conseguente alla stessa puntura (quindi, alla saliva) dei pappataci. In caso di reazione cutanea di questo tipo, è bene rivolgersi al medico.

Patogeni Trasmessi

Malattie e Patogeni Trasmessi dalle Punture di Pappataci

Per quanto fastidiose e dolorose possano essere le punture dei pappataci, ciò che veramente preoccupa sono i patogeni che possono essere potenzialmente trasmessi da questi insetti molesti.

Difatti, i pappataci sono vettori di diversi parassiti, batteri e virus che possono causare malattie infettive - talvolta anche molto gravi - sia negli esseri umani che negli animali.

Di seguito, pertanto, vedremo quali sono le principali malattie che possono essere trasmesse in seguito alle punture dei pappataci.

Leishmaniosi

La leishmaniosi è, con molta probabilità, la malattia trasmissibile dai pappataci maggiormente conosciuta. La leishmaniosi può colpire sia gli animali - e, in particolar modo, i cani - sia gli esseri umani.

Questa patologia è scatenata da protozoi (parassiti) appartenenti al genere Leishmania. I parassiti in questione entrano nei pappataci quando questi pungono un animale infetto e, sempre attraverso la puntura dell'insetto, possono essere trasferiti ad altri animali sani, ma anche agli esseri umani (in questo caso si parla quindi di zoonosi).

Una volta trasferiti i parassiti, questi possono causare la leishmaniosi che - a seconda del luogo in cui si localizzano i protozoi - può manifestarsi in differenti forme cliniche:

  • Leishmaniosi cutanea: è la forma più diffusa e si manifesta quando il parassita rimane localizzato a livello della cute, in corrispondenza del sito in cui i pappataci hanno punto l'individuo o l'animale. La lesione provocata dal pappatacio, in questi casi, aumenta di dimensione fino ad ulcerarsi all'interno.
  • Leishmaniosi muco-cutanea: si manifesta quando il parassita si localizza a livello di cute e mucose. Si caratterizza per la comparsa di lesioni cutanee e di lesioni alle mucose della cavità orale e del naso.
  • Leishmaniosi viscerale: è la forma di leishmaniosi più grave e - se non adeguatamente trattata - può portare alla morte. I sintomi si manifestano lentamente e coinvolgono diversi organi e apparati.

Nonostante la leishmaniosi possa causare gravi sintomi nell'uomo, in molti casi la prognosi è buona. Tuttavia, questo discorso non vale per gli animali e, in particolare, per i cani. Nel migliore amico dell'uomo, infatti, la leishmaniosi - soprattutto se non prontamente trattata - può rivelarsi letale.

Febbre da Pappataci

La febbre da pappataci - anche nota come "febbre dei tre giorni" - è un'altra malattia infettiva che può colpire l'uomo in seguito alle punture dei pappataci. La febbre da pappataci è causata da Arbovirus trasmessi all'uomo proprio attraverso questi insetti.

Anche in questo caso, il virus entra nei pappataci dopo aver punto un individuo malato e può essere trasferito ad individui sani in seguito ad un nuovo pasto di sangue.

Questa malattia si manifesta perlopiù nei mesi estivi (ecco spiegato il motivo per cui è anche nota come "febbre estiva"). I sintomi sono simil-influenzali e consistono in febbre (solitamente, della durata di tre giorni), mal di testa, debolezza, dolori muscolari e articolari, brividi, vertigini e nausea.

Lo sapevi che…

Il termine Arbovirus deriva dall'inglese "Arthropod-Borne Viruses" e rappresenta un vasto ed eterogeneo gruppo di virus che possono accrescersi sia all'interno degli artropodi che all'interno dei vertebrati. La maggior parte di questi virus interessa perlopiù gli animali e infetta l'uomo solo occasionalmente, dando origine alle cosiddette zoonosi.

Meningoencefaliti e Meningiti da virus Toscana

Altre malattie infettive trasmesse dalle punture dei pappataci sono le encefaliti, le meningiti e le meningoencefaliti scatenate dal virus Toscana. Tale virus - anch'esso facente parte del grande gruppo degli Arbovirus - deve il suo nome al luogo in cui è stato isolato per la prima volta, ossia la regione Toscana.

L'infezione da virus Toscana è associata alla comparsa delle suddette patologie del sistema nervoso centrale soprattutto nei mesi estivi, periodo nel quale i pappataci sono più attivi e si diffondono con maggior facilità. Normalmente, la meningite provocata da questo virus è meno severa rispetto ad altre forme di meningite, ma non per questo deve essere sottovalutata. La sintomatologia comprende diversi sintomi, fra cui ricordiamo febbre, forte mal di testa e rigidità del collo.

Lotta ai Pappataci

Consigli Utili per Combattere i Pappataci

Di seguito, sono riportati alcuni consigli utili per evitare le fastidiose punture dei pappataci e la potenziale contrazione di malattie infettive da essi trasmesse. Si tratta di semplici accorgimenti che possono però rivelarsi fondamentali per evitare il contatto con questi insetti.

  • Arieggiare e illuminare tutte le stanze, in particolare in estate. I pappataci, infatti, amano i luoghi caldi, bui e umidi, pertanto, luce e aria fresca sono elementi di forte disturbo per questi insetti.
  • Installare zanzariere con una trama molto fitta. I pappataci, infatti, sono molto più piccoli delle zanzare o di altri insetti volanti e, perciò, sono in grado di oltrepassare le maglie delle comuni zanzariere.
  • Utilizzare appositi repellenti (disponibili in spray, salviette, stick, ecc.) per evitare le punture dei pappataci.
  • Riparare eventuali crepe o fessure sui muri che possono rappresentare un nascondiglio diurno ideale per i pappataci.
  • Se si possiede un giardino, tenerlo sempre pulito e ben curato, premurandosi di eliminare ristagni di acqua, fogliame e residui vegetali dal suolo.
  • Se necessario, utilizzare appositi insetticidi per eliminarli definitivamente. I pappataci sono sensibili ai piretroidi. Attenzione, però, all'uso di simili prodotti in ambienti in cui vivono i gatti, poiché questi composti sono tossici per i felini.

Consigli Utili per Proteggere i Cani dalle Punture dei Pappataci

Poiché la leishmaniosi trasmessa ai cani dalle punture di pappataci può risultare fatale, la prevenzione si rivela di fondamentale importanza. Di seguito, qualche consiglio utile.

  • Vaccinare il cane contro la leishmaniosi.
  • Utilizzare repellenti specifici contro i pappataci appositamente formulati per essere applicati sui cani. A questo proposito, ricordiamo che l'uso di questi repellenti è caldamente consigliato anche se il cane è stato vaccinato.
  • Limitare le passeggiate e lo stazionamento del cane all'aperto nelle ore crepuscolari e nelle ore notturne, ovvero nelle ore in cui i pappataci fuoriescono dai loro nascondigli per nutrirsi.
  • Se possibile, far dormire il cane in casa.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista