Ultima modifica 18.03.2020

« Dieta Come Causa di Epatite


Dopo aver illustrato il ruolo dell'alimentazione come possible causa di vari tipi di epatite, cerchiamo di capire quali sono gli obbiettivi di una dieta finalizzata al trattamento delle sofferenze epatiche.
Dieta ed Epatite TrattamentoSia in caso di epatite acuta che di epatite cronica, la dieta si pone l'obiettivo di: RIDURRE l'affaticamento dell'organo, COMPENSARE un eventuale carenza delle sue funzioni metaboliche, ELIMINARE le cause predisponenti (se dietetiche) e PREVENIRE un peggioramento della patologia.
Per quanto possa sembrare strano, in molti casi NON è possibile perseguire tutti i suddetti obbiettivi contemporaneamente; si rende quindi necessaria una scelta tra le varie possibilità. Questa decisione (SEMRE e SOLTANTO a DISCREZIONE del MEDICO SPECIALISTA CURANTE) va svolta in funzione di alcuni fattori primari, che sono: gravità dell'epatite, funzionalità ed insufficienza dell'organo, altre comorbilità, prognosi e caratteristiche soggettive del paziente ecc.. In definitiva, NON esiste UNA SOLA dieta per l'epatite, poiché questa va stabilita in base alla situazione; non è quindi un caso come varie diete per l'epatite possano essere anche quasi diametralmente opposte l'una dall'altra. Inoltre, per quanto siano potenzialmente (ma non necessariamente!) correlate, è doveroso specificare che "epatite" e: INSUFFICIENZA EPATICA, FIBROSI EPATICA, CIRROSI EPATICA o CARCINOMA EPATICO NON sono sinonimi! E' infatti possibile che un'epatite acuta grave provochi insufficienza epatica transitoria ma curabile, o che un'epatite cronica non induca insufficienza epatica ma tenda ad evolvere lentamente in fibrosi e poi in cirrosi; ancora, è possibile che da una steatoepatite si passi rapidamente ad uno stato cirrotico lieve ma stabile. Insomma, le possibilità sono davvero molte!
Ad ogni modo, tra tutta questa doverosa variabilità, esistono alcune regole UNIVOCAMENTE condivisibili, che sono:

  1. ABOLIZIONE dell'ALCOL
  2. ABOLIZIONE di FARMACI e INTEGRATORI alimentari NON NECESSARI
  3. ABOLIZIONE/RIDUZIONE ai minimi termini di ALTRI NERVINI (caffè, tè, cioccolato...) e del SALE (e, volendo, anche dello ZUCCHERO) AGGIUNTO
  4. ABOLIZIONE di CIBI SPAZZATURA o comunque GRASSI o comunque ricchi di ZUCCHERI RAFFINATI
  5. REGOLARIZZAZIONE dei pasti e TENDENZA all'EQUILIBRIO NUTRIIZONALE (VIETATI sia il DIGIUNO che l'ECCESSO CALORICO, soprattutto se oltre il 10% della NORMOcalorica).

ATTENZIONE! L'articolo si riferisce alla DIETA intesa come nutrizione ALIMENTARE per l'epatite, esclude quindi la nutrizione ENTERALE e PARENTERALE! Ovviamente, in caso di epatite grave (o comunque nel pieno della sintomatologia acuta), è più usuale l'impiego della parenterale; tuttavia, nei lunghi periodi di nutrizione artificiale, è sempre maggiormente indicato l'utilizzo di quella enterale, che garantisce il mantenimento della funzionalità dei vari organi digerenti.
Per prima cosa, analizzeremo la dieta per la steatoepatite alcolica e/o alimentare; poi, verrà descritta la dieta per l'epatite SENZA compromissioni gravi della funzionalità epatica. Infine, si citeranno dei principi nutrizionali di base per la degenerazione epatica e le complicanze alle quali si associa (ascite, encefalopatia, ipertensione portale, emorragie ecc.).

Dieta per la SteatoEpatite Alcolica e/o Alimentare - Dieta per il Fegato Grasso

La steatoepatite è il disturbo epatico maggiormente diffuso nelle popolazioni dei paesi INDUSTRIALIZZATI.

La dieta per questa epatite (che può essere acuta o cronica a seconda del caso) è, a dir il vero, molto semplice. In primo luogo, è FONDAMENTALE rimuovere l'origine eziologica della steatosi, ovvero l'abuso di alcol da un lato e l'abuso alimentare dall'altro (eventualmente, entrambi!). Poi, trattandosi di una condizione frequentemente legata a sovrappeso/obesità, la dieta dovrebbe associarsi ad un programma di attività fisica motoria ed acquisire un certo effetto dimagrante; in definitiva, la dieta per la steatosi grassa è spesso un regime alimentare ipocalorico che sottrae il 30% dell'energia totale necessaria al mantenimento del peso normale.
L'organizzazione nutrizionale è abbastanza rigida, soprattutto per quel che concerne l'assenza di alcolici, di alimenti dolci e di cibi spazzatura. E' richiesta l'abolizione di saccarosio aggiunto (e degli alimenti che lo contengono), e del sale da cucina (nonché degli alimenti che lo includono). La fonte lipidica principale è l'olio d'oliva extravergine, quella proteica è mista, quindi composta da alimenti animali e vegetali, mentre gli zuccheri semplici sono SOLO contenuti nei vegetali in forma grezza e nei latticini (frutta, verdura, latte parzialmente scremato e yogurt naturale). Tutti i cereali sono integrali e possibilmente interi (non sotto forma di farine e derivati); questi vanno comunque alternati ai legumi, ottenendo un rapporto cereali legumi di 2:1 o anche 1:1. Gli ortaggi, da mangiare in forma cruda e cotta alternate, sono di stagione e in porzioni che oscillano tra i 100 ed i 200g sia a pranzo, sia a cena. Frutta e yogurt strutturano alternamente i pasti secondari.
La ripartizione in nutrienti energetici è equilibrata, ovvero: circa 1g/kg di peso FISIOLOGICO DESIDERABILE in proteine, 25% di lipidi con la maggior quantità possibile di insaturi (rapporto omega3/omega6 1:4 - omega 9 in abbondanza), ed il resto dell'energia in carboidrati totalmente complessi, ad eccezione del fruttosio e del lattosio negli alimenti. Rispettando la suscettibilità individuale, la fibra deve raggiungere i 30g/die e, sia i sali minerali, sia le vitamine, devono ottemperare alle giuste razioni raccomandate. I pasti devono essere almeno 5 e con la stessa suddivisione calorica di una dieta equilibrata: 15% a colazione, 5-10% nei due spuntini, 35-40% a pranzo e 30-35% a cena.
Nel ripristino dell'integrità epatica acquisiscono un ruolo molto importante tutte le molecole vegetali ad azione fito-terapica (quindi antiossidante, ipocolesterolemizzante, epatoprotettiva ecc.); tra queste: lecitine vegetali, fitosteroli, sostanze fenoliche ecc. In particolar modo, le sostanze fenoliche devono essere abbondanti, magari con un buon contenuto di cinarina (ovvero un polifenolo contenuto nei carciofi) e silimarina (un complesso fenolico contenuto abbondantemente nel cardo mariano). Anche l'assunzione di provitamina A, vit. C e vit. E favorisce il miglioramento della condizione epatica (soprattutto la C).
Nel caso di steatosi alcolica, poiché l'alcolismo determina malassorbimento intestinale e la riduzione delle scorte vitaminiche (se presenti!), il soggetto potrebbe giovare sensibilmente dell'integrazione alimentare generica e soprattutto di tiamina (vit. B1).

Dieta per l'Epatite Senza Compromissioni Gravi della Funzionalità Epatica

Dopo quella precedente, la dieta per l'epatite senza compromissioni gravi è di certo la più utilizzata. Racchiude tutte le forme di epatite acuta poco grave o cronica di natura infettiva/parassitaria. Ha un'enorme applicazione nel trattamento dell'epatite cronica da virus HBV (che interessa circa 350.000.000 di persone nel Mondo) e presenta molti aspetti in comune con quella già descritta.
Rispetto alla dieta per la steatoepatite grassa alimentare o alcolica, questa non richiede di "svuotare" le cellule epatiche dai grassi e dal glicogeno in eccesso. Va da se che, seppur auspicabile, l'attività motoria passi in secondo piano o sia totalmente abolita nelle forme acute e, salvo la presenza di altre comorbilità, lo stesso vale per la capacità dimagrante.
Sono invece molto più importanti alcuni accorgimenti già menzionati come l'abolizione dell'alcol, di farmaci e integratori inutili, e la moderazione assoluta di altri nervini, sale, zucchero e cibi spazzatura. Inoltre, a dispetto di quel che si possa credere, è fondamentale EVITARE il digiuno o la RIDUZIONE eccessiva delle calorie, così come l'iper-alimentazione e l'esubero energetico.
Il fegato è l'organo deputato a molte funzioni metaboliche, tra le quali la gluconeogenesi, la lipogenesi e la proteosintesi; ma anche alla produzione della bile digestiva. In virtù del fatto che, in caso di epatite, è necessario ridurre il più possibile la "mole di lavoro" dell'organo (per l'omeostasi del sangue e per la digestione), la dieta dovrà essere necessariamente NORMOcalorica. Il digiuno o una dieta insufficiente RICHIEDONO un impegno epatico maggiore rispetto alla norma, poiché l'organo deve produrre glucosio (essenziale per il sistema nervoso centrale) a partire dal glicerolo e dagli amminoacidi circolanti. Inoltre, ricordiamo che la IPO-nutrizione prolungata (e soprattutto la deplezione di carboidrati) determina l'accumulo di corpi chetonici, molecole potenzialmente TOSSICHE per tutti i tessuti. Non da meno, una dieta insufficiente NON permette l'apporto di amminoacidi essenziali in quantità sufficienti alla sintesi proteica; il fegato, già meno efficiente perché malato, se non viene rifornito di questi substrati, stenta a produrre tutte le molecole proteiche del plasma. D'altro canto, un esubero energetico comporta altri inconvenienti; anzitutto, gli epatociti devono incrementare la produzione biliare per l'emulsione dei grassi nella digestione. In secondo luogo, gli amminoacidi e i glucidi in eccesso con la dieta richiedono la conversione in acidi grassi da parte del fegato; ecco che, di nuovo, si assiste ad un aumento del LAVORO totale dell'organo (senza considerare l'eventuale tendenza alla steatosi grassa).
E' poi necessario fare un'ultima precisazione sulla pertinenza o meno di altre molecole nella dieta. A parer mio, nel regime nutrizionale per l'epatite, è anche fortemente consigliabile limitare sensibilmente la concentrazione di certi additivi (soprattutto i dolcificanti e i conservanti). Ribadiamo per l'ennesima volta che il fegato è deputato alla metabolizzazione della maggior parte delle molecole nutrizionali e circolanti nel sangue, ragion per cui è ipotizzabile che l'esubero di questi prodotti sintetici richieda uno sforzo maggiore da parte dell'organo.
Infine, mi soffermo su un dettaglio generalmente sconosciuto ma tutt'altro che trascurabile, ovvero l'impiego di fruttosio come edulcorante. Deve essere chiaro che non parlo del fruttosio NATURALMENTE presente negli alimenti (frutta e ortaggi), bensì di quello granulare. Questo, che non è ben ossidabile dalle cellule umane, deve essere necessariamente convertito dal fegato in glucosio. Mentre quello naturalmente introdotto con gli alimenti grezzi raggiunge percentuali che oscillano dal 10 al 16% delle calorie totali, impiegando alimenti dolcificati, bevande edulcorare e il fruttosio granulare per condire, questo valore può addirittura raddoppiare.
La ripartizione dei macronutrienti è la stessa della dieta precedente, così come la suddivisione energetica dei pasti. Ancora una volta possono essere di grande aiuto buone quantità di antiossidanti e l'integrazione alimentare con vitamine.

Cenni sui Fabbisogni Nutrizionali dell'Insufficienza Epatica

L'insufficienza epatica può essere lieve, moderata o grave, e presentarsi anch'essa (in accostamento all'epatite) sotto forma acuta o cronica. E' necessario tener conto, prima di tutto, che l'insufficienza epatica si caratterizza per una riduzione delle funzioni dell'organo.
Nelle forme lievi, frequentemente sostenute dall'alimentazione tradizionale e non dalla nutrizione artificiale, è consigliabile utilizzare pasti facilmente digeribili, con porzioni moderate, ma senza trascurare l'apporto nutrizionale complessivo.
D'altro canto, a partire dalla forma moderata e per concludere con quella grave (spesso oggetto di nutrizione enterale o parenterale) si richiedono i seguenti accorgimenti:

  • Esclusione del sale dalla dieta, per ridurre la tendenza all'edema e all'ascite
  • Moderazione della quota proteica MA con un supplemento di amminoacidi ramificati, poiché non richiedono metabolizzazione epatica prima dell'ossidazione cellulare e hanno un bassissimo livello di scorie azotate (a loro volta responsabili dell'insorgenza di encefalopatia epatica). Non è possibile ridurre troppo l'apporto di amminoacidi poiché si altererebbe ulteriormente la proteosintesi del fegato; la conseguente riduzione delle proteine plasmatiche determinerebbe: il crollo della pressione oncotica con tendenza all'edema e all'ascite, e minor capacità di coagulazione con rischio di emorragie
  • Alcuni autori suggeriscono di strutturare una dieta più ricca di energia rispetto a quella normale, ovvero una IPERcalorica. Personalmente non contesto la scelta ma è certamente necessario che queste calorie extra siano apportate prevalentemente da glucosio.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer