Marijuana o Cannabis per la cura del dolore: come agisce e come si assume

Marijuana o Cannabis per la cura del dolore: come agisce e come si assume
Ultima modifica 15.07.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Composizione
  3. Meccanismo d'azione
  4. Efficacia
  5. Via di somministrazione
  6. Effetti collaterali
  7. Controindicazioni

Generalità

L'uso della marijuana o cannabis per la cura del dolore è diffuso e legalizzato in diversi Paesi ormai da moltissimo tempo. In Italia, invece, l'impiego della marijuana per contrastare il dolore è consentito dalla legge dal 2006.

Naturalmente, l'uso della cannabis per la cura del dolore è legale solo se questa sostanza è prescritta dal medico e solo se è prodotta dalle aziende preposte secondo rigorosi criteri disciplinati dalla legge.

In Italia, l'unico stabilimento autorizzato alla produzione della marijuana per la cura del dolore è il chimico-farmaceutico militare di Firenze.

Tuttavia, a fronte di una richiesta sempre maggiore di cannabis terapeutica, ad aprile 2022, l'Agenzia industrie difesa (Aid) ha pubblicato un avviso per raccogliere l'eventuale disponibilità e l'eventuale interesse di operatori economici privati a coltivare piante di cannabis per uso medico.

Cannabis per la cura del dolore Shutterstock

Lo sapevi che…

La cura del dolore non è l'unica indicazione terapeutica approvata della marijuana. Infatti, la cannabis per uso terapeutico (quindi, quella prodotta dal suddetto stabilimento) può essere utilizzata anche per:

Composizione

Quali sono i principi attivi contenuti nella Cannabis per la Cura del Dolore?

I principi attivi di interesse medico-farmaceutico presenti all'interno della cannabis sono i cannabinoidi e, in particolare, il THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo, un cannabinoide psicoattivo) e il CBD (cannabidiolo, un cannabinoide non psicoattivo).

Al THC sono imputate molte delle proprietà attribuite alla pianta, comprese quelle antidolorifiche che giustificano l'uso della marijuana per la cura del dolore. Il CBD, invece, è in grado di aumentare l'azione antidolorifica del THC e di prolungarne la durata d'azione, riducendone allo stesso tempo gli effetti collaterali, soprattutto quelli indotti a carico del tratto respiratorio e a livello cardiovascolare.

Dal momento che i cannabinoidi ritenuti importanti per l'effetto terapeutico sono THC e CBD, la marijuana per la cura del dolore impiegata in terapia dovrà essere titolata e standardizzata in questi principi attivi.

A questo proposito, ricordiamo che le varietà di marijuana che si possono impiegare in ambito medico sono molte, ognuna delle quali presenta un determinato contenuto di THC e di CBD.

In Italia sono disponibili:

  • Dal 2016, il prodotto Cannabis FM2 contenente THC 5% - 8% e CBD 7,5% - 12%;
  • Dal 2018, il prodotto Cannabis FM1 contenente THC 13% - 20% e CBD < 1%.

Meccanismo d'azione

Come agiscono i principi attivi della Cannabis per la Cura del Dolore?

I principi attivi presenti nella cannabis per la cura del dolore sono in grado di esercitare la loro azione antidolorifica attraverso l'interazione con particolari recettori endogeni: i cosiddetti recettori per i cannabinoidi. Più nel dettaglio, tali recettori sono recettori di tipo inibitorio accoppiati a proteine G.

Attualmente, si conoscono due differenti sottotipi recettoriali: i recettori per i cannabinoidi di tipo 1 (CB1) e i recettori per i cannabinoidi di tipo 2 (CB2).

I recettori CB1 sono localizzati soprattutto nel midollo spinale, nel cervello e lungo le vie del dolore e sono implicati nella regolazione di diverse funzioni biologiche, compresa la trasmissione dello stimolo del dolore. Più precisamente, la loro attivazione dà origine ad una cascata di segnali che porta alla riduzione del segnale del dolore. I recettori CB2, invece, sono localizzati perlopiù in periferia e si ritiene siano coinvolti in attività immunomodulatorie.

I principi attivi della cannabis - in quanto cannabinoidi - sembrano esercitare la loro azione antidolorifica attraverso il legame con il recettore CB1 che porta all'attivazione dello stesso. Tuttavia, tale meccanismo d'azione è messo in discussione da alcuni studi secondo i quali l'azione antidolorifica sarebbe esercitata attraverso l'interazione del THC e del CBD con altri tipi di recettori.

Efficacia

La Cannabis per la Cura del Dolore è efficace?

La risposta alla domanda è sì. La cannabis per la cura del dolore si è dimostrata efficace nel ridurre gli stimoli dolorosi in numerosissimi studi, tant'è che il suo impiego in quest'ambito è stato ufficialmente riconosciuto dalla medicina e approvato dalla legge.

Tuttavia, è doveroso precisare che la cannabis si è rivelata utile solo nel trattamento del dolore cronico; mentre non ha prodotto i medesimi risultati positivi in caso di dolore acuto.

Via di somministrazione

Come si assume la Cannabis per la Cura del Dolore?

La marijuana per la cura del dolore si può somministrare per via orale o per via inalatoria, attraverso differenti metodi. Tuttavia, con molta probabilità, il metodo di somministrazione maggiormente diffuso è rappresentato dall'assunzione del decotto ottenuto dalla bollitura delle infiorescenze della pianta in acqua. In alternativa, la cannabis per la cura del dolore può essere assunta attraverso il metodo della vaporizzazione che consiste nell'inserire la sostanza all'interno di un apposito vaporizzatore ad aria calda e filtrata e nell'inalarne i vapori.

Ad ogni modo, sarà il medico ad indicare a ciascun paziente il metodo di somministrazione attraverso il quale assumere la cannabis per la cura del dolore.

Effetti collaterali

Quali effetti collaterali può provocare la Cannabis per la Cura del Dolore?

Generalmente, la cannabis per la cura del dolore sembra essere ben tollerata dalla maggior parte dei pazienti. Tuttavia, ciò non significa che essa non possa provocare effetti collaterali.

Difatti, analogamente a quanto avviene per qualsiasi altro farmaco, la cannabis ad uso medico può causare effetti indesiderati, anche se non tutti i pazienti li manifestano nello stesso modo e, in alcuni casi, potrebbero anche non mnaifestarsi affatto. I possibili effetti collaterali indotti dalla cannabis per la cura del dolore, infatti, possono variare in funzione di diversi fattori, come la durata del trattamento, la dose assunta, la via di somministrazione scelta e la sensibilità del paziente nei confronti del prodotto impiegato.

Purtroppo, le informazioni sulle reazioni avverse indotte dall'uso medico della cannabis non sono così numerose come quelle sull'uso ricreativo della sostanza. Tuttavia, la marijuana terapeutica è sottoposta al sistema di fitosorveglianza delle sospette reazioni avevrse al fine di permettere l'indiviudazione di eventuali effetti indesiderati connessi all'uso del prodotto.

Pertanto, se durante l'assunzione d cannabis per la cura del dolore dovessero manifestarsi sintomi o effetti indeisderati di qualsiasi tipo, è molto importante informarne immediatamente il medico o il farmacista che provvederanno ad effettuare la segnalazione.

Controindicazioni

Esistono controindicazioni all'uso della Cannabis per la Cura del Dolore?

L'uso della cannabis per la cura del dolore presenta diverse controindicazioni che sono legate perlopiù allo stato di salute del paziente o a particolari fasi della vita. Difatti, l'impiego della marijuana nella terapia del dolore è generalmente controindicato:

  • In bambini e adolescenti, a causa dei possibili effetti negativi che la marijuana può esercitare sullo sviluppo cerebrale di questi pazienti;
  • In gravidanza e durante l'allattamento al seno;
  • Nei pazienti con malattie o disturbi cardiopolmonari;
  • Nei pazienti affetti da gravi insuffciienze renali e/o epatiche e nei pazienti affetti da epatite C;
  • Nei pazienti che soffrono - o che hanno sofferto in passato - di disordini psichiatrici e/o con una storia familiare di schizofrenia;
  • Nei pazienti con tossicodipendenze (anche passate) e/o che abusano di sostanze psicotrope e/o alcol;
  • Nei pazienti in terapia con farmaci sedativo-ipnotici, antidepressivi o con altri farmaci psicoattivi.

Ad ogni modo, nonostante le suddette controindicazioni generali, sarà il medico - dopo un'attenta valutazione del rapporto fra i potenziali rischi e i benefici attesi per il paziente - a decidere, caso per caso, se prescrivere o meno la somministrazione di cannabis per la cura del dolore. A tal proposito, si segnala che tale decisione dovrà comunque essere condivisa con il paziente che dovrà poi sottoscrivere un consenso informato.

Leggi anche: Cannabis per uso terapeutico: quando si usa, effetti collaterali, controindicazioni

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista