Peste: cos'è? Cause, sintomi e perché preoccupa ancora

Peste: cos'è? Cause, sintomi e perché preoccupa ancora
Ultima modifica 13.02.2024
INDICE
  1. Cos’è la Peste?
  2. Peste Cause
  3. Sintomi e Complicanze
  4. Diagnosi
  5. Cure e Vaccino

Cos’è la Peste?

La peste è stata protagonista di terribili epidemie fin dall'antichità; la più nota è quella "esplosa" in Europa fra il 1347 e il 1353, che decimò quasi un terzo della popolazione e, per questo, denominata "peste nera" o "morte nera".

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Ma la peste non è solamente una curiosità storica: il batterio Yersinia pestis, che si trasmette all'uomo attraverso le pulci dei roditori, non è mai scomparso e, ancora oggi, è responsabile della riaccensione di focolai della malattia, in varie parti del Mondo.

Peste: cos’è?

La peste è una malattia infettiva ad eziologia batterica causata dalla Yersinia pestis, un coccobacillo appartenente alla famiglia Enterobatteriaceae. Questa zoonosi è generalmente veicolata da pulci di roditori selvatici e urbani, che rappresentano il serbatoio dell'infezione.

Peste Cause

La peste è una patologia di origine batterica, potenzialmente molto grave. La malattia ha una mortalità del 60% circa, che scende tuttavia a 8-10% se viene iniziata tempestivamente un'adeguata terapia antibiotica. La peste è diffusa in tutto il Mondo, in maniera irregolare: globalmente l'OMS riporta dai 1.000 ai 3.000 casi ogni anno, distribuiti soprattutto tra Africa, Asia e Sudamerica.

Cosa provoca la Peste: Yersinia pestis

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La Yersinia pestis è un piccolo batterio Gram negativo, immobile, aerobio e anaerobio facoltativo. Fu scoperto nel corso di un'epidemia a Hong Kong nel 1894 da Alexandre Yersin, batteriologo dell'Istituto Pasteur, che classificò il microrganismo come Pasteurella pestis. Nel 1967, il germe fu rinominato Yersinia.

La Yersinia pestis resiste a lungo nell'acqua e nei suoli umidi, nelle carcasse dei roditori infetti e, in genere, nei materiali organici essiccati.

Il ciclo selvatico della Yersinia pestis è mantenuto dai roditori in numerose aree endemiche.

L'instaurarsi di cambiamenti ambientali e climatici (es. prolungate siccità) può dare luogo periodicamente a improvvise ed estese morie di roditori, che lasciano le pulci prive della loro fonte di nutrimento preferita. Tali condizioni inducono questi parassiti, a ripiegare su altri mammiferi, come gli animali domestici e, occasionalmente, l'uomo.

Da ricordare

Agente eziologico della Peste: Yersinia pestis

Serbatoio animale del batterio Yersinia pestis: roditori selvatici e urbani

Vettore della Yersinia pestis: pulce (Xenopsylla cheopis)

Peste: come si trasmette all’Uomo?

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L'uomo viene contagiato occasionalmente tramite il morso di una pulce infetta; più raramente, la peste viene acquisita attraverso il contatto diretto, l'inalazione di particelle (come espettorato e feci provenienti da animali o persone malate) o, ancor meno spesso, l'ingestione di materiale organico proveniente da animali infetti. In corso di epidemie, la trasmissione può avvenire direttamente da uomo a uomo attraverso l'inalazione di goccioline respiratorie (droplets) provenienti da pazienti con infezione polmonare (peste polmonare).

L'infezione da Yersinia pestis è veicolata dalle pulci che infestano roditori selvatici e urbani, come topi, gerbilli, scoiattoli, marmotte e cani della prateria. In determinate condizioni, l'infezione può essere trasmessa anche dagli animali domestici, come i gatti e, raramente, i cani. Non sono coinvolti, dunque, solo i famigerati ratti.

Lo sapevate che…

L'hantavirus è responsabile di un'infezione virale che si manifesta sotto forma di febbre emorragica e varia altri quadri sintomatologici. Come per la peste, gli ospiti naturali dell'agente eziologico sono i roditori. Per saperne di più consulta l'articolo dedicato all'infezione da hantavirus.

Vedi anche: Punture delle Pulci e Disturbi associati

Sintomi e Complicanze

Peste sintomi: come si manifesta la Peste?

La peste può manifestarsi in tre forme: bubbonica, setticemica e polmonare.

Peste bubbonica

La peste bubbonica è la più frequente. Dopo un periodo di incubazione di 2-6 giorni, la malattia si presenta con sintomi simil-influenzali: dolori muscolari diffusi, debolezza, febbre (39,5-41°C), brividi, mal di testa, nausea e disturbi intestinali. A livello cutaneo, nella sede del morso della pulce, può comparire una piccola vescicola.

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La Yersinia pestis invade, successivamente, i linfonodi regionali corrispondenti provocando il processo infiammatorio che porta all'ingrossamento del "bubbone", che diventa molto dolente e circondato da un'area edematosa. Le sedi coinvolte dalla peste bubbonica sono soprattutto l'inguine, l'ascella e il collo.

Nel tempo, possono svilupparsi processi suppurativi e infezioni secondarie possono sovrapporsi alle lesioni primarie, complicando il decorso della malattia. Sono frequenti anche ipotensione arteriosa, tachicardia, tossiemia e shock. Il paziente può essere agitato, delirante, confuso e scoordinato.

Se non è adeguatamente trattata, la peste bubbonica si associa ad una mortalità elevata (fino al 50%).

Peste setticemica

La peste setticemica è causata dalla proliferazione del batterio Yersinia pestis nel circolo ematico. L'infezione disseminata può determinare epistassi, petecchie cutanee, ematuria e perdita del controllo sfinterico. Infine, si possono sviluppare anomalie nella coagulazione, necrosi e gangrena delle estremità e insufficienza multiorgano. In assenza di un trattamento medico tempestivo, il tasso di mortalità della peste setticemica può raggiungere il 100%.

Peste polmonare

La peste polmonare è la forma più grave della malattia, che mantiene un elevatissimo tasso di mortalità e può uccidere nel giro di 24 ore, se non viene trattata immediatamente.

Oltre ad essere così letale, costituisce una delle forme più pericolose per l'elevato potenziale diffusivo che la caratterizza, in quanto trasmissibile da persona a persona attraverso le goccioline infette diffuse con la tosse. La peste polmonare può svilupparsi sia come complicanza secondaria delle forme bubbonica e setticemica, sia come forma primaria a seguito di contagio aereo da parte di soggetti malati. La peste polmonare è caratterizzata da febbre alta ad esordio acuto, brividi, tachicardia, difficoltà respiratorie ed emoftoe (ossia l'escreato, inizialmente mucoso, diventa striato di sangue e schiumoso).

Per approfondire: Peste bubbonica: si può prendere dal gatto? Ruolo pulci, sintomi e cura

Diagnosi

Peste: come viene diagnosticata?

La diagnosi si basa sull'isolamento del batterio dal bubbone, dal sangue, dall'espettorato o dal siero.

Cure e Vaccino

Esiste una Cura per la Peste?

Se diagnosticata entro le prime 24 ore dalla comparsa dei sintomi, la peste può essere trattata con successo con la somministrazione di antibiotici quali streptomicina, tetracicline, gentamicina, cloramfenicolo e doxiciclina.

Nella profilassi post-esposizione è impiegata anche l'associazione di trimetoprim e sulfametossazolo.

Per i pazienti con peste bubbonica sono sufficienti le abituali precauzioni di isolamento, mentre quelli con peste polmonare richiedono rigoroso isolamento respiratorio.

Il trattamento con antibiotici è raccomandato, secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) americani, anche nelle persone che entrano potenzialmente a contatto con il malato, per prevenire l'insorgenza della malattia.

Se il trattamento non è rapido, il paziente può morire nel giro di pochi giorni.

Esiste un Vaccino contro la Peste?

I vaccini contro la peste ad oggi disponibili sono destinati esclusivamente alle persone esposte ad un rischio particolarmente elevato di contrarre l'infezione (ad esempio: personale medico, addetti di laboratorio e ricercatori). Numerosi vaccini contro la peste (attenuati o con bacilli morti) sono stati utilizzati in passato, ma non si sono rivelati molto utili durante le epidemie già in corso. Nuovi vaccini sono in fase di sviluppo.

Profilassi pre-esposizione

Ai viaggiatori diretti verso zone ad alto rischio può essere consigliata una chemioprofilassi pre-esposizione, e durante il periodo di permanenza, con tetracicline o doxiciclina.

Nelle aree endemiche o durante gli episodi epidemici, la profilassi della peste deve essere basata sul controllo dei vettori della malattia (le pulci dei topi) e ai roditori stessi. Gli interventi dovrebbero mirare al miglioramento delle condizioni igieniche generali, all'allontanamento delle fonti di cibo per i roditori dalle zone limitrofe alle abitazioni e l'utilizzo di insetticidi contro le pulci.

La Peste ai giorni nostri

La peste ha cominciato a diffondersi in Cina più di duemila anni fa e sarebbe stata introdotta da ratti giunti dall'Oriente a bordo di navi mercantili.

La prima pandemia ben documentata è stata la terribile peste di Giustiniano che avrebbe provocato, tra il 541 e il 543, oltre 100 milioni di morti a Costantinopoli (l'odierna Istanbul) e, secondo alcuni storici, segnò l'inizio del declino dell'Impero romano d'Oriente. Tra il 1346 e il 1352 la malattia, nota anche come morte nera, uccise un terzo della popolazione dell'Europa occidentale. Nei secoli successivi furono milioni le vittime delle successive pandemie che colpirono ripetutamente il vecchio continente (come quella che flagellò l'Italia tra il 1629 e il 1630).

Ancora oggi, la peste rappresenta una malattia temibile, diffusa in varie regioni del pianeta.

La peste è endemica in buona parte dell'Africa e dell'Asia, dove ogni anno determina 100-200 morti. I principali focolai sono localizzati in regioni povere, caratterizzate da condizioni igieniche estremamente carenti. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i 3 Paesi più endemici sono Madagascar, Repubblica democratica del Congo e Perù.

Negli ultimi anni, si sono registrati casi in Tanzania, Malawi, Mozambico, Tanzania, Uganda e Zambia. In Asia, si considerano a rischio Vietnam, India, Arabia Saudita, Yemen, Iraq, Birmania, Laos e Mongolia. Nonostante i casi umani siano per lo più sporadici, il patogeno è presente anche nel continente americano, in particolare in Equador, Bolivia, Brasile e in alcune zone degli Stati Uniti (New Mexico, Arizona e Colorado).

A luglio 2020, durante la pandemia da COVID-19, sindrome respiratoria causata dal nuovo Coronavirus (SARS-Cov-2), è stata motivo di allarme per le autorità sanitarie la notizia della morte di un quindicenne in Mongolia a causa di peste bubbonica dopo aver mangiato carne di marmotta. Per questo motivo, è stato chiesto alla popolazione tra Russia e Mongolia e tra Mongolia e Cina di evitare di cacciare, toccare o mangiare roditori, in particolare le marmotte, possibili riserve del batterio Yersinia pestis e di tenersi alla larga da qualunque roditore morto. Il livello di allerta sanitaria è salito a tre su un massimo di quattro e rimarrà elevato fino a fine anno.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici