Ultima modifica 02.04.2020

Cos'è e a Cosa Serve

La dieta per l'obesità è un regime alimentare finalizzato alla riduzione del grasso corporeo in eccesso, quale causa (diretta e indiretta) dell'insorgenza di malattie gravi, e della riduzione della qualità e dell'aspettativa di vita stessa. Dieta obesitàUn soggetto viene definito obeso quando il suo BMI (indice di massa corporea) raggiunge o supera i 30 punti; per esempio, considerando un individuo alto 175 cm, la soglia dell'obesità si colloca intorno ai 92 kg.

La dieta per l'obesità non dovrebbe essere interpretata come un semplice "schema" alimentare o come "cura periodica"; piuttosto deve rappresentare una correzione totale e definitiva delle abitudini soggettive che hanno dato luogo all'alterazione patologica della composizione corporea e delle funzioni metaboliche (alimentazione scorretta ed assenza di attività fisica auspicabile). Non a caso "dieta" - etimologia greca e latina - significa stile/modo di vita.
In definitiva, nel complesso, la dieta per l'obesità ha lo scopo di: dimagrire, migliorare la risposta ormonale dell'insulina, il metabolismo dei lipidi e del glucosio, la fitness muscolare e quella cardio circolatoria, ridurre l'accumulo di acido urico (soprattutto nei soggetti predisposti), la possibilità di complicazioni articolari per sovraccarico e diminuire il rischio di: aterosclerosi, ictus cerebrale, varie neoplasie, carie dentaria, insoddisfazione PATOLOGICA verso la propria immagine corporea e conseguenti disturbi psichiatrici....
La dieta per l'obesità si focalizza su alcuni punti chiave o principi cardine; ovviamente, ogni professionista ha una propria visione della dieta per l'obesità, alla quale corrisponde un metodo assolutamente unico e soggettivamente interpretato. Tuttavia, alcuni concetti risultano univocamente condivisi, e sono:

  1. Rettifica dell'alimentazione:
    1. Riduzione delle calorie introdotte giornalmente
    2. Ripartizione nutrizionale soggettiva
    3. Ripristino delle razioni raccomandate giornaliere per macro e microelementi
    4. Ripartizione dei pasti soggettiva
    5. Eliminazione dei cibi spazzatura (junk-food)
  2. Incremento del dispendio energetico
    1. Sia riferito all'attività fisica ordinaria (camminare, salire e scendere le scale, spostarsi in bicicletta ecc.)
    2. Sia riferito all'attività fisica motoria - protocollo di allenamento aerobico/anaerobico
  3. Cura o riduzione di eventuali patologie aggravanti (disfunzioni ormonali) o aggravate dall'obesità (sopra menzionate).

Rettifica dell'alimentazione

L'applicazione della dieta per l'obesità implica una vera e propria rettifica dell'alimentazione. Per prima cosa è necessario ridurre le calorie consuetudinariamente introdotte dall'obeso; oltre ad una decurtazione assoluta, ovvero alla restrizione energetica rispetto ai cibi ABITUDINALMENTE consumati (normalmente in eccesso), questo schema necessita un'ulteriore moderazione delle calorie totali. La dieta per l'obesità è quindi una IPOcalorica. In breve, supponendo che il soggetto consumi circa 3000kcal/die, se per mantenere il peso basterebbero 2500kcal/die, la relativa dieta per l'obesità apporterebbe circa 1750kcal/die (ovvero il 70%).
In secondo luogo, la dieta per l'obesità necessita una ripartizione equilibrata dei macronutrienti energetici: carboidrati, proteine e lipidi (oltre all'eventuale eliminazione/moderazione dell'alcol etilico). Spesso l'obeso segue un regime alimentare fortemente sbilanciato, a causa dell'eccesso percentuale di: lipidi (>30-35% dell'energia totale - che forniscono c.a. 9kcal/g) e carboidrati [soprattutto zuccheri raffinati (saccarosio >12-16% dell'energia totale), che forniscono c.a. 3,75kcal/g]; pertanto, avvalendosi di alcuni dati specifici quali: peso fisiologico desiderabile ed energia totale (con stima IPOcalorica), è necessario ripartire: proteine (con coefficiente pro/kg soggettivamente determinabile - forniscono 4kcal/g), lipidi (25% delle calorie totali, con la frazione dei saturi + idrogenati < o = al 10% dell'energia totale) e carboidrati (per l'energia rimanente, dei quali <10-12% deve essere rappresentato da zuccheri semplici). Facendo un esempio:
Soggetto obeso con stima del peso fisiologico desiderabile pari a 75kg, stima del coefficiente pro/kg proteico di 1,2g/kg e valutazione della IPOcalorica pari a 1750kcal/die:

  1. Proteine: 1,2 * 75 = 90g, che equivalgono a 360kcal
  2. Lipidi: 25% di 1750kcal = 437,5 kcal, che equivalgono a 48,6g
    1. Dei quali SATURI: max 10% di 1750kcal = 175kcal, che equivalgono a 19,4kcal
  3. Carboidrati TOTALI: 1750 - (360 + 437,5) = 952,5kcal, che equivalgono a 254g
    1. Dei quali SEMPLICI: max 12% di 1750kcal = 210kcal, che equivalgono a 56g.

Non meno importante, il ripristino delle razioni raccomandate giornaliere; strutturando la dieta per l'obesità non è possibile prescindere dai vari apporti di: acqua totale, fibra alimentare e prebiotici, vitamine (con particolare attenzione a tiamina, riboflavina, niacina, retinolo equivalenti, acido ascorbico e, a volte, acido folico), sali minerali (con particolare attenzione a sodio, calcio, ferro e, a volte, potassio e magnesio), colesterolo (meglio se < 200mg/die e MAI > a 300mg/die) e possibilmente anche altre molecole nutrizionali UTILI (polifenoli, lecitine, fitosteroli ecc.). NB. Le razioni raccomandate variano in base a: età, sesso, condizioni fisiologiche speciali, condizioni patologiche ed attività sportiva.
La ripartizione dei pasti nella dieta per l'obesità è un argomento piuttosto controverso; alcuni professionisti utilizzano SEMPRE una scomposizione dell'energia in 5 pasti giornalieri, caratterizzati dal 15% dell'energia a colazione, il 5% nei 2 spuntini (mattina e pomeriggio), il 40% a pranzo e il 35% a cena. Personalmente, reputo che questa ripartizione dipenda principalmente dalle abitudini del soggetto che, d'altro canto, debbano sottostare ESCLUSIVAMENTE alla moderazione del pasto serale; a parer mio, trovo interessante l'applicazione della dieta per l'obesità con la seguente ripartizione dei pasti: 15% a colazione, 10% nei 2 spuntini (mattina e pomeriggio), 35% a pranzo e 30% a cena.
Inoltre, l'eliminazione del junk-food costituisce SEMPRE una tappa essenziale della dieta per l'obesità; parlando a nome dell'intera categoria, affermo che sia indispensabile una restrizione tanto immediata quanto ferrea.

Incremento del dispendio energetico

Qui si apre un capitolo che meriterebbe un intero trattato di approfondimento, tuttavia, cercherò di essere più sintetico e chiaro possibile. L'obeso è fondamentalmente un sedentario; non ama l'attività fisica e spesso nutre vergogna nel manifestare la propria goffaggine. Per tutti i terapisti questo è il problema più grosso da sormontare poiché, senza avviare la "macchina-uomo", non è possibile ottenere un consumo energetico utile al dimagrimento. Lavorando sul counseling e sulla motivazione, nonché appoggiandosi ad associazioni sportive o strutture abilitate, dovrebbe essere possibile indurre il soggetto ad iniziare un protocollo di attività fisica motoria (meglio se mista, quindi sia aerobica che anaerobica). Ma non è tutto; osservando attentamente i livelli di consumo energetico di 3-4 sedute di allenamento e paragonandoli a quelli di un soggetto ATTIVO nella vita quotidiana, si osserva che la pratica motoria (pur costituendo un validissimo ed insostituibile mezzo di dimagrimento/prevenzione/cura) deve necessariamente INTEGRARE e non SOSTITUIRE l'aumento dell'attività fisica ordinaria (camminare e muoversi in bicicletta piuttosto che utilizzare l'automobile o i mezzi pubblici, salire e scendere le scale piuttosto che utilizzare l'ascensore ecc.). Ovviamente, sia l'uno che l'altro aspetto dipendono in primis dalla condizione fisica e di salute dell'obeso che, oltre ad essere in salute, dev'essere giudicato idoneo allo sport previo visita medico sportiva.


Dieta per l'obesità: cura o riduzione di eventuali patologie aggravanti (disfunzioni ormonali) o aggravate (sopra menzionate) dall'obesità


Oltre alla necessità di moderare (farmacologicamente) le eventuali complicanze dell'obesità (diabete, ipercolesterolemia, ipertensione ecc.), a volte, la buona riuscita della dieta dipende dalla cura di altri disturbi correlati all'eccessivo accumulo adiposo. Si tratta per lo più di alterazioni ormonali tra le quali le più frequenti sono IPO-tiroidismo non compensato e modificazioni dell'azione insulinica (non solo in presenza di diabete, ma anche per alcuni disturbi più ambigui come l'ovaio policistico); ovviamente, in tal caso si richiede l'intervento medico-specialistico da integrare alla dieta per l'obesità.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer