Apnea subacquea: sicurezza e prevenzione

Apnea subacquea: sicurezza e prevenzione
Ultima modifica 06.12.2019

L'apnea subacquea è uno sport che si pratica all'interno di un ambiente definito "speciale" (cioè in acqua); inoltre, per definizione, la prestazione atletica dell'apneista è determinata dalla capacità di trattenere il respiro, una variabile che incide pesantemente sui livelli di pericolosità della disciplina. Apnea subacqueaPer avere un prospetto ampio e quantomeno esauriente dei rischi esistenti nella pratica dell'apnea subacquea, è consigliabile documentarsi sui rischi e i pericoli della disciplina.
Per molti anni l'apnea subacquea è rimasta un'attività riservata a pochi "coraggiosi pescatori subacquei", o peggio, ai "record-man" che si alternavano la detenzione dei primati di profondismo; ad oggi, l'apnea subacquea rappresenta uno sport in notevole espansione (soprattutto nella popolazione femminile) che abbraccia un bacino d'utenza decisamente più ampio. Tuttavia, per ottenere un'adesione collettiva significativa, è stato necessario approfondire moltissimo l'aspetto della prevenzione e della sicurezza specifiche, in maniera tale da trasformare uno sport estremo, o potenzialmente a rischio, in un'attività comunemente praticabile.
La sicurezza e la prevenzione degli infortuni nell'apnea subacquea sono due aspetti che devono rientrare nell'atteggiamento generale dell'apneista stesso; le regole e le norme di tutela, sia propria che altrui, si posso raggruppare e descrivere lungamente; ma in fin dei conti, se ben radicate nella pratica quotidiana, la loro messa in atto diventa un piacevole automatismo.
Innanzitutto, è doveroso ringraziare tutte le scuole di preparazione e formazione all'apnea subacquea per il fortissimo contributo che hanno dato, stanno dando e continueranno a dare, nell'espansione del concetto di apnea sicura e di apnea consapevole; pertanto, ai lettori interessati consiglio vivamente di rivolgersi all'associazione sportiva più vicina e fare domanda per frequentare un corso di apnea subacquea o di perfezionamento delle proprie capacità apneistiche.

Sicurezza e prevenzione nell'apnea subacquea

Nell'apnea subacquea, prevenire significa soprattutto evitare - ma anche saper fronteggiare - ogni eventualità infausta, ed organizzarsi al meglio per poterla gestire in maniera efficace. La prevenzione dell'apneista parte dall'applicazione delle regole di base per il mantenimento della sicurezza e per la riduzione dell'indice di rischio, fino alla programmazione di veri e propri piani di gestione delle emergenze. Scendiamo più nel dettaglio.

Prevenzione: stato di salute e sicurezza

L'apneista è un atleta ed in quanto tale deve comportarsi; pur non aderendo ad associazioni o circuiti gara, anche un semplice pesca-sub o apneista "puro" ha il dovere di mantenersi costantemente monitorato attraverso lo svolgimento degli esami periodici di idoneità psico-fisica allo sport agonistico; così facendo si avrebbe la garanzia di possedere tutti i requisiti fisici indispensabili, riducendo di conseguenza le possibilità di malori durante la pratica sportiva.
Per lo stesso motivo, è essenziale che l'apneista si curi di mantenere uno stato di nutrizione ed idratazione costantemente ottimale, soprattutto prima di attività che lo impegneranno diverse ore al giorno. In questo modo, egli potrà essere certo che le sue condizioni fisiche consentiranno di affrontare in maniera ottimale anche la situazione più impegnativa (come il rientro da una mareggiata improvvisa sottocosta o il giro di corrente su una secca).

Prevenzione: sistema di coppia

La componente che incide maggiormente sull'eventualità di infortunio mortale è la presenza o meno di un compagno di immersione. Soprattutto per un apneista, poter fare affidamento su di una "sentinella" pronta a soccorrerlo in qualsiasi situazione, rappresenta una garanzia di sicurezza non indifferente. Per fare ciò, è indispensabile trovare un compagno con il quale sia possibile condividere costantemente le proprie uscite e che possegga almeno lo stesso livello di preparazione atletica; egli dev'essere in grado di scendere alle stesse quote e conoscere i principi di base per il recupero dell'infortunato in profondità (almeno 8-15m) con alcune nozioni di relativo primo soccorso. Va da sé che anch'egli deve trovarsi costantemente in condizioni psicofisiche ottimali. Frequentando un corso di apnea subacquea è possibile acquisire tutte le informazioni necessarie alla gestione del sistema di coppia, tra le quali anche l'ASSISTENZA durante le immersioni; questo comportamento (molto nelle diverse discipline) è frequentemente sottovalutato dai neofiti (soprattutto dai pescatori), ma garantisce un livello di sicurezza elevatissimo anche durante apnee prolungate fino al limite del proprio massimale prestativo.

Prevenzione: piano di immersione

Una volta garantiti lo stato di salute, di forma e di prestanza fisica della coppia di apneisti, è anche fondamentale incrementare il livello di sicurezza generale pianificando ogni uscita di allenamento o di pesca subacquea. Questo aspetto è particolarmente importante nell'apnea subacquea svolta in acque libere, dove le variabili sono molte e le possibilità che si manifestino circostanze insolite aumentano significativamente. Non c'è nulla di più importante che programmare l'intera uscita (anche mediante un rapido briefing), comunicando i giusti orari di apertura e conclusione, precisando anche i luoghi di ritrovo (soprattutto nelle eventualità in cui venga meno il contatto visivo) nonché la logistica dell'appoggio nautico e relative dotazioni di bordo (razzi di segnalazione, giubbotti di salvataggio, kit di primo soccorso, sistemi di comunicazione, numeri di telefono delle autorità competenti ecc.) o dell'automobile parcheggiata (eventualmente informando il/i compagni del punto preciso di occultamento delle chiavi del mezzo). Infine, ma non meno importante, ricordarsi di informare qualcuno (chiunque) della propria uscita in acque libere; in tal modo, nella peggiore delle ipotesi (come l'avaria del mezzo nautico o dell'automobile concomitante al malfunzionamento dei mezzi di comunicazione), avremo comunque buone possibilità di essere soccorsi in tempi relativamente brevi. Seguendo queste brevi e semplici regole è possibile svolgere un'intera uscita in acque libere (che può durare quasi mezza giornata) riducendo al minimo le complicazioni organizzative e logistiche.

Prevenzione: gestione delle emergenze

Parte integrativa del piano di immersione è senz'altro il programma di gestione delle emergenze; per quanto si possa ridurre al minimo la percentuale di rischio riferita ad eventi spiacevoli, non si può prescindere dall'eventualità che si manifestino. A tal proposito, risulta estremamente importante (soprattutto nella gestione di gruppi numerosi) informare il compagno, o ogni singolo componente della squadra, quale ITER SIA NECESSARIO seguire nel caso di infortunio; in merito a samba o black-out, generalmente è sufficiente riportare il pericolante in superficie e colpirlo con qualche schiaffetto sul volto, o al limite eseguire una o più insufflazioni bocca-bocca o bocca-naso. In caso di contusioni o lacerazioni legate ad incidenti nautici, malori improvvisi, sincope con arresto cardiaco, infortunio a quote elevate ecc., l'iter da seguire è il seguente:

  • Appena possibile (eventualmente dopo il recupero del pericolante), se necessario, CHIAMARE I SOCCORSI!!!
  • Verificare che la situazione NON sia potenzialmente a rischio anche per noi soccorritori; ad esempio, sarebbe sconsigliabile tentare di recuperare un compagno (magari impigliato in una rete) ad una quota ben oltre le nostre potenzialità apneistiche (ovviamente, nostro malgrado).
  • Se possibile, recuperare il pericolante applicando le nozioni di salvamento/recupero subacqueo (didattica dei corsi di apnea) e di trasporto fino al mezzo nautico o a riva.
  • Raggiunto un punto fermo, se sono già state avvertite le autorità, tentare un primo soccorso:
  • in caso di black-out mediante insufflazione;
  • in caso di arresto cardiaco effettuare un massaggio cardiaco o applicare il defibrillatore assieme all'insufflazione;
  • in caso di emorragie, tentare l'emostasi con lacci o corde, o premendo sulla lacerazione.

In caso di black-out è comunque consigliabile applicare il kit di somministrazione dell'ossigeno.
Ovviamente, per fare tutto questo è indispensabile avvalersi di alcuni strumenti basilari; tra questi, se l'uscita si svolge in acque libere con l'appoggio di un mezzo nautico, ricordiamo di portare:

  • Foglio riassuntivo di tutti i numeri utili (perché in caso di emergenza il cervello NON ragiona lucidamente)
  • Sistemi di comunicazione multipla: VHF, telefono cellulare, telefono cellulare di scorta
  • GPS per la comunicazione del punto preciso
  • Kit di primo soccorso e kit di somministrazione dell'ossigeno
  • Defibrillatore, MA SOLO se addestrati ad usarlo assicurandosi che il pavimento sia asciutto e lo spazio sufficiente
  • Almeno UNA coperta termica
  • Forbici per tagliare la muta subacquea
  • Dotazioni di bordo per la segnalazione dell'avaria
  • Abbondante acqua potabile

La prevenzione è una componente essenziale per ridurre al minimo i rischi dell'apnea subacquea incrementando significativamente il livello di sicurezza generale. Seguendo queste poche regole è possibile godere di uno sport assolutamente unico nel suo genere e contribuire alla sua divulgazione ed espansione.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer