Ultima modifica 18.03.2020

Vedi anche: brodo di giuggiole

Ziziphus zizyphus

Ziziphus zizyphus è la pianta delle Giuggiole, notaanche come Natsume, Tsao o più semplicemente dattero cinese. giuggioloSi tratta di un piccolo albero deciduo (o frutice), appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae,  in grado di raggiungere altezze abbastanza elevate (5-12 metri).
Esistono opinioni discordanti circa l'origine del giuggiolo: alcuni autori ritengono che la pianta sia originaria dell'Asia - dove tuttora viene intensamente coltivata - altri sono convinti che il giuggiolo sia nativo dell'Africa settentrionale e che solo successivamente sia stato esportato in Oriente. Ciò nonostante, tutti i biologi concordano sul fatto che la pianta del giuggiolo sia ormai coltivata da oltre 4.000 anni.

Descrizione botanica

La pianta del giuggiolo presenta particolari ed inconfondibili rami spinosi e zigzaganti, dal colore rossiccio o brunastro. La corteccia si presenta molto corrugata. Le foglie, verdi brillante, sono coriacee, alterne ed ovato-bislunghe, dal bordo impreciso, quasi seghettato; i fiori, di colore bianco candido, talvolta verdastro,  sono riuniti  in piccole infiorescenze. I frutti eduli e carnosi sono le giuggiole (chiamate “zizoea" e "zizoa" nei dialetti del nord Italia); questi frutti sono grandi quanto un'oliva, presentano polpa  giallognola, buccia marroncina-brunastra e sapore dolce.
GiuggioleQuando i frutti del giuggiolo vengono raccolti immaturi, risultano leggermente aciduli al gusto, sapore talvolta paragonabile a quello della mela. La pianta del giuggiolo produce frutti solamente al termine dei mesi estivi; ciò nonostante, la pianta resiste anche a temperature molto basse (-15°C).
I semi presentano un endocarpo resistente e duro: per questo motivo, faticano a germogliare. Al fine di ovviare all'inconveniente, è consigliato tagliare con una forbice appropriata le punte del seme, per favorire la penetrazione dell'umidità del terreno e la conseguente germogliazione del seme.
I semi del giuggiolo non devono essere mangiati poiché, oltre alla struttura particolarmente pungente, contengono glicosidi tossici.

Principi attivi

I frutti del giuggiolo sono utilizzati anche a scopo fitoterapico: dopo la raccolta in settembre-ottobre, le giuggiole vengono sottoposte all'essiccazione. Oltre ad una modesta quantità di zuccheri, pectina e mucillagini, i frutti del giuggiolo contengono anche:

[tratto da Dizionario ragionato di erboristeria e fitoterapia, di A. Bruni]

Usi medici-fitoterapici

In medicina orientale, le proprietà terapiche delle giuggiole sono sfruttate per alleggerire i sintomi legati a depressione, affaticamento fisico, astenia, irritabilità e nervosismo. Sembra che queste presunte potenzialità delle giuggiole, attribuite ai frutti dalle culture orientali, trovino un certo riscontro scientifico, in particolare per le attività sedative ed ipnotiche (rese dai saponosidi).
I semi (non i frutti) della specie Zizyphus spinosa si sono rivelati particolarmente appropriati per combattere gli stati d'insonnia e di nervosismo.
Nella medicina cinese, le giuggiole sono sfruttate come tonico per ridurre gli stati d'ansia accompagnati da palpitazioni e nevrastenia.
Per la presenza degli antrachinoni, le giuggiole vantano di un blando effetto lassativo.
Non può certo essere dimenticato l'impiego dei frutti del giuggiolo per alleggerire infiammazioni della gola, bronchiti, raffreddori e raucedine.
Sembra che il consumo smodato dei frutti del giuggiolo possa inibire il desiderio sessuale: ad ogni modo,  non ci sono dimostrazioni attendibili che avvalorino la teoria.

Impieghi alimentari

I piccoli frutti del giuggiolo sono edibili e dolci; questi possono essere utilizzati anche per realizzare marmellate, sciroppi e liquori, tra cui il noto brodo di giuggiole.

Riassunto

Giuggiolo: in breve

 

Pianta delle Giuggiole

  • Nome botanico: Ziziphus zizyphus
  • Nome comune: giuggiolo
  • Sinonimi: Natsume, Tsao, dattero cinese
  • Famiglia: Rhamnaceae 

Giuggiolo: descrizione botanica

  • Rami: spinosi e zigzaganti, dal colore rossiccio o brunastro
  • Corteccia: molto corrugata
  • Foglie:  verdi brillante, coriacee, alterne ed ovato-bislunghe dal bordo impreciso
  • Fiori: colore bianco candido, talvolta verdastro, riuniti  in piccole infiorescenze
  • Frutti: eduli e carnosi ( giuggiole)
  • Polpa:  giallognola
  • Buccia marroncina-brunastra
  • Sapore: dolce
  • Raccolta frutti:  al termine dei mesi estivi
  • Temperature: ideali quelle calde, ma resiste anche a temperature molto basse (-15°c)
  • Semi: endocarpo resistente e duro

Giuggiolo: costituenti principali

  • Zucchero
  • Pectina
  • Mucillagini
  • Antrachinoni
  • Tannini
  • Zizifusina: alcaloide bisbenziliso-chinolinici
  • Daehuciclopeptide-I: sostanze ciclopeptidiche
  • Acido ascorbico
  • Flavonoidi  (suvertisina)
  • Saponosidi a genina triterpenica tetraciclica

Giuggiolo: impieghi medici-fitoterapici

  • Medicina orientale: le giuggiole alleggeriscono i sintomi legati a depressione, affaticamento fisico, astenia, irritabilità e nervosismo
  • Riscontro scientifico: dimostrate le attività sedative ed ipnotiche (rese dai saponosidi) delle giuggiole
  • Semi della specie Zizyphus spinosa: utili per combattere gli stati d'insonnia e di nervosismo
  • Medicina cinese: giuggiole utilizzate per produrre tonici contro stati d'ansia accompagnati da palpitazioni e nevrastenia
  • Blando effetto lassativo (antrachinoni)
  • Utili contro infiammazioni della gola, bronchiti, raffreddori e raucedine.
  • Consumo smodato dei frutti del giuggiolo: inibizione del desiderio sessuale

Giuggiolo: impieghi alimentari

Consumo dei frutti freschi
Marmellate
Sciroppi
liquori (brodo di giuggiole)