Gastrite - Video: Cause, Sintomi, Cure

Ultima modifica 26.03.2020

Oggi parliamo di un problema molto comune, spesso frainteso, caratterizzato da bruciore di stomaco, fitte dolorose nella parte superiore dell’addome, difficoltà digestive e nausea. Se non l'avete ancora capito, parliamo di gastrite. Vediamo insieme di cosa si tratta.

La gastrite è un’infiammazione dello stomaco. In particolare, questa infiammazione interessa il rivestimento più interno dello stomaco, chiamato mucosa gastrica. Esistono molte cause di gastrite, ma prima di tutto occorre fare una distinzione tra le forme acute e quelle croniche. La gastrite acuta si manifesta all’improvviso, con sintomi piuttosto intensi. Generalmente ha natura transitoria, il che significa che regredisce entro breve tempo. Al contrario, la gastrite cronica si manifesta con disturbi più lievi, ma che persistono nel tempo e faticano a scomparire. La gastrite acuta ha molto spesso un'origine dietetica; ad esempio, può essere scatenata da un pasto troppo abbondante o dall'ingestione di quantità eccessive di alcol o di altre sostanze irritanti per lo stomaco. La forma cronica, invece, ha spesso una natura infettiva; in molti casi è infatti legata ad infezioni sostenute dall’ormai famoso Helicobacter pylori, un batterio che trova il suo habitat ideale proprio nella mucosa gastrica. Una volta individuata la causa della gastrite, si può impostare un trattamento adeguato. Questo ha lo scopo di alleviare i sintomi, eliminare la causa scatenante e prevenire l’insorgenza di eventuali complicanze. Il trattamento della gastrite si basa perciò sull'impiego di farmaci che riducono l'acidità gastrica e proteggono la mucosa dello stomaco. A ciò si dev'essere associato un trattamento antibiotico nei casi dipendenti dall'infezione da Helicobacter pylori

Vediamo ora quali fattori possono provocare l’irritazione e l’infiammazione delle pareti dello stomaco.
Anzitutto, la gastrite può derivare dall’uso protratto di particolari farmaci, che svolgono un’azione irritante sulla mucosa gastrica. L'esempio più noto è quello degli antinfiammatori come l'aspirina, l'ibuprofene o i derivati del cortisone. Abbiamo poi visto come tra le cause infettive, la più frequente sia l’infezione da Helicobacter pylori. L'ambiente acido dello stomaco è infatti particolarmente ostile per i batteri, perciò agenti patogeni diversi dall'Helicobacter sono coinvolti solo in casi particolari, ad esempio quando la secrezione acida dello stomaco è ridotta. Anche eventi traumatici, ad esempio dovuti a ustioni, interventi chirurgici o radiazioni ionizzanti possono essere causa di gastrite. Meno frequentemente, la gastrite può essere innescata da una reazione immunitaria anomala, in cui gli anticorpi attaccano le cellule dello stomaco. In questo caso, si parla di gastrite autoimmune, presente soprattutto in soggetti affetti da altre malattie autoimmuni, come, ad esempio, la tiroidite di Hashimoto o il diabete di tipo 1. Infine, altri fattori predisponenti allo sviluppo di una gastrite sono le cattive abitudini alimentari, lo stress, l’assunzione di alcol in quantità eccessive, l’abitudine al fumo e il reflusso biliare o di enzimi pancreatici.

Abbiamo detto che la gastrite è un processo infiammatorio dello stomaco, che può avere un decorso acuto o cronico. Con questa diapositiva cerchiamo di capire come queste due forme si distinguono sulla base dei sintomi. La buona notizia è che la gastrite acuta è transitoria; infatti, una volta eliminata la causa scatenante si risolve in pochissimo tempo. La brutta notizia è che insorge in maniera improvvisa e anche piuttosto violenta; in particolare, può essere accompagnata da sanguinamento e, in alcuni casi, da lesioni di tipo erosivo a livello della mucosa gastrica superficiale. I sintomi più comuni della gastrite acuta sono rappresentati da fastidi, dolori o crampi nella parte superiore dell’addome, accompagnati dalla necessità di eruttazioni frequenti. Spesso, il dolore allo stomaco viene descritto come una sensazione di forte bruciore. Possono, inoltre, verificarsi nausee, talvolta associate a vomito. Tutti questi sintomi, in genere, si acutizzano da 1 a 5 ore dopo i pasti e possono essere attenuati dell’assunzione di farmaci antiacidi o dall’ingestione di altro cibo. In alcuni casi, possono anche manifestarsi gonfiore addominale, episodi di diarrea, febbre e malessere generalizzato. Vediamo ora quali sintomi caratterizzano, invece, la gastrite cronica. Rispetto alla forma acuta, la gastrite cronica presenta sintomi meno intensi, ma che persistono a lungo. Spesso il soggetto soffre semplicemente di disturbi digestivi frequenti e abbastanza lievi. Di solito, la gastrite cronica non guarisce spontaneamente e se viene trascurata troppo a lungo può causare profonde erosioni della mucosa gastrica. Se queste erosioni, dette ulcere gastriche, si estendono in profondità nella parete dello stomaco, possono sanguinare; il soggetto, di conseguenza può notare tracce di sangue nelle feci o nel vomito, sangue che essendo stato digerito apparirà di colore scuro, quindi nerastro. Un'altra possibile complicanza della gastrite cronica non curata consiste nella progressiva distruzione delle ghiandole dello stomaco, con atrofia della mucosa. In alcuni casi, questa modifica induce la comparsa di una pericolosa complicanza chiamata metaplasia intestinale; si tratta di una lesione precancerosa in cui le normali cellule dello stomaco vengono sostituite con altre cellule dalle caratteristiche più simili a quelle dell’intestino.

La gastrite viene oggi diagnosticata fondamentalmente tramite un esame chiamato gastroscopia. Si tratta di un esame endoscopico, che esplora quindi lo stomaco “dall’interno”. Per fare ciò, la gastroscopia sfrutta una sonda flessibile, munita di fonte luminosa e telecamera all’estremità. Questo speciale tubicino viene introdotto nella bocca e fatto scendere nel tratto digerente attraverso la gola e l'esofago. La gastroscopia permette così di apprezzare lo stato della superficie interna dello stomaco, di individuare l’infiammazione e di scoprire eventuali complicazioni, come sanguinamenti e ulcere. Se il medico individua qualcosa di anomalo durante la gastroscopia, può anche rimuovere un piccolo frammento di tessuto per analizzarlo in laboratorio. Questa operazione, detta biopsia gastrica, permette di accertare le cause del disturbo e la natura, benigna, maligna o precancerosa, di eventuali lesioni sospette.

Vediamo ora com'è possibile curare la gastrite. Se si tratta della forma acuta, si può stare abbastanza tranquilli. Infatti, di solito, una volta eliminata la causa che l’ha indotta, la gastrite acuta regredisce spontaneamente. In genere, è quindi sufficiente correggere le abitudini alimentari e lo stile di vita. In particolare, andranno evitati i pasti troppo abbondanti e di difficile digestione, come fritture ed intingoli, ma anche i cibi irritanti come quelli speziati, il caffè e il cioccolato, le bevande gassate e l’abuso di alcol. Da evitare anche il fumo e l’assunzione cronica di FANS. Oltre a queste misure, la guarigione della gastrite può essere accelerata facendo ricorso a farmaci specifici. I medicinali più utili sono quelli che proteggono la mucosa dello stomaco e neutralizzano o comunque riducono la secrezione acida gastrica. Possono essere quindi utilizzati antiacidi, H2 antagonisti, procinetici o i potentissimi inibitori della pompa protonica, come l'omeprazolo. Se all'origine della gastrite è stata individuata un’infezione da Helicobacter pylori, in genere il farmaco inibitore della pompa protonica viene associato a uno o a due antibiotici.