Ultima modifica 26.01.2021

L'antigene prostatico specifico, indicato spesso con l'acronimo PSA, è una proteina - o meglio, un enzima - prodotto dalle cellule della ghiandola prostatica. La sua funzione consiste nel mantenere fluido il liquido seminale dopo l'eiaculazione, in modo tale che gli spermatozoi possano muoversi più agevolmente nel tratto genitale femminile. Stiamo quindi parlando di una sostanza fisiologica dalle importanti funzioni, prodotta normalmente anche dagli uomini sani.

Sebbene sia prodotto da alcune cellule prostatiche, una piccolissima quantità di PSA viene riversata nel sangue. In condizioni normali si riscontra una concentrazione inferiore ai 4 nanogrammi di PSA per millilitro di sangue. Per chi non ha dimestichezza con le conversioni, ricordo che stiamo parlando di 4 miliardesimi di grammo per millilitro di sangue. Comunque, ciò che a noi interessa è che le concentrazioni di PSA nel sangue sono correlate allo stato di salute della prostata. Infatti, quando le cellule prostatiche vengono danneggiate, la "perdita" di PSA nel circolo sanguigno aumenta. Dal momento che le cellule vengono danneggiate praticamente in ogni malattia prostatica, quando abbiamo il PSA alto significa che qualcosa sta probabilmente "infastidendo" le cellule della nostra prostata. Nelle prossime diapositive vedremo nel dettaglio quali possono essere le cause del suo incremento.

Il PSA è facilmente dosabile in un piccolo campione di sangue, solitamente prelevato da una vena dell'avambraccio del paziente. Abbiamo già visto che livelli ematici di PSA sotto i 4 nanogrammi per millilitro sono generalmente considerati normali. Livelli superiori o crescenti nel tempo potrebbero invece indicare un problema alla prostata, ad esempio una prostatite, un'ipertrofia prostatica benigna o un tumore della prostata. Chiarito questo, è fondamentale precisare che il PSA è sì un marcatore specifico della prostata, ma non delle patologie che la colpiscono. In altre parole, ci dice che c'è un problema a livello della prostata, ma non rivela alcunché sulla natura di questo problema. Ad esempio, il PSA nel sangue non permette di distinguere con certezza una malattia della prostata di tipo benigno da un tumore prostatico. Infatti, un'infiammazione acuta della prostata può elevare il PSA nel sangue allo stesso modo di un carcinoma prostatico. Ma non è tutto. I valori del PSA possono infatti essere alterati da molte altre condizioni, anche del tutto normali. Ad esempio, valori superiori alla norma si possono registrare dopo un'esplorazione rettale, una biopsia prostatica o altre manovre sulla ghiandola effettuate dall'urologo. Inoltre, il PSA può addirittura aumentare, seppur lievemente, anche dopo un rapporto sessuale; per questo, normalmente si consiglia di astenersi dai rapporti per almeno 48 ore prima del test. Altri fattori che possono influenzare i livelli di PSA nel sangue sono l'uso prolungato della bicicletta e la guida della moto; infatti, simili attività possono dare origine a piccoli traumi della prostata con conseguente aumento del PSA. Un'altra importantissima considerazione è che il valore del PSA varia al variare dall'età. Di conseguenza, il risultato del test necessita di essere "interpretato" dal medico sulla base dell'età del paziente e di altre condizioni non legate ad uno stato di malattia.

In questa diapositiva osserviamo più da vicino il valore diagnostico che assume il PSA come marcatore tumorale. A tal proposito, come probabilmente già saprete, il PSA è utile nei programmi di screening preventivi e nel monitoraggio della malattia dopo il trattamento. In particolare, livelli di PSA tra 4 e 10 nanogrammi per millilitro indicano un rischio di tumore più alto del normale, che aumenta ulteriormente se i livelli superano la soglia dei 10 nanogrammi. Oltre al valore assoluto, negli ultimi tempi si è cercato di analizzare altri aspetti del PSA, allo scopo di correlarlo in modo più specifico al cancro della prostata. Ad esempio, per valutare l'aggressività del tumore e distinguere tra patologia benigna e maligna si considera anche la velocità con cui il valore incrementa tra una misurazione e l'altra. Si è infatti notato come un aumento più rapido del PSA correli con una maggiore probabilità di un carcinoma prostatico.

Per migliorare ulteriormente la specificità diagnostica del PSA ed ottenere informazioni aggiuntive, nei casi in cui il suo livello è superiore alla norma viene spesso misurato anche il PSA libero e calcolato il rapporto tra PSA libero e quello totale. Per capire meglio, vi ricordo che l'antigene prostatico specifico misurato nel sangue costituisce il PSA totale. Questo dato comprende una frazione libera, chiamata appunto PSA libero, e un'altra frazione legata ad alcune proteine di trasporto. Quest'ultima forma, complessata ad altre proteine, costituisce la maggior parte del PSA plasmatico, mentre la quota di PSA libero nel sangue è minima. Differenziare la forma legata di PSA da quella libera è importante. Si è visto, infatti, che in condizioni normali, il livello di PSA libero rispetto al PSA totale è maggiore del 20%. Valori inferiori indicano la possibile presenza di una patologia tumorale, mentre valori superiori segnalano un'ipertrofia prostatica benigna o una prostatite. In altre, parole se il rapporto tra PSA libero e PSA totale è superiore allo 0,20 si può stare più tranquilli, in quanto la produzione del PSA è probabilmente legata a condizioni benigne; viceversa, quando il rapporto scende sotto la soglia dello 0,20 è più probabile la presenza di un tumore maligno.
Un altro aspetto importante da considerare è che spesso anche in adulti sani e senza disturbi alla prostata si registrano valori anomali di PSA. In termini "tecnici" questi casi si chiamano falsi positivi. Mi spiego meglio: un falso positivo si verifica quando il livello di PSA è elevato, ma il tumore non è presente. Questi casi sono piuttosto comuni, mentre sono rari i cosiddetti falsi negativi, che si verificano quando il livello di PSA è normale ma il tumore è comunque presente. Pertanto, in presenza di valori di PSA nella norma possiamo dormire sogni tranquilli, mentre di fronte a valori elevati non è il caso di allarmarsi troppo. Per questi motivi, il PSA non ha significato diagnostico e se i suoi livelli si presentano alterati è necessario procedere ad ulteriori approfondimenti per confermare od escludere un carcinoma prostatico. Risposte definitive in tal senso possono, ad esempio, derivare dall'esecuzione di una biopsia prostatica.

Concludendo, abbiamo visto che il PSA è sicuramente un esame fondamentale nella diagnosi e nel monitoraggio delle malattie della prostata, ma deve sempre essere contestualizzato. Per questo motivo, se il livello di PSA è elevato o sospetto, le informazioni che fornisce devono essere integrate con una visita urologica, con l'esplorazione digito-rettale e con altri accertamenti più approfonditi che consentano di confermare o escludere la diagnosi di tumore della prostata.