
Cosa Sono
Che cosa sono le Fibre?
Le fibre alimentari sono un gruppo eterogeneo di molecole (ad esempio, alcuni glucidi complessi o la lignina) composte da legami glicosidici che non possono essere idrolizzati (spezzati) dagli enzimi digestivi umani della saliva, dei succhi pancreatici e dell'orletto a spazzola intestinale.

Nonostante tutti i tipi di fibra alimentare vengano comunemente raggruppati sotto il termine univoco di "fibre", gli specialisti hanno definito con maggior accuratezza DUE sottogruppi che le distinguono in base alle proprietà chimiche e al conseguente effetto metabolico che rivestono; si tratta delle fibre VISCOSE e delle fibre NON VISCOSE.
Nota Bene: la dicitura fibre viscose e non viscose NON è sinonimo di solubili e insolubili. Da alcune ricerche si è osservato che la solubilità delle fibre non rappresenta sempre un valido criterio di predizione della capacità di gelificare, quindi del loro potenziale effetto metabolico; ciò nonostante, i termini fibre solubili e fibre insolubili sono ancora largamente diffusi tra i professionisti dell'alimentazione e della nutrizione umana.
Fibre nell'Alimentazione Umana
Fibre viscose e non viscose: quali sono le più presenti nell'alimentazione umana?
Le fibre maggiormente presenti negli alimenti di largo consumo sono:
- Lignina: composto polifenolico complesso e tridimensionale contenuto nella parete cellulare delle piante;
- Cellulosa: glucide polimerico complesso con legami glicosidici β-1,4 contenuto nella parete cellulare delle piante;
- Beta-glucani: glucidi polimerici complessi con legami glicosidici β-1,3 e β-1,4 (contenuti soprattutto nell'avena e nell'orzo);
- Emicellulose: glucidi polimerici complessi misti (formati da pentosi ed esosi) che, come le cellulose, sono contenute soprattutto nella parete cellulare delle piante;
- Pectine: glucidi polimerici complessi viscosi contenuti soprattutto nella frutta;
- Gomme: glucidi polimerici complessi viscosi contenuti soprattutto nei semi;
- Inulina e oligofruttosio: glucidi polimerici (lunghi e corti) complessi viscosi composti da fruttosio che terminano con una molecola di glucosio; si trovano prevalentemente nelle radici e nei bulbi come le cipolle e i topinambur;
- Amido resistente o NON disponibile: tipico delle pareti cellulari vegetali, non può essere digerito perché sequestrato da altre componenti non digeribili o perché strutturalmente alterato; ne sono fonti abbondanti le banane e i legumi CRUDI. Nota Bene: l'amido resistente o NON digeribile può essere formato/convertito dalla cottura o dal raffreddamento.
FIBRE SOLUBILI | FIBRE NON SOLUBILI |
Beta-glucani, gomme, mucillagini (e.g., psillio, lino), pectine ed alcune emicellulose. Avena e derivati, carote, cipolla, buccia della mela ed albedo degli agrumi, e legumi (fagioli secchi, piselli e lenticchie) sono ottime fonti di fibre solubili. |
Cellulosa, lignina, alcune pectine ed alcune emicellulose. |
FIBRE VISCOSE | FIBRE NON VISCOSE |
Pectine, beta-glucani, alcune gomme (gomma di guar) e mucillagini (psyllium). | Cellulosa, lignina, ed alcune emicellulose. |
FIBRE FERMENTABILI | FIBRE NON FERMENTABILI |
Pectine, beta-glucani, gomma di guar, inulina e FOS sono rapidamente fermentati. Gli alimenti che sono ricchi di fibre fermentabili sono avena e orzo, oltre a frutta e verdura. | Cellulosa e lignina. Le fibre dei cereali molto ricche in cellulosa, come la crusca di frumento, sono relativamente resistenti alla fermentazione batterica. |
A Cosa Servono
Fibre viscose e non viscose: a cosa servono?
Le fibre viscose e le fibre non viscose possiedono diverse caratteristiche comuni; ad esempio, entrambi i tipi di fibra alimentare:
- Prevengono e curano la stipsi intestinale;
- Intervengono positivamente sulla prevenzione della malattia diverticolare;
- Intervengono positivamente sulla prevenzione dell'accumulo di scorie tossiche e cancerogene (anche se la correlazione tra fibra alimentare e cancro del colon retto non è ancora ben definita).
D'altro canto, le diverse fibre hanno proprietà chimico-fisiche differenti. Quelle viscose si caratterizzano per una notevole solubilità; esse, diluite in acqua, formano un vero e proprio gel, mentre quelle non viscose rimangono intatte e (previo fermentazione batterica nel colon) favoriscono la produzione di gas intestinali.
L'aspetto più interessante relativo all'apporto di fibre viscose e non viscose è stato portato in evidenza da uno studio randomizzato del NIH-AARP - Diet and Health Study, condotto su soggetti in età geriatrica; tale ricerca ha dimostrato che: "il campione di anziani caratterizzato da una dieta con maggior introito di fibre (sia viscose, sia non viscose) vanta un indice di mortalità del 22% INFERIORE rispetto a quello con un regime alimentare povero di componenti fibrose".
Le fibre viscose e quelle non viscose (in quantità che si attestano sui 30 g/die) preservano lo stato di salute dell'essere umano e prevengono l'insorgenza di alcune malattie, soprattutto nella terza età.
Quali Differenze?
Fibre viscose: in cosa sono differenti da quelle NON viscose?
Le fibre viscose (che sono contenute maggiormente nell'avena, nei legumi, nella frutta e negli ortaggi) comprendono il gruppo delle pectine, dei beta-glucani, di alcune gomme (ad esempio, gomma di guar) e delle mucillagini (ad esempio, psyllium); si tratta di molecole tipicamente solubili che determinano soprattutto:
- Un aumento della sazietà per azione meccanica sulle pareti dello stomaco;
- Una modulazione dell'assorbimento intestinale, più precisamente:
- Intervengono positivamente sulla prevenzione del Diabete Mellito tipo 2 (più fibre totali nella dieta determinano un miglioramento dell'indice glicemico e una diminuzione del carico glicemico);
- Intervengono positivamente sulla prevenzione di alcune malattie cardiovascolari (più fibre totali nella dieta determinano una modulazione ottimale dell'assorbimento dei lipidi con miglioramento del profilo ematico dei grassi).
Più precisamente, le fibre viscose svolgono un ruolo determinante nella modulazione della lipidemia, RIDUCENDO il colesterolo LDL nel siero (volgarmente detto "cattivo"); inoltre, modulando l'assorbimento dei nutrienti energetici moderando l'indice glicemico del pasto, con effetto benefico sulla risposta insulinica complessiva.