Ultima modifica 07.04.2020
INDICE
  1. Cos’è la Portulaca?
  2. Descrizione
  3. Proprietà Nutrizionali Portulaca
  4. Portulaca in Cucina
  5. Altri Usi
  6. Controindicazioni
  7. Botanica

Cos’è la Portulaca?

Generalità sulla portulaca

La portulcaca è una pianta selvatica commestibile.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/01/13/portulaca-orig.jpeg Shutterstock

Erbacea succulenta (o grassa) e tipicamente marittima, la portulaca è diffusa spontaneamente in tutti i litorali costieri del Bacino Mediterraneo. In agricoltura se ne producono molte tipologie differenti, tutte di piccole dimensioni.

In ambito nutrizionale la portulaca è catalogata nel VI gruppo fondamentale degli alimenti: "Ortaggi e Frutti Fonti di vitamina A". In cucina viene utilizzata principalmente come contorno crudo o cotto, e in veste di ingrediente principale o secondario per alcune ricette più elaborate.

Sinonimi della portulaca

Sono sinonimi di portulaca: verdolaga, little hogweed, red root, pursley e khorfe. In alcune parti dell'India, la portulaca è conosciuta (in lingue diverse) come: sanhti, punarva, paruppu keerai, gangavalli e kulfa.

Descrizione

Descrizione della portulaca

La portulaca raggiunge al massimo i 40 cm di altezza. Ha uno stelo liscio e rossastro, prostrato, dal quale spuntano numerose foglie alternate e raggruppate alla base dell'inserzione. I fiori sono color giallo ed hanno cinque petali regolari, larghi fino a 6 millimetri, a forma di cuore; sbocciano singolarmente, per poche ore, durante le mattinate soleggiate. La fioritura non è stagionale ma segue l'andamento delle precipitazioni piovose. I semi sono racchiusi in un piccolo baccello che si apre solo a piena maturazione. La porzione sotterranea è caratterizzata da un unico fittone dal quale si aprono numerose radici fibrose.

Proprietà Nutrizionali Portulaca

Caratteristiche nutrizionali della portulaca

La portulaca è un prodotto che appartiene al VI gruppo fondamentale degli alimenti: Ortaggi e Frutti Fonti di vitamina A. Ha un apporto calorico molto basso, fornito principalmente dai carboidrati e dalle proteine. I lipidi sono quantitativamente irrisori ma di ottima qualità. I glucidi sono tendenzialmente semplici (glucosio e fruttosio), i peptidi a basso valore biologico (discreta anche la percentuale di amminoacidi liberi, tra cui l'acido glutammico, l'alanina ecc) e gli acidi grassi insaturi. La portulaca contiene più omega 3 (acido alfa-linolenicoacido grasso essenziale) di qualsiasi altra pianta vegetale a foglia. Gli studi dimostrano anche che la portulaca contiene 0,01 mg/g di acido eicosapentaenoico (EPA – altro omega 3, non propriamente essenziale ma molto attivo dal punto di vista metabolico).

La concentrazione precisa di fibre è sconosciuta; il colesterolo è assente, così come l'istamina, il glutine e il lattosio.

La portulaca contiene molte vitamine, principalmente vitamina A (retinolo ed equivalenti), vitamina C (acido ascorbico), vitamina E (alfa-tocoferolo) e piccole concentrazioni di vitamine B. Ottime anche le concentrazioni di certi minerali come il magnesio, il manganese, il potassio e il ferro (anche se poco biodisponibile).

La portulaca è un alimento che può essere utilizzato in qualsiasi regime alimentare. Non ha controindicazioni per le diete dimagranti in caso di sovrappeso e per gli schemi alimentari concepiti per combattere le patologie metaboliche (ipertensione, diabete mellito tipo 2, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia ecc). Al contrario, grazie alla sua concentrazione di omega 3 e di vitamine antiossidanti, la portulaca cruda può essere considerata addirittura benefica nel trattamento dei dismetabolismi.

È pertinente anche nell'alimentazione del celiaco, dell'intollerante al lattosio e dell'intollerante all'istamina. Viene ammessa anche nella dieta vegetariana, vegana e di tutte le religioni.

Pur non essendo nota la quantità precisa di fibre, è invece conosciuta la loro natura chimica. Si tratta principalmente di composti mucillaginosi, idrosolubili, ottimi per modulare l'assorbimento intestinale, alimentare la flora batterica intestinale (funzione prebiotica) e contrastare la stipsi (in associazione alle giuste quantità d'acqua) evitando gli effetti collaterali tipici delle fibre insolubili (come quelle prevalenti nella crusca) tipo: gonfiore, meteorismo, diarrea, tensione addominale e flatulenza. Attenzione però, quantità eccessive di portulaca cruda, per la presenza di acido ossalico, possono comunque creare una reazione intestinale avversa.

L'unica controindicazione effettiva della portulaca sembra quindi essere la presenza di acido ossalico che, dando origine agli ossalati, oltre ad esercitare un effetto antinutrizionale nell'intestino (chelante per certi minerali come il calcio e responsabile della produzuione di gas), nei soggetti predisposti promuove la formazione di calcoli renali.

Essendo termolabili, gli ossalati possono essere diminuiti efficacemente per mezzo della cottura. D'altro canto, le temperature elevate compromettono anche l'integrità di vari nutrienti benefici come ad esempio la vitamina C e gli acidi grassi essenziali polinsaturi omega 3. Inoltre, lessando la portulaca in acqua si provoca anche una certa dispersione di minerali per diluizione nel liquido di cottura.

La porzione media di portulaca è di circa 50-100 g a crudo o 150-200 g a cotto, per un totale di 10-40 kcal.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/01/09/percentuale-macronutrienti-energetici-portulaca-cruda-orig.jpeg Redazione

Portulaca, cruda

Valori nutrizionali per 100 g

 Quantità % *
Energia 20,0 kcal  

Carboidrati totali

3,39 g

 

Amido

- g  
Zuccheri Semplici - g  
Fibre - g  
Grassi 0,36 g  
Saturi - g  
Monoinsaturi - g  
Polinsaturi - g  
Proteine 2,03 g  
Acqua 92,86 g  
Vitamine    
Vitamina A equivalente - µg  
Beta-Carotene - µg  
Luteina Zexantina - µg  
Vitamina A 1320 IU  
Tiamina o vit B1 0,047 mg 4%
Riboflavina o vit B2 0,112 mg 9%
Niacina o vit PP o vit B3 0,48 mg 3%
Acido Pantotenico o vit B5 - mg  
 Piridossina o vit B6 0,073 mg 6%
Folati

12,0 µg

3%
Colina - mg  
 Vitamina C o acido ascorbico 21 mg 25%
Vitamina D

- µg

 
Vitamina E 12,2 mg 81%
Vitamina K - µg  
Minerali
Calcio 65,0 mg 7%
Ferro 1,99 mg 15%

Magnesio

68,0 mg 19%
Manganese 0,303 mg 14% 
Fosforo 6,0 mg 44%
Potassio 494,0 mg 11%
Sodio - mg  
Zinco 0,17 mg 2%
Floruro - µg  

*Le percentuali (approssimate) si riferiscono alla razione raccomandata statunitense (US) per la popolazione adulta

Portulaca in Cucina

Cosa si mangia della portulaca?

Della portulaca si mangiano i gambi, le foglie e i boccioli dei fiori. Cruda in insalata o cotta, non ha nulla da invidiare a qualunque ortaggio. I metodi di cottura sono prevalentemente: lessatura (in acqua o a vapore), in padella e stufatura (ad esempio nelle zuppe).

Sapore e gusto della portulaca

La portulaca ha un sapore abbastanza caratteristico ma tenue. I gusti prevalenti sono l'aspro e il salato. Le note acidule, massime nel periodo primaverile e soprattutto quando la pianta viene raccolta nelle prime ore del mattino, sono conferite dall'acido ossalico e dall'acido malico (metabolismo dell'acido crassulaceo – CAM – tipico delle piante che vivono in condizioni di siccità); quelle sapide invece, dai minerali (sodio, magnesio, potassio ecc) e dall'acido glutammico.

Come si mangia la portulaca in Italia?

In Italia, soprattutto in Campania, la portulaca viene raccolta ed utilizzata a crudo come la rucola selvatica.

In Romagna e nel litorale marchigiano, la portulaca e gli agretti rappresentano le tipiche verdure selvatiche marittime da lessare.

Immancabile nella misticanza tosco-laziale di verdure dell'orto e selvatiche, la portulaca o porcacchia è anche nota (soprattutto in Corsica) come "erba fratesca"; questo nome gli fu attribuito in passato quando i frati passavano regolarmente di casa in casa per riscuotere l'obolo.

In Sicilia, la purciddana (così chiamano la portulaca) è un ingrediente essenziale dell'insalata ferragostana (pomodori, cipolla, olio d'oliva, aceto e sale), ma anche dell'insalata di verdure lesse e delle frittelle (con pastella di farina e acqua).

Come si mangia la portulaca all'estero?

Screditata nel continente americano settentrionale, la portulaca è invece consumata regolarmente in gran parte dell'Europa mediterranea, in Medio Oriente, in Asia e in Messico.

Gli aborigeni australiani usano tuttora i semi di portulaca per preparare un alimento simile al semolino.

In Grecia invece, dov'è conosciuta come andrakla o glystrida, se ne mangiano le foglie e gli steli in insalata, assieme alla feta e ad altre verdure come il pomodoro e la cipolla; il tutto viene condito con aglio, origano ed olio d'oliva. Sempre in Grecia la portulaca è diffusa lessa o nello stufato di pollo.

In Turchia, oltre che nelle insalate e nei dolci da forno, la portulaca viene cotta in maniera simile agli spinaci o viene mescolata allo yogurt per ottenere una specie di tsatsiki (antipasto – salsa – contorno).

Allo stesso modo, in Egitto, il reglah (nome locale della portulaca) viene stufato assieme ad altre verdure miste.

Nota come bakleh in Siria e in Libano, è consumata cruda in insalata (fattoush) o cotta e utilizzata come guarnitura nel fatayeh (pasticcini salati di forma triangolare).

In Albania, sotto il nome di burdullak, viene stufata a fuoco lento o lessata, condita con olio d'oliva, ed utilizzata assieme ad altri ingredienti come ripieno negli strati del byrek.

A sud del Portogallo (Alentejo), il baldroegas è usato come ingrediente nella tipica zuppa.

In Pakistan è nota come qulfa e viene cotta negli stufati assieme alle lenticchie.

Altri Usi

Utilizzo della portulaca nella medicina popolare

Anche nota come Ma Chi Xian (pinyin – tradotto "amaranto dente di cavallo") in medicina tradizionale cinese, la portulaca è impiegata ad uso topico per curare le punture degli insetti, l'eczema, i foruncoli, le vesciche e le piaghe; per via interna viene usata contro la diarrea, la dissenteria infettiva, le emorroidi, il sanguinamento postpartum e il sanguinamento intestinale.

Ovviamente, la maggior parte di queste applicazioni non trova riscontro nella medicina convenzionale.

Controindicazioni

Controindicazioni dell'uso di portulaca

L'uso della portulaca è controindicato in gravidanza e per i soggetti con difficoltà digestive di qualunque genere.

Botanica

Cenni botanici sulla portulaca

La portulaca è una pianta erbacea grassa, succulenta, appartenente alla Famiglia botanica Portulacaceae, Genere Portulaca e specie oleracea (P. oleracea). Tendenzialmente spontanea e selvatica, in alcune zone è addirittura considerata infestante. Rustica e resistente, ben tollera i terreni poveri, compatti ed aridi. Grazie alla sua commestibilità, viene coltivata a scopo alimentare umano in oltre 40 tipi di cultivar differenti.

Distribuzione della portulaca

La portulaca si distribuisce, anche grazie all'intervento dell'uomo (antropogenia), in tutto il Vecchio Mondo; è particolarmente diffusa in Nord Africa, in Europa Meridionale, in Medio Oriente (Iran) e nel subcontinente indiano (Malesia e Australasia).

Lo stato delle cultivar di portulaca diffuse nel Nuovo Mondo è incerto. Viene generalmente considerata esotica o aliena, anche se alcune prove suggeriscono una presunta diffusione in epoca precolombiana; pare infatti che la pianta venisse normalmente consumata dai nativi americani, i quali avrebbero successivamente diffuso i semi in tutto il continente.

Naturalizzata anche in altri luoghi, la portulaca viene generalmente considerata infestante.

Portulaca in agricoltura

La portulaca ricopre il terreno creando un microclima favorevole alle piante vicine, stabilizzando l'umidità del terreno. Le sue radici consentono di sfruttare l'acqua e le sostanze nutritive celate in profondità. Il mais ad esempio, si sviluppa seguendo le radici della portulaca che fungono da "trivella" nei terreni più duri e compatti (facilitazione ecologica). Nei terreni incolti, la presenza di portulaca è considerata positiva.

Cenni storici sulla portulaca

I reperti archeobotanici di vari siti preistorici suggeriscono che la portulaca è da sempre usatissima in molti paesi del Bacino Mediterraneo Orientale.

Tracce dei suoi semi risalenti al VII secolo a.C. sono stati recuperati in Grecia (Kastanas) così come in Turchia (Heraion).

Nel quarto secolo a.C., Teofrasto (filosofo greco) menzionò la portulaca tra le numerose erbe estive commestibili da seminare in aprile.

La portulaca figura anche in "Marvels of Milan" (1288) di Bonvesin de la Riva, più precisamente nella lista delle piante commestibili di cui godevano i milanesi nel XIII secolo.

Le proprietà curative e protettive della portulaca sono note fin dall'antichità, tant'è che Plinio il Vecchio consigliava di indossare la pianta come amuleto per contrastare gli influssi malefici (cit. Storia Naturale 20.210).

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer