Introduzione
Le fistole sono tragitti patologici, di forma tubulare, che si creano tra un organo e l'altro oppure tra una cavità interna e la cute. In altri termini, la fistola (mai presente in condizioni fisiologiche) è un canalicolo anomalo che mette in comunicazione due qualsiasi strutture anatomiche vicine e normalmente separate. Le cause d'origine vanno ricercate principalmente in ascessi, infiammazioni gravi ed infezioni; meno spesso, queste particolari vie di comunicazione vengono appositamente create dal chirurgo per svariate finalità terapeutiche.
Per capire: come e perché si formano le fistole patologiche
Infiammazione grave a carico di un organo → formazione di ascesso (infezione purulenta) che attraversa i tessuti circostanti → scoppio dell'ascesso → fuoriuscita di pus → formazione del condotto tubulare (fistola) che collega il focolaio infiammatorio con gli organi limitrofi
Sintomi
I sintomi indotti dalle fistole dipendono chiaramente dalla zona in cui sorgono e dalla gravità del danno. In presenza di fistole aperte, ovvero quando i canalicoli mettono in comunicazione un organo interno con la cute (esempio emblematico sono le FISTOLE ANORETTALI), il paziente accusa generalmente bruciore localizzato, fastidio, evidente infiammazione, gonfiore, emissione di sangue o pus dalla fistola.
Le FISTOLE RETTO VAGINALI possono esser causa di secrezioni vaginali maleodoranti, infezioni ricorrenti del tratto urinario/vaginale e dolore durante i rapporti (dispareunia).
Quando le fistole sorgono lungo le vie respiratorie (es. FISTOLA BRONCOESOFAGEA), il quadro clinico del paziente può pericolosamente precipitare in breve tempo, dato che tali canalicoli permettono il passaggio di particelle di alimenti solidi o liquidi nei bronchi e nei polmoni. In simili circostanze, il paziente può contrarre polmoniti estremamente pericolose.
Alcune FISTOLE DELL'APPARATO DIGERENTE possono perfino provocare una fortissima e sgradevole alitosi: è il caso delle fistole che si creano tra il colon trasverso ed il digiuno superiore: in questi casi, il materiale fecale tende a passare dal colon allo stomaco, procurando così alito cattivo.
Nemmeno le FISTOLE DENTALI passano inosservate: il mal di denti persistente è infatti uno dei sintomi caratteristici della fistola dentale, espressione di carie complicate, pulpiti, gangrena, ascessi alveolari o cisti alla radice del dente.
Complicanze
Non è raro che le sostanze che si depositano nelle fistole (come ad esempio urina, feci, pus, saliva, sangue ecc.) infettino ancor più la sede colpita, creando un danno maggiore che si può espandere esageratamente. Non va infatti dimenticato che una fistola non curata può cronicizzare al punto da degenerare in cancrena.
Terapia
Premesso che il trattamento per le fistole è legato principalmente alla causa e alla gravità del danno, è doveroso mettere in evidenza che tali lesioni possiedono sempre una scarsissima tendenza alla guarigione spontanea. Difatti, per eliminare una fistola occorre spesso sottoporsi ad un duplice trattamento che consiste in un intervento di chirurgia (detto fistolectomia), ed in una potente terapia antibiotica profilattica.
Prima di sottoporsi all'intervento, in genere il paziente viene sottoposto ad un'indagine radiologica specifica per accertare direzione, profondità, lunghezza e posizione precisa della fistola. Tale esame, detto fistolografia, consiste nell'iniezione di uno speciale liquido di contrasto radiopaco direttamente nel canale fistoloso.
La chirurgia si rivela indubbiamente la soluzione di prima scelta per drenare la lesione: in questo modo, si favorisce la fuoriuscita del pus che si è accumulato lungo la fistola, evitando nel contempo che si formi (o si riformi) un ascesso.
Purtroppo non è raro che per rimuovere e pulire a fondo una fistola siano necessari più interventi: spesse volte, infatti, la fistola si ripresenta dopo un periodo più o meno lungo dall'operazione a causa di una pulizia incompleta o non eseguita correttamente. Per ridurre il rischio di recidiva, molti chirurgi, al momento dell'operazione, utilizzano il cosiddetto "setone": si tratta di un filo speciale che viene fatto scorrere lungo l'intero percorso della fistola allo scopo di pulire in modo migliore il tratto patologico.
Lo sapevi che...
Quando si elimina semplicemente la fistola senza agire sulla causa che l'ha procurata, con ogni probabilità, la fistola tende a recidivare. Tanto per riportare un esempio, l'eliminazione chirurgica di una fistola nel contesto della malattia di Crohn può essere efficace in un primo periodo, ma se non affronta direttamente la malattia scatenante con un trattamento adeguato, la fistola tende a recidivare nel 50% degli interventi.
Post intervento
Dopo l'intervento di fistolectomia, il paziente dovrà osservare un periodo di assoluto riposo.
Il periodo di convalescenza varia non solo da paziente a paziente, ma anche in relazione all'estensione della ferita chirurgica, alla localizzazione della fistola e alla gravità del danno.
Per quanto riguarda gli interventi alle fistole esterne - che collegano dunque una cavità interna con la cute - la convalescenza del paziente potrebbe essere piuttosto fastidiosa. Per tamponare il dolore ed il fastidio arrecato dall'intervento, il paziente può assumere farmaci antidolorifici ed eseguire impacchi con acqua tiepida più volte al giorno.
Anche la pulizia dev'essere scrupolosa: per evitare che la ferita chirurgica s'infetti nuovamente, è indispensabile che il paziente mantenga pulita ed igienizzata la lesione.
Dopo l'intervento di eliminazione della fistola, le attività lavorative e sportive potranno essere riprese quando il paziente sarà in grado di muoversi liberamente ed in modo agevole senza percepire alcun dolore.
La messa in pratica dei consigli del medico ed il rispetto del riposo minimizzano i rischi post-intervento, riducendo nel contempo le possibilità che la fistola si ripresenti o cronicizzi.