Ultima modifica 19.07.2019

Poco sodio nel sangue

L'iponatriemia rappresenta una condizione clinica in cui la concentrazione di sodio nel sangue è inferiore rispetto alla norma. In condizioni fisiologiche, la concentrazione di sodio nel sangue (natriemia o sodiemia) viene mantenuta a livelli compresi tra 135 e 145 mmol/L. Si parla di iponatriemia (od iposodiemia) quando tale valore scende al di sotto dei 135 mmol/L.
Nel precedente articolo riguardante l'iponatriemia abbiamo puntato l'attenzione sulle possibili cause scatenanti. In questa trattazione conclusiva analizzeremo i sintomi che contraddistinguono l'iponatriemia, le opzioni diagnostiche e le terapie al momento disponibili.

Sintomi

Nell'iponatriemia le concentrazioni sieriche di sodio si riducono, pertanto si assiste allo spostamento osmotico di acqua DAL compartimento extracellulare A quello intracellulare. L'immediata conseguenza di questo evento è il rigonfiamento citoplasmatico.
Dalle statistiche mediche si evince che per valori di sodiemia superiori a 125 mmol/L e minori di 135 mmol/L (iponatremia lieve) i sintomi sono leggeri, vaghi, o del tutto assenti. Quando presenti, il paziente affetto lamenta sintomi di natura gastrointestinale, specie nausea e vomito. A concentrazioni inferiori di sodio, i sintomi si accentuano. In simili frangenti, si documentano spesso i seguenti sintomi:

Nei casi più gravi, l'iponatriemia può indurre coma, depressione respiratoria e morte.


Più in dettaglio: cosa succede dopo poche ore dall'instaurarsi dell'iponatriemia?


L'organismo reagisce con una risposta adattativa: viene favorita l'eliminazione di elettroliti dalle cellule cerebrali. Un meccanismo simile è importante per limitare quanto possibile l'ingresso di acqua nella sede intracellulare.
In assenza di cure, dopo alcuni giorni si assiste alla perdita cellulare di molecole osmoticamente attive (mioinositolo, glicerofosforilcolina, fosfocreatina/creatina, glutamato, glutamina e taurina).
Il rischio di complicazioni neurologiche permanenti è tanto maggiore quanto PIÙ™ RAPIDA è la perdita di queste molecole:

  1. Iponatriemia cronica → i livelli di sodio diminuiscono gradualmente, nell'arco di pochi giorni/settimane → segni e sintomi più moderati
  2. Iponatrienia acuta → i livelli di sodio nel sangue calano bruscamente: effetti pericolosi potenzialmente fatali (gonfiore cerebrale, coma, morte)

L'iponatriemia dev'essere considerata un fenomeno patologico grave, soprattutto a carico del SNC: l'edema cellulare può esercitare una compressione sul parenchima cerebrale, fino al coma e alla morte.

Diagnosi

La semplice anamnesi e l'esame fisico non sono sufficienti per accertare un sospetto di iponatriemia. Per la conferma diagnostica, è necessario procedere con gli esami di sangue ed urine.
La valutazione della sodiemia è sicuramente uno dei test più utilizzati in assoluto: l'iponatriemia è confermata quando i livelli di sodio nel sangue scendono al di sotto dei 135 mmol/L.
Il rilevamento di sodio nelle urine > 20 mmol/L è indice di iponatriemia dovuta ad uno scompenso/patologia renale e/o degli ormoni che ne regolano l'attività.
Dopo aver accertato l'alterazione della sodiemia, è necessario procedere con una diagnosi differenziale delle iponatriemie per risalire alla causa scatenante.
In alcune situazioni cliniche, possono essere utili i test d'imaging: nel contesto di una insufficienza cardiaca congestizia, una radiografia del torace si rivela particolarmente indicata per accertare l'iponatriemia. Anche la TC cerebrale può essere richiesta nei pazienti con evidente alterazione della coscienza.

Terapie

Oltre ad essere scarsamente tollerate dal paziente, le terapie per le forme acute e croniche dell'iponatriemia risultano spesso inefficaci.
La scelta del trattamento per l'iponatriemia è dettata dalla causa che vi si pone alle origini e dalla gravità della condizione.
L'iponatriemia lieve o moderata di tipo cronico, causata dall'abuso di diuretici o da un'esagerata somministrazione di acqua, va trattata con la correzione della posologia dei farmaci e con la limitazione dell'assunzione di liquidi → RESTRIZIONE IDRICA
Discorso differente va affrontato per le forme gravi ed acute di iponatriemia:

  1. Somministrazione endovena di una soluzione a base di sodio (soluzioni saline ipertoniche)
  2. Terapia ormonale: indicata per le forme di iponatriemia dipendenti dal morbo di Addison (insufficienza della ghiandola surrenale)
  3. Somministrazione di antagonisti del recettore della vasopressina (riservato per i pazienti affetti da iponatriemia associata a cirrosi epatica, insufficienza cardiaca congestizia e SIADH). Particolarmente efficace sembra Tolvaptan (es. Samsca): iniziare la terapia con una dose di farmaco pari a 15 mg, da assumere 1 volta al giorno. È possibile aumentare la dose fino a 60 mg/die, al fine di raggiungere un adeguato livello di sodio e di volume nel sangue.
  4. Somministrazione di demeclociclina o litio: indicata nel contesto di iponatriemia associata a SIADH. Questi farmaci riducono la responsività del tubulo collettore all'ADH.