Antinfiammatorio - Antinfiammatori: cosa sono, a cosa servono, effetti collaterali
Che cos'è un Antinfiammatorio?
Un antinfiammatorio è un farmaco utilizzato per contrastare ed eliminare un processo flogistico (infiammazione).
L'infiammazione è un meccanismo importantissimo per l'organismo, in quanto viene attuato come risposta difensiva in seguito a stimoli di varia natura (ad esempio, insulti infettivi, traumi, insulti termici, ecc.).
L'infiammazione si caratterizza per la comparsa di manifestazioni tipiche, quali:
- Tumor (gonfiore);
- Calor (calore);
- Rubor (rossore);
- Dolor (dolore).
Il processo dovrebbe poi culminare con la riparazione del danno e la sostituzione del tessuto o dei tessuti danneggiati.
Senza la risposta infiammatoria, pertanto, non si attiverebbe quella cascata di segnali il cui fine ultimo è quello di combattere e, preferibilmente, eliminare l'agente responsabile del danno percepito dall'organismo e il ripristino delle condizioni di normalità.
Cosa fare in presenza di infiammazione?
Per contrastare le manifestazioni tipiche dell'infiammazione che possono causare non pochi disagi, così come per intervenire nel caso in cui i meccanismi regolatori del processo infiammatorio non funzionino correttamente o risultino compromessi, è possibile intervenire con la somministrazione di farmaci antinfiammatori.
Nel dettaglio, tali farmaci possono essere suddivisi in due grandi gruppi:
- Farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS;
- Farmaci antinfiammatori steroidei, anche noti come corticosteroidi o cortisonici.
Vediamoli più nel dettaglio.
Farmaci antinfiammatori non steroidei
I farmaci antinfiammatori non steroidei - anche noti con l'acronimo FANS o NSAIDs (dall'inglese Non Steroidal Anti Inflammatory Drugs) - sono fra gli antinfiammatori più comunemente impiegati.
All'interno di questo gruppo sono contenuti moltissimi principi attivi utilizzati per il trattamento di stati infiammatori che caratterizzano molteplici disturbi e malattie. Oltre all'attività antinfiammatoria e antidolorifica, alcuni FANS possiedono anche proprietà antipiretiche.
I FANS possono essere somministrati attraverso differenti vie: orale, rettale, sublinguale, topica (su cute e/o mucose), transdermica (cerotti antinfiammatori per assorbimento transdermico), parenterale. Uno stesso principio attivo può essere contenuto in differenti medicinali adatti a diverse vie di somministrazione.
Tra i principi attivi appartenente alla classe dei FANS, ricordiamo:
- Acido acetilsalicilico;
- Ibuprofene;
- Ketoprofene;
- Flurbiprofene;
- Naprossene (o naproxene);
- Diclofenac;
- Ketorolac;
- Indometacina.
A questi si aggiungono FANS chiamati "inibitori selettivi della COX-2" o "coxib" (vedi sottoparagrafo seguente), quali etoricoxib, parecoxib e celecoxib.
Per approfondire: FANS: cosa sono e quali sono?Antinfiammatori non steroidei: come agiscono?
Gli antinfiammatori non steroidei espletano la loro azione antiflogistica ostacolando la sintesi delle prostaglandine implicate nei processi infiammatori attraverso l'inibizione dell'enzima ciclossigenasi (COX). Di quest'ultimo sono note tre isoforme: COX-1 (un'isoforma costituzionale), COX-2 (un'isoforma inducibile che si attiva in presenza di danni tissutali) e COX-3 (un'isoforma le cui caratteristiche e funzioni non sono ancora state del tutto chiarite).
La COX-2 è responsabile della formazione delle prostaglandine pro-infiammatorie a partire dall'acido arachidonico.
Gli antinfiammatori non steroidei espletano la loro azione antiflogistica ostacolando la sintesi delle prostaglandine implicate nei processi infiammatori attraverso l'inibizione dell'enzima ciclossigenasi (COX). Di quest'ultimo sono note tre isoforme: COX-1 (un'isoforma costituzionale), COX-2 (un'isoforma inducibile che si attiva in presenza di danni tissutali) e COX-3 (un'isoforma le cui caratteristiche e funzioni non sono ancora state del tutto chiarite).
La COX-2 è responsabile della formazione delle prostaglandine pro-infiammatorie a partire dall'acido arachidonico.
I FANS "tradizionali" esercitano la loro attività inibitoria sia nei confronti della COX-2 che nei confronti della COX-1, pertanto, non sono selettivi. Non a caso, alcuni degli effetti indesiderati tipici di questi FANS possono essere ricondotti proprio all'inibizione dell'isoforma costitutiva della ciclossigenasi.
I coxib, invece, vanno ad inibire selettivamente la ciclossigenasi di tipo 2; tuttavia, se da un lato essi comportano meno effetti collaterali rispetto ai FANS non selettivi, dall'altro lato è stato evidenziato che essi possono esporre a un maggior rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari; per tale ragione, il loro impiego è di norma riservato a casi specifici.
Per approfondire, puoi consultare i seguenti articoli:
- Infiammazione e FANS
- FANS - Meccanismo d'Azione, Indicazioni e Storia
- FANS e Prostaglandine: quale relazione?
Principali effetti collaterali degli antinfiammatori non steroidei
Gli effetti collaterali degli antinfiammatori non steroidei sono diversi e possono variare in funzione del principio attivo preso in considerazione, così come in funzione della via di somministrazione adottata.
Ad ogni modo, fra i principali effetti indesiderati causati dai FANS ne ricordiamo alcuni:
- Bruciore gastrico, irritazione gastrica;
- Formazione di ulcere gastriche o peggioramento di ulcere già esistenti;
- Gastrite erosiva;
- Nausea;
- Vomito;
- Dispepsia;
- Inibizione della funzionalità piastrinica;
- Disturbi renali;
- Disturbi del fegato;
- Reazioni in corrispondenza del sito di applicazione (per le formulazioni ad uso topico) o del sito di iniezione (per le formulazioni ad uso parenterale).
Da non dimenticare, inoltre, che qualsiasi tipo di FANS può provocare reazioni allergiche in individui sensibili.
Per approfondire: FANS: Effetti Indesiderati e ControindicazioniFarmaci antinfiammatori steroidei (cortisonici)
I farmaci antinfiammatori steroidei - anche noti come corticosteroidi o cortisonici - sono farmaci con struttura chimica di tipo steroideo derivati dai corticosteroidi naturalmente prodotti dalle ghiandole surrenali all'interno del nostro organismo.
Si tratta di farmaci dotati non solo di attività antinfiammatoria, ma anche di attività immunosoppressiva, che vengono impiegati nel trattamento di diversi disturbi e malattie che presentano una componente infiammatoria e/o autoimmune (ad esempio, patologie reumatiche, reazioni allergiche, asma, dermatiti, ecc.).
Così come i FANS, anche gli antinfiammatori steroidei possono essere somministrati attraverso differenti vie di somministrazione, quali ad esempio: orale, topica (cute o mucose), rettale e parenterale.
Fra i principi attivi appartenenti alla classe de farmaci antinfiammatori steroidei, ricordiamo:
- Idrocortisone;
- Metilprednisolone;
- Prednisolone;
- Prednisone;
- Betametasone;
- Triamcinolone;
- Mometasone furoato;
- Flunisolide.
Antinfiammatori steroidei: come agiscono i cortisonici?
L'azione antinfiammatoria dei corticosteroidi è riconducibile all'inibizione della sintesi dei mediatori dell'infiammazione. Più precisamente, essi stimolano la sintesi di lipocortina e di proteine ad essa correlate, incrementando la loro espressione genica grazie all'interazione con specifici recettori nella cellula. La lipocortina è in grado di inibire la fosfolipasi A2, ossia l'enzima che permette di ottenere l'acido arachidonico a partire dai fosfolipidi di membrana. Poiché dall'acido arachidonico inizia la cascata di reazioni che porta alla sintesi di prostaglandine e leucotrieni pro-infiammatori, inibendone la formazione, i corticosteroidi riescono ad esercitare la loro azione antiflogistica.
Va precisato, tuttavia, che i meccanismi d'azione alla base dell'effetto antinfiammatorio dei corticosteroidi sono noti solo in parte.
L'azione immunosoppressiva dei farmaci antinfiammatori steroidei è anch'essa imputabile all'inibizione della sintesi e della liberazione di importanti mediatori della risposta immunitaria. Ad esempio, i corticosteroidi possono inibire la sintesi di interleuchina 1 (IL-1), una citochina che esercita molteplici effetti, fra cui la stimolazione della proliferazione di linfociti B, l'attivazione dei linfociti T, la produzione di prostaglandine da parte di vari tipi di cellule e la produzione di altre citochine.
Principali effetti collaterali degli antinfiammatori steroidei
Anche in questo caso, gli effetti indesiderati possono variare in funzione del principio attivo preso in considerazione e della via di somministrazione utilizzata.
Ad ogni modo, fra i principali effetti collaterali che possono manifestarsi con il trattamento a base di farmaci antinfiammatori steroidei, ricordiamo:
- Aumento dell'appetito;
- Gonfiore addominale e ritenzione di liquidi;
- Aumento del peso corporeo;
- Assottigliamento della cute;
- Ispessimento del cuoio capelluto;
- Aumento della sudorazione;
- Acne;
- Vampate;
- Debolezza muscolare;
- Ulcera peptica;
- Ritardata guarigione delle ferite;
- Mal di testa;
- Capogiri;
- Fragilità ossea;
- Stanchezza, nervosismo;
- Problemi renali;
- Reazioni in corrispondenza del sito di applicazione (formulazioni per uso topico) o di iniezione (formulazioni per uso parenterale).
Da non escludere, inoltre, la possibile insorgenza di reazioni allergiche in individui sensibili.
Per approfondire: Cortisonici - Antinfiammatori SteroideiQuale Antinfiammatorio scegliere?
La scelta dell'antinfiammatorio da utilizzare deve essere effettuata dal medico dopo aver accertato la causa esatta dello stato infiammatorio che si necessita trattare e dopo aver valutato una serie di fattori, quali:
- Tipologia di disturbo o malattia da trattare;
- Gravità della patologia o del disturbo che si necessita trattare;
- Presenza di eventuali terapie farmacologiche in atto, o assunzione recente, attuale o futura di farmaci o prodotti che potrebbero potenzialmente avere interazioni farmacologiche con l'antinfiammatorio;
- Presenza di eventuali allergie a farmaci antinfiammatori o a farmaci con struttura analoga;
- Presenza di condizioni, disturbi o malattie che possono rendere controindicato l'uso di un antinfiammatorio, o che necessitano di particolare cautela nella sua somministrazione;
- Condizioni di salute generale del paziente.
Appare chiaro, quindi, quanto sia importante una corretta diagnosi e l'intervento del medico affinché la terapia antiflogistica sia la più efficace possibile e la più indicata per ciascun paziente.
Domande frequenti
Di seguito una breve lista di alcune delle domande più frequenti che riguardano l'uso dei farmaci antinfiammatori. Ricordiamo, tuttavia, che quanto riportato ha uno scopo puramente informativo e che non intende sostituirsi al parere del medico o dello specialista, figure sanitarie che vanno sempre consultate prima di assumere qualsivoglia tipo di antinfiammatorio, anche se acquistabile senza ricetta medica.
Dopo quanto tempo fa effetto un Antinfiammatorio?
L'insorgenza dell'effetto terapeutico in seguito all'assunzione di un antinfiammatorio è variabile in funzione del principio attivo scelto e della forma farmaceutica impiegata, quindi dalla via di somministrazione attraverso la quale il principio attivo viene assunto e dalla velocità con cui esso viene assorbito dall'organismo. Tuttavia, è molto importante precisare che non sempre un rapido assorbimento equivale ad una rapida insorgenza d'azione; difatti, vi sono anche altri fattori che possono influire sulla velocità con cui si manifesta l'effetto terapeutico.
Cosa usare al posto degli Antinfiammatori?
Gli antinfiammatori vengono molto spesso impiegati per contrastare il dolore grazie all'azione analgesica che sono in grado di esercitare. Tuttavia, nel caso in cui il dolore sia di grado lieve, potrebbe essere sufficiente l'utilizzo di un blando antidolorifico come alternativa ai farmaci antinfiammatori, come ad esempio il paracetamolo. Naturalmente, si tratta pur sempre di un farmaco che può causare effetti indesiderati presenta controindicazioni; il suo uso quindi, deve essere effettuato solo quando è necessario, seguendo le indicazioni del medico e quelle riportate sul foglietto illustrativo del medicinale e solo dopo aver escluso la presenza di controindicazioni al suo impiego. Per questa ragione, anche in questo caso, è sempre opportuno il consulto preventivo con il proprio medico.
Ad ogni modo, in funzione del disturbo che si deve trattare, al posto degli antinfiammatori, il medico potrebbe consigliare l'assunzione di farmaci diversi o il ricorso a trattamenti specifici.
Potrebbe interessarti: Farmaci Antidolorifici: Quali Sono, Quando si Usano, Come FunzionanoLa Tachipirina® è un antinfiammatorio?
No, la Tachipirina® non è un medicinale ad azione antiflogistica in quanto il principio attivo in essa contenuto, il paracetamolo, NON è un farmaco antinfiammatorio.
Il paracetamolo, difatti, è un principio attivo ad azione analgesica e antipiretica, impiegato per il trattamento di stati febbrili e di stati dolorosi di grado lieve o moderato.
Per approfondire: Paracetamolo: Cos'è, A Cosa Serve, Effetti CollateraliIl Tachidol® è un antinfiammatorio?
No, nemmeno il Tachidol® è un antinfiammatorio. Si tratta, infatti, di un medicinale a base di paracetamolo (analgesico e antipiretico di cui sopra) e codeina, un analgesico oppioide.