Bivalirudina: A Cosa Serve, Farmaci, Dosaggio ed Effetti Collaterali

Ultima modifica 12.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. A Cosa Serve
  3. Avvertenze e Precauzioni
  4. Interazioni
  5. Effetti Collaterali
  6. Come Agisce
  7. Dosaggio e Modo d'uso
  8. Gravidanza e Allattamento
  9. Controindicazioni

Generalità

La bivalirudina è un principio attivo dotato di attività anticoagulante. Nel dettaglio, si tratta di un inibitore diretto del fattore della coagulazione IIa, meglio noto come trombina. Dal punto di vista chimico, la bivalirudina è un peptide di origine sintetica la cui struttura chimica è analoga a quella del composto naturale irudina (un peptide ad azione anticoagulante isolato dalle ghiandole salivari delle sanguisughe).

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2019/05/03/bivalirudina---struttura-chimica-orig.jpeg Redazione
Bivalirudina - Struttura Chimica

Per poter espletare la sua azione anticoagulante, la bivalirudina viene somministrata per via parenterale e, più precisamente, per via endovenosa. I medicinali che la contengono, tuttavia, possono essere utilizzati solo ed esclusivamente in ambito ospedaliero e non possono essere dispensati al pubblico.

Esempi di Medicinali contenenti Bivalirudina

  • Angiox®
  • Bivalirudina Accord®

A Cosa Serve

Indicazioni Terapeutiche della Bivalirudina: quando può essere usata?

Trattandosi di un principio attivo anticoagulante, la bivalirudina viene utilizzata per prevenire la formazione di coaguli di sangue (trombi). Entrando più nel dettaglio, il principio attivo viene impiegato per trattare pazienti:

Avvertenze e Precauzioni

Cosa bisogna sapere prima di assumere la Bivalirudina

Prima della somministrazione della bivalirudina, il personale medico dovrà informare il paziente di quali sono i segni di una reazione allergica (fortunatamente, si tratta di un evento poco comune).

Prima della somministrazione, inoltre, è bene informare il medico se:

  • Si è stati trattati con altri farmaci analoghi alla bivalirudina;
  • Si sta ricevendo un trattamento radioterapico interno noto come brachiterapia.

Ad ogni modo, prima di assumere qualsiasi tipo di medicinale a base di bivalirudina, è necessario informare il medico delle proprie condizioni di salute, mettendolo a conoscenza dell'eventuale presenza di disturbi o malattie di qualsiasi tipo.

Durante il trattamento con bivalirudina, il medico può sottoporre il paziente a regolari controlli al fine di individuare l'eventuale comparsa di sanguinamenti. Qualora ciò dovesse verificarsi, il trattamento verrà interrotto.

Nota Bene

  • L'impiego della bivalirudina in bambini e adolescenti con meno di 18 anni di età NON è raccomandato.
  • Si segnala che l'assunzione di bivalirudina può interferire con il test INR (analisi del sangue).

Interazioni

Interazioni Farmacologiche fra la Bivalirudina e Altri Farmaci

Prima della somministrazione della bivalirudina, il paziente dovrebbe informare il medico se sta assumendo, o ha recentemente assunto, altri farmaci per prevenire la formazione di coaguli, quali altri anticoagulanti o farmaci antiaggreganti piastrinici.

In qualsiasi caso, prima di iniziare il trattamento con bivalirudina, è necessario comunicare al medico se si stanno assumendo, o se sono stati assunti da poco, medicinali o prodotti di qualsiasi tipo, compresi i farmaci senz'obbligo di prescrizione medica (SOP), i farmaci da banco (OTC), i prodotti erboristici e fitoterapici e i prodotti omeopatici.

Effetti Collaterali

Quali Effetti Indesiderati può causare la Bivalirudina?

Come qualsiasi altro principio attivo, anche la bivalirudina può causare effetti indesiderati, benché non tutti i pazienti li manifestino o li manifestino nello stesso modo. Infatti, ogni persona reagisce in maniera soggettiva alla somministrazione del farmaco manifestando effetti indesiderati diversi per tipo ed intensità, oppure non manifestandoli affatto.

I più comuni effetti indesiderati provocati dalla somministrazione di bivalirudina sono rappresentati da sanguinamenti ed emorragie che possono verificarsi a carico di diversi tessuti ed organi.

Effetti indesiderati molto comuni e comuni

Fra gli effetti indesiderati molto comuni e comuni che si possono verificare durante il trattamento con bivalirudina ritroviamo:

  • Sanguinamento minore;
  • Anemia;
  • Formazione di ematomi;
  • Reazioni in corrispondenza del sito si somministrazione.

Effetti indesiderati non comuni e rari

Fra gli effetti indesiderati meno comuni e rari che possono insorgere durante la terapia con bivalirudina, invece, ritroviamo:

Nota Bene

Se uno o più dei sopra citati effetti indesiderati si manifesta durante il ricovero ospedaliero, è necessario allertare immediatamente il personale sanitario. Se invece si è a casa, è necessario contattare subito il medico; qualora ciò non fosse possibile, è necessario recarsi nel più vicino pronto soccorso.

Sovradosaggio

In caso di sovradosaggio da bivalirudina si è esposti ad un maggiore rischio di sanguinamenti ed emorragie. Qualora l'iperdosaggio dovesse verificarsi, la somministrazione del principio attivo deve essere immediatamente interrotta e il paziente deve essere attentamente monitorato. Non esiste un antidoto specifico, pertanto, il trattamento sarà sintomatico e di supporto.

Come Agisce

Come Funziona la Bivalirudina e con quale Meccanismo d'Azione agisce?

La bivalirudina è un inibitore diretto, specifico e reversibile del fattore della coagulazione IIa, meglio noto come trombina. Il principio attivo è in grado di legarsi sia al sito attivo che all'esosito-1 della trombina ed è capace di inibire sia la trombina libera, sia quella legata alla fibrina.

La trombina esercita attività fondamentali nel processo della coagulazione, difatti:

  • Scinde il fibrinogeno in fibrina;
  • Converte il fattore di coagulazione XIII in fattore di coagulazione XIIIa che, a sua volta, favorisce la formazione della rete di fibrina che intrappola le cellule di sangue dando origine al coagulo;
  • Attiva i fattori della coagulazione V e VIII promuovendo un'ulteriore generazione di trombina;
  • Attiva le piastrine stimolandone la degranulazione e l'aggregazione.

Visto il ruolo rivestito dalla trombina nel processo della coagulazione, appare chiaro come la sua inibizione da parte della bivalirudina possa ostacolare la formazione di trombi. Tuttavia, è bene precisare che la bivalirudina è caratterizzata da una rapida insorgenza d'azione ma da una breve durata. In altre parole, l'effetto anticoagulante compare rapidamente ma dura poco.

Dosaggio e Modo d'uso

Come si Usa la Bivalirudina e in quale Dosaggio?

La bivalirudina è disponibile in forma di polvere per concentrato per soluzione iniettabile o per infusione. La somministrazione, pertanto, avviene per via parenterale e, più in particolare, per iniezione o per infusione endovenosa.

La dose di farmaco somministrato dipende dal peso corporeo dal paziente, dal motivo per cui il farmaco deve essere somministrato (vedi capitolo "Indicazioni") e dalla risposta dello stesso paziente al trattamento.

Di seguito, verranno comunque riportate le dosi abitualmente impiegate in terapia:

  • Pazienti con sindrome coronarica acuta:
    • Dose iniziale: 0,1 mg/kg di peso corporeo di bivalirudina somministrati con iniezione endovenosa, seguita da infusione (fleboclisi) in vena di 0,25 mg/kg di peso corporeo per ora per un massimo di 72 ore.
    • Dose successiva se il paziente deve sottoporsi ad intervento coronarico percutaneo (PCI): 0,5 mg/kg di peso corporeo tramite iniezione endovenosa, seguita da infusione in vena di 1,75 mg/kg di peso corporeo per ora per la durata del PCI. Al completamento di questo trattamento, la velocità d'infusione può tornare a 0,25 mg/kg di peso corporeo per ora per altre 4-12 ore.
  • Pazienti che devono sottoporsi ad intervento di bypass coronarico: la terapia con bivalirudina sarà interrotta un'ora prima dell'intervento, oppure sarà somministrata una dose addizionale di bivalirudina di 0,5 mg/kg di peso corporeo mediante iniezione endovenosa, seguita da un'infusione di principio attivo di 1,75 mg/kg di peso corporeo per ora per la durata dell'intervento.
  • Pazienti che iniziano con un intervento coronarico percutaneo: la dose di bivalirudina inizialmente somministrata è di 0,75 mg/kg peso corporeo tramite iniezione endovenosa, immediatamente seguita da un'infusione (fleboclisi) in vena di 1,75 mg/kg peso corporeo/ora per almeno la durata dell'intervento. Dopodiché, l'infusione endovenosa può continuare alla suddetta dose per un massimo di 4 ore dopo l'intervento; lo stesso dicasi per i pazienti con STEMI (un grave tipo di infarto del miocardio), nei quali la somministrazione deve continuare a questa dose per un massimo di 4 ore.

L'infusione può poi essere seguita da un'ulteriore infusione ad una dose di bivalirudina ridotta, corrispondente a 0,25 mg/kg peso corporeo per altre 4-12 ore.

Nei pazienti con problemi/disfunzioni renali e nei pazienti anziani, la quantità di bivalirudina somministrata può essere ridotta.

Gravidanza e Allattamento

La Bivalirudina può essere usato in Gravidanza e durante l'Allattamento?

Non vi sono dati sufficienti in merito alla sicurezza d'uso della bivalirudina durante la gestazione e l'allattamento al seno. Per questo motivo, il trattamento con il principio attivo dovrebbe essere evitato a meno che non sia assolutamente necessario e indispensabile per preservare la salute della paziente.  Sarà il medico a valutare, caso per caso, se e come somministrare il farmaco alle donne in gravidanza e alle madri che allattano al seno.

Controindicazioni

Quando la Bivalirudina NON deve essere usata

L'impiego della bivalirudina NON deve essere effettuato nei seguenti casi:

  • Allergia nota alla stessa bivalirudina e/o ad uno o più degli eccipienti contenuti nel medicinale che si deve utilizzare;
  • Allergia nota alle irudine (gruppo di farmaci anticoagulanti che comprende la lepirudina e la desirudina);
  • Se si è recentemente sofferto di sanguinamenti gastrointestinali, della vescica o di altri organi o tessuti (ad esempio, trace di sangue nelle feci o nelle urine, ecc.);
  • Se si hanno bassi livelli di piastrine nel sangue;
  • Se si soffre di grave ipertensione;
  • Se si è affetti d infezioni del tessuto cardiaco;
  • Se si hanno gravi disturbi renali e/o se si è in dialisi.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista