Ultima modifica 02.04.2020
INDICE
  1. Cos’è
  2. Proprietà Nutrizionali
  3. Dieta
  4. Salute
  5. Interazioni
  6. Cucina
  7. Descrizione
  8. Botanica
  9. Coltivazione

Cos’è

Cos'è la carambola?

Carambola – in inglese "starfruit" – è il nome di un frutto carnoso prodotto dall'omonima pianta arborea – della Famiglia botanica Oxalidaceae, Genere Averrhoa e specie carambola – originaria del continente asiatico; oggi viene coltivata anche in America Meridionale, Medio Oriente, isole dell'Oceano Pacifico, Australia e Africa.

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Succulento, leggermente aspro e non troppo dolce, quello della carambola è un frutto dall'aspetto molto caratteristico. È verdino da acerbo e giallo una volta maturo. Ha una forma ovale con cinque protuberanze longitudinali, ognuna a sezione triangolare; tagliandola trasversalmente, le fette assumono la forma di una stella. La dimensione cambia, anche di molto, a seconda della varietà.

La carambola ha peculiarità organolettiche e gustative che lasciano alquanto a desiderare. Di solito viene mangiata cruda ma, in alcune tradizioni locali, è trasformata in salsa, confettura o succo di frutta.

Lo Sapevi che…

Gli alberi di carambola vengono coltivati anche per il ruolo ornamentale delle loro bellissime foglie color verde scuro, dei fiori rosa e dei caratteristici ed abbondanti frutti.

Come quello dei frutti di bilimbi, il succo di carambola può essere utilizzato per pulire il metallo arrugginito o ossidato – in particolare l'ottone – e le macchie di ruggine sui tessuti. Può anche essere usato come mordente nella tintura.

Lo stesso dicasi per le proprietà nutrizionali, con uniche eccezioni rappresentate dai livelli di acqua e vitamina C (acido ascorbico); per questo la carambola viene inquadrata nel VII gruppo fondamentale degli alimenti. È apprezzabile il contenuto di provitamina A – RAE, soprattutto di carotenoidi quali luteina e zexantina – e può essere utile la concentrazione di folati. Questi ultimi, come i minerali potassio e magnesio, non sono tanto elevati quanto nella maggior parte dei frutti dolci carnosi.

L'apporto calorico della carambola è basso poiché, in presenza di un elevato grado di idratazione, la concentrazione dei macronutrienti energetici risulta comunque moderata; quello più abbondante è il fruttosio. Per questo motivo la carambola si presta alla dieta contro il sovrappeso e certe patologie metaboliche, ad esempio il diabete mellito tipo 2 e l'ipertrigliceridemia. Nei prossimi paragrafi entreremo più nel dettaglio.

Proprietà Nutrizionali

Proprietà nutrizionali della carambola

Iniziamo specificando che di carambola ne esistono principalmente due varietà: una dolce e una aspra. La tipologia aspra ha un contenuto di acido ossalico più elevato, mentre quella dolce gode di una maggior percentuale di fruttosio – anche se raramente contengono più del 4% di zucchero.

La carambola appartiene al VII gruppo fondamentale degli alimenti, perché contiene dosi considerevoli di vitamina C o acido ascorbico. Va comunque sottolineato che anche la percentuale di RAE (provitamina A) non è trascurabile, costituita principalmente dai carotenoidi zeaxantina e luteina.

La carambola ha un apporto calorico basso. L'energia viene fornita principalmente dai glucidi, seguiti da quantità trascurabili di proteine e di lipidi. I carboidrati sono costituiti interamente da fruttosio – zucchero semplice, solubile, monosaccaride. I peptidi risultano a basso valore biologico, cioè non contengono – nelle giuste quantità e proporzioni – gli amminoacidi essenziali del modello proteico umano. Gli acidi grassi sono, in teoria, prevalentemente insaturi.

La carambola contiene anche fibre alimentari, parte delle quali è certamente di tipo solubile; non è noto il rapporto con le insolubili.

Priva di colesterolo, non contiene nemmeno le molecole principalmente responsabili delle intolleranze alimentari scientificamente diagnosticabili, quali celiachia, reazioni avverse al lattosio e all'istamina. La carambola è povera di fenilalanina. Sono molto scarse anche le purine, ma ricordiamo che un eventuale eccesso di fruttosio nella dieta – difficile da realizzare mangiando solo carambola – può favorire la ritenzione dell'acido urico nell'organismo.

Per quel che riguarda le vitamine, la carambola vanta ottime concentrazioni di vitamina C (acido ascorbico) e discreti livelli di retinolo equivalenti (RAE - provitamina A, costituiti soprattutto da luteine e zexantina); può essere utile, anche se non particolarmente elevata, la dose di folati. In merito ai sali minerali invece, sono apprezzabili, ma non tanto elevati quanto ci si aspetterebbe da un frutto carnoso dolce, i livelli di potassio e magnesio.

La carambola contiene anche molecole indesiderate. Stiamo parlando dell'acido ossalico, che può dare origine agli ossalati, e della caramboxina. Nel paragrafo riferito alla correlazione tra carambola e salute entreremo più nel dettaglio.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/07/19/percentuale-macronutrienti-energetici-carambola-orig.jpeg Redazione
Carambola  
Nutriente Quantita'
Acqua  g
Proteine 1,04 g
Lipidi 0,33 g
Acidi Grassi Saturi - g
Acidi Grassi Monoinsaturi - g
Acidi Grassi Polinsaturi - g
Colesterolo 0,0 mg
Carboidrati TOT 6,73 g
Amido / Glicogeno - g
Zuccheri Solubili 3,98 g
Fibra Alimentare 2,8 g
Solubile - g
Insolubile - g
Energia 31,0 kcal
Sodio 2,0 mg
Potassio 133,0 mg
Ferro 0,08 mg
Calcio 3,0 mg
Fosforo 12,0 mg
Magnesio 10,0 mg
Manganese 0,037 mg
Zinco 0,12 mg
Rame - mg
Selenio - mcg
Tiamina o vitamina B1 0,014 mg
Riboflavina o vitamina B2 0,016 mg
Niacina o vitamina PP 0,367 mg
Vitamina B6 0,017 mg
Folati 12,0 mcg
Vitamina B12 - mcg
Colina 7,6 mg
Vitamina C o Acido Ascorbico 34,4 mg
Vitamina A o RAE 66,0 mcg
Vitamina D - mcg
Vitamina K - mcg
Vitamina E o Alfa Tocoferolo 0,15 mg

Dieta

Carambola nella dieta

I frutti di carambola, come la maggior parte degli alimenti facenti parte i questa categoria, si prestano a quasi tutti i regimi alimentari; fanno eccezione, come vedremo nel prossimo paragrafo, alcune condizioni cliniche di interesse nefrologico.

Essendo poco zuccherini ed energetici, hanno pochissime controindicazioni per: sovrappeso, diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia.

Le fibre alimentari, delle quali non conosciamo il dettaglio relativo alla composizione / ripartizione, svolgono numerose funzioni utili all'organismo. Anzitutto, correttamente associate all'acqua – di cui i frutti della carambola sono ricchi – le fibre possono:

Quest'ultimo aspetto contribuisce a diminuire le possibilità di cancerogenesi all'intestino crasso e di molti altri disagi come le emorroidi, le ragadi anali e il prolasso anale, la diverticolosi e la diverticolite ecc. Va poi ricordato che le fibre solubili costituiscono un substrato nutrizionale per la flora batterica intestinale; mantenendo il trofismo del microbiota, il cui metabolismo libera fattori nutrizionali importanti per la mucosa, si favorisce ulteriormente la salute del colon retto.

Vitamina C, carotenoidi (luteina e zexantina – RAE, provitamina A) e polifenoli – primari e secondari – hanno un importante ruolo antiossidante. Oltre a contrastare l'azione dei radicali liberi colpevoli dell'invecchiamento cellulare, questi elementi nutrizionali sono considerati utili per trattare varie patologie metaboliche.

La ricchezza d'acqua contribuisce a mantenere lo stato di idratazione – che diventa precario soprattutto all'aumentare della sudorazione, in presenza di stimolo della sete insufficiente (come in terza età) o a seguito di certe terapie farmacologiche diuretiche (ad esempio contro l'ipertensione arteriosa primaria).

Non si identificano controindicazioni per le condizioni di: celiachia, intolleranza al lattosio, intolleranza all'istamina, fenilchetonuria e iperuricemia o gotta – anche se, come abbiamo già detto, è risaputo che troppo fruttosio nella dieta possa aggravare la ritenzione di acido urico. Ricordiamo che la carambola è ricca di acido ossalico, fattore antinutrizionale che riduce l'assorbimento di alcuni minerali come il calcio ed elemento predisponente i calcoli renali (litiasi renale) della medesima composizione.

La carambola non ha alcuna limitazione nella dieta vegetariana, vegana e crudista; lo stesso dicasi per filosofie e/o religioni di tutti i tipi.

La porzione media di carambola è di 100-200 g (circa 30-60 kcal).

Salute

Carambola: fa bene?

Carambola antiossidante

La carambola è ricca di antiossidanti e minerale potassio; inoltre, è piuttosto povera di zuccheri e di sodio. Tra gli antiossidanti ricordiamo la vitamina C o acido ascorbico, gli equivalenti del retinolo (RAE – provitamina A) e i polifenoli primari e secondari.

Carambola antibatterica

Oltre ad una spiccata attività antiossidante, la carambola sembra possedere anche un certo potere antimicrobico; questo sarebbe imputabile alla presenza di ossido nitrico (monossido di azoto – NO) – la cui presenza varia in base allo stato di maturazione. Tale derivato dell'amminoacido arginina è conosciuto soprattutto per il suo effetto vasodilatatore e mediatore degli impulsi nervosi, ma non tutti sanno che ha anche un effetto antibatterico. Per la precisione, sembrano sensibili al monossido di azoto i microorganismi del Genere Escherichia (specie coli), Klebsiella, Staphylococcus (specie aureus) e Pseudomonas (specie aeruginosa).

Carambola: fa male?

Carambola e malattie dei reni

Le carambole contengono anche "caramboxina" e acido ossalico. Entrambe le sostanze sono considerate dannose per chi soffre di insufficienza renale e calcoli renali, ed in genere per tutti i soggetti in dialisi.

Approfondimento

La caramboxina è una neurotossina strutturalmente simile alla fenilalanina, che tuttavia esercita il ruolo di agonista glutammatergico.

L'acido ossalico invece, è un antinutriente che lega alcuni minerali e ne impedisce l'assorbimento intestinale (ad esempio l'ossalato di calcio). Se captato e riversato nel sangue, durante la filtrazione renale, l'acido ossalico esercita lo stesso effetto e promuove la sintesi di calcoli o litiasi renale.

Le persone con insufficienza renale che mangiano quantità considerevoli di carambola possono accusare: singhiozzo, vomito, nausea, confusione mentale e talvolta morte.

Per le persone sane, i livelli di acido ossalico e caramboxina nella carambola sono abbastanza bassi da essere considerati sicuri. Tuttavia, alcuni ricercatori ipotizzano che il frutto ed il succo possano causare danni ai reni o, raramente, insufficienza renale nelle persone con normale funzionalità; per questo il frutto della carambola dovrebbe essere evitato o consumato con estrema moderazione. Ovviamente tali supposizioni non sono state ancora confermate e, per il momento, al consumo di carambola non è attribuita alcuna pericolosità.

Interazioni

Interazioni farmacologiche della carambola

Come il pompelmo, anche la carambola è considerata un potente inibitore di sette isoforme del citocromo P450. Questi enzimi sono indispensabili nel primo passaggio dell'eliminazione di molti farmaci; pertanto, il consumo di carambola o del suo succo combinato ad alcuni farmaci da prescrizione può incrementare significativamente la loro permanenza nel sangue favorendo il rischio di superdosaggio.

Cucina

Carambola in cucina

La carambola è totalmente commestibile, buccia compresa – pur essendo leggermente cerosa. Questi frutti vengono consumati al meglio poco dopo la maturazione, quando sono gialli ed eventualmente con una leggera tonalità di verde.

La carambola si consuma prevalentemente cruda ma, in alcune tradizioni locali, viene elaborata in vere e proprie ricette.

Nel sud-est asiatico, le carambole vengono cucinate in umido con chiodi di garofano e zucchero, a volte in associazione alle mele. In Cina accompagnano spesso le ricette di pesce. In Australia, possono essere cucinate come vere e proprie verdure, conservate in salamoia o trasformate in confettura. In Giamaica a volte vengono essiccate. Nell'industria alimentare, soprattutto in India, è frequente l'utilizzo delle carambole per preparare succhi di frutta; quello delle varietà aspre viene utilizzato per preparare cocktail alcolici e analcolici. In Australia, le carambole acerbe, dal gusto aspro, possono essere mescolate con varie spezie tritate. Nelle Filippine, le carambole acerbe vengono mangiate intinte nel salgemma. In Tailandia, sono cucinate insieme ai gamberetti. Nelle Filippine possono essere utilizzate come condimento.

Descrizione

Descrizione della carambola

Il frutto della carambola ha una lunghezza di 5 - 15 cm – a seconda della varietà – ed è di forma ovale. È solitamente caratterizzato da cinque sporgenze longitudinali prominenti, di sezione triangolare; raramente solo quattro o fino ad otto. In sezione trasversale, la carambola ha la forma di una stella stilizzata. Il colore della buccia, che è sottile, liscia e cerea, è tra il giallino ed il verde in fase acerba, e giallo intenso a piena maturazione. La polpa è croccante, soda ed estremamente succosa; l'aspetto è traslucido e di colore variabile tra il giallo chiaro e intenso. È in qualche modo vagamente simile all'uva. I frutti raccolti ancora acerbi, leggermente verdi, diventano gialli a temperatura ambiente ma non aumentano il contenuto di fruttosio. La carambola troppo matura è tipicamente gialla con macchie marroni. Ogni frutto può contenere da 10 a 12 semi di colore marrone chiaro, forma piatta e lunghezza da 6 a 13 mm, racchiusi in un arillo gelatinoso. Una volta rimossi dal frutto, perdono la redditività in pochi giorni – ovvero, non sono più in grado di germogliare.

Il gusto prevalente cambia in base alla varietà; può essere dolce o aspro. Il sapore è tipico, difficile da confrontare, ma alcuni lo paragonano ad un mix di frutta tra cui mele, pere, uva e agrumi. I frutti acerbi invece, hanno un sapore simile alle mele verdi (Granny Smith).

Botanica

Cenni di botanica della carambola

Della Famiglia botanica Oxalidaceae, Genere Averrhoa e specie carambola, questa pianta è un albero originario del continente Asiatico. È ancora incerto se abbia avuto i natali in Sri Lanka o nelle Molucche, ma pare sia naturalmente distribuito in: Filippine, Malesia, Vietnam, Nepal, India, Bangladesh, Mauritius e Seychelles. Oggi viene coltivato anche nelle isole dell'Oceano Pacifico Meridionale, in Africa, Australia, in Medio Oriente e in America Meridionale.

Come per l'albero bilimbi (Genere boanico Averrhoa e specie bilimbi), ad essa strettamente imparentato, di carambola ne esistono due varietà: piccola aspra e grande dolce. Negli ultimi anni sono state sviluppate varie cultivar di entrambe; le più comuni sono:

  • tipi dolci "Arkin" (Florida), "Dah Pon" (Taiwan), "Ma fueng" (Tailandia), "Maha" (Malesia) e "Demak" (Indonesia)
  • tipi aciduli "Golden Star", "Newcomb", "Star King" e "Thayer" (tutti dalla Florida).

Alcune delle varietà aspre come la "Golden Star" possono diventare dolci se vengono lasciate maturare.

Coltivazione

Cenni di coltivazione della carambola

La carambola è un frutto tropicale e subtropicale che può essere coltivato fino a 1200 metri di altitudine. Predilige una completa esposizione al sole ma richiede umidità sufficiente e precipitazioni annuali di almeno 1800 mm. Non ha preferenze per il tipo di terreno ma richiede un buon drenaggio.

Gli alberi di carambola devono essere piantati ad almeno 6 m l'uno dall'altro e vengono fertilizzati tre volte l'anno. L'albero cresce rapidamente e inizia la produzione a quattro o cinque anni. Troppa pioggia primaverile riduce la fruttificazione ma, in condizioni ideali, una sola pianta può erogare da 90 a 180 kg di carambole all'anno. In Malesia, la fioritura avviene per tutto l'anno, con una maggiore produzione tra aprile e giugno, e tra ottobre a dicembre. Nel Sud della Florida, per esempio, i ritmi di questa coltivazione sono piuttosto differenti.

Le principali avversità della carambola sono moscerini della frutta, le tarme della frutta, le formiche e gli uccelli. Le colture sono anche suscettibili al gelo.

I principali produttori di carambola nel mercato mondiale sono: Australia, Guyana, India, Israele, Malesia, Filippine, Taiwan e Stati Uniti. La Malesia è un leader mondiale di questa produzione e spedisce il prodotto in tutta Asia ed Europa – compresa l'Italia. A causa delle preoccupazioni relative a parassiti e agli agenti patogeni, tuttavia, non è ancora possibile l'esportazione negli Stati Uniti – ai sensi delle attuali normative del Dipartimento dell'Agricoltura. Negli USA, le carambole vengono coltivate in aree tropicali e semitropicali, come Texas, Carolina del Sud, Louisiana, California, Virginia, Florida e Hawaii.

Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer