Caffè Americano: Nutrizione e Dieta

Caffè Americano: Nutrizione e Dieta
Ultima modifica 05.05.2020

Generalità

Il caffè (o café) americano (abbreviato, solo “Americano”) è una bevanda ricavata per infusione dei semi tostati e macinati del caffè.
Viene preparato in maniera simile a un'espresso, ma contiene più acqua, aggiunta in un secondo momento.
Caffè AmericanoTecnicamente, il caffè americano NON dovrebbe essere sinonimo di “caffè espresso lungo”, invece ottenuto grazie a un maggior flusso d'acqua.
Ha un sapore diverso rispetto al caffè ricavato dal filtro (drip coffee o brewed coffee), ma possiede un'intensità (o “forza”) simile.
La forza del caffè americano varia in base al numero di “shot” (shot = gesto/colpo del dosatore di polvere che fornisce la dose necessaria a un espresso) e/o alla quantità di acqua aggiunta.
In Italia, il caffè americano viene spesso confuso con il “caffè all'americana”, overo quello ricavato dal filtro.

Caratteristiche Nutrizionali

Il caffè americano è una bevanda.
Contiene caffeina, una metilxantina dall'effetto stimolante. Questa, oltre a esercitare un effetto simpatico-mimetico (simile all'adrenalina), è considerata un discreto antiossiante. Tuttavia, per il meccanismo eccitante, non può essere assunta in quantità rilevanti.
Si consiglia di evitare il consumo di caffè americano ai bambini, ai cardiopatici, ai soggetti con ipertensione grave, a chi soffre d'ansia e soprattutto in terapia con ansiolitici, e alle persone affette da disturbi gastro-intestinali gravi (esofago di Barret provocato dalla malattia da reflusso gastroesofageo, gastrite acuta o ulcera gastro-duodenale, malattie croniche infiammatorie dell'intestino ecc).
Le donne in gravidanza/allattamento, gli ipertesi non gravi e chi soffre di disturbi moderati dell'apparato digerente (gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo e colon irritabile, soprattutto con diarrea) devono farne un uso limitato.
Ricordiamo che il caffè tostato contiene anche delle molecole indesiderate frutto della combustione; la più presente e preoccupante (in quanto piuttosto diffusa e facilmente accumulabile) è l'acrilamide (vedi articolo “Cuocere gli Zuccheri”).
Di per sè, il caffè americano non fornisce una quantità rilevante di nutrienti e calorie. L'energia totale dipende dalla presenza e dalla quantità zucchero aggiunto o altri dolcificanti calorici (miele, malto, sciroppo ecc). Un prodotto mediamente edulcorato ne contiene 7-14 g ogni porzione, ovvero 25-50 kcal.
L'assunzione di saccarosio dev'essere moderata in caso di: iperglicemia, diabete mellito tipo 2, ipertrigliceridemia, tendenza alle carie dentarie e sovrappeso.
Negli Stati Uniti esiste anche l'abitudine di macchiare il caffè americano con crema di latte (ricca di calorie, colesterolo e grassi saturi). Questo è sconsigliato per chi soffre di sovrappeso e ipercolesterolemia.
Il caffè americano non contiene lattosio, glutine o molecole potenzialmente allergizzanti.
Non esistono controindicazioni per il vegetarianismo e il veganismo.
Per un soggetto sano e adulto, è consigliabile consumare una, due o al massimo tre porzioni al giorno di caffè americano.

Preparazione

Il caffè americano è costituito da uno o due espresso ricavati da una miscela contenente principalmente i semi tostati della varietà “Robusta” macinati grossolanamente, con aggiunta di altra acqua bollente.
Non sembra esserci alcuna regola universale sulla quantità d'acqua aggiungibile ma, sia nel Regno Unito che in Italia, è compresa tra 30 e 470 ml.
Nelle zone dell'Australia e dell'Asia Meridionale, il caffè americano viene chiamato “long black”, mentre quello più basso e simile a un espresso italiano viene chiamato “short black” (nero corto). Rispetto al caffè americano propriamente detto, il long black è preparato invertendo le fasi; ciò significa che prima si mette l'acqua calda nella tazza e poi si tira l'espresso dalla macchina.
Nella parte occidentale degli Stati Uniti si utilizza la dicitura “Caffè Italiano” per indicare una bevanda costituita da espresso e acqua in rapporto 1:1 (25 o 30 ml + 30 ml = 55-60 ml).
L'acqua calda per il caffè americano può essere prelevata dalla macchina per l'espresso o da un bollitore separato.
A livello casalingo è buona norma utilizzare lo stesso strumento (tirando l'acqua prima o dopo l'espresso) per evitare l'attivazione di un ulteriore elettrodomestico o di consumare altro gas.

Si può utilizzare anche la macchina del caffè a capsule per preparare l'americano, almeno in alcuni modelli. Certe macchine da espresso hanno un erogatore di acqua calda incorporato (impiegato anche per il tè), mentre altri sfruttano il tubo vaporizzatore.
Il riscaldatore d'acqua separato è considerato molto utile solo in ambito commerciale. Permette di ridurre sensibilmente l'utilizzo della macchina espresso prevenendo la riduzione della pressione nel circuito. Non tutti sanno che, per ripristinare la pressione e la temperatura interna, la macchina da espresso ha un consumo energetico superiore rispetto a un qualsiasi bollitore.

Usi

Il caffè americano viene scelto soprattutto quando si desidera sorseggiare una bevanda lunga al gusto di caffè.
Il caffè americano (soprattutto di tipo Italiano, long e short black) può essere prodotto con la stessa miscela destinata all'espresso forte.
Ciò avviene soprattutto quando si preferisce una bevanda più corta, ricavata da un solo “shot” di polvere (invece che due) per evitare di conferirle una robustezza eccessiva o utilizzando miscele particolarmente leggere a base di caffè etiope o sumatra (anche verde o non tostato, vedi “Caffè Verde Crudo”).
Per le preparazioni con la stessa miscela dell'espresso si preferisce un rapporto di 1:1 tra bevanda pura e acqua, tirando il caffè direttamente nella tazza contenente l'acqua calda, al fine di non compromettere troppo la stabilità della crema.

Variazioni

Esiste un tipo di americano chiamato “iced americano” o americano ghiacciato. Si tratta della stessa bevanda prodotta con acqua fredda invece di quella calda.
Il “lungo” è fatto tirando un espresso lungo dallo stesso “shot” per conferire un maggior volume di bevanda pura, a sua volta responsabile di una maggior struttura aromatica e gustativa rispetto all'americano (diluito con acqua calda).
Il “caffè crema” è ulteriormente più lungo.
Il “red eye” (occhi rossi) è fatto diluendo l'espresso con del “caffè all'americana” piuttosto dell'acqua calda. In inglese viene detto anche “shot in the dark”.

Origini

“Caffè americano” è il nome caratteristico della bevanda anche nel paese di origine (anglosassone).
Il termine “americano”, di evidenti origini latine, è stato assorbito dalla lingua sudamericana e perfino dall'italiano, e (secondo il Dizionario Inglese di Oxford) risale al 1970.
E' ipotizzabile che il nome sia nato nella Seconda Gurra Mondiale, quando i soldati americani sbarcati in Italia diluivano il caffè nostrano aggiungendo dell'altra acqua calda per farlo somigliare alla loro bevanda.
Nel romanzo “Ashenden: Or the British Agent” del 1928, Somerset Maugham scrive di una bevanda chiamata “Americano” consumata dal protagonista a Napoli, durante la prima guerra mondiale; non si conoscono abbastanza informazioni per valutare se si tratta dello stesso prodotto.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer