Attività Fisica e Invecchiamento
Ultima modifica 25.06.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Meccanismo d’Azione
  3. Primi Studi
  4. Recenti Studi
  5. Altri Effetti
  6. Conclusioni
  7. Bibliografia

Introduzione

Esistono prove dirette a sostegno dell'effetto anti-invecchiamento relativo all'attività fisica regolare.

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Praticato a qualsiasi età, l'esercizio motorio previene la senescenza cellulare dei leucociti o globuli bianchi circolanti e nella parete dei vasi (effetto vaso protettivo), esercitando inoltre effetti benefici di tipo emodinamico, metabolico, anti-infiammatorio ecc.

Meccanismo d’Azione

In che modo l’attività fisica ostacola l’invecchiamento cellulare?

Praticare attività fisica con regolarità determina un incentivo sulla produzione endogena di un enzima molto importante chiamato telomerasi, esercitando un impatto diretto sulla genetica cellulare.

Ovviamente, per capire meglio di cosa si tratti, è necessario soffermarci su cosa sia il telomero e dove si trovi.

Cos'è il telomero e dove si trova?

Il telomero è la regione terminale del cromosoma – da cui deriva il nome stesso – composta di DNA altamente ripetuto, e che non codifica per alcuna sequenza proteica.

Ha tuttavia un ruolo determinante nell'evitare la perdita di informazioni nella duplicazione dei cromosomi.

La DNA polimerasi – un enzima dedicato alla replicazione cromosomica – non è infatti capace di replicare il cromosoma fino alla sua terminazione; se non ci fossero i telomeri, che vengono accorciati ad ogni duplicazione, il processo comporterebbe in ogni occasione una significativa perdita di informazione genetica.

Vi sono prove che questo progressivo accorciamento dei telomeri sia associato all'invecchiamento della cellula e quindi dell'intero organismo.

I telomeri tuttavia – soprattutto a livello delle cellule germinali e di quelle somatiche ad alto tasso di replicazione (globuli bianchi) – vengono normalmente allungati dall'enzima telomerasi, in assenza della quale ad ogni replicazione i telomeri umani si accorcerebbero fino ad esaurirsi.

Primi Studi

Risultati dei primi studi tra attività fisica regolare nel lungo termine e lunghezza dei telomeri

Un team di studiosi ha misurato l'estensione dei telomeri nei campioni di sangue prelevati a un gruppo di sportivi professionisti, comparandoli a quelli di persone della stessa età e in buona salute, non fumatori.

L'attività fisica regolare esercita effetti benefici di tipo emodinamico, metabolico e anti-infiammatorio, tutti in gran parte mediati dall'effetto vasoprotettivo indotto dall'esercizio fisico stesso. I meccanismi molecolari alla base di tale effetto tuttavia non sono noti.

Recentemente Werner e colleghi hanno verificato l'ipotesi, sia sul modello murino che nell'uomo, che i telomeri e le loro proteine regolatorie, noti dagli studi di cancerogenesi per il ruolo primario nei meccanismi di invecchiamento e sopravvivenza cellulare, possano esser coinvolti nella vaso-protezione indotta dall'attività fisica.

Gli autori hanno riscontrato, nei soggetti allenati:

  • un'aumentata attività telomerasica;
  • sovra espressione delle proteine stabilizzanti i telomeri;
  • ridotta espressione dei principali inibitori del ciclo cellulare.

Infine, i soggetti di media età allenati mostravano una ridotta lunghezza dei telomeri in confronto ai controlli non allenati.

Gli autori concludono che l'esercizio fisico regolare induce la sovraespressione di proteine stabilizzanti i telomeri sia a livello vascolare che su cellule circolanti.

Tali effetti, che vedono come mediatori centrali TERT ed eNOS, esercitano un effetto protettivo nei confronti dell'apoptosi vascolare indotta da stress-ossidativo e inducono un rallentamento del fenomeno dell'erosione dei telomeri evidenziabile anche su cellule circolanti.

I dati raccolti fanno luce per la prima volta sui meccanismi molecolari alla base dell'effetto vasoprotettivo, e non solo, indotto dall'attività fisica regolare.

Recenti Studi

Ultimi risultati sulla relazione tra attività fisica regolare nel lungo termine e lunghezza dei telomeri

Portiamo ora i risultati della revisione sistematica di una mata-analisi datata 2021.

Lo scopo di quest'approfondimento è stato di confrontare la lunghezza dei telomeri (TL) tra campioni diversi: uno con stile di vita fisicamente attivo o che segue un programma di esercizi strutturati, un altro con uno stile di vita fisicamente inattivo o altri gruppi di controllo.

La ricerca è stata effettuata sui database PubMed, EMBASE, Cochrane Library e Open Gray fino al 31 marzo 2020. Si sono calcolate le differenze medie standardizzate (SMD) con intervalli di confidenza (CI) del 95% di TL, confrontando individui fisicamente attivi con individui fisicamente inattivi. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando lo strumento di valutazione del rischio di bias per gli studi non randomizzati (RoBANS) per gli studi sull'attività fisica (PA) e il rischio di bias Cochrane (RoB2) per gli studi di intervento sull'esercizio. La certezza dell'evidenza è stata giudicata utilizzando il Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation (GRADE).

Sono stati inclusi 30 studi (24 che valutavano gli effetti della attività fisica e 6 che valutavano gli effetti dell'intervento sull'esercizio) comprendenti 7418 individui.

Gli individui fisicamente attivi avevano telomeri più lunghi (SMD = 0,70, 95% CI 0,12-1,28, certezza molto bassa), specialmente negli individui di mezza età (SMD = 0,90, 95% CI 0,08-1,72, certezza molto bassa) e quando si considerano solo gli atleti (SMD = 0,54, IC 95% 0,18-0,90, certezza molto bassa). Le analisi trim-and-fill hanno rivelato che la maggior parte degli effetti combinati era sovrastimata. Gli interventi di esercizio non hanno prodotto alcun effetto significativo sulla TL.

In conclusione, c'è una certezza molto bassa che gli individui fisicamente attivi abbiano telomeri più lunghi, con un effetto definibile moderato, sul quale non è possibile escludere una certa sopravvalutazione.

Altri Effetti

Altri effetti dell’attività fisica sull’invecchiamento

Al di là dell'effetto sui telomeri, l'attività fisica a carico efficacie ma ragionevole ha comunque numerosi vantaggi sulla riduzione dell'effetto aging globale. Questi toccano la sfera anatomo-funzionale, metabolica, nervosa e psicologica.

L'attività fisica è associata a:

  • Prevenzione della degenerazione articolare (cartilagine) e della sintomatologia annessa, quindi aumento dell'autonomia funzionale in terza età, e prevenzione delle cadute e/o fratture;
  • Aumento e mantenimento della densità ossea, con effetto preventivo sull'osteoporosi e prevenzione delle fratture;
  • Aumento e mantenimento della massa muscolare e della forza, con effetto preventivo sulla sarcopenia, quindi aumento dell'autonomia funzionale in terza età, e prevenzione delle cadute e/o fratture;
  • Mantenimento di aspetti atletici di natura nervosa centrale e periferica, come: coordinazione, agilità, destrezza, riflessi ecc. quindi dell'autonomia funzionale in terza età, con prevenzione delle cadute e/o fratture;
  • Maggior lucidità e prestanza cognitiva ad eziologia multifattoriale; partecipano a questo effetto una miglior ossigenazione, la produzione di fattore neurotrofico cerebrale (BDNF), l'effetto preventivo su sintomi depressivi ed ansiosi, e sui disturbi del sonno ecc.
  • Prevenzione degli eventi cardio-vascolari invalidanti, come ictus ed infarto, grazie all'effetto positivo metabolico, ma anche alla correlazione negativa con tabagismo, abuso alcolico, sovrappeso ecc.
  • Miglior salute digerente, soprattutto nella prevenzione della stipsi; si correlano inoltre alla sedentarietà: litiasi biliare, calcolosi renale, patologie gastriche ed esofagee, steatosi epatica grassa (in presenza di bilancio calorico positivo) ecc.
  • Ottimizzazione degli stimoli fisiologici di sonno, fame, sete ecc. Con gli intuibili vantaggi del caso;

Ecc.

Conclusioni

Negli studi analizzati, la perdita di telomero era particolarmente ridotta negli atleti più anziani che praticato fatto esercizio per molti anni.

L'allenamento fisico potrebbe quindi prevenire la senescenza cellulare nei leucociti circolanti e nella parete del vaso. Questo perchè l'attività di lungo termine potrebbe attivare la telomerasi dei globuli bianchi.

Ciò nonostante, la revisione sistematica più recente eseguita (2021) su metanalisi ha dimostrato evidenze piuttosto deboli che, alle conclusioni dell'equipe, non andrebbero sopravvalutate.

Bibliografia

  • Cfr. Werner C. 14/01/2010 – Meccanismi molecolari dell'effetto vasoprotettivo indotto dall'esercizio fisico – Werner C et al. Physical exercise prevents cellular senescence in circulating leukocytes and in the vessel wall. Circulation. 2009;120:2438-2447.
  • Cfr. Werner C, Fürster T, Widmann T, Pöss J, Roggia C, Hanhoun M, Scharhag J, Büchner N, Meyer T, Kindermann W, Haendeler J, Böhm M, Laufs U Circulation. 2009 Dec 15;120(24):2438-47. Physical exercise prevents cellular senescence in circulating leukocytes and in the vessel wall.
  • Klinik für Innere Medizin III, Kardiologie, Angiologie und Internistische Intensivmedizin, Universitätsklinikum des Saarlandes, 66421 Homburg/Saar, Germany.
  • Effect of physical activity and exercise on telomere length: Systematic review with meta-analysis - Cristina Valente, Renato Andrade, Luis Alvarez, Alexandre Rebelo-Marques, Emmanuel Stamatakis, João Espregueira-Mendes - J Am Geriatr Soc . 2021 Jun 23.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer