Acidificare le Urine
Ultima modifica 29.10.2019

Sebbene la condizione più comunemente ricercata sia quella opposta, ovvero l'alcalinizzazione urinaria, in alcuni casi acidificare le urine può rivelarsi un comportamento utile al mantenimento dello stato di salute.

Urine e pH

Le urine sono il prodotto dell'escrezione renale, mediante la quale vengono espulsi dall'organismo i prodotti metabolici o catabolici disciolti nel torrente ematico (scorie dannose, soprattutto urea, corpi chetonici, creatinina ecc).
Controllare il pH urinario significa valutare e misurare la capacità del rene di acidificare le urine; queste ultime, assieme all'espirato (ventilazione polmonare), sono responsabili dell'equilibrio acido-base del sangue mediante l'espulsione degli acidi NON volatili (idrogenioni) prodotti normalmente e giornalmente dal metabolismo (circa 60mEq). Gli ioni idrogeno, se non espulsi, provocano l'abbassamento del pH ematico e l'acidosi metabolica; un'eventuale difficoltà nel produrre ed eliminare urina acida in condizioni di acidosi metabolica lascia quasi sempre pensare ad un'insufficineza renale.
Come si può facilmente intuire da quanto sopra descritto, il pH dell'urina può oscillare in maniera significativa e rappresenta una condizione indispensabile al mantenimento dell'omeostasi sanguigna (prevenzione dell'acidificazione o dell'alcalosi sistemici); normalmente, il pH delle urine si colloca tra 4,4 ed 8, con normalità a 6/7.

Acidificare le Urine

L'acidificazione delle urine è utile nella prevenzione e nel trattamento della cistite (infezione della vescica), dell'uretrite (infezione dell'uretra) e dell'uretrocistite (vescica + uretra). Viene inoltre usata in farmacologia per modulare l'effetto di alcuni farmaci, favorendo l'eliminazione delle basi deboli (pratica utile per es. in caso di overdose da amfetamine) ed ostacolando l'escrezione degli acidi deboli (in questo caso l'acidificazione urinaria riduce l'eliminazione del farmaco prolungandone l'emivita).
I batteri che infettano l'epitelio urinario sono generalmente appartenenti ai coliformi e più comunemente si tratta di Escherichia coli, un ceppo microbico particolarmente sensibile al pH circostante. In condizioni di acidità, l'Escherichia coli NON è in grado di riprodursi efficacemente, pertanto, in caso di infezioni del tratto urinario è comunque utile tentare di acidificare le urine.
L'alimento più utilizzato (e l'unico sottoposto a sperimentazione clinica) nel trattamento delle infezioni urinarie (in virtù del suo potere di acidificare le urine e soprattutto di prevenire l'adesione batterica alla mucosa urinaria) è il succo di mirtillo. Quest'ultimo costituisce una bevanda ottenuta dai frutti del mirtillo rosso palustre americano e pare che se consumato in porzioni di 500-750 ml/die possa favorire la prevenzione e la remissione delle suddette patologie; tuttavia, come spesso accade, i risultati sperimentali sono ancora controversi ma è comunque doveroso specificare che si tratta di un alimento e non di un farmaco; pertanto, caratterizzandosi per la TOTALE assenza di controindicazioni, è sempre consigliabile utilizzarlo.
Altri alimenti utili ad acidificare le urine sono tutti quelli contenenti un abbondante residuo acido derivante dal cloro (Cl), dal fosforo (P) e dallo zolfo (S). In particolare, gli alimenti utili ad acidificare le urine sono: formaggi, tuorlo d'uovo, carni bianche e rosse, pesce; seguono la frutta secca, i legumi ed i cereali.

Altri metodi: Controindicazioni

L'acidificazione delle urine può avvenire in seguito a condotte alimentari inappropriate come le diete chetogeniche (o generalmente iperproteiche), ma anche nel post esercizio fisico PROTRATTO. In entrambi i casi, complice anche la disidratazione, il pH delle urine subisce l'acidificazione a causa di:

  • Corpi chetonici
  • Residui azotati

Nonostante anch'esse contribuiscano all'acidificazione delle urine, dal mio punto di vista è assolutamente sconsigliabile sfruttare queste condizioni obsolete e generalmente indesiderate; l'aspetto negativo che ne preclude l'utilizzo nella terapia contro le infezioni del tratto urinario è l'effetto potenzialmente affaticante che esercitano sul sistema di filtraggio renale (vedi dieta chetogenica)... senza considerare che sia i corpi chetonici che i residui azotati, oltre ad acidificare l'urina, determinano una compromissione sistemica che, in alcuni casi (come nell'insufficienza renale) può sfociare nell'acidosi metabolica grave.


NOTA BENE: indipendentemente dalla metodica scelta, nelle persone con iperuricosuria (alti livelli di acido urico nel sangue) od ipercistinuria (alti livelli urinari di cistina), acidificare le urine significa favorire la formazione di calcoli nel tratto urinario; per queste categorie di pazienti, si raccomanda quindi l'alcalinizzazione urinaria e si sconsiglia caldamente di acidificare le urine. Analogo discorso nella prevenzione dell'osteoporosi, dato che un'alimentazione CRONICAMENTE ricca di residui acidi favorisce la perdita minerale ossea.


Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer