Foraging: quali sono i benefici nel nutrirsi di bacche ed erbe spontanee?

Introduzione
Potrà sembrare una pratica di gran moda, ma in realtà non è altro che l'evoluzione dell'alimurgia praticata dai nostri antenati che un tempo si nutrivano molto spesso di alimenti poveri, che crescevano spontaneamente in natura, e che non subivano alcuna trasformazine. Dalla terra al piatto, la base del foraging ovvero utrirsi di erbe spontanee, piccoli frutti, bacce, foglie e corteccia. Si tratta, in sostanza, di uno stile alimentare, ma anche di una filosofia sostenibile che promuove la biodiversità, andatasi ad affermare sempre di più negli ultimi anni. Lo pratica la gente comune, senza particolari competenze botaniche ma con le informazioni necessarie per conoscere di cosa ci si può cibare, ma anche chef stellati. Erbe spontanee e cibo selvatico, che finiscono sempre più spesso sulle nostre tavole, e che vantano benefici per l'organismo e per l'ambiente. Alcuni chef raccoglitori, poi, recuperano anche insetti ed elementi insoliti (Rene Redzepi, chef del Noma di Copenhagen, pioniere del foraging, insegna) Questi alimenti antichi, ma di tendenza, infatti, promuovono la biodiversità, preservando alcune tipologie di piante autoctone e le tradizioni locali.
Foraging: cos'è?
Tutto ha avuto inizio nei paesi scandinavi, in cui si è cominciato a praticare foraging e ad inserire nei menù di noti ristoranti erbe spontanee, bacche, radici, e foglie. Un modo innovativo di cucinare, recuperando le tradizioni del passato e le materie prime selvatiche del territorio. Foraging significa in sostanza, raccogliere bacche, fiori, licheni, funghi, foglie e cortecce degli alberi, ma anche alghe, a seconda che si pratichi in campagna, in un bosco alpino o in mare. Recuperare frutti commestibili che la natura offre allo stato selvatico, oltre ai già noti e disponibili ormai ovunaque, frutti di bosco. Parliamo di sapori dimenticati, e spesso robusti, amari o aspri, ma in grado di donare un gusto inconfondibile ad alcune pietanze, mai assaggiato prima d'ora. Consumare questi cibi selvatici, inoltre, garantisce un apporto vitaminico e di sali minerali davvero prezioso. Spesso, bacche, erbe e radici, ovviamente di stagione, sono vere e proprie miniere di nutrienti benefici per l'organismo.
Come si pratica il Foraging nel rispetto dell'ambiente?
Il foraging si può praticare in campagna, nei boschi, tra i campi, al lago e anche al mare, ossia ovunque si possano trovare prodotti della natura commestibili. La raccolta, tuttavia, deve essere davvero sostenibile, nel pieno rispetto dell'ambiente. Per far sì che ciò avvenga, è bene rispettare alcune semplici regole, come: raccogliere erbe e frutti in zone non inquinate (evitare il ciglio delle strade trafficate, oppure poste nelle zone limitrofe ad aree industruali); non entrare in riserve naturali e zone protette; raccogliere solo la parte superiore della pianta, senza strappare le radici o danneggiare il terreno circostante; raccogliere la corteccia soltanto da alberi abbattuti e non quella degli alberi vivi.
I Benefici del foraging
Praticare il foraging porta beneficio sia per l'azione della raccolta, spesso immersiva e simile al forest bathing, quindi al bagno nella foresta, sia per le sostanze nutritive contenute in fiori, foglie, ed piante selvatiche, spesso ricchi di antiossidanti che svolgono un'azione antinfiammatoria. Ecco i principali benefici del foraging sull'organismo:
- Protegge il sistema cardiovascolare
- Riduce lo stress ossidativo
- Abbassa il colesterolo
- Riduce tensione e stress
- Funzione depurativa e diuretica: le erbe raccolte hanno spesso questa funzione disintossicante
Foraging in cucina: cosa si mangia?
Non tutto ciò che si trova in natura può essere consumato. Ma tra gli alimenti selvatici commestibili, che possono essere introdotti in cucina nella preparazione di pietanze rustiche e dal sapore unico, nonchè sane e benefiche, ci sono, ad esempio:
- Tarassaco: è un concentrato di fibre solubili, fitosteroli, antiossidanti fenolici, potassio, magnesio, vitamina C e carotenoidi. Ha proprietà depurative e drenanti;
- Portulaca: una pianta infestante, simile ad una succulenta, che nelle sue varietà commestibili si può usare come contorno, cruda in insalata, o cotta come fossero spinaci.
- Luppolo: vanta proprietà digestive e stimola la produzione di succhi gastrici. Indicato per chi soffre di gastrtite, anche nervosa. In cucina viene impiegato in minestre, zuppe, risotti o frittate;
- Getto di rovo, nella parte senza spine, si può consumare, sempre cotto, al posto delle più consuete verdure
- Cicoria selvatica
- Cortecce: la parte interna di alberi come l'abete rosso e bianco (già abbattuti, non vivi) può essere macinata per ottenere una speciale farina;
- Foglie del fico selvatico si ricava un'originale bevanda da infusione
- Ortiche: hanno proprietà diuretiche e antinfiammatorie, favoririsono la diuresi, e le foglie vengono impiegate per il trattamento di reumatismi, artriti, dolori muscolari e dolori articolari. Si usano per decotti, o nella preprazione di gustosi risotti, frittate e minestre;
- Frutti di bosco: hanno proprietà antiossidanti, e sono benefici per il sistema circolatorio. In cucina sono versatili sia in preparazioni dolci che salate;
- Funghi freschi (se non si è esperti è necessario farli controllare prima di consumarli).