Dieta Dopo la Colonscopia
Ultima modifica 19.07.2021
INDICE
  1. Colonscopia
  2. Dopo Colonscopia: Cosa Mangiare?
  3. Dieta Dopo Polipectomia

Colonscopia

La colonscopia è un esame endoscopico finalizzato all'osservazione della mucosa intestinale del crasso e della parte distale del piccolo intestino.

dieta dopo colonscopia Shutterstock

Si serve di una telecamera a fibra ottica, montata all'apice di un tubo flessibile che viene inserito attraverso l'ano. La colonscopia può così fornire una diagnosi visiva (per esempio di ulcere, polipidiverticoli, lesioni cancerose ecc); al bisogno, questo esame offre anche la possibilità di effettuare una biopsia o la rimozione di sospette lesioni cancerose o precancerose (polipi) in sede colon rettale; queste, una volta rimosse, vanno studiate al microscopio per determinarne la tipologia istologica (benigna, maligna, stadio ecc).

ATTENZIONE! Onde evitare inutili allarmismi, ricordiamo che un polipo intestinale può impiegare fino a 15 anni per trasformarsi una lesione cancerosa; tuttavia, giunta una certa età (intorno ai 55-60 anni), la colonscopia dovrebbe essere considerata un'analisi di screening.

In certi soggetti considerati potenzialmente a rischio (per familiarità, storia clinica di altre lesioni, sofferenze intestinali infiammatorie ecc.), sarebbe auspicabile che venisse programmata e ripetuta sistematicamente a partire dai 40 anni.
Trattandosi di un esame visivo, la colonscopia richiede una fase preparatoria di pulizia del colon, nella quale la dieta gioco un ruolo molto importante (per maggiori informazioni leggere l'articolo: Dieta nella preparazione alla colonscopia).
D'altro canto, non tutti sanno che dieta seguire subito dopo l'esame. Nel prossimo capitolo descriveremo la dieta più adatta alla fase di recupero dalla colonscopia.

Dopo Colonscopia: Cosa Mangiare?

Il ripristino della regolarità intestinale dopo la colonscopia subordina al tempo di riempimento del tubo digerente; in parole povere, finché l'intestino non è pieno, difficilmente le evacuazioni potranno essere regolari.
Peraltro, bisognerebbe tenere a mente che, dopo una colonscopia, il colon è:

  1. Quasi privo di flora batterica intestinale
  2. Denutrito (come il resto dell'organismo)
  3. Lavato del muco protettivo fisiologico.

I princìpi fondamentali per evitare i classici sintomi intestinali (soprattutto stipsi, ma anche diarrea) sono:

  1. Evitare alcolici e bevande/alimenti o integratori contenenti molecole nervine (caffeinateobrominateina ecc.) per almeno 12-24 ore; tra questi: vinobirragrappacaffècioccolatacacao fermentati, energy drinkintegratori termogenici ecc.
  2. Evitare i cibi troppo grassi e le ricette che prevedono l'utilizzo di molti condimenti, compresi il sale e le spezie (stracotti, arrosti al forno lardellati, pasta all'amatricianaspinaci in padella con la salsiccia e simili).
  3. Nel caso in cui la colonscopia abbia previsto una sedazione pesante, o che il soggetto ne risenta particolarmente, è consigliabile strutturare una dieta liquida o semi liquida; gli alimenti più indicati sono frutta, verdura e legumi sbucciati e ben cotti (ad esempio, passato di verdure e/o di legumi – non frullato - e mele cotte - sbucciate-).
    Questa raccomandazione si rende necessaria perché, in alcuni casi, l'anestesia provoca nausea e/o vomito; una mente annebbiata non è in grado di gestire al meglio questo genere di impulsi, ragion per cui sarebbe meglio ottimizzare il processo di espulsione.
  4. Prediligere una dieta a basso residuo insolubile, aumentando l'assunzione di fibre solubili. Queste hanno un'azione prebiotica, migliorano la consistenza delle feci e regolarizzano l'attività intestinale senza sollecitare eccessivamente la peristalsi.
  5. Evitare le ricette cucinate con sistemi che tendono a produrre molecole tossiche; evitare anche gli alimenti che contengono nitrati e nitriti. Si tratta di un criterio valido anche per le persone sane, tuttavia, considerando che l'intestino è più vulnerabile, meglio evitare che questi elementi potenzialmente cancerogeni entrino in contatto con la mucosa.
    Per limitare i nitrati e i nitriti è indispensabile evitare le carni conservate (insaccati) e lavare accuratamente gli ortaggi. Per limitare le molecole tossiche è indispensabile scartare le cotture alla griglia, alla piastra, allo spiedo, la frittura e quella in padella a fiamma troppo alta. Si consigliano invece la cottura per lessatura, a pressione, a vaporesottovuoto e in vaso.
  6. Introdurre i cibi con gradualità, soprattutto quelli scarsamente tollerati. Ad esempio, al primo giorno consumare solo: risocarne di vitellolattuga e olio extravergine di oliva, che fanno parte dei cibi universalmente più tollerati.
  7. Rispettare il criterio di tolleranza soggettiva, basato sulla conoscenza del proprio organismo; ad esempio, sapendo che lo zenzero o il peperoncino potrebbero irritare l'intestino provocando diarrea e crampi, posticipare il loro utilizzo fino al recupero totale.
  8. Aumentare la quantità di acqua e minerali nella dieta. I pazienti sottoposti a colonscopia risultano tendenzialmente disidratati a causa della dieta e delle soluzioni di preparazione alla visita (tendenzialmente osmotiche). Mangiando primi piatti brodosi, l'apporto idrico aumenta significativamente e non entra in conflitto con le altre raccomandazioni citate sopra. In più, si consiglia di bere poco e spesso; possono essere auspicabili bevande isotoniche di integrazione idro-salina.
  9. Nei casi più difficili, ovvero quelli in cui si assiste ad un'alterazione dell'alvo (stipsi o diarrea), potrebbero essere molto utili gli alimenti, o gli integratori o i farmaci, ad azione probiotica (con lactobacilli e bifidobatteri), prebiotica e nutriente per gli enterociti. Tra questi, yogurt, prodotti fermentati a base di soia (tofumisotempeh ecc), latticellokefir, yogurt addizionati (da bere), enterogermina ecc. E' sempre bene affidarsi alle proprie sensazioni e all'esperienza, evitando di assumere alimenti mai sperimentati prima.
    I prodotti ad azione prebiotica sono fondamentalmente carboidrati complessi e gelatinizzati (ad esempio, nel riso parboiled) e le fibre solubili (delle alghe come i glucomannani, degli ortaggi come l'inulina e della frutta come la pectina). Probiotici e prebiotici contribuiscono a nutrire le cellule dell'intestino (con la produzione di acido butirrico e poliammine) ma, se questo non bastasse, ricordiamo che alcune molecole come l'acido laurico (dell'olio di cocco) e l'acido butirrico alimentare (del burro) possono migliorare la condizione della mucosa.

Dieta Dopo Polipectomia

La rimozione endoscopica di un polipo, anche detta polipectomia, compromette lo stile alimentare in maniera variabile a seconda della dimensione del polipo e della tecnica di intervento; ovviamente, il caso meno problematico è quello della rimozione endoscopica di un polipo inferiore al centimetro di diametro.
Gli accorgimenti dietetici da adottare in seguito alla polipectomia sono i seguenti:

  • Prime 48 ore: dieta liquida, senza alimenti solidi; inoltre, si consiglia di strutturare un regime nutrizionale a base di alimenti facilmente digeribili, povero di fibre insolubili (buccia dei legumi, crusca dei cereali ecc) e privo di spezie e stimolanti (caffè, cacao, tè rosso o nero ecc).
  • Prime 72 ore: evitare gli alcolici e gli altri agenti irritanti, inserendo i cibi solidi.
  • Oltre le 96 ore: rispettare i criteri della dieta post colonscopia evitando nella maniera più assoluta gli enteroclismi. In caso di perdite anali di sangue o altri sintomi, si consiglia di riprendere il digiuno e recarsi al pronto soccorso per accertamenti.

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Laureato in Scienze motorie - indirizzo Tecnico Sportivo Laureato in Dietistica
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer