Dieta e Morbo di Alzheimer
Ultima modifica 18.03.2020
INDICE
  1. Cos'è
  2. Dieta e Stile di Vita
  3. Conclusioni

Cos'è

Il morbo di Alzheimer è un disturbo fortemente invalidante che induce una graduale perdita delle facoltà mentali, fino a rendere impossibile lo svolgimento delle comuni attività quotidiane.

dieta alzheimer Shutterstock

La malattia di Alzheimer insorge più o meno nella mezza età e si manifesta con un declino cognitivo provocato dalla degenerazione del sistema nervoso centrale (SNC) che sfocia in una demenza progressiva (attualmente) non curabile.

Nonostante la medicina moderna sia IMPOTENTE nel ripristinare la funzionalità del cervello, sono stati fatti grandi passi avanti sull'attenuazione dell'AVANZAMENTO degenerativo e sulla prevenzione dell'insorgenza; oltre ad appositi farmaci, sia la statistica che la clinica hanno potuto evidenziare alcune componenti essenziali dello stile di vita e del regime alimentare, responsabili del:

  1. Preservamento (secondariamente alle predisposizioni familiari) del SNC dall'Alzheimer
  2. Rallentamento dell'avanzamento e dell'ingravescenza patologici

Nota: ovviamente, se applicata ad un soggetto affetto da morbo di Alzheimer, l'ottimizzazione della dieta e dello stile di vita NON costituisce una cura propriamente detta ma piuttosto una terapia preventiva e palliativa sulla demenza ingravescente.

Dieta e Stile di Vita

Iniziamo sottolineando che sia la dieta, sia lo stile di vita giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella lotta al morbo di Alzheimer; numerosi approfondimenti scientifici dimostrano che:

 

l'attività fisica regolare e la "ginnastica mentale" (lettura antologica e perseguimento delle consuetudini intellettive e gestionali), costituiscono 2 elementi primari contro l'insorgenza e l'ingravescenza del morbo di Alzheimer.

Inoltre, facendo un'anamnesi nutrizionale delle persone affette e di quelle sane, si è evidenziata una evidente correlazione POSITIVA tra: dieta ricca di acidi grassi saturi o idrogenati e di colesterolo, con la degenerazione cerebrale precoce e progressiva. Al contrario, una dieta ricca di: fibra alimentare (cereali integralilegumiortaggi e frutta fresca), antiossidanti (B-carotenevit. Cvit. Ezincoseleniopolifenoli ecc.), fitosteroli e acidi grassi polinsaturi (famiglia omega-3, famiglia omega-6famiglia omega-9), sembra PROTEGGERE dall'insorgenza di Alzheimer.
Si noti come TUTTE le caratteristiche nutrizionali sopra citate rispecchino perfettamente i principi cardine della dieta mediterranea; il regime alimentare idoneo a prevenire e ritardare i sintomi dell'Alzheimer è quindi lo stesso consigliato per ridurre il rischio cardio-vascolare.
La dieta mediterranea per l'Alzheimer può dunque vantare i seguenti effetti benefici:

  1. Rallentare il declino cognitivo negli anziani
  2. Ridurre il rischio di declino cognitivo lieve (MCI), quale fase intermedia tra quello fisiologico e la demenza di Alzheimer
  3. Ridurre il rischio che il declino cognitivo lieve (MCI) sfoci nel morbo di Alzheimer propriamente detto.

Al momento non è ancora ben chiaro quali siano i meccanismi preventivi della dieta mediterranea verso il morbo di Alzheimer, tuttavia, è possibile che le giuste scelte alimentari favoriscano la moderazione dei trigliceridi e del colesterolo nel sangue, oltre che il mantenimento della glicemia e dell'insulinemia nei giusti limiti di normalità; inoltre, in virtù delle recenti scoperte sull'up-take lipidico delle cellule nervose (che mette in luce quanto i grassi della dieta possano contribuire alla composizione delle membrane e delle guaine mieliniche neuronali), è possibile ipotizzare che i grassi saturi e idrogenati, questi ultimi soprattutto in configurazione trans, incidano NEGATIVAMENTE sul mantenimento delle funzioni cerebrali.

Conclusioni

In definitiva, che la dieta mediterranea (intrapresa nel corso della vita) risulti protettiva per l'MCI (deterioramento cognitivo lieve) e per l'Alzheimer è un dato statistico pressoché inoppugnabile.

D'altro canto, è comunque doveroso specificare che lo studio storico-regressivo delle cause, degli eventi e del corso patologico del morbo di Alzheimer non costituisce un protocollo analitico di semplice svolgimento; ciò deriva dal fatto che:

i pazienti affetti da demenza progressiva manifestano spesso forti alterazioni della memoria e, a volte, pure del comportamento, complicando la ricostruzione cronologica (mancanza di collaborazione, aggressività, frustrazione ecc).

Si attendono ulteriori approfondimenti che siano in grado di valutare e quantificare più accuratamente il ruolo preventivo e palliativo della dieta mediterranea sul morbo di Alzheimer.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer