Trattamento con sostanze schiarenti per le occhiaie

Ultima modifica 12.02.2020

Look stanco

Spesso i segni dell'invecchiamento sono più evidenti nella zona periorbitale, includendo rughe ed occhiaie che determinano un tipico ed antiestetico "look stanco".
Occhiaie, depigmentantiFocalizzandoci nell'inestetismo “occhiaie”, molte terapie sono disponibili per risolvere o perlomeno attenuare tale condizione: considerando, però, che le cause alla base delle occhiaie sono molteplici, la risoluzione effettiva e completa non sempre è possibile.

Rimedi

In generale, trattamenti con agenti depigmentanti (sostanze schiarenti) devono essere effettuati per molti mesi prima di ottenere benefici cosmetici, e spesso questi prodotti sono gravati da pesanti effetti collaterali, che ne rendono controindicato l'utilizzo, soprattutto in una zona così delicata come il contorno occhi.

Come agiscono i depigmentanti

I meccanismi d'azione di tali sostanze si possono riassumere in:

  • Inibizione dell'attività della tirosina
  • Inibizione della sintesi del DNA nell'iperattività dei melanociti
  • Riduzione del contenuto di melanina nell'epidermide
  • Ispessimento dello strato granulare dell'epidermide

Quali sono?

Tra queste sostanze che interferiscono con i processi di pigmentazione della melanina, si ricordano:

  • IDROCHINONE: è considerato l'agente “sbiancante” più efficace ed è ancora oggi usato per trattare problemi di iperpigmentazione. Infatti, inibisce la sintesi di DNA e RNA, ed induce la degradazione dei melanosomi e la distruzione dei melanociti.  Già nel 1975 due scienziati, il Dott Kilgman e il Dott Willis, eseguirono un primo studio per valutare l'efficacia dell'idrochinone: dopo 5-7 settimane di trattamento si ebbero i primi risultati positivi, anche se non va dimenticato, comunque, che il trattamento andrebbe prolungato da tre mesi fino ad un anno. L'esperimento non è stato effettuato usando solamente questo ingrediente cosmetico (5%), ma si è usato anche uno 0,1% di tretinonina ed uno 0,1% di desametasone. Il problema è che il mix di questi prodotti comportava effetti collaterali tra cui eritema, desquamazione, irritazioni e dermatiti da contatto.
  • L'idrochinone ha molteplici effetti collaterali, come irritazione della pelle, dermatiti, citotossicità, ipomelanosi permanente o amelanosi. La scarsa sicurezza di impiego del composto ha indotto la Commissione Europea a vietare l'uso dell'idrochinone in prodotti cosmetici, limitandone l'impiego come schiarente cutaneo alle prescrizioni di medici e dermatologici.
  • ACIDO RETINOICO: attualmente, si ritiene che una concentrazione di acido retinoico che va dallo 0,01% all'1% riduca la pigmentazione inibendo la trascrizione della transferasi, portando all'ispessimento dello strato granulare dell'epidermide. Il numero dei melanociti risulta apparentemente inalterato, ma il danno agli stessi appare evidente. L'acido retinoico dev'essere applicato con trattamenti più lunghi rispetto all'idrochinone; un significativo sbiancamento si ha dopo 24 settimane, anche se sono stati riportati effetti collaterali simili all'agente depigmentante precedente: desquamazione e bruciore pungente.
  • I retinoidi (tra cui appunto l'acido retinoico, non ammesso in cosmetologia) sono considerati dei composti con azione medio/profonda, quindi il loro utilizzo è legato soprattutto all'ambito ambulatoriale; anch'essi possono essere irritanti.
  • ACIDO AZELAICO: è un acido dicarbossilico usato solitamente nel trattamento del melasma (ipermelanosi facciale che si presenta con un colore marrone: è un problema tipico delle donne, in particolare di quelle che si espongono spesso al sole, ed è sfruttato per diminuire le lentiggini lasciate dall'acne, per contrastare la perdita di capelli e contro la rosacea papulopustolosa. Ha proprietà antinfiammatoria, comedolitica, antibatterica e presenta bassa tossicità. Nonostante ciò, è vietato il suo uso nella cosmesi perché irritante.
  • ACIDO COGICO: l'acido kojik è una sostanza naturale prodotta da funghi del genere Aspergillus (il cui nome Giapponese è koji) ed è un sottoprodotto del processo fermentativo del riso. È usato in cibi e cosmetici per cambiare il colore alle sostanze: per questo motivo è considerato un agente depigmentante e schiarente. A livelo cutaneo, inibisce la sintesi della melanina ed è usato nel trattamento di melasma o cloasma (disturbo che presenta tipiche macchie scure dovute ad un cambiamento di ormoni: le donne in gravidanza soffrono spesso di tale problema).

L'acido cogico e l'acido azelaico sono ammessi ma dopo il loro utilizzo sono stati segnalati casi di dermatiti, allergie da contatto e sensibilizzazione.

Conclusioni

A causa dei diversi fattori che provocano le occhiaie è essenziale identificare la causa scatenante prima di iniziare qualsivoglia trattamento: ad esempio, se l'ombreggiatura nella palpebra inferiore è dovuta solamente ad un'eccessiva pigmentazione, allora la melanina depositata può essere rimossa con trattamento topico tramite agenti sbiancanti; se invece le occhiaie sono causate dal rigonfiamento indotto da una patologia o comunque da un'allergia, l'inestetismo non si può certo trattare con queste sostanze. Ad ogni modo, per la zona perioculare servono trattamenti specifici tenendo conto che la zona del contorno occhi presenta una cute molto più sottile e permeabile rispetto al resto del viso. E' bene prediligere molecole sicure in grado di modulare il processo della melanogenesi in modo poco invasivo e reversibile, come l'acido ellagico, l'estratto di liquirizia o la niacinammide.