Malattia del Sonno (Tripanosomiasi Africana): Cos'è? Sintomi e Cause

Malattia del Sonno (Tripanosomiasi Africana): Cos'è? Sintomi e Cause
Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e contagio
  4. Sintomi
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prevenzione

Generalità

La tripanosomiasi africana, anche nota come "malattia del sonno", è un'infezione parassitaria trasmessa all'uomo mediante la puntura di una mosca tse-tse infetta.

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Cause

La malattia del sonno è causata da un parassita protozoo flagellato, il Trypanosoma brucei:

  • Trypanosoma brucei rhodesienseagente eziologico della tripanosomiasi africana orientale (malattia del sonno subacuta, che presenta un decorso violento e breve)
  • Tripanosoma brucei gambiens: agente causale della malattia del sonno africana del Gambia (tripanosomiasi cronica)

Sintomi

Diagnosi

La diagnosi di tripanosomiasi africana è importante per iniziare quanto prima la terapia. I test possibili sono: striscio di sangue, test del liquor, aspirati linfonodali, test emocromocitometrico completo.

Terapia

La terapia è prettamente antibiotica e dev'essere iniziata quanto prima, sin dall'esordio dei primissimi sintomi.

Cos’è

Malattia del Sonno: cos’è la Tripanosomiasi Africana?

La tripanosomiasi africana – nota anche come malattia del sonno – è un'infezione tipica delle zone equatoriali dell'Africa, causata da un parassita e trasmessa all'uomo mediante la puntura di mosche tse-tse infette. La malattia del sonno deve il suo curioso nome ai tipici sintomi che si manifestano dopo l'infezione: letargia, cachessia, apatia, incapacità di alzarsi e di alimentarsi da soli.

Cause e contagio

Malattia del Sonno: incidenza e distribuzione geografica

La malattia del sonno è presente solamente in Africa, tra il 15° parallelo nord e il 20° parallelo sud.

La specie Trypanosoma brucei comprende due subspecie - Trypanosoma brucei gambiense e Trypanosoma brucei rhodesiense - responsabili, rispettivamente di due diverse forme di tripanosomiasi africana, quella rodesiense e quella gambiense, che hanno anche una diversa localizzazione geografica. Oltre il 95% dei casi notificati sono imputabili al parassita T. brucei gambiense, diffuso soprattutto nell'Africa centrale e occidentale, mentre l'altro 5% è provocato dal T. brucei rhodesiense, presente nel sud-est del continente.

Attualmente, vengono segnalati all'Organizzazione Mondiale della Sanità circa 10.000 nuovi casi di tripanosomiasi africana ogni anno, ma il sospetto è che questo dato sia sottostimato per la mancata diagnosi o notifica.

Malattia del Sonno: quali sono le cause?

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La malattia del sonno è un'infezione parassitaria sostenuta dal Trypanosoma brucei (da qui l'appellativo "tripanosomiasi"), un protozoo dotato di flagello. L'agente patogeno viene trasmesso all'uomo attraverso la puntura di insetti ditteri ematofagi appartenenti al genere Glossina (mosche tse-tse).

Esistono due sottospecie di Trypanosoma brucei:

  1. Il Trypanosoma brucei rhodesiense è responsabile della cosiddetta "tripanosomiasi africana orientale", la forma subacuta della malattia. Il parassita è diffuso nelle regioni orientali dell'Africa e viene trasmesso dal morso della mosca tse-tse Glossina morsitans. Questa variante della malattia, estremamente virulenta, presenta un decorso variabile da alcuni giorni a pochi mesi. Non appena si manifestano i primi sintomi, il malcapitato si trova già in uno stadio avanzato della malattia (coinvolgimento del sistema nervoso centrale) e, in caso di mancato intervento antibiotico, la prognosi è negativa.
  2. Il Tripanosoma brucei gambiense è responsabile della "malattia del sonno africana del Gambia", tipica dei paesi dell'Africa Occidentale e Centrale. Si stima che questo parassita sia responsabile del 90-95% di tutte le forme di tripanosomiasi. Il periodo d'incubazione del protozoo può durare anche molti anni: durante questo periodo, il soggetto può anche non manifestare alcun sintomo apprezzabile. Per questa ragione, la malattia del sonno veicolata da T. brucei gambiense è definita tripanosomiasi cronica. Il suddetto parassita viene trasmesso all'uomo dalla mosca tse-tse Glossina palpalis.

La mosca tse-tse viene contaminata dal protozoo dopo aver punto un soggetto infetto. Successivamente, la stessa mosca trasmette il parassita ad un secondo individuo (sano) con il suo morso.

Malattia del Sonno: ciclo biologico dei tripanosomi

Quando la mosca tse-tse infetta punge l'uomo, inocula per via transcutanea i tripomastigoti metaciclici presenti nelle sue ghiandole salivari. Una volta nell'ospite, i parassiti entrano nel sistema linfatico e nel sangue dove si trasformano in tripomastigoti circolanti e iniziano un'attività di riproduzione incessante per scissione binaria (stadio emolinfatico). La parassitemia è periodica: a momenti in cui si presenta elevata sono alternati ad altri in cui è bruscamente ridotta per la produzione degli anticorpi specifici da parte dall'organismo infettato. Un gruppo di parassiti, però, modificando le glicoproteine di superficie, è in grado di evadere la risposta anticorpale. Il ciclo di moltiplicazione e lisi, quindi, si ripete.

Più avanti nel corso dell'infezione, i tripanosomi invadono i linfonodi, la milza, il fegato e molti altri organi. Il decesso può avvenire pochi giorni dopo il coinvolgimento del sistema nervoso centrale (stadio meningo-encefalitico).

Il ciclo è mantenuto quando una mosca tse-tse ingerisce il sangue di un uomo o un animale infetto. Nel vettore, il protozoo si moltiplica nell'intestino, prima di migrare nelle ghiandole salivari dell'insetto.  La mosca tse-tse può trasmettere l'infezione ad un altro mammifero o all'uomo con una nuova puntura, se sono trascorsi almeno 20-30 giorni da quando si è infettata.

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Esistono altri modi di contrarre la Malattia del Sonno?

La tripanosomiasi africana si contrae per lo più tramite la puntura di una mosca tse-tse infetta. Tuttavia, è possibile anche la trasmissione verticale dalla madre al bambino durante la gravidanza. Il tripanosoma, infatti, può attraversare la placenta e infettare il feto.

Non è esclusa, inoltre, la trasmissione attraverso altri insetti ematofagi, anche se tale meccanismo resta da chiarire. Infezioni accidentali si sono verificate anche tra gli operatori sanitari e gli addetti ai laboratori di analisi in seguito a punture con aghi contaminati. La trasmissione del parassita è possibile anche attraverso rapporti sessuali.

Sintomi

I sintomi della malattia del sonno possono essere distinti in due fasi differenti:

  1. FASE EMOLINFATICA (primo stadio): dopo aver contratto l'infezione, il paziente lamenta i seguenti sintomi:
    • Dolori articolari
    • Febbre intermittente
    • Gonfiore in prossimità del morso della mosca
    • Ingrossamento (abnorme) dei linfonodi del collo
    • Prurito

Quando non trattata, il quadro clinico della malattia del sonno precipita:

  • Anemia
  • Disfunzioni cardiache (es. miocardite)
  • Disfunzioni renali
  1. FASE NEUROLOGICA: inizia quando il parassita invade il sistema nervoso centrale, oltrepassando la barriera ematoencefalica. I sintomi caratteristici di questa fase includono:
    • Alterazioni dell'umore
    • Ansia
    • Apatia
    • Cachessia
    • Debolezza
    • Incapacità di alzarsi e di alimentarsi da soli
    • Mal di testa
    • Sonnolenza incontrollabile (da qui il nome "malattia del sonno")
    • Sudorazione

In assenza di trattamento, la malattia è inevitabilmente mortale: il malcapitato va incontro ad un progressivo deterioramento mentale, seguito da coma e morte.

Per approfondire: Sintomi della malattia del sonno

Curiosità

Il Tryptophol è un composto chimico in grado di indurre il sonno nell'essere umano. La stessa sostanza è sintetizzata naturalmente dal parassita Trypanosoma brucei.

Diagnosi

Malattia del sonno: quali indagini possono confermare la diagnosi?

La diagnosi di tripanosomiasi africana deve essere considerata in tutte le persone che abbiano soggiornato in aree rurali dell'Africa considerate a rischio per la malattia.

La prima fase della malattia è difficile da diagnosticare, in quanto causa sintomi aspecifici, come febbre e debolezza. Durante l'esame fisico, un paziente colpito dalla malattia del sonno può presentare segni di un'infiammazione del cervello e delle meningi (meningoencefalite).
Metodi diretti utilizzati per l'identificazione del microrganismo prevedono l'analisi al microscopio ottico di campioni di sangue (striscio o goccia spessa) o dell'aspirato linfonodale. Altri reperti di laboratorio aspecifici evidenziano pancitopenia, aumento di VES e PCR e livelli elevati di IgM.

Quando il parassita invade il sistema nervoso centrale e i pazienti cominciano ad manifestare sintomi neurologici e psichiatrici (scarsa coordinazione motoria, disorientamento, convulsioni e disturbi del sonno) l'accertamento diagnostico richiede l'analisi di un campione di liquido cerebrospinale, da cui è possibile isolare i tripanosomi.

L'esame del liquor permette di evidenziare le caratteristiche cellule di Mott (plasmacellule con vacuoli citoplasmatici che contengono immunoglobuline), alti livelli di linfociti, proteine totali e un marcato aumento delle IgM.  

Terapia

La scelta di un trattamento dipende dalla fase in cui viene diagnosticata la malattia e dalla sottospecie infettante. In generale, la terapia può prevedere l'impiego di suramina, pentamidina, melarsoprol o eflornitina.

Farmaci per il trattamento della Tripanosomiasi Africana

 I farmaci utilizzati per la cura della tripanosomiasi emolinfatica (stadio 1) presentano un profilo terapico di minor tossicità e sono piuttosto semplici da somministrare. Tra questi si ricordano:

I farmaci utilizzati per la cura della fase neurologica della malattia del sonno presentano invece una tossicità piuttosto elevata.
I principi attivi più utilizzati sono:

  • Melarsoprol (derivato dell'arsenico, da assumere per via endovenosa) provoca vistosi effetti collaterali, tra cui l'encefalopatia reattiva
  • Eflornitina, attivo contro T.b. gambiense
  • Nifurtimox + Eflornitina: non è efficace per le infezioni sostenute da T.b. rhodesiense.
Continua: Farmaci per la Cura della Malattia del Sonno »

Prevenzione

Come è possibile prevenire la Malattia del Sonno?

Attualmente, non è disponibile un vaccino o un farmaco per la profilassi contro la tripanosomiasi africana. Le misure preventive sono dunque finalizzate a ridurre al minimo il contatto con le mosche tse-tse.

Per prima cosa, andrebbero evitate le aree pesantemente infestate. La mosca tse-tse è meno attiva nelle ore più calde della giornata, ma può attaccare se infastidita. È da ricordare che tale insetto è attratto da oggetti in movimento e da colori vivaci o scuri; riesce a pungere anche attraverso vestiti leggeri. Pertanto, è consigliato indossare camicie e pantaloni che coprano il più possibile gli arti; sono da prediligere abiti di materiale resistente e colori neutri, che si mimetizzino con l'ambiente.

Utile può essere l'applicazione di repellenti sui vestiti. Sciami di mosche tse-tse possono seguire i veicoli in movimento, quindi è preferibile chiudere i finestrini dell'auto per evitare che invadano l'abitacolo.

La lotta all'insetto vettore può essere attuata a livello ambientale con la distruzione degli habitat per la riproduzione, l'uso di insetticidi e di trappole (meglio se impregnate con permetrina) nei siti di potenziale rifugio per le mosche tse-tse (boscaglie della savana e vegetazione lungo i corsi d'acqua) e il trattamento dei soggetti parassitati (fonte di infezione per i vettori).

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici