Sonno e Termoregolazione: quale correlazione?

Sonno e Termoregolazione: quale correlazione?
Ultima modifica 16.01.2023
INDICE
  1. Quale Relazione?
  2. Fasi del Sonno
  3. Temperatura Corporea e Fasi del Sonno

Quale Relazione?

Correlazione tra Sonno e Termoregolazione

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La relazione tra sonno e termoregolazione è stata evidenziata da numerosi studi condotti sia sull'uomo che su diversi animali. Prima di illustrare i risultati di queste ricerche, si rende necessaria una breve introduzione sul sonno, che come molti sapranno non è uguale per tutta la sua durata ma si compone di due fasi principali, quella non-REM (sonno ortodosso) e quella REM (sonno paradosso). 

Fasi del Sonno

L'analisi del termine REM ci permette di apprezzare le differenze sostanziali tra queste due fasi; REM è infatti acronimo di rapid eye movements = movimenti oculari veloci. Il sonno REM è caratterizzato da un aumento dell'attività cerebrale, come testimonia un tracciato elettroencefalografico (che registra l'attività elettrica del cervello) in cui prevalgono onde veloci e di bassa ampiezza. Questa fase del sonno si accompagna ad altre alterazioni fisiologiche, come irregolarità cardiaca e respiratoria, e variazioni della pressione arteriosa. Si tratta inoltre di un periodo costellato da sogni intensi.

Viceversa, il sonno non-REM è caratterizzato dall'assopimento di tutte le funzioni autonomiche, come testimonia un tracciato EEG caratterizzato da onde ampie e lente.

Le fasi di sonno REM, intervallate da periodi più lunghi di sonno profondo, hanno una durata di 15-20 minuti ciascuna e si ripetono all'incirca ogni due ore. Nel corso della notte diminuiscono progressivamente le fasi di sonno ortodosso ed aumentano in durata ed intensità quelle di tipo REM, sino ad arrivare al momento più lungo che precede il risveglio. 

Temperatura Corporea e Fasi del Sonno

Temperatura Corporea: Come Cambia Durante il Sonno

Per quanto detto, non sorprende che la comparsa del sonno non-REM sia accompagnata ad una riduzione dei processi metabolici, evidenziati dal calo dell'attività cardiaca e della temperatura corporea centrale, e dall'aumento di quella cutanea. Durante il sonno non-REM, quindi, la termoregolazione è orientata verso una riduzione della temperatura corporea stessa. Sembra inoltre che il calo generalizzato dell'attività metabolica sia mediato da un controllo di tipo termoregolatorio che anticipa la comparsa del sonno; pertanto, la riduzione dei processi metabolici sembra essere non soltanto la conseguenza, ma anche un requisito necessario a favorire l'addormentamento.

Durante la fase di sonno non-REM l'organismo mantiene comunque la capacità termoregolatoria; di conseguenza, analogamente a quanto si verifica nello stato di veglia, risponde ad un aumento della temperatura ambientale con polipnea, vasodilatazione periferica, sudorazione, riduzione dei processi metabolici sottesi alla termogenesi facoltativa ed assunzione di una postura favorente la dispersione termica; viceversa, quando la temperatura ambientale diminuisce, durante il sonno non-REM è possibile apprezzare vasocostrizione cutanea, piloerezione, aumento della termogenesi facoltativa e, limitatamente alle fasi uno e due, comparsa del brivido. Quanto descritto non si verifica nelle fasi di sonno REM, durante le quali l'ipotalamo perde la capacità di termoregolare, al punto da lasciar apprezzare un comportamento paradosso con comparsa di vasocostrizione cutanea in animali esposti al caldo e di vasodilatazione in quelli esposti al freddo.

Di conseguenza, durante il sonno REM le uniche soluzioni poste a salvaguardia dell'organismo da eccessive escursioni termiche, sono rappresentate dal risveglio o dal passaggio ad una fase di sonno non-REM. Cerri et al., 2005, hanno ad esempio dimostrato come l'esposizione di ratti a condizioni ambientali fredde, tali da comportare la perdita della termoneutralità, abbia prodotto una riduzione di circa l'80% della durata del sonno REM normalmente espressa in questa specie.