Onfalite – Infezione dell’Ombelico: Cos’è? Sintomi, Cause e Cura

Onfalite – Infezione dell’Ombelico: Cos’è? Sintomi, Cause e Cura
Ultima modifica 21.06.2022
INDICE
  1. Punti chiave
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi
  5. Diagnosi e terapie
  6. Prevenzione

Punti chiave

L'onfalite è un'infiammazione dell'ombelico, dal quale fuoriesce un'abbondante secrezione purulenta e maleodorante.

Onfalite: cause

La causa dell'onfalite risiede in infezioni polimicrobiche. I patogeni maggiormente coinvolti sono: Staphylococcus aureusStreptococcus pyogenesEscherichia coliKlebsiella pneumoniae e Proteus mirabilis.

Onfalite: sintomi
I sintomi più comuni di onfalite sono: secrezione maleodorante di pus dall'ombelico, eritema, edema, dolorabilità alla pressionedolore circoscritto. I neonati affetti manifestano spesso febbreipotensionetachicardia ed ittero.

Onfalite: farmaci

Il trattamento d'elezione è costituito dalla somministrazione di antibiotici; eventualmente associare una terapia di supporto per far fronte ai sintomi secondari.


Cos’è

Infezione dell’Ombelico: cos’è l’Onfalite?

L'onfalite è un'infiammazione dell'ombelico che si manifesta con arrossamento, tumefazione, bruciore, dolorabilità alla pressione e dolore localizzato nella regione ombelicale. Questi sintomi sono spesso accompagnati da secrezioni maleodoranti, purulente e continue, che rendono l'ombelico sempre umido.

Le onfaliti sono documentate soprattutto nei neonati, per l'infezione della ferita che residua dopo la caduta del moncone ombelicale; questa zona disepitelizzata è suscettibile, infatti, al potenziale attacco di microrganismi patogeni, come Streptococchi e Stafilococchi.

Negli adulti, l'onfalite può essere provocata, invece, dalla cattiva igiene o da una particolare conformazione anatomica dell'ombelico, che ne rende difficile la pulizia. Anche i piercing all'ombelico possono essere causa d'infezioni.

Se curata adeguatamente, l'onfalite scompare con notevole rapidità. In casi rari, tuttavia, il disturbo può evolvere in maniera grave, portando alla formazione di cisti da dover asportare chirurgicamente o, addirittura, dando origine ad una setticemia.

La gestione dell'onfalite prevede applicazione topica di antisettici locali, garze medicate e pomate disinfettanti o, previa indicazione, antibiotici per controllare il processo infettivo; se particolarmente grave, il medico può prescrivere una terapia a base di antibiotici per via sistemica.

Cause

Cause Onfalite: cosa provoca l’Infezione dell’Ombelico?

Si stima che il 70-75% delle onfaliti sia dovuto ad infezioni polimicrobiche, spesso sostenute da una combinazione di batteri gram positivi e gram negativi; meno frequentemente, l'onfalite è causata da una sola specie di patogeni.

I microrganismi maggiormente coinvolti nell'eziopatogenesi sono:

  • Staphylococcus aureus (Gram +)
  • Streptococco beta emolitico di gruppo A, come Streptococcuspyogenes (Gram +)
  • Escherichia coli (Gram -)
  • Klebsiella pneumoniae (Gram -)
  • Proteus mirabilis (Gram -)

I pazienti più a rischio di onfalite sono i neonati (specie prematuri), i pazienti ospedalizzati sottoposti a procedure invasive, e gli immunocompromessi.

Anche la sepsi e la polmonite costituiscono fattori predisponenti le onfaliti.

Nel neonato, la caduta del moncone ombelicale determina una piccola ferita granuleggiante: questa piaga costituisce una possibile porta d'ingresso per i batteri (onfalite).

Sintomi

Per approfondire: Sintomi Onfalite

Sintomi comuni di Onfalite

Nella maggior parte dei casi, l'onfalite si rivela un'infiammazione ombelicale di lieve entità, presto risolvibile con l'applicazione topica e/o la somministrazione parenterale di antibiotici specifici.
I sintomi più ricorrenti sono di seguito elencati:

  • Secrezione purulenta e maleodorante dall'ombelico (sempre presente)
  • Eritema periombelicale
  • Edema
  • Dolorabilità alla pressione
  • Dolore circoscritto/bruciore

Oltre ai sintomi appena elencati, i neonati prematuri affetti da onfalite manifestano spesso ipotensione, febbre, tachicardia, ittero e difficoltà ad alimentarsi.

Perché l'ombelico puzza?

L'ombelico può puzzare per diversi motivi. Nonostante lievi odori siano normali, quando diventano pungenti o si associano a secrezioni, potrebbe essere la spia di:

Complicanze (rare) di Onfalite

Quando non adeguatamente curata, il quadro sintomatologico dell'onfalite può complicarsi: in tal caso, il paziente può osservare ecchimosipetecchie, lesioni cutanee bollose ed aspetto a buccia d'arancia in prossimità dell'ombelico. I sintomi appena riportati sono predittori di complicanze, e suggeriscono il coinvolgimento di più patogeni nell'infezione.

In alcuni sporadici casi, il quadro clinico del paziente può precipitare: l'infezione ombelicale può diffondere fino a coinvolgere l'intera parete addominale. In simili frangenti, è pensabile l'evoluzione dell'onfalite in fascite necrotizzante, la sua complicanza più temibile.

Tra le altre complicazioni ricordiamo anche mionecrosi, sepsi, embolizzazione settica e morte.

In caso di complicanze da onfalite, nel paziente affetto si osserva spesso la concomitanza di più sintomi:

Diagnosi e terapie

Come viene formulata la diagnosi di Onfalite?

La diagnosi di onfalite è clinica e consiste nell'osservazione medica della parte interessata. L'accertamento diagnostico è ottenuto mediante le analisi del sangue e la biopsia di un campione.

In caso di sospetta onfalite, dev'essere posta una diagnosi differenziale con le fistole congenite ombelicali, anch'esse associate ad una secrezione purulenta dall'ombelico.

Trattamento dell’Onfalite

Il trattamento per l'onfalite NON complicata è piuttosto semplice: la causa risiede spesso in un'infezione batterica, pertanto la terapia antibiotica specifica costituisce il trattamento d'elezione.

Le penicilline si rivelano particolarmente indicate per il trattamento delle onfaliti lievi sostenute da Staphylococcus aureus, mentre gli aminoglicosidi costituiscono la terapia d'elezione per le infezioni da gram negativi. Per le infezioni invasive, specie da anaerobi, il medico può consigliare la combinazione di più antibiotici, tra cui il metronidazolo.

Il trattamento antibiotico dell'onfalite nel neonato deve protrarsi all'incirca per 10-15 giorni, in base alla natura ed alla gravità dell'infezione.

L'onfalite complicata da fascite necrotizzante richiede un approccio terapico più aggressivo. In caso di complicanze derivate dall'onfalite stessa (es. ipotensione o difficoltà respiratorie), è necessario provvedere ad una mirata terapia di supporto.

Per approfondire: Farmaci per la Cura dell'Onfalite

Prevenzione

Come prevenire l’Onfalite

Per la prevenzione delle onfaliti nel neonato, si consiglia di applicare direttamente sul moncone ombelicale sostanze antisettiche-antibiotiche a base di bacitracina o sulfadiazina d'argento. Alcuni autori disapprovano questa pratica preventiva, convinti che l'applicazione topica di sostanze antisettiche non possa del tutto prevenire l'onfalite.

Come pulire l’ombelico e altri consigli utili

Per mantenere sano l'ombelico e aiutare a prevenire le infezioni:

  • Lavare ogni giorno l'ombelico con acqua e sapone delicato. Usare una salvietta o una spugna per entrare nell'ombelico e pulire lo sporco all'interno; è possibile anche usare una soluzione di acqua salata per pulire l'ombelico.
  • Dopo il bagno, asciugare completamente l'interno dell'ombelico.
  • Non mettere creme all'interno dell'ombelico. 
  • Evitare di perforare l'ombelico. Se si fa un piercing, è molto importante mantenere la parte pulita, evitare di toccare il gioiello con le mani sporche o di strattonarlo. Durante la cicatrizzazione, le operazioni d'igiene dovrebbero ripetersi per almeno due volte al giorno, per i primi tre mesi e prevedono la pulizia con una soluzione salina sterile da appoggiare sul piercing per un paio di minuti, ricorrendo una garza sterile.
Per approfondire: Ombelico: anatomia, funzione e patologie Potrebbe interessare anche: Piercing Ombelico: Cos’è? Caratteristiche, Cura e Rischi

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici