Tricomoniasi - Sintomi, Compicanze, Trattamento
La
tricomoniasi è un’infezione che
colpisce gli organi sessuali e le vie urinarie. Questa malattia a trasmissione
sessuale è causata da un protozoo, cioè da un parassita unicellulare (quindi
composto da una singola cellula). Questo microrganismo, chiamato Trichomonas vaginalis, si trasmette principalmente
attraverso rapporti sessuali non protetti. La sua infezione provoca per lo più disturbi
sessuali ed urinari, come vaginiti, uretriti e prostatiti.
Al microscopio, il Trichomonas vaginalis appare come una cellula di grandi dimensioni
e di forma ovale. Inoltre, questo protozoo è dotato di una membrana ondulante e
di flagelli. I flagelli sono una specie di code, con cui il parassita riesce a
muoversi all'interno dell’apparato genitale. In particolare, le sedi d’infezione
preferite sono l’uretra, la prostata, ma soprattutto la vagina. A tal
proposito, il trichomonas ha la capacità di sfruttare il glicogeno, naturalmente
presente nella mucosa vaginale, per il proprio sviluppo. In questo modo, il
parassita sottrae glicogeno ai lattobacilli impedendo la sua naturale
trasformazione in acido lattico. Di conseguenza, si assiste ad un innalzamento
del pH vaginale che facilita il perpetuarsi di questa e di altre eventuali
infezioni vaginali. Il periodo di incubazione è piuttosto lungo e si estende
dai 4 ai 28 giorni.
Come anticipato, la tricomoniasi è una tipica
infezione trasmessa attraverso i contatti sessuali, specie se non protetti. Qualsiasi
persona sessualmente attiva può, quindi, infettarsi con il Trichomonas. Il rischio è chiaramente correlato al numero di
partners e alle abitudini sessuali. Non sorprende, dunque, l'ampia diffusione
della malattia prostitute, tra persone con differenti partners sessuali od
affette da altre malattie veneree.
Un'altra possibile modalità di contagio avviene
attraverso l'uso promiscuo, quindi condiviso, di asciugamani umidi, giocattoli
sessuali, piscine, servizi igienici o biancheria intima. Tuttavia, si tratta di
un'eventualità possibile ma poco probabile, dato che il Trichomonas vaginalis sopravvive per un tempo brevissimo al di
fuori del corpo umano. Indicativamente, il Trichomonas può vivere non più di
40-50 minuti fuori dal corpo.
Per completare il quadro, in rari casi, è possibile anche
la trasmissione verticale, cioè dalla madre al neonato al momento del parto.
Molto spesso l’infezione da Trichomonas vaginalis non provoca sintomi o disturbi di rilievo. Nei
casi in cui i sintomi si manifestano sono chiaramente diversi nell’uomo e nella
donna. Gli uomini, in particolare, sono più spesso dei portatori asintomatici e
solamente nei rari casi in cui l’infezione provoca uretriti o prostatiti possono
essere presenti irritazioni al glande, secrezioni uretrali scarse o moderate, bruciore
ad urinare e durante l’eiaculazione.
Rispetto all'uomo la donna è più soggetta a
sviluppare sintomi, dato che l’infezione da Trichomonas
vaginalis determina spesso vaginiti, cerviciti e uretriti. Perciò la
sintomatologia è caratterizzata da un intenso prurito o bruciore ai genitali
esterni e alla vagina, con perdite giallo-verdastre, schiumose e in genere maleodoranti,
talvolta con piccole macchie di sangue. Come risultato, il rapporto sessuale
può essere alquanto doloroso. Sempre
nella donna, possono essere, inoltre, presenti disturbi della minzione, come bruciore
e necessità di urinare frequentemente. Un altro riscontro piuttosto comune,
identificabile durante una visita ginecologica, è quello della cosiddetta “cervice
a fragola”. Questo similitudine deriva dalla tipica presenza di piccole macchie rossastre sulla
superficie della mucosa cervicale e sulla parete della vagina.
La tricomoniasi non è soltanto una malattia fastidiosa,
sgradevole e irritante. Anche quando passa inosservata per anni, se non
trattata adeguatamente la tricomoniasi può infatti dar luogo a severe
complicanze. In particolare, può
provocare sterilità, sia nella donna che nell’uomo. Inoltre, può causare irritazioni del pene e infiammazioni della
prostata nell’uomo, mentre nella donna può determinare un’infezione di utero e
tube. Inoltre, sembra aumentare il rischio di carcinoma cervicale,
favorire la trasmissione dell'HIV.
Per
quanto riguarda la gravidanza,
l’infezione da Trichomonas è
associata gravidanze ectopiche, parti prematuri e basso peso del bambino alla nascita. Il neonato, a sua volta, può seppur
raramente acquisire l’infezione durante il passaggio attraverso il canale del
parto e subire danni di gravità variabile, che vanno dall’asintomaticità, alla
congiuntivite e alla polmonite.
La diagnosi si ottiene con la semplice osservazione
al microscopio delle secrezioni vaginali o uretrali affiancata dall’analisi
microbiologica. Considerate le sue peculiari caratteristiche, il Trichomonas vaginalis, infatti, è ben
visibile nello striscio a fresco. L’esame colturale e i test di amplificazione per
la ricerca del DNA del protozoo, sia sul secreto uretrale che sulle urine,
permettono di confermare la diagnosi. Questi esami, inoltre, consentono di
verificare l’eventuale co-infezione con altre patologie infettive sessualmente
trasmissibili, come la clamidia e la gonorrea, a cui spesso la tricomoniasi si
associa.
Se il trattamento della tricomoniasi è tempestivo,
la guarigione è rapida. La terapia della tricomoniasi si basa in particolare sull'assunzione
di antibiotici specifici, come il metronidazolo. In alternativa, per le
infezioni resistenti al metromidazolo, è prescritto il tinidazolo.
Dopo la conclusione della terapia è importante
evitare l’assunzione di bevande alcoliche per almeno 24 ore per il
metronidazolo o per 72 ore per il tinidazolo. Bere alcool, infatti, può dare
origine a manifestazioni quali nausea, vomito, crampi addominali, vampate di
calore e mal di testa.
Alla terapia antibiotica è consigliabile associare un integratore di
probiotici, per favorire la ricrescita della normale flora batterica vaginale.
Inoltre, è necessario astenersi
dai rapporti sessuali fino al termine del trattamento.
Un'altra
considerazione molto importante è che la terapia deve coinvolgere anche il partner o i partner sessuale. Questa
precauzione, da adottare anche quando il partner non manifesta sintomi, è
importante per limitare la diffusione della malattia ad altre persone ed
evitare l'effetto ping-pong, cioè il continuo passaggio dell'infezione da un
partner all'altro.
Nelle donne e negli uomini sessualmente attivi con
infezione da Trichomonas spesso viene
raccomandato un controllo entro 3 mesi dal termine della terapia, vista
l’elevata incidenza di recidive in questo tipo di infezione.
La prevenzione della tricomoniasi si effettua
essenzialmente adottando le regole del cosiddetto "sesso sicuro". Tra
queste, risulta utile l’uso regolare e corretto del preservativo in ogni rapporto
sessuale, specie quando abbiamo a che fare con partner occasionali.