Ultima modifica 02.10.2019

Alluminio negli Alimenti

L'alluminio è un elemento metallico che costituisce circa l'8,2% della crosta terrestre.
Nel XIX secolo, la scoperta di processi estrattivi più economici (dall'ossido di alluminio e dalla bauxite) ha esaltato l'applicazione e la versatilità del materiale.
Alluminio negli AlimentiAdditivi alimentari, utensili da cucina, farmaci, deodoranti, cibi e bevande contengono alluminio in quantità più o meno rilevanti.
Tuttavia, contrariamente ad altri elementi metallici (come il ferro, lo zinco, il rame ecc.), l'alluminio non è né utile, né tanto meno essenziale per l'uomo. Ecco perché la sua presenza eccessiva nella dieta va considerata potenzialmente nociva per la salute.

Alluminio negli Additivi

Trattandosi di un elemento ubiquitario, l'alluminio si trova nel suolo e nelle acque di tutto il globo. Ciò significa che la maggior parte dei cibi lo contiene “almeno”, facendolo entrare quotidianamente nell'organismo umano.
Specifichiamo fin da subito che piccole quantità di alluminio non causano alcun tipo di lesione ma, nel corso del tempo, questo metallo potrebbe accumularsi nei tessuti.
L'alluminio è un elemento fondamentale per certi additivi alimentari, contenuti soprattutto: nel lievito chimico, nei formaggi fusi (sottilette, formaggino ecc) e nei sottaceti.
La tabella sottostante riassume la lista italiana e quella americana degli additivi alimentari che racchiudono alluminio.


Additivi Concessi in Italia

Additivi Concessi negli USA

In Italia, il Ministero della Salute considera sicuri i seguenti additivi alimentari:

Negli Stati Uniti, la “Food and Drug Administration” (FDA) considera generalmente sicuri (GRAS) i seguenti additivi alimentari:

  • Solfato di alluminio
  • Solfato di alluminio e ammonio
  • Solfato di alluminio e sodio
  • Silicato di calcio e alluminio
  • Stearato di alluminio
  • Fosfato acido di sodio e alluminio
  • Nicotinato di alluminio

La sicurezza di questi ingredienti è tutt'ora oggetto di discussione.

Nel settembre 2005, un gruppo di ricerca conosciuto come “Department of the Planet Earth” ha presentato una richiesta di esclusione degli additivi contenenti alluminio dalla lista dei GRAS (Generally Recognized As Safe, ovvero generalmente riconosciuti come sicuri)..
A sostegno della petizione, vennero riportati alcuni studi che tentavano di dimostrare una correlazione tra l'alluminio e la malattia di Alzheimer.
Tuttavia, questi approfondimenti non si sono dimostrati statisticamente significativi.

Alluminio e Preparazione dei Cibi

Oltre ad essere naturalmente presente nei cibi e nelle bevande, e a strutturare vari additivi, l'alluminio può contaminare gli alimenti durante la loro preparazione. Il transito del materiale avviene dagli utensili (padelle, contenitori ecc) all'alimento, attraverso l'usura di tipo chimico o fisico.
Nel settore culinario, l'alluminio è uno dei materiali più utilizzati. Lo contraddistingue un'ottima conduzione termica, tipicizzata da uniformità ed efficacia.
D'altro canto, l'alluminio è un metallo abbastanza tenero; se raschiato, cede facilmente piccoli frammenti che “sporcano” i cibi. Un esempio indicativo è la produzione di creme e besciamella; in queste ricette si richiede un utilizzo massiccio della frusta che, se in acciaio (più duro dell'alluminio), corrode il tegame. Talvolta, le particelle che vengono liberate da questo processo sono talmente abbondanti da modificare il colore della salsa o della crema facendola diventare verde o grigia.
Inoltre, l'alluminio tende a reagire con i cibi acidi come la frutta, gli ortaggi, l'aceto, ed il vino (soprattutto in presenza di calore). Questa interazione chimica favorisce l'erosione del metallo e ne promuove il passaggio dentro gli alimenti. Inoltre, l'alluminio promuove l'ossidazione dei cibi, ragion per cui NON risulta particolarmente adatto nella conservazione.
Per scongiurare queste eventualità, molti produttori hanno iniziato a costruire tegami e padelle in alluminio anodizzato. Questo processo consente di:

  • Mantenere la conducibilità del materiale
  • Creare uno strato superficiale più duro
  • Prevenire la reazione alimentare.

E' comunque necessario evitare di graffiare i contenitori, ad esempio utilizzando mestoli, pinze e fruste meno aggressivi (ad es quelli in plastica o rivestiti in silicone).

Tossicità dell'Alluminio

Secondo alcune analisi di laboratorio effettuate negli Stati Uniti, i cibi che contribuiscono maggiormente all'assunzione di alluminio sono: cereali e derivati (come pane, dolci, biscotti e pasticceria), verdure (spinaci, rafano e lattuga), funghi, bevande ( e cacao) ed alcuni prodotti della primissima infanzia. Anche l'acqua potabile e i medicinali costituiscono una fonte significativa di alluminio.
Sulla base di alcune ricerche, considerando la scarsa eliminazione del metallo dai tessuti, la “European Food Safety Authority” (EFSA) ha ristretto l'assunzione alimentare di alluminio a 1mg/kg di peso corporeo alla settimana. Oltre questo limite non è escluso che possa creare problemi alla salute.
L'esposizione alimentare media della popolazione europea è calcolata tenendo in considerazione gli studi eseguiti in nazioni differenti (Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Svezia). L'approfondimento, svolto da un gruppo di esperti nominati dall'EFSA, ha messo in evidenza quanto eterogenea possa essere l'esposizione collettiva. La media per la popolazione adulta è compresa tra 0,2-1,5mg/kg settimanale; per i soggetti più giovani, i limiti massimi hanno variato tra 0,7-2,3mg/kg per settimana.
La “New York University Langone Medical Center” riferisce che l'esposizione prolungata, soprattutto ad alti livelli, può causare gravi problemi di salute.
Mangiando alimenti che contengono fosfato acido di sodio ed alluminio, o vivendo in prossimità delle miniere di estrazione, l'esposizione al metallo diventa più nociva col passare del tempo.
Tuttavia, anche l'esposizione a breve termine come, ad esempio, respirare la polvere di alluminio sul posto di lavoro, può essere molto dannosa.
La tossicità dell'alluminio colpisce il sistema muscolo-scheletrico ed il cervello, causando: debolezza muscolare, dolore alle ossa, osteoporosi, alterazioni fetali, ritardo della crescita nei bambini e alterazioni della funzione riproduttiva maschile (compromissione dei testicoli). Il peggioramento delle capacità mentali, la demenza e le convulsioni si manifestano prevalentemente nei soggetti affetti da insufficienza renale.