Sintomi Epatite C
Ultima modifica 11.02.2019

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Definizione

L'epatite C è una malattia infettiva che colpisce il fegato, provocandone l'infiammazione. L'agente causale, denominato hepatitis C virus (HCV), è un virus a RNA appartenente alla famiglia dei Flavivirus.

La trasmissione dell'infezione avviene principalmente attraverso il contatto diretto con il sangue di una persona già infetta. Il contagio per via parenterale, quindi, può essere agevolato dalla condivisione di aghi e siringhe per l'inoculo di droghe e dall'utilizzo di strumentazioni mediche o estetiche (es. per l'esecuzione di tatuaggi e piercing) non adeguatamente sterilizzate. Dopo l'introduzione dello screening obbligatorio del sangue, il rischio di contrarre l'epatite C tramite le trasfusioni è da considerarsi improbabile. Meno frequente, invece, è la trasmissione dell'infezione attraverso i rapporti sessuali non protetti e per via verticale, cioè da madre infetta al bambino, durante il parto.

L'epatite C può manifestarsi in forma acuta: entro sei mesi, il sistema immunitario è in grado di debellare il virus. Tuttavia, nella maggior parte dei casi (85%), la malattia è asintomatica e si sviluppa un'infezione da HCV a lungo termine o cronica. Il virus può così continuare a danneggiare gravemente il fegato. Dopo molti anni, l'epatite C cronica può evolvere in cirrosi epatica o in un carcinoma epatocellulare. Un decorso fulminante e fatale, invece, si osserva molto raramente.

L'epatite C ha un periodo di incubazione medio di 5-10 settimane, con un intervallo che varia da 2 settimane a 6 mesi. Durante la fase acuta, la malattia può decorrere in maniera asintomatica o provocare manifestazioni vaghe, che non differiscono molto da quelle di altre epatiti. Tali manifestazioni possono includere: malessere generalizzato, debolezza, febbricola, fastidio ai quadranti superiori dell'addome, nausea, inappetenza, dolori muscolari e, talvolta, articolari. L'ittero è solitamente assente.
Anche nell'epatite cronica che ne deriva, di solito, i sintomi sono assenti o aspecifici. L'infezione impiega spesso decenni prima di dare manifestazioni clinicamente rilevanti, che rendono evidente la progressione verso la cirrosi o la presenza di un'epatopatia cronica (con rash cutanei, segni di colestasi e splenomegalia, fino all'insufficienza dell'organo). Il carcinoma epatocellulare può seguire una cirrosi epatica HCV correlata.

La diagnosi dell'epatite C si basa sulla ricerca dell'RNA virale (tramite PCR) e degli anticorpi diretti contro gli antigeni del virus responsabile dell'infezione (HCV Ab), mediante vari esami sierologici. Per approfondire le cause di un problema riconducibile al fegato, inoltre, è possibile ricorrere ad ulteriori accertamenti (es. biopsia epatica).

Il trattamento consolidato dell'epatite C prevede la combinazione di interferone alfa e ribavirina, farmaci in grado di inibire la replicazione del virus e limitare il danno epatico; recentemente è stato introdotto in terapia un farmaco molto efficace, chiamato sofosbuvir, sempre associato a ribavirina. Questo protocollo terapeutico è in grado di contrastare efficacemente la malattia, soprattutto se iniziato precocemente. Per coloro che sviluppano cirrosi o carcinoma epatico, invece, può essere indicato un trapianto di fegato.

Ad oggi, non è stato ancora realizzato un vaccino che protegga efficacemente contro l'epatite C. L'unico modo per prevenire l'infezione consiste nel rispettare le norme igieniche generali e nell'evitare i potenziali fattori di rischio, come usare siringhe monouso ed evitare lo scambio di oggetti igienici personali (spazzolino da denti, forbicine e rasoi).

In determinate circostanze, l'epatite C può essere trasmessa anche attraverso contatti sessuali che possono provocare lesioni. Pertanto, è importante usare il preservativo, soprattutto durante i rapporti occasionali.

Sintomi e segni di Epatite C

Epatite C si caratterizza per la presenza di diversi sintomi che possono includere:

Sintomi comuni di Epatite C

Sintomi più rari di Epatite C

La presente guida non intende in alcun modo sostituirsi al parere di medici o di altre figure sanitarie preposte alla corretta interpretazione dei sintomi, a cui rimandiamo per ottenere una più precisa indicazione sulle origini di qualsiasi sintomo.