Daparox - Foglio Illustrativo

Principi attivi: Paroxetina (paroxetina mesilato)
Daparox 20 mg compresse rivestite con film
I foglietti illustrativi di Daparox sono disponibili per le confezioni:IndicazioniPerché si usa Daparox? A cosa serve?
La paroxetina appartiene al gruppo di farmaci noti come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) che sono farmaci antidepressivi.
Daparox viene usato nel trattamento di:
- Depressione (episodio di depressione maggiore)
- Disturbo ossessivo compulsivo (pensieri o azioni ossessivo compulsivi)
- Disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia (p.e. forte paura nell' uscire di casa, entrare nei negozi, o paura dei luoghi pubblici)
- Disturbo d'ansia sociale/fobia sociale (forte paura o desiderio di evitare le situazioni di interazione sociale giornaliere)
- Disturbo d'ansia generalizzata (ansia sempre presente, con eccessiva tensione e preoccupazione cronica)
- Disturbo da stress post-traumatico (stato di ansia legato ad eventi traumatici)
ControindicazioniQuando non dev'essere usato Daparox
Non prenda Daparox
- se è allergico alla paroxetina o ad uno qualsiasi degli altri componenti di Daparox (elencati al paragrafo 6) (vedere paragrafo 2, "Daparox contiene alcool").
- se assume alcuni farmaci usati nel trattamento della depressione o del morbo di Parkinson (definiti inibitori della monoamino-ossidasi (IMAO)). - Può iniziare ad assumere la paroxetina solo se siano trascorsi almeno 14 giorni dall'interruzione dell'utilizzo di IMAO irreversibili (quali isocarbossazide e fenelzina). - Se assume un IMAO reversibile (come moclobemide, linezolid, blu di metilene (metiltioninio cloruro)), deve attendere almeno 24 ore prima di iniziare a prendere paroxetina. - Al contrario, deve aspettare almeno 7 giorni dall'interruzione dell'assunzione di paroxetina, prima di iniziare a prendere un IMAO.
- se assume un determinato farmaco (tioridazina) usato nel trattamento di gravi malattie mentali, come le psicosi. La paroxetina potrebbe incrementare i livelli ematici di tioridazina, con conseguente aumento del rischio di effetti indesiderati causati da quest'ultima. Uno tra i possibili effetti indesiderati è l'irregolarità del battito cardiaco (aritmia ventricolare) e la morte improvvisa (Vedere anche il paragrafo 2, "Altri medicinali e Daparox ").
- se assume un determinato farmaco antipsicotico (pimozide). La paroxetina potrebbe incrementare i livelli ematici di pimozide, con conseguente aumento del rischio di sviluppare uno qualsiasi degli effetti indesiderati a quest'ultimo collegati (vedere il paragrafo 2, "Altri medicinali e Daparox").
Precauzioni per l'usoCosa serve sapere prima di prendere Daparox
Si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere Daparox
- se ha meno di 18 anni. La paroxetina non deve essere usata per il trattamento di bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Tali pazienti, infatti, in caso di assunzione di farmaci appartenenti a questo gruppo, presentano un rischio maggiore di manifestare effetti indesiderati quali tentativi di suicidio, pensieri suicidari ed atteggiamenti ostili (prevalentemente aggressività, comportamento ostile e collera). Malgrado quanto sopra, il suo medico potrebbe decidere di prescrivere ugualmente la paroxetina a pazienti di età inferiore ai 18 anni, ove lo ritenga strettamente necessario. Se il suo medico ha prescritto la paroxetina ad un paziente di età inferiore ai 18 anni e desidera avere maggiori informazioni, non esiti a ricontattarlo. Lei deve avvertire il suo medico nei casi in cui uno qualsiasi dei sintomi di cui sopra compaia o peggiori nel corso di assunzione della paroxetina da parte di un paziente di età inferiore ai 18 anni. Inoltre, gli effetti sulla sicurezza a lungo termine della paroxetina relativi alla crescita, alla maturazione ed allo sviluppo cognitivo e comportamentale in questo gruppo di età non sono ancora stati dimostrati.
- Pensieri suicidari e aggravamento della sua depressione o del disturbo d'ansia. Se lei è depresso e/o soffre di disturbi d'ansia, può a volte avere pensieri di farsi del male o di togliersi la vita. Questi pensieri possono essere più frequenti la prima volta che inizia a prendere antidepressivi, in quanto tutti questi medicinali impiegano del tempo per agire, di solito circa due settimane ma a volte più a lungo. Lei può avere con maggiore probabilità questo tipo di pensieri se: o ha avuto in precedenza pensieri di togliersi la vita o farsi del male o è un giovane adulto. Informazioni provenienti da studi clinici hanno mostrato un aumentato rischio di comportamento suicidario negli adulti di età inferiore ai 25 anni con disturbi psichiatrici e trattati con antidepressivi. In qualsiasi momento lei abbia pensieri di farsi del male o di togliersi la vita, contatti il suo medico o vada direttamente in ospedale. Lei può trovare utile dire che soffre di depressione o di disturbo d'ansia ad un amico o ad un parente e chiedere loro di leggere questo foglio. Può chiedere loro di dirle se pensano che la sua depressione o ansia stiano peggiorando, o se siano preoccupati relativamente ai cambiamenti del suo comportamento.
- se avverte irrequietezza, iperattività o impossibilità di sedersi o stare immobili (acatisia). Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. Ove manifesti tali sintomi, non esiti a contattare il suo medico. Infatti, in tali casi, l'aumento della dose potrebbe risultare dannoso.
- se manifesta una determinata sindrome (sindrome serotoninergica). Tale sindrome è caratterizzata da una combinazione di sintomi, quali: (estrema) agitazione, confusione, irritabilità, visione di cose che non esistono nella realtà (allucinazioni), sudorazione, tremori o brividi, riflessi accentuati, improvvisa comparsa di spasmi muscolari (mioclono), incremento della temperatura corporea o indolenzimento (vedere paragrafo 2, "Altri medicinali e Daparox"). Ove intervengano alcuni di questi sintomi contemporaneamente, contatti immediatamente il suo medico ed interrompa il trattamento con paroxetina.
- se ha sperimentato (periodi di) estrema euforia o sovraeccitamento, con conseguente comportamento inusuale (mania). L'uso della paroxetina potrebbe causare la trasformazione di una fase depressiva in una fase maniacale. Ove si presenti una fase maniacale, è necessario sospendere il trattamento con la paroxetina.
- se manifesta o ha manifestato precedentemente gravi problemi epatici o renali. È necessario un aggiustamento del dosaggio da parte del suo medico.
- se è affetto da diabete. Il trattamento con paroxetina potrebbe alterare i suoi valori di zucchero nel sangue (glicemia), per cui si richiede uno stretto monitoraggio. Potrebbe rendersi necessario aggiustare la dose di insulina e/o di altri farmaci antidiabetici orali.
- se soffre o ha sofferto in passato di epilessia o crisi convulsive. La paroxetina può provocare crisi convulsive (convulsioni), quindi sarà necessaria una particolare attenzione da parte del medico. Se si manifestano crisi convulsive (convulsioni) deve contattare immediatamente il suo medico. Potrebbe rendersi necessario interrompere il trattamento con la paroxetina.
- se è stato sottoposto a terapia elettroconvulsivante (ECT). Le esperienze cliniche sulla somministrazione concomitante di paroxetina con ECT sono limitate, quindi si richiede particolare cautela da parte del suo medico.
- se soffre o ha sofferto di pressione intraoculare elevata (glaucoma). La paroxetina può causare dilatazione eccessiva delle pupille (midriasi), con conseguente possibile incremento della pressione all'interno del bulbo oculare. Il suo medico dovrà prestare particolare cautela.
- se è affetto da patologie cardiovascolari. La sicurezza di utilizzo della paroxetina non è stata studiata in pazienti con tali condizioni, quindi sono necessarie particolari precauzioni da parte del suo medico.
- se è un paziente anziano, utilizza altri farmaci o presenta problemi epatici (cirrosi), in conseguenza dei quali è a rischio elevato di una riduzione dei livelli ematici di sodio. La paroxetina potrebbe ulteriormente abbassare i livelli ematici di sodio, con conseguente sensazione di debolezza ed affaticamento. Ove ciò accada, consulti il suo medico.
- se manifesta un incremento della tendenza alle emorragie o sta assumendo farmaci che possono determinare un aumento del rischio di emorragie. Esempi in questo senso sono alcuni farmaci che vengono utilizzati per fluidificare il sangue (anticoagulanti), alcuni farmaci usati nel trattamento di gravi malattie mentali o di nausea e vomito (fenotiazine), certi farmaci utilizzati nel trattamento della schizofrenia (clozapina), l'aspirina (l'acido acetilsalicilico) ed alcuni farmaci che combattono il dolore e l'infiammazione (FANS, come ibuprofene o inibitori della COX-2). La paroxetina potrebbe causare emorragie anormali, quindi si richiede particolare cautela da parte del suo medico (vedere paragrafo 2, "Altri medicinali e Daparox").
- se vuole smettere di prendere la paroxetina. Potrebbe manifestare sintomi da sospensione, soprattutto in caso di brusca interruzione (vedere paragrafo 3, "Se interrompe il trattamento con Daparox"). Consulti il medico prima di interrompere il trattamento con la paroxetina.
InterazioniQuali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Daparox
Alcuni farmaci potrebbero influenzare gli effetti della paroxetina, o quest'ultima potrebbe influenzare i loro effetti. La paroxetina potrebbe interagire con:
- farmaci che, al pari della paroxetina, possono modificare la quantità di serotonina nel cervello, come alcuni farmaci usati nel trattamento della depressione o del morbo di Parkinson (IMAO quali moclobemide o isocarbossazide), alcuni integratori alimentari (L-triptofano), alcuni farmaci utilizzati nel trattamento dell'emicrania (triptani, come sumatriptan, almotriptan), alcuni analgesici (tramadolo, petidina), farmaci utilizzati nel trattamento delle infezioni (linezolid), un agente evidenziatore preoperatorio (blu di metilene), altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI, quali fluoxetina, sertralina), alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di certe condizioni psichiatriche (litio, risperidone), un determinato farmaco utilizzato nel trattamento del dolore cronico o nell'anestesia (fentanil) e Iperico o Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), rimedio naturale contro la depressione. L'utilizzo concomitante di questi farmaci può portare all'insorgenza di una sindrome serotoninergica (vedere paragrafo 2, "Non prenda Daparox" e "Avvertenze e precauzioni").
- alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di psicosi (pimozide). Studi che hanno indagato sull'utilizzo contemporaneo di paroxetina e pimozide hanno dimostrato come, nei casi di assunzione contemporanea, la paroxetina possa determinare un incremento dei livelli ematici della pimozide. Poichè la pimozide può prolungare l'intervallo QT (un intervallo QT è rilevabile su un elettrocardiogramma ed il suo prolungamento può causare irregolarità del battito cardiaco) non deve assumere la paroxetina insieme alla pimozide (vedere paragrafo 2, "Non prenda Daparox").
- inibitori enzimatici, come alcuni farmaci utilizzati nel trattamento della depressione (clomipramina). È probabile che il medico decida di prescriverle una dose inferiore rispetto a quella abituale. Se sta per assumere paroxetina insieme ad induttori enzimatici (come carbamazepina, rifampicina, fenobarbital e fenitoina) solitamente non è necessaria una dose di partenza inferiore ed il medico aggiusterà le dosi successive in base agli effetti del farmaco.
- la combinazione di alcuni farmaci usati nel trattamento dell'infezione da Virus da Immunodeficienza Umana (HIV) (fosamprenavir e ritonavir).
- un determinato farmaco, utilizzato nel trattamento del morbo di Parkinson (prociclidina). Può determinarsi un potenziamento dell'efficacia, oltre che degli effetti indesiderati, della prociclidina. Se manifesta effetti indesiderati, quali bocca secca, visione annebbiata, stipsi e problemi di svuotamento della vescica (ritenzione urinaria), potrebbe essere necessario consultare il medico, per un'eventuale riduzione della dose di prociclidina.
- alcuni farmaci utilizzati nel trattamento dell'epilessia (anticonvulsionanti come sodio valproato). Anche se non è stato dimostrato un effetto diretto, è necessario che il suo medico presti particolare cautela nel prescrivere la paroxetina a pazienti epilettici.
- farmaci che vengono sottoposti a distruzione ad opera dei medesimi enzimi epatici che metabolizzano la paroxetina. Esempi in questo senso sono: alcuni farmaci usati nel trattamento della depressione (antidepressivi triciclici, come desipramina), alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di gravi malattie mentali, come le psicosi (perfenazina, tioridazina e risperidone), un determinato farmaco utilizzato per trattare bambini affetti da ADHD (atomoxetina), alcuni farmaci utilizzati nel trattamento del battito cardiaco irregolare (come flecainide e propafenone), un determinato farmaco utilizzato nel trattamento del dolore toracico (angina pectoris) e della pressione arteriosa elevata (metoprololo), infine alcuni farmaci utili nel trattamento di gravi malattie mentali, o di nausea e vomito (fenotiazine). Può verificarsi un potenziamento dell'efficacia e degli effetti indesiderati di questi farmaci. La paroxetina e la tioridazina non devono essere assunte insieme, per il rischio di gravi effetti indesiderati, come irregolarità del ritmo cardiaco (vedere paragrafo 2, "Non prenda Daparox").
- alcuni farmaci che prevengono la coagulazione del sangue (anti-coagulanti, come acenocumarolo, fenprocumone). Può verificarsi potenziamento dell'efficacia e degli effetti indesiderati di questi farmaci ed incremento del rischio di emorragia. In questi casi, si richiede un monitoraggio più stretto da parte del suo medico e potrebbe rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio degli anticoagulanti (vedere paragrafo 2, "Avvertenze e precauzioni").
- un determinato farmaco utilizzato nel trattamento del cancro al seno o problemi di fertilità (tamoxifene).
- farmaci che incrementano il rischio di emorragia. Esempi in tal senso sono: alcuni farmaci utili nel trattamento di gravi malattie mentali o di nausea e vomito (fenotiazine, come clorpromazina, perfenazina), un farmaco usato nel trattamento della schizofrenia (clozapina), alcuni farmaci utilizzati nel trattamento della depressione (antidepressivi triciclici), aspirina (l'acido acetilsalicilico) e farmaci che combattono il dolore e l'infiammazione (FANS, come ibuprofene o inibitori della COX-2, come rofecoxib, celecoxib) (vedere paragrafo 2, "Avvertenze e precauzioni ").
- Farmaci utilizzati per ridurre la quantità di acido nello stomaco (come cimetidina, omeprazolo).
Informi il medico o il farmacista se sta assumendo, ha recentemente assunto o potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale.
Daparox con cibi, bevande e alcol
Deve essere evitata l'assunzione contemporanea di alcool e paroxetina.
Le compresse devono essere assunte al mattino con del cibo.
AvvertenzeÈ importante sapere che:
Gravidanza, allattamento e fertilità
Se sta già prendendo la paroxetina e si accorge di essere incinta, deve contattare immediatamente il suo medico. Contatti il medico anche nel caso in cui stia pianificando una maternità. Ci sono dati insufficienti per determinare la sicurezza e l'efficacia dell'uso di paroxetina durante la gravidanza. Alcuni studi hanno suggerito un incremento del rischio di difetti cardiaci (es. difetti del setto ventricolare (VSD, in maggioranza) e del setto atriale (ASD), condizioni in cui la partizione delle camere cardiache è danneggiata) in bambini le cui madri avevano assunto la paroxetina nei primi tre mesi di gravidanza. In accordo con il suo medico, potrebbe decidere che la cosa migliore sarebbe interrompere gradualmente l'assunzione della paroxetina durante la gravidanza. Tuttavia, tenuto conto delle sue condizioni, il medico potrebbe suggerire, quale scelta più appropriata per lei, di continuare ad assumere la paroxetina.
Assicurarsi di comunicare all'ostetrica o al medico che si sta assumendo paroxetina. Quando farmaci come la paroxetina vengono assunti in gravidanza, soprattutto negli ultimi tre mesi, nei bambini potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN), portando il bambino a respirare affannosamente e ad apparire cianotico. Tale sintomatologia solitamente si manifesta nelle prime 24 ore dalla nascita. Se ciò accade al suo bambino, contatti l'ostetrica e/o il medico immediatamente.
Se ha assunto la paroxetina negli ultimi 3 mesi di gravidanza, il neonato potrebbe presentare altri sintomi, che solitamente si manifestano nelle prime 24 ore dalla nascita. I sintomi includono difficoltà ad addormentarsi o nell'alimentazione, difficoltà respiratorie, cianosi o temperatura corporea instabile, sentirsi male (vomito), pianto costante, rigidità o debolezza muscolare, letargia, tremori, nervosismo o crisi convulsive. Se il suo bambino presenta uno qualsiasi di questi sintomi al momento della nascita ed è preoccupata, chieda consiglio al suo medico.
La paroxetina viene escreta nel latte materno in quantità esigue. Se sta assumendo la paroxetina, consulti il suo medico prima di cominciare l'allattamento. In accordo con il suo medico, potrebbe decidere di allattare durante l'uso di paroxetina.
Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza, o se sta allattando con latte materno chieda consiglio al medico o al farmacista prima di prendere questo medicinale
Paroxetina, in studi su animali, ha dimostrato di ridurre la qualità dello sperma. In teoria, ciò potrebbe influenzare la fertilità, ma l'impatto sulla fertilità umana non è stato ancora osservato.
Guida di veicoli e utilizzo di macchinari
Non esistono evidenze sull'influenza della paroxetina nella capacità di guidare o di usare macchinari.
Tuttavia, questo medicinale può causare effetti indesiderati (come visione annebbiata, sensazione di capogiri, sonnolenza o confusione). Se presenta uno qualsiasi di questi effetti indesiderati, non si metta alla guida, nè usi macchinari, nè svolga qualsiasi altra attività che richieda attenzione e concentrazione.
Daparox contiene lattosio
Questo medicinale contiene lattosio. Se il medico le ha diagnosticato una intolleranza ad alcuni zuccheri, lo contatti prima di assumere questo farmaco.
Dosi e Modo d'usoCome usare Daparox: Posologia
Prenda questo medicinale seguendo sempre esattamente le istruzioni del medico o del farmacista. Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista.
La paroxetina va assunta preferibilmente al mattino con del cibo. Le compresse vanno inghiottite intere, senza masticare.
Evitare di assumere alcool insieme a Daparox.
La compressa può essere divisa in parti uguali
La dose raccomandata è:
- episodio di depressione maggiore La dose di partenza raccomandata è una compressa (20 mg di paroxetina) una volta al giorno. In generale, il miglioramento, nei pazienti, inizia dopo una settimana, ma potrebbe divenire evidente più tardi (ad esempio nella seconda settimana). In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare la dose, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina), fino ad un massimo di 2 compresse e 1⁄2 (50 mg di paroxetina) al giorno. Il suo medico deciderà la durata della terapia, che potrebbe prolungarsi per più di 6 mesi.
- disturbo ossessivo-compulsivo La dose raccomandata è di 2 compresse (40 mg di paroxetina) al giorno, con una dose di partenza pari a 1 compressa (20 mg di paroxetina) al giorno. In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare gradualmente il dosaggio, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg, di paroxetina) fino ad un massimo di 3 compresse (60 mg di paroxetina) al giorno. Il suo medico deciderà la durata della terapia, che potrebbe prolungarsi per alcuni mesi o più a lungo.
- disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia La dose raccomandata è di 2 compresse (40 mg di paroxetina) al giorno, con una dose di partenza pari a 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina) al giorno. In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare gradualmente il dosaggio, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina), fino ad un massimo di 3 compresse (60 mg di paroxetina) al giorno. Si raccomanda un dosaggio iniziale basso, per evitare il potenziale peggioramento della sintomatologia da panico all'inizio del trattamento. Il suo medico deciderà per quanto tempo sarà necessario continuare a prendere le compresse. La durata della terapia potrebbe prolungarsi per alcuni mesi o più a lungo.
- disturbo d'ansia sociale/fobia sociale La dose raccomandata è di 1 compressa (20 mg di paroxetina) al giorno. In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare gradualmente il dosaggio, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina), fino ad un massimo di 2 compresse e 1⁄2 (50 mg di paroxetina) al giorno. Il suo medico deciderà per quanto tempo sarà necessario continuare a prendere le compresse. La durata della terapia potrebbe prolungarsi per un lungo periodo, durante il quale verrà valutata periodicamente.
- disturbo d'ansia generalizzata La dose raccomandata è di 1 compressa (20 mg di paroxetina) al giorno. In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare gradualmente il dosaggio, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina), fino ad un massimo di 2 compresse e 1⁄2 (50 mg di paroxetina) al giorno. Il suo medico deciderà per quanto tempo sarà necessario continuare a prendere le compresse. La durata della terapia potrebbe prolungarsi per un lungo periodo, durante il quale verrà valutata periodicamente.
- disturbo post traumatico da stress La dose raccomandata è di 1 compressa (20 mg di paroxetina) al giorno. In caso di risposta inadeguata, il suo medico potrebbe decidere di incrementare gradualmente il dosaggio, con aumenti graduali di 1⁄2 compressa (10 mg di paroxetina), fino ad un massimo di 2 compresse e 1⁄2 (50 mg di paroxetina) al giorno. Il suo medico deciderà per quanto tempo sarà necessario continuare a prendere le compresse. La durata della terapia potrebbe prolungarsi per un lungo periodo, durante il quale verrà valutata periodicamente.
Uso negli anziani
La dose iniziale raccomandata per i pazienti anziani è la stessa della dose iniziale utilizzata nell'adulto, ma la dose massima non deve superare le 2 compresse (40 mg di paroxetina) al giorno.
Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni
La paroxetina non deve essere assunta da bambini ed adolescenti di età inferiore ai 18 anni (vedere paragrafo 2, "Avvertenze e precauzioni").
Pazienti con ridotta funzionalità epatica o renale
In caso di alterazione della funzionalità epatica o renale, è necessario un aggiustamento del dosaggio.
Durata del trattamento
In base alle sue condizioni, potrebbe rendersi necessario assumere paroxetina per un lungo periodo.
Deve continuare a prendere la paroxetina per un certo tempo, anche una volta scomparsa la sintomatologia, per essere sicuri che essa non si ripresenti. Non interrompa mai il trattamento con paroxetina senza avere consultato il medico. Una brusca interruzione del trattamento con paroxetina potrebbe provocare sintomi da sospensione, pertanto il dosaggio va ridotto gradualmente (vedere paragrafo 3, "Se interrompe il trattamento con Daparox").
SovradosaggioCosa fare se avete preso una dose eccessiva di Daparox
Se prende più Daparox di quanto deve
In caso di sovradosaggio, contatti immediatamente il suo medico o si rechi immediatamente al più vicino ospedale. Mostri il presente foglio illustrativo e la soluzione restante al suo medico. In aggiunta agli effetti indesiderati noti (vedere paragrafo 4, "Possibili effetti indesiderati") potrebbe manifestare i seguenti sintomi: vomito, dilatazione della pupilla, cefalea, febbre, variazioni della pressione arteriosa, agitazione, ansia, aumento della frequenza dei battiti cardiaci (tachicardia) e tremito incontrollabile degli arti (tremore).
Se dimentica di prendere Daparox
Non prenda una dose doppia di paroxetina per compensare la dimenticanza della dose. Salti la dose dimenticata e prenda quella successiva all'ora consueta. In caso di dubbi, consulti sempre il suo medico.
Se interrompe il trattamento con Daparox
Non interrompa mai il trattamento con la paroxetina senza avere consultato il medico e non interrompa mai il trattamento bruscamente, in quanto ciò potrebbe causare sintomi da sospensione.
La sintomatologia che potrebbe presentarsi una volta interrotto il trattamento con la paroxetina comprende: capogiri, disturbi sensoriali (sensazione di formicolio o bruciore, sensazione di scossa elettrica), ansia, disturbi del sonno (inclusi sogni vividi o incubi) e cefalea. Effetti meno comuni includono: agitazione, nausea, tremore, confusione, sudorazione, instabilità emotiva, disturbi visivi, percezione forte ed accelerata delle pulsazioni del battito cardiaco (palpitazioni), diarrea ed irritabilità (vedere anche paragrafo 4, "Possibili effetti indesiderati").
Tali sintomi solitamente si manifestano nei primi giorni successivi all'interruzione del trattamento, ma possono presentarsi anche in pazienti che abbiano dimenticato di assumere una dose. I sintomi da sospensione solitamente scompaiono entro due settimane, ma in alcuni pazienti potrebbero presentare maggiore gravità o persistere per un periodo più lungo (2-3 mesi o più a lungo). Se, in accordo con il suo medico, ha deciso di interrompere il trattamento con la paroxetina, la dose giornaliera deve essere ridotta gradualmente in alcune settimane o mesi (iniziando con riduzioni graduali di 10 mg a settimana). Deve sempre consultare il medico prima di ridurre la dose.
Se ha qualsiasi dubbio sull'uso di questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.
Effetti IndesideratiQuali sono gli effetti collaterali di Daparox
Come tutti i medicinali, Daparox può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino
Gli effetti indesiderati possono essere:
- Molto comuni (possono interessare più di 1 persona su 10);
- comuni (possono interessare fino a 1 persona su 10);
- non comuni (possono interessare fino a 1 persona su 100);
- rari (possono interessare fino a 1 persona su 1000);
- molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10000).
- non noti: la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Sangue (patologie del sistema emolinfopoietico)
Non comuni: emorragie anormali, in particolare contusioni cutanee (ecchimosi).
Molto rari: diminuzione delle piastrine nel sangue, con incremento del rischio di emorragia o contusione (trombocitopenia)
Sistema immunitario (disturbi del sistema immunitario)
Molto rari: reazioni allergiche, accompagnate da prurito crescente e da rash cutaneo doloroso (urticaria) o una grave reazione con conseguente edema di pelle, gola o lingua, difficoltà respiratorie e/o prurito (angioedema)
Ormoni (Patologie endocrine)
Molto rari: ritenzione di liquidi e bassi livelli ematici di sodio quale conseguenza di sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH)
Cibo (disturbi del metabolismo e della nutrizione)
Comuni: incremento dei livelli ematici di colesterolo, diminuzione dell'appetito.
Rari: bassi livelli ematici di sodio (iponatriemia), prevalentemente in pazienti anziani
Mentali (disturbi psichiatrici)
Comuni: sonnolenza, impossibilità di dormire (insonnia), agitazione, sogni anormali (inclusi incubi).
Non comuni: confusione, visione di cose che non esistono nella realtà (allucinazioni).
Rari: (periodi di) estrema euforia o sovraeccitamento, con conseguente comportamento inusuale (mania, periodi maniacali), ansia, attacchi di panico, depersonalizzazione, irrequietezza ed iperattività accompagnate da impossibilità di sedersi o stare immobili (acatisia).
Frequenza non nota: sono stati riportati casi di pensieri/comportamenti autolesionisti o suicidari durante la terapia con paroxetina o non appena venga interrotto il trattamento (vedere paragrafo 2, "Avvertenze e precauzioni").
Tale sintomatologia, tuttavia, potrebbe essere dovuta alla patologia da cui è affetto.
Nervi (Patologie del sistema nervoso)
Molto comuni: incapacità di concentrarsi.
Comuni: capogiri, sensazione di insicurezza (tremori), mal di testa.
Non comuni: movimenti involontari di corpo o viso (disturbi extrapiramidali)
Rari: crisi convulsive, attacchi epilettici (convulsioni), irresistibile esigenza di muovere le gambe (sindrome delle gambe senza riposo).
Molto rari: la così detta sindrome serotoninergica (i cui sintomi possono includere agitazione, confusione, sudorazione, visione di cose che non esistono nella realtà (allucinazioni), iperreflessia, improvvisa comparsa di spasmi muscolari (mioclono), brividi, tremore ed aumento della frequenza dei battiti cardiaci (tachicardia))
Occhi (Patologie dell'occhio)
Comuni: visione annebbiata
Non comuni: allargamento delle pupille (midriasi)
Molto rari: improvviso aumento della pressione endoculare (glaucoma acuto)
Orecchio (Patologie dell'orecchio e del labirinto)
Frequenza non nota: ronzio nell'orecchio (tinnito).
Cuore (Patologie cardiache)
Non comuni: accelerazione del ritmo cardiaco (tachicardia sinusale)
Rari: rallentamento della frequenza del battito cardiaco (bradicardia)
Vasi sanguigni (Patologie vascolari)
Non comuni: aumento o calo transitorio della pressione arteriosa, improvvisa caduta della pressione sanguigna dopo essersi alzati (ipotensione posturale)
Vie aeree (Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche)
Comuni: sbadiglio
Stomaco ed intestino (Patologie gastrointestinali)
Molto comuni: nausea
Comuni: stipsi, diarrea, vomito, bocca secca
Molto rari: emorragie gastrointestinali
Fegato (Patologie epatobiliari)
Rari: incremento degli enzimi epatici
Molto rari: disturbi epatici, quali infiammazione (epatite), talvolta associata ad ittero e/o insufficienza epatica
Cute (Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo)
Comuni: sudorazione
Non comuni: rash cutaneo, prurito
Molto rari: effetti indesiderati cutanei severi (che includono eritema multiforme, sindrome di Stevens- Johnson e necrolisi epidermica tossica), sensibilità alla luce del sole (reazioni di fotosensibilità)
Muscoli (Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del tessuto connettivo)
Rari: dolore muscolare (mialgia), dolore articolare (artralgia)
Reni (Patologie renali ed urinarie)
Non comuni: problemi di svuotamento della vescica (ritenzione urinaria) e fuoriuscita incontrollabile ed involontaria di urina (incontinenza urinaria)
Genitali e mammari (Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella)
Molto comuni: disfunzioni sessuali, quali problemi di eiaculazione, calo del desiderio, impotenza maschile ed impossibilità di raggiungere l'orgasmo
Rari: aumento della concentrazione ematica dell'ormone prolattina (iperprolattinemia), che può provocare produzione anomala di latte (galattorrea) sia negli uomini che nelle donne
Molto rari: erezione dolorosa (priapismo)
Generali (Patologie sistemiche e condizioni relative al punto di somministrazione)
Comuni: aumento del peso corporeo, sensazione di stanchezza generale con perdita della forza muscolare (astenia)
Molto rari: edema di braccia e/o delle gambe (edema periferico)
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina
Comuni: capogiri, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, ansia e cefalea
Non comuni: agitazione, nausea, sudorazione, tremore, confusione, instabilità emotiva, disturbi visivi, palpitazioni, diarrea ed irritabilità
Generalmente, tali eventi sono lievi ed autolimitanti. Non interrompa mai il trattamento con la paroxetina senza avere prima consultato il medico e non interrompa mai il trattamento bruscamente, in quanto potrebbero manifestarsi sintomi da sospensione (vedere paragrafo 3, "Se interrompe il trattamento con Daparox").
Nei casi di somministrazione della paroxetina a bambini ed adolescenti di età inferiore ai 18 anni, più di 1 su 100, ma meno di 1 su 10 bambini/adolescenti ha sperimentato uno dei seguenti effetti indesiderati: labilità emotiva (incluso pianto e fluttuazione dell'umore), comportamento autolesionistico, tentativi di suicidio ed ideazioni suicidarie, comportamento ostile o astioso, perdita di appetito, tremore, sudorazione anormale, iperattività, agitazione, nausea, dolore addominale e nervosismo.
È stato osservato un aumento del rischio di fratture ossee nei pazienti che assumono questo tipo di medicine.
Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, si rivolga al medico o al farmacista.
Scadenza e Conservazione
Tenere questo medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza che è riportata sul blister e sulla scatola dopo "SCAD". Le prime due cifre indicano il mese e le ultime quattro cifre indicano l'anno. La data di scadenza si riferisce all'ultimo giorno di quel mese.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Non getti alcun medicinale nell'acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l'ambiente.
Composizione e forma farmaceutica
Cosa contiene Daparox
- Il principio attivo è paroxetina (come mesilato). Una compressa contiene paroxetina mesilato, pari a 20 mg di paroxetina.
- Gli altri componenti sono: - Nucleo: calcio fosfato dibasico anidro, carbossimetilamido sodico (tipo A), magnesio stearato. - Rivestimento: lattosio monoidrato, ipromellosa, macrogol 4000, titanio diossido (E171), ferro ossido giallo (E172) e ferro ossido rosso (E172). (vedere paragrafo 2, "Daparox contiene lattosio")
Descrizione dell'aspetto di Daparox e contenuto della confezione
Le compresse di Daparox sono rotonde, di colore giallo, rivestite con film, recanti su un lato a rilievo il codice "POT 20" e con linea di divisione su entrambi i lati.
Daparox 20 mg è disponibile in scatole da 10, 12, 14, 20, 28, 30, 50, 56, 60 o 100 compresse in blister e in un contenitore da 500 Compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Fonte Foglietto Illustrativo: AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Contenuto pubblicato a Gennaio 2016. Le informazioni presenti possono non risultare essere aggiornate.
Per avere accesso alla versione più aggiornata, si consiglia l'accesso al sito web dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Disclaimer e informazioni utili.
01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
DAPAROX 20 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Ogni compressa rivestita con film contiene paroxetina mesilato equivalente a 20 mg di paroxetina base.
Eccipienti con effetti noti:
Ogni compressa contiene 3,81 mg di lattosio monoidrato
Per l'elenco completo degli gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 FORMA FARMACEUTICA
Compressa rivestita con film.
Compresse rotonde di colore giallo, rivestite con film, recanti su un lato a rilievo il codice "POT 20" e con linea di incisione su entrambi i lati.
La compressa può essere divisa in due dosi uguali.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Trattamento di:
• episodio di depressione maggiore
• disturbo ossessivo compulsivo
• disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia
• disturbo d'ansia sociale/fobia sociale
• disturbo d'ansia generalizzata
• disturbo da stress post-traumatico
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Si raccomanda di somministrare la paroxetina una volta al giorno, al mattino, con del cibo. Le compresse devono essere deglutite piuttosto che masticate.
EPISODIO DI DEPRESSIONE MAGGIORE
La dose raccomandata è di 20 mg, una volta al giorno. In generale, il miglioramento nei pazienti inizia dopo una settimana, ma può divenire evidente solo dalla seconda settimana di terapia. Come per tutti i farmaci antidepressivi, il dosaggio deve essere rivisto e aggiustato se necessario entro le prime tre-quattro settimane dall'inizio della terapia ed in seguito, secondo quanto ritenuto clinicamente appropriato. In alcuni pazienti, che hanno una risposta insufficiente alla dose di 20 mg, la dose può essere aumentata gradualmente fino ad un massimo di 50 mg al giorno, con aumenti graduali di 10 mg, in base alla risposta del paziente.
I pazienti con depressione devono essere trattati per un periodo sufficiente di almeno sei mesi per assicurarsi che siano liberi da sintomi.
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
La dose raccomandata è di 40 mg al giorno. I pazienti devono iniziare con una dose di 20 mg al giorno e la dose può essere aumentata gradualmente, con aumenti di 10 mg, sino alla dose raccomandata. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale del dosaggio fino ad un massimo di 60 mg al giorno.
I pazienti con disturbo ossessivo compulsivo devono essere trattati per un periodo sufficiente per assicurarsi che siano liberi da sintomi. Tale periodo può essere di diversi mesi o anche più lungo (vedere paragrafo 5.1).
DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
La dose raccomandataè di 40 mg al giorno. I pazienti devono iniziare con una dose di 10 mg al giorno e la dose può essere aumentata gradualmente, con aumenti di 10 mg, fino al raggiungimento della dose raccomandata, in base alla risposta del paziente. Un basso dosaggio iniziale è raccomandato per ridurre al minimo il potenziale peggioramento della sintomatologia da panico, come si è osservato generalmente nel trattamento iniziale di questo disturbo.
Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, fino ad un massimo di 60 mg al giorno.
I pazienti con disturbo da attacchi di panico devono essere trattati per un periodo sufficiente ad assicurare che siano liberi da sintomi. Tale periodo può essere di diversi mesi o anche più lungo (vedere paragrafo 5.1).
DISTURBO D'ANSIA SOCIALE/FOBIA SOCIALE
La dose raccomandata è di 20 mg al giorno. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, con aumenti di 10 mg, fino ad un massimo di 50 mg al giorno.
L'uso a lungo termine deve essere valutato periodicamente (vedere paragrafo 5.1).
DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATA
La dose raccomandata è di 20 mg al giorno. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, con aumenti di 10 mg, fino ad un massimo di 50 mg al giorno.
L'uso a lungo termine deve essere valutato periodicamente (vedere paragrafo 5.1).
DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
La dose raccomandata è di 20 mg al giorno. Se dopo alcune settimane si osserva una risposta insufficiente alla dose raccomandata, alcuni pazienti possono trarre beneficio dall'aumento graduale della dose, con aumenti di 10 mg, fino ad un massimo di 50 mg al giorno.
L'uso a lungo termine deve essere valutato periodicamente (vedere paragrafo 5.1).
INFORMAZIONI GENERALI
SINTOMI DA SOSPENSIONE OSSERVATI IN SEGUITO AD INTERRUZIONE DEL TRATTAMENTO CON PAROXETINA
Si deve evitare un'interruzione brusca del trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Nel regime a riduzioni graduali della posologia usato negli studi clinici è stato utilizzato un decremento progressivo del dosaggio giornaliero pari a 10 mg, ad intervalli settimanali.
Se si dovessero manifestare, a seguito della riduzione della dose, o al momento dell'interruzione del trattamento, sintomi non tollerati, si può prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente il medico può continuare a ridurre la dose ma in modo più graduale.
Popolazioni speciali
• Anziani
Nei soggetti anziani è stato riscontrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina; tuttavia, il range delle concentrazioni plasmatiche è sovrapponibile a quello osservato in soggetti più giovani.
Il trattamento deve iniziare alle stesse dosi iniziali utilizzate nell'adulto. In alcuni pazienti può essere utile l'incremento della dose, ma la dose massima non deve superare i 40 mg al giorno.
• Bambini ed adolescenti (7-17 anni)
La paroxetina non deve essere usata per il trattamento di bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età in quanto è stato riscontrato in studi clinici controllati come la paroxetina sia associata ad un aumento del rischio di comportamento suicidario e di atteggiamento ostile. Inoltre, in tali studi l'efficacia non è stata dimostrata in modo adeguato (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
• Bambini di età inferiore ai 7 anni
L'uso di paroxetina in bambini di età inferiore a 7 anni non è stato studiato. La paroxetina non deve essere usata fino a quando la sicurezza e l'efficacia in questo gruppo di età non siano state determinate.
• Compromissione renale/epatica
In pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina .
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità alla paroxetina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
La paroxetina è controindicata in associazione con farmaci inibitori delle monoamino-ossidasi (IMAO). In circostanze eccezionali, il linezolid (un antibiotico che è un inibitore reversibile non selettivo delle monoamino-ossidasi) può essere somministrato in combinazione con la paroxetina nel caso in cui sussistano le condizioni per un attento controllo dei sintomi della sindrome serotoninergica e per il monitoraggio della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.5).
Il trattamento con paroxetina può essere iniziato:
• due settimane dopo l'interruzione del trattamento con un IMAO non reversibile o
• almeno 24 ore dopo l'interruzione del trattamento con un IMAO reversibile (per esempio moclobemide, linezolid, metiltioninio cloruro (blu di metilene un IMAO reversibile non selettivo usato come agente evidenziatore preoperatorio)).
L'inizio della terapia con qualsiasi IMAO deve avvenire ad almeno una settimana di distanza dall'interruzione del trattamento con paroxetina.
La paroxetina non deve essere usata in associazione a tioridazina poichè, come con altri farmaci inibitori dell'enzima epatico CYP450 2D6, la paroxetina può elevare i livelli plasmatici della tioridazina (vedere paragrafo 4.5).
La somministrazione di tioridazina da sola può indurre un prolungamento dell'intervallo QTc associato a gravi aritmie ventricolari quali torsioni di punta e morte improvvisa.
La paroxetina non deve essere usata in associazione a pimozide (vedere paragrafo 4.5).
04.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d'impiego
Il trattamento con paroxetina deve essere iniziato con cautela due settimane dopo la cessazione del trattamento con MAO-inibitori irreversibili o 24 ore dopo la cessazione del trattamento con MAO-inibitori reversibili. Il dosaggio di paroxetina deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere una risposta ottimale (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
Assunzione da parte di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni
La paroxetina non deve essere utilizzata per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento del quadro clinico
La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi suicidio-correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. È esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Altre patologie psichiatriche per le quali la paroxetina è prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento suicidario. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Quando si trattano pazienti con altre patologie psichiatriche si devono, pertanto, osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore.
Pazienti con anamnesi positiva per eventi suicidio-correlati, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell'inizio del trattamento, sono noti ad avere un rischio maggiore di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici, condotti in pazienti adulti con disturbi psichiatrici trattati con farmaci antidepressivi in confronto con placebo, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nella fascia di età inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto al placebo.
La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l'insorgenza di comportamento o pensieri suicidari e di insoliti cambiamenti comportamentali.
Acatisia/Agitazione pscicomotoria
L'uso di paroxetina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione interna di irrequietezza e di agitazione psicomotoria, quale l'impossibilità di sedere o stare immobile, generalmente associata ad un malessere soggettivo. È più probabile che questo accada entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che presentano tali sintomi, l'aumento della dose può essere dannoso.
Sindrome serotoninergica/sindrome maligna da neurolettici
In rare occasioni, è stata riportata comparsa della sindrome serotoninergica o di eventi simili alla sindrome maligna da neurolettici, in associazione al trattamento con paroxetina, in particolare quando somministrata in concomitanza ad altri farmaci serotoninergici e/o neurolettici. Poiché tali sindromi possono comportare condizioni di potenziale pericolo di vita, si deve interrompere il trattamento con paroxetina in caso di comparsa di tali eventi (caratterizzati da quadri di sintomi, quali ipertermia, rigidità, mioclono, squilibri del sistema nervoso autonomo con possibile rapida fluttuazione dei segni vitali, cambiamenti dello stato mentale compresi confusione, irritabilità, agitazione estrema che evolve in delirio e coma) e deve essere iniziato un trattamento sintomatico di supporto. La paroxetina non deve essere usata in associazione a precursori della serotonina (quali L-triptofano, oxitriptano) a causa del rischio di sindrome serotoninergica (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
Come tutti gli antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi positiva per mania.
La paroxetina deve essere sospesa in tutti i pazienti che entrano in una fase maniacale.
Compromissione renale/epatica
Si raccomanda cautela nei pazienti con compromissione renale grave o nei pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti diabetici il trattamento con gli SSRI può alterare il controllo glicemico. Può essere necessario modificare il dosaggio dell'insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali.
Come altri antidepressivi, la paroxetina deve essere usata con cautela in pazienti con epilessia.
L'incidenza complessiva di crisi convulsive in pazienti trattati con paroxetina è inferiore allo 0,1%. Il farmaco deve essere sospeso in tutti i pazienti che presentano crisi convulsive.
Terapia elettroconvulsivante (ECT)
Esiste esperienza clinica limitata nella somministrazione concomitante di paroxetina con terapia elettroconvulsivante (ECT).
Come altri SSRI, la paroxetina in rari casi causa midriasi e deve essere usata con cautela nei pazienti con glaucoma ad angolo chiuso o con anamnesi positiva per glaucoma.
In pazienti con patologie cardiache devono essere osservate le precauzioni consuete.
Raramente è stata riportata iponatriemia, prevalentemente negli anziani. Deve essere esercitata cautela anche in quei pazienti a rischio di iponatriemia, per esempio per terapie concomitanti e cirrosi. L'iponatriemia è in genere reversibile dopo la sospensione della paroxetina.
Con gli SSRI sono stati riportati casi di disturbi emorragici a livello cutaneo, quali ecchimosi e porpora. Sono state riportate altre manifestazioni emorragiche, per esempio emorragie gastrointestinali.
I pazienti anziani possono essere maggiormente a rischio.
Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad anticoagulanti orali, a farmaci noti per influire sulla funzione piastrinica o ad altri farmaci che possono aumentare il rischio di emorragie (per esempio antipsicotici atipici quali clozapina, fenotiazine, gran parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), COX-2 inibitori) e nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie.
Interazione con Tamoxifene
Alcuni studi hanno dimostrato che l'efficacia del tamoxifene, misurata in base al rischio di recidiva/mortalità del cancro al seno, potrebbe essere ridotta quando è prescritto con paroxetina come risultato dell'inibizione irreversibile del CYP2D6 da parte della paroxetina (vedere paragrafo 4.5). Quando possibile paroxetina deve essere evitata durante l'uso del tamoxifene quando questo è utilizzato per il trattamento o la prevenzione del cancro al seno.
Sintomi da sospensione osservati in caso di interruzione del trattamento con paroxetina
I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento è interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione (vedere paragrafo 4.8).
Negli studi clinici gli eventi avversi osservati con l'interruzione del trattamento si presentavano nel 30% dei pazienti in trattamento con paroxetina, in confronto al 20% dei pazienti trattati con placebo. L'insorgenza di sintomi da sospensione non è la stessa dei casi in cui un farmaco induce assuefazione o dipendenza.
Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata della terapia, il dosaggio e il tasso di riduzione della dose.
Sono stati riportati capogiri, disturbi del sensorio (comprese parestesia, sensazione di scossa elettrica e tinnito), disturbi del sonno (compresi sogni vividi), agitazione o ansia, nausea, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi. Generalmente l'intensità di tali sintomi è da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave. In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono stati casi molto rari nei quali sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose. Generalmente tali sintomi sono auto-limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possono durare più a lungo (2-3 mesi o più). Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose di paroxetina, quando si sospende il trattamento, nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente (vedere paragrafo 4.2).
Lattosio
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
04.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Farmaci serotoninergici
Come con altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), la somministrazione contemporanea di farmaci serotoninergici può portare alla insorgenza di effetti associati alla 5HT (sindrome serotoninergica: vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Occorre avvertire di prestare cautela, ed è inoltre richiesto un più attento controllo clinico, quando farmaci serotoninergici (quali L-triptofano, triptani, tramadolo, linezolid, metiltioninio cloruro (blu di metilene), SSRI, litio, petidina e preparazioni a base di iperico o erba di San Giovanni - Hypericum perforatum) sono somministrati in concomitanza con paroxetina.Porre cautela anche nei casi di uso di fentanil, somministrato nell'anestesia generale o nel trattamento del dolore cronico.
L'uso contemporaneo di IMAO è controindicato a causa del rischio della sindrome serotoninergica. (vedere paragrafo 4.3).
Pimozide
Aumenti dei livelli di pimozide nel sangue pari in media a 2,5 volte sono stati dimostrati durante uno studio in cui una dose bassa singola di pimozide (2mg) è stata somministrata assieme a 60 mg di paroxetina. Ciò è dovuto alle note proprietà inibitorie della paroxetina sull'enzima CYP2D6. L'uso concomitante della pimozide e della paroxetina è controindicato, a causa del ristretto indice terapeutico della pimozide e della nota possibilità della pimozide di prolungare l'intervallo QT (vedere paragrafo 4.3).
Enzimi preposti al metabolismo dei farmaci
Il metabolismo e la farmacocinetica della paroxetina possono essere influenzati dalla induzione o dalla inibizione degli enzimi che metabolizzano i farmaci.
Qualora la paroxetina sia somministrata in concomitanza con un farmaco noto per essere inibitore del metabolismo enzimatico, deve essere preso in considerazione l'uso delle dosi di paroxetina più basse dell'intervallo posologico.
In caso di somministrazione in concomitanza di farmaci noti quali induttori del metabolismo enzimatico (ad esempio carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale, fenitoina) o di fosamprenavir/ritonavir, non è richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale. Qualsiasi modifica della posologia della paroxetina (o dopo l'inizio del trattamento con un induttore enzimatico o in seguito alla sua interruzione) deve essere basata sulla risposta clinica (tollerabilità ed efficacia).
Fosamprenavir/ritonavir
La somministrazione concomitante di fosamprenavir/ritonavir 700/100 mg due volte al giorno con 20 mg di paroxetina una volta al giorno in volontari sani per 10 giorni ha dimostrato una significativa diminuzione dei livelli plasmatici di paroxetina pari a circa il 55%. I livelli plasmatici di fosamprenavir/ritonavir durante il trattamento concomitante con paroxetina sono risultati simili ai valori di riferimento usati in altri studi, indicando che la paroxetina non esercita alcun effetto significativo sul metabolismo di fosamprenavir/ritonavir. Non sono disponibili dati sugli effetti della somministrazione concomitante a lungo termine di paroxetina con fosamprenavir/ritonavir che ecceda i 10 giorni.
Prociclidina
La somministrazione giornaliera di paroxetina aumenta in modo significativo i livelli plasmatici di prociclidina. Se si osservano effetti anticolinergici, la dose di prociclidina deve essere ridotta.
Carbamazepina, fenitoina, sodio valproato. Una somministrazione concomitante non sembra mostrare alcun effetto sul profilo farmacocinetico e farmacodinamico nei pazienti epilettici.
Potenza inibitoria di paroxetina sul CYP2D6
Come altri antidepressivi, inclusi altri SSRI, la paroxetina inibisce l'enzima CYP2D6 del citocromo epatico P450. L'inibizione del CYP2D6 può portare all'aumento delle concentrazioni plasmatiche di farmaci in co-somministrazione, metabolizzati da questo enzima. Sono compresi tra questi farmaci alcuni antidepressivi triciclici (ad esempio clomipramina, nortriptilina e desipramina), neurolettici fenotiazinici (ad esempio perfenazina e tioridazina, vedere paragrafo 4.3), risperidone, atomoxetina, alcuni antiaritmici di Tipo 1 C (ad esempio propafenone e flecainide) e metoprololo. Non è raccomandato l'uso di paroxetina in associazione con metoprololo, somministrato nella insufficienza cardiaca, a causa del ridotto indice terapeutico del metoprololo in questa indicazione.
Tamoxifene ha un importante metabolita attivo, l'endoxifene, che è prodotto dal CYP2D6 e contribuisce significativamente all'efficacia del tamoxifene. L'inibizione irreversibile del CYP2D6 da parte della paroxetina può portare ad una riduzione delle concentrazioni plasmatiche dell'endoxifene (vedere paragrafo 4.4).
Come con altri farmaci psicotropi, i pazienti devono essere avvertiti di evitare l'uso di alcool in corso di trattamento con paroxetina.
Anticoagulanti orali
Può presentarsi una interazione farmacodinamica tra paroxetina e anticoagulanti orali. L'uso concomitante di paroxetina ed anticoagulanti orali può portare ad un aumento della attività anticoagulante ed al rischio di emorragie. Pertanto la paroxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con anticoagulanti orali (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), acido acetilsalicilico ed altri antiaggreganti piastrinici
Può verificarsi una interazione farmacodinamica tra paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico. L'uso concomitante di paroxetina e FANS/acido acetilsalicilico può portare ad un aumento del rischio di emorragie (vedere paragrafo 4.4).
Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI in concomitanza ad anticoagulanti orali, farmaci noti per influire sulla funzione piastrinica o ad altri farmaci che possono aumentare il rischio di emorragie (per esempio antipsicotici atipici quali clozapina, fenotiazine, gran parte degli antidepressivi triciclici, acido acetilsalicilico, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), COX-2 inibitori) e nei pazienti con anamnesi positiva per disturbi emorragici o condizioni che possono predisporre ad emorragie.
04.6 Gravidanza ed allattamento
Fertilità
I dati sugli animali hanno dimostrato che paroxetina può influire sulla qualità dello sperma (vedere sezione 5.3). Dati in vitro su materiale umano rilevano qualche effetto sulla qualità dello sperma, tuttavia, nell'uomo pazienti trattati con SSRI (inclusa paroxetina) hanno dimostrato che l'effetto sulla qualità dello sperma è reversibile. Finora non è stato osservato impatto sulla fertilità.
Gravidanza
Alcuni studi epidemiologici hanno indicato un aumento nel rischio di malformazioni congenite, in particolare cardiovascolari (ad es. difetti del setto ventricolare e del setto atriale) associati all'assunzione di paroxetina durante il primo trimestre di gravidanza. Il meccanismo non è noto. I dati indicano che il rischio di partorire un neonato con un difetto cardiovascolare, a seguito dell'esposizione materna alla paroxetina, è inferiore al 2/100, a fronte del rischio atteso, pari a circa 1/100, per tali difetti nella popolazione generale.
La paroxetina deve essere somministrata in gravidanza solo quando strettamente indicato. Il medico, all'atto della prescrizione, dovrà valutare l'opzione di trattamenti alternativi in donne in gravidanza o che stiano pianificando una gravidanza. L'interruzione brusca durante la gravidanza deve essere evitata (vedere "Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con paroxetina", paragrafo 4.2).
I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l'uso materno di paroxetina continua negli stadi più avanzati della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre.
I sintomi seguenti si possono presentare nei neonati in seguito all'uso materno di paroxetina negli stadi più avanzati della gravidanza: difficoltà respiratorie, cianosi, apnea, crisi convulsive, temperatura instabile, difficoltà nell'alimentazione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremore, stato di agitazione, irritabilità, letargia, pianto costante, sonnolenza e difficoltà nell'addormentamento. Tale sintomatologia potrebbe essere dovuta o agli effetti serotoninergici o ai sintomi da sospensione. Nella maggior parte dei casi le complicazioni iniziano immediatamente al momento del parto o subito dopo (meno di 24 ore).
Dati epidemiologici hanno suggerito che l'utilizzo di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), durante la gravidanza, in particolare negli stati avanzati della gravidanza, può causare un aumento del rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN). Il rischio osservato è stato di circa 5 casi su 1000 gravidanze. Nella popolazione generale si presentano da 1 a 2 casi di PPHN su 1000 gravidanze.
Studi negli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva, ma non hanno indicato effetti dannosi diretti rispetto alla gravidanza, sviluppo embrio-fetale, parto o sviluppo postnatale (vedere paragrafo 5.3).
Allattamento
Piccole quantità di paroxetina sono escrete nel latte materno. In studi pubblicati, le concentrazioni sieriche in neonati allattati al seno erano non rilevabili (segno degli effetti del farmaco. Siccome non è previsto alcun effetto, l'allattamento al seno può essere preso in considerazione.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Non ci sono prove sull'influenza di paroxetina sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Tuttavia, come con tutti i farmaci psicoattivi, i pazienti devono essere avvertiti di usare cautela nella guida di autoveicoli e nell'uso di macchinari.
Sebbene la paroxetina non aumenti gli effetti dannosi psichici e motori indotti dalla assunzione di alcool, non è consigliato l'uso concomitante di paroxetina e alcool.
04.8 Effetti indesiderati
Alcune delle reazioni avverse al farmaco sotto riportate possono diminuire in intensità e frequenza con la continuazione del trattamento e non comportano generalmente interruzione della terapia. Le reazioni avverse sono elencate di seguito per classificazione sistemica organica e per frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100,
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comuni: disturbi emorragici, in particolare a carico della cute e delle mucose (per lo più ecchimosi).
Molto rari: trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario
Molto rari: reazioni allergiche (incluse orticaria ed angioedema).
Patologie endocrine
Molto rari: sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comuni: aumento dei livelli di colesterolo, diminuzione dell'appetito.
Rari: iponatremia.
L'iponatremia è stata soprattutto riportata in pazienti anziani ed è talvolta dovuta alla sindrome di inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH).
Disturbi psichiatrici
Comuni: sonnolenza, insonnia, agitazione, sogni anormali (inclusi incubi).
Non comuni: confusione, allucinazioni.
Rari: reazioni maniacali, ansia, depersonalizzazione, attacchi di panico, acatisia.
Frequenza non nota: casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati riportati durante la terapia con paroxetina o non appena venga interrotto il trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Tali sintomi possono essere dovuti alla patologia di base.
Molto comuni: concentrazione compromessa.
Comuni: capogiri, tremori, cefalea.
Non comuni: disturbi extrapiramidali.
Rari: convulsioni, sindrome delle gambe senza riposo (RLS).
Molto rari: sindrome serotoninergica (i sintomi possono includere agitazione, confusione, diaforesi, allucinazioni, iperreflessia, mioclono, brividi, tachicardia e tremore).
Sono stati riportati casi di disturbi extrapiramidali, inclusa distonia oro-facciale, a volte in pazienti già affetti da disturbi del movimento o in pazienti in trattamento con neurolettici.
Patologie dell'occhio
Comuni: visione annebbiata.
Non comuni: midriasi (vedere paragrafo 4.4).
Molto rari: glaucoma acuto.
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Frequenza non nota: tinnito.
Patologie cardiache
Non comuni: tachicardia sinusale.
Rari: bradicardia.
Patologie vascolari
Non comuni: aumento o calo transitorio della pressione arteriosa.
Sono stati riportati aumenti o cali transitori della pressione arteriosa in seguito a trattamento con paroxetina, di solito in pazienti con preesistente ipertensione o ansia.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comuni: sbadiglio.
Patologie gastrointestinali
Molto comuni: nausea.
Comuni: stipsi, diarrea, vomito, bocca secca.
Molto rari: emorragie gastrointestinali.
Patologie epatobiliari
Rari: incremento degli enzimi epatici.
Molto rari: eventi a carico del fegato (quali epatite, talvolta associata ad ittero e/o insufficienza epatica). Sono stati riportati incrementi degli enzimi epatici. Nel periodo successivo all'immissione in commercio sono stati anche riferiti, molto raramente, eventi a carico del fegato (quali epatite, talvolta associata a ittero e/o insufficienza epatica). Si deve prendere in considerazione la sospensione del trattamento nel caso di prolungato incremento dei valori dei test di funzionalità epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: sudorazione.
Non comuni: rash cutaneo, prurito.
Molto rari: reazioni avverse cutanee severe (che includono eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica), reazioni di fotosensibilità.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Studi epidemiologici, condotti principalmente in pazienti di 50 anni e più, mostrano un aumentato rischio di fratture ossee in pazienti che assumono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e antidepressivi triciclici (TCA). Il meccanismo che comporta questo rischio non è noto.
Patologie renali e urinarie
Non comuni: ritenzione urinaria, incontinenza urinaria.
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Molto comuni: disfunzioni sessuali.
Rari: iperprolattinemia/galattorrea.
Molto rari: priapismo.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comuni: astenia, aumento del peso corporeo.
Molto rari: edema periferico.
SINTOMI DA SOSPENSIONE OSSERVATI IN SEGUITO AD INTERRUZIONE DEL TRATTAMENTO CON PAROXETINA
Comuni: capogiri, disturbi sensoriali, disturbi del sonno, ansia, cefalea.
Non comuni: agitazione, nausea, tremore, confusione, sudorazione, instabilità emotiva, disturbi della visione, palpitazioni, diarrea, irritabilità.
L'interruzione del trattamento con paroxetina (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da sospensione.
Sono stati riportati capogiri, disturbi del sensorio (comprese parestesia, sensazione di scossa elettrica e tinnito), disturbi del sonno (compresi sogni vividi), agitazione o ansia, nausea, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi. Generalmente tali eventi sono da lievi a moderati ed auto-limitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Si consiglia pertanto che, se non è più richiesto il trattamento con paroxetina, vi sia una graduale interruzione, condotta tramite un decremento graduale della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
EVENTI AVVERSI OSSERVATI IN CORSO DI STUDI CLINICI IN PAZIENTI IN ETÀ PEDIATRICA
Sono stati osservati i seguenti eventi avversi: aumento dei comportamenti correlati al suicidio (compresi tentativi di suicidio e ideazioni suicidarie), comportamento autolesionistico e incremento dell'atteggiamento ostile. Ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio sono stati osservati principalmente durante studi clinici con adolescenti affetti da Disturbo Depressivo Maggiore. L'incremento dell'atteggiamento ostile si è presentato in particolare nei bambini con disturbo ossessivo compulsivo, specialmente nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
Ulteriori eventi osservati sono: diminuzione dell'appetito, tremore, sudorazione, ipercinesia, agitazione, labilità emotiva (incluso pianto e fluttuazioni dell'umore), emorragie, per lo più della cute e delle mucose.
I sintomi osservati dopo l'interruzione/riduzione di paroxetina, sono: labilità emotiva (incluso pianto, fluttuazioni dell'umore, autolesionismo, ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio), nervosismo, capogiri, nausea e dolore addominale (vedere paragrafo 4.4.Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Vedere il paragrafo 5.1 per ulteriori informazioni sugli studi clinici pediatrici.
04.9 Sovradosaggio
Sulla base delle informazioni disponibili riguardo al sovradosaggio con paroxetina, appare evidente un ampio margine di sicurezza.
L'esperienza nei casi di sovradosaggio di paroxetina ha indicato che, oltre ai sintomi descritti nella paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati", sono stati riportati vomito, midriasi, febbre, variazioni della pressione arteriosa, cefalea, contrazioni muscolari involontarie, agitazione, ansia e tachicardia.
I pazienti si sono generalmente ripresi senza gravi conseguenze anche nei casi in cui la paroxetina è stata assunta, da sola, fino a dosi di 2000 mg. Eventi quali coma o alterazioni dell'ECG sono stati occasionalmente riferiti, molto raramente con esito fatale, ma in genere quando paroxetina è stata assunta in associazione ad altri farmaci psicotropi, con o senza alcool.
Trattamento
Non è noto alcun antidoto specifico.
Il trattamento deve basarsi sulle misure generali utilizzate nel trattamento del sovradosaggio con antidepressivi. Qualora appropriato, si deve effettuare svuotamento gastrico attraverso induzione di emesi o lavanda gastrica o entrambi. Successivamente allo svuotamento, può essere somministrato carbone attivo, 20 o 30 g ogni 4-6 ore durante le prime 24 ore dopo l'ingestione. È indicata una terapia di supporto con attenta osservazione e frequente monitoraggio dei segni vitali.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: antidepressivi - inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, codice ATC: N06A B05
Meccanismo di azione
La paroxetina è un potente e selettivo inibitore della ricaptazione della 5-idrossitriptamina (5-HT; serotonina); la sua azione antidepressiva e la sua efficacia nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d'ansia sociale/fobia sociale, disturbo d'ansia generalizzata, disturbo da stress post-traumatico e disturbo da attacchi di panico si ritengono correlate a questa specifica inibizione della ricaptazione della 5-HT nei neuroni cerebrali.
La paroxetina non è chimicamente correlabile ai triciclici, ai tetraciclici ed agli altri antidepressivi disponibili.
La paroxetina ha bassa affinità per i recettori colinergici di tipo muscarinico e studi negli animali hanno evidenziato solo deboli proprietà anticolinergiche.
In accordo con questa selettività d'azione, alcuni studi in vitro hanno evidenziato che, a differenza degli antidepressivi triciclici, la paroxetina ha bassa affinità per gli alfa1, alfa2 e beta-adrenorecettori, per i recettori dopaminergici (D2), per i recettori 5-HT1 like e 5-HT2, e per quelli dell'istamina (H1). Questa mancanza di interazione con i recettori post-sinaptici in vitro è stata confermata dagli studi in vivo, che hanno dimostrato l'assenza di proprietà depressive sul sistema nervoso centrale e di proprietà ipotensive.
Effetti farmacodinamici
La paroxetina non altera le funzioni psicomotorie e non potenzia gli effetti depressivi dell'etanolo. Analogamente ad altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, la paroxetina causa sintomi correlati all'eccessiva stimolazione del recettore della serotonina in caso di somministrazione ad animali precedentemente trattati con inibitori delle monoamino-ossidasi (MAO) o triptofano.
Studi relativi al comportamento e all'EEG indicano come la paroxetina sia debolmente attivante a dosi in genere maggiori di quelle richieste per inibire la ricaptazione della serotonina. Le proprietà attivanti non sono per loro natura "anfetamino-simili". Studi nell'animale indicano che la paroxetina è ben tollerata dal sistema cardiovascolare. La paroxetina non causa modifiche clinicamente significative della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e dell'ECG dopo somministrazione a soggetti sani.
Studi indicano che la paroxetina, al contrario degli antidepressivi che inibiscono la ricaptazione della noradrenalina, ha una più ridotta propensione ad inibire gli effetti antiipertensivi della guanetidina. La paroxetina, nel trattamento dei disturbi depressivi, dimostra una efficacia comparabile a quella degli antidepressivi standard.
Esiste anche una certa evidenza che la paroxetina possa avere un valore terapeutico nei pazienti che non rispondono alla terapia standard.
La somministrazione della dose al mattino non ha alcun effetto negativo sulla qualità o la durata del sonno. Inoltre i pazienti, quando rispondono alla terapia con paroxetina, possono riportare un miglioramento del sonno.
Analisi della tendenza al comportamento suicidario nell'adulto
Un'analisi, specifica per paroxetina, eseguita in studi clinici controllati verso placebo in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato una maggior frequenza del comportamento suicidario nei giovani adulti (tra i 18 ed i 24 anni di età) trattati con paroxetina in confronto a quelli trattati con placebo (2,19% vs 0,92%). Tale aumento non è stato osservato in gruppi di età superiore. Negli adulti con disturbo depressivo maggiore (appartenenti a tutte le età), si è osservato un aumento della frequenza del comportamento suicidario nei pazienti trattati con paroxetina rispetto a quelli trattati con placebo (0,32% vs 0,05%); tutti questi eventi sono stati dei tentativi di suicidio. Tuttavia, la maggior parte di questi casi di tentativo di suicidio per paroxetina (8 su 11) ha riguardato giovani adulti (vedere anche paragrafo 4.4).
Relazione dose-risposta
Negli studi a dose fissa la curva dose-risposta si presenta piatta, non indicando un vantaggio in termini di efficacia nell'utilizzo di dosi più alte di quelle raccomandate. Tuttavia esistono alcuni dati clinici che suggeriscono che incrementi successivi della dose possono essere di beneficio per alcuni pazienti.
Efficacia a lungo termine
L'efficacia a lungo termine della paroxetina nella depressione è stata dimostrata in uno studio di mantenimento di 52 settimane, con disegno atto a valutare la prevenzione delle ricadute: le ricadute nei pazienti trattati con paroxetina (20-40 mg al giorno) si verificavano nel 12% dei casi, in confronto al 28% dei casi nei pazienti che assumevano placebo.
L'efficacia a lungo termine della paroxetina nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo è stata esaminata in tre studi di mantenimento di 24 settimane, con disegno atto a valutare la prevenzione delle ricadute. In uno dei tre studi è stata raggiunta una differenza significativa nella proporzione dei pazienti con ricadute tra paroxetina (38%) e placebo (59%).
L'efficacia a lungo termine della paroxetina nel trattamento del disturbo da attacchi di panico è stata dimostrata in uno studio di mantenimento di 24 settimane, con disegno atto a valutare la prevenzione delle ricadute: le ricadute nei pazienti trattati con paroxetina (10-40 mg al giorno) si verificavano nel 5% dei casi, in confronto al 30% dei casi nei pazienti che assumevano placebo. Questo è stato supportato da uno studio di mantenimento di 36 settimane.
L'efficacia a lungo termine della paroxetina nel trattamento dei disturbi d'ansia sociale e d'ansia generalizzata e del disturbo da stress post-traumatico non è stata sufficientemente dimostrata.
Eventi avversi osservati in corso di studi clinici su pazienti in età pediatrica.
Durante studi clinici a breve termine (fino a 10-12 settimane) in bambini ed adolescenti, sono stati riportati i seguenti eventi avversi, nei pazienti trattati con paroxetina con una frequenza pari ad almeno il 2% dei pazienti e tali eventi si sono verificati con una incidenza per lo meno due volte superiore rispetto al placebo: aumento dei comportamenti correlati al suicidio (compresi tentativi di suicidio e ideazioni suicidarie), comportamento autolesionistico e incremento dell'atteggiamento ostile. Ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio sono stati osservati principalmente durante studi clinici con adolescenti affetti da Disturbo Depressivo Maggiore. L'incremento dell'atteggiamento ostile si è presentato in particolare nei bambini con disturbo ossessivo compulsivo, specialmente nei bambini di età inferiore ai 12 anni. Ulteriori eventi, che sono stati osservati più frequentemente nel gruppo trattato con paroxetina rispetto a quello trattato con placebo, sono stati: diminuzione dell'appetito, tremore, sudorazione, ipercinesia, agitazione, labilità emotiva (incluso pianto e fluttuazioni dell'umore).
Negli studi dove è stato utilizzato il regime terapeutico con riduzioni graduali della dose, i sintomi riportati durante la fase di riduzione graduale o al momento della interruzione del trattamento con paroxetina, osservati con una frequenza pari ad almeno il 2% dei pazienti e che si sono verificati con una incidenza per lo meno due volte superiore rispetto al placebo, sono stati: labilità emotiva (incluso pianto, fluttuazioni dell'umore, autolesionismo, ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio), nervosismo, capogiri, nausea e dolore addominale (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
In 5 studi a gruppi paralleli, la cui durata di trattamento è stata da 8 settimane a 8 mesi, eventi avversi correlati al sanguinamento, principalmente della cute e delle mucose, sono stati osservati con una frequenza di 1,74% in pazienti trattati con paroxetina rispetto allo 0,74% dei pazienti trattati con placebo.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
La paroxetina è ben assorbita dopo somministrazione orale e va incontro a metabolismo di primo passaggio.
A causa del metabolismo di primo passaggio, la quantità di paroxetina disponibile nella circolazione sistemica è inferiore a quella assorbita dal tratto gastrointestinale. In caso di aumento del carico corporeo a seguito di dosi singole più alte o di dosi multiple si verificano una saturazione parziale dell'effetto di primo passaggio e una riduzione della clearance plasmatica. Ciò comporta un aumento non proporzionato delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina e pertanto i parametri farmacocinetici non sono costanti, con conseguente cinetica non lineare. Tuttavia la non linearità è generalmente modesta ed è limitata a quei soggetti che raggiungono bassi livelli plasmatici a bassi dosaggi.
I livelli sistemici di steady-state sono raggiunti entro 7-14 giorni dall'inizio del trattamento con le formulazioni a rilascio immediato o controllato e la farmacocinetica non sembra variare durante il trattamento a lungo termine.
Distribuzione
La paroxetina risulta ampiamente distribuita nei tessuti ed i calcoli farmacocinetici indicano che solo l'1% della paroxetina presente nell'organismo si trova nel plasma. Circa il 95% della paroxetina presente nel plasma è legato alle proteine alle concentrazioni terapeutiche.
Non è stata dimostrata alcuna correlazione tra le concentrazioni plasmatiche di paroxetina e gli effetti clinici (eventi avversi ed efficacia).
Il passaggio nel latte materno umano, e nei feti degli animali di laboratorio, avviene in piccole quantità.
I principali metaboliti della paroxetina sono prodotti polari e coniugati di ossidazione e di metilazione, che vengono prontamente eliminati. In considerazione della loro relativa mancanza di attività farmacologica, è estremamente improbabile che possano contribuire agli effetti terapeutici della paroxetina.
Il metabolismo non compromette la selettività di azione della paroxetina sulla ricaptazione neuronale di serotonina.
Eliminazione
L'escrezione urinaria della paroxetina immodificata è generalmente meno del 2% della dose, mentre quella dei metaboliti è circa il 64% della dose. Circa il 36% della dose è escreto nelle feci, probabilmente attraverso la bile, di cui la paroxetina immodificata rappresenta meno dell'1% della dose. Pertanto la paroxetina è eliminata quasi completamente per via metabolica.
L'escrezione dei metaboliti è bifasica, essendo, all'inizio, il risultato del metabolismo di primo passaggio e, successivamente, essendo controllata dall'eliminazione sistemica della paroxetina.
L'emivita di eliminazione è variabile, ma è generalmente di circa un giorno.
Popolazioni speciali di pazienti
Anziani e soggetti con compromissione renale/epatica
Un aumento delle concentrazioni plasmatiche di paroxetina è stato osservato in soggetti anziani e in soggetti con grave compromissione renale ed in soggetti con compromissione epatica, ma il range delle concentrazioni plasmatiche è sovrapponibile a quello dei soggetti adulti sani.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Studi tossicologici sono stati condotti nella scimmia Rhesus e nel ratto albino; in entrambe le specie, il profilo metabolico è simile a quello descritto nell'uomo. Come atteso per le amine lipofile, inclusi gli antidepressivi triciclici, è stata rilevata nei ratti una fosfolipidosi. La fosfolipidosi non è stata osservata negli studi sui primati, della durata fino ad un anno, a dosi sei volte più elevate di quelle dell'intervallo raccomandato di dosaggi clinici.
Cancerogenesi: in studi di due anni condotti nel topo e nel ratto, la paroxetina non ha mostrato effetti cancerogeni.
Genotossicità: non è stata osservata genotossicità in una serie di test in vitro e in vivo.
Studi sulla tossicità riproduttiva nei ratti hanno mostrato che paroxetina influenza la fertilità maschile e femminile attraverso la riduzione dell'indice di fertilità e il tasso di gravidanza. Nei ratti, sono stati osservati una maggiore mortalità dei piccoli ed un ritardo dell'ossificazione. Questi ultimi effetti sono probabilmente correlati alla tossicità materna e non sono considerati un effetto diretto sul feto/neonato.
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
calcio fosfato dibasico anidro
carbossimetilamido sodico (tipo A)
Rivestimento:
lattosio monoidrato
ipromellosa
macrogol 4000
titanio diossido (E171)
ferro ossido giallo (E172)
ferro ossido rosso (E172)
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
3 anni.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
06.5 Natura del confezionamento primario e contenuto della confezione
Astucci di cartone contenenti 10, 12, 14, 20, 28, 30, 50, 56, 60 o 100 compresse in:
• blister di PVC/PE/PVDC/Al oppure
• blister di Al/Al
Contenitore in HDPE contenente 500 compresse
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Synthon BV - Microweg 22 - 6545 CM Nijmegen - Olanda
08.0 NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
Blister di PVC/PE/PVDC/Al:
AIC 035444013/M - Scatola da 10 compresse
AIC 035444025/M - Scatola da 14 compresse
AIC 035444114/M - Scatola da 20 compresse
AIC 035444037/M - Scatola da 28 compresse
AIC 035444049/M - Scatola da 30 compresse
AIC 035444126/M - Scatola da 50 compresse
AIC 035444138/M - Scatola da 56 compresse
AIC 035444052/M - Scatola da 60 compresse
AIC 035444140/M - Scatola da 100 compresse
Blister di Al/Al:
AIC 035444064/M - Scatola da 10 compresse
AIC 035444076/M - Scatola da 14 compresse
AIC 035444153/M - Scatola da 20 compresse
AIC 035444088/M - Scatola da 28 compresse
AIC 035444090/M - Scatola da 30 compresse
AIC 035444165/M - Scatola da 50 compresse
AIC 035444177/M - Scatola da 56 compresse
AIC 035444102/M - Scatola da 60 compresse
AIC 035444189/M - Scatola da 100 compresse
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE O DEL RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
Data della prima autorizzazione:08/08/2002
Data del rinnovo più recente: 23/10/2010
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Dicembre 2012