Attività fisica e sport nell'età evolutiva

Ultima modifica 11.02.2021

Linee guida per un corretto avviamento alla pratica sportiva in età evolutiva

Età evolutiva: fascia di età che va dagli 11 ai 16 anni.

In questi anni occorre diventare elementi positivi nel processo di promozione, capaci di far nascere e sostenere motivazione nel ragazzo e non essere solo freddi esecutori di schemi motori rigidi e standardizzati.

La programmazione moderna

L'esercizio in sé non ha senso se non è inserito in un contesto programmato.  La programmazione (organizzazione dei momenti didattici) moderna si caratterizza per l'aver spostato l'attenzione dai contenuti ai soggetti dell'azione educativa, le persone

Finalità (mete) età evolutiva Obiettivi (Lungo,medio, breve termine) età evolutiva Contenuti (esercizi e situazioni proposte per raggiungere gli obiettivi) età evolutiva Persone (soggetti attivi)

età evolutiva=interdipendenza fra i concetti

Legando la parte pratica alla parte teorica si rende più motivante l'apprendimento di quest'ultima perché si ricollega a situazioni appena vissute. Importante è verificare a lungo,medio e breve termine sia la realizzazione e l'efficacia degli obiettivi  e delle scelte obbligate sia la motivazione dei soggetti (promuovere lo scambio razionale di idee con la persona evitando l'effetto PIGMALIONE)


Il metodo di lavoro a gruppi di interesse (della individualizzazione)

Questo metodo si basa sul principio della soddisfazione dei bisogni dell'individuo da parte del gruppo.

A tal proposito si organizza la seduta in modo da soddisfare le necessità di ogni soggetto integrandole in un contesto comune (il gruppo). Molti  adolescenti abbandonano l'attività fisica proprio perché è troppo standardizzata ed applicata in maniera troppo deduttiva

Obiettivi dell'educazione fisica scolastica

L'educazione dev'essere innanzitutto un mezzo di sviluppo della persona che tenga conto dei reali bisogni della popolazione ma anche del singolo (ad es. utilizzando i metodi di lavoro a gruppi di interesse). Non deve quindi riguardare solo lo sviluppo fisico, ma anche quello psicologico sociale  e motivazionale.

Inserendo il tutto in un contesto generale di avviamento alla pratica motoria come mezzo di prevenzione, motivazione, partecipazione e sviluppo sociale.

METODI DI LAVORO CHE FAVORISCONO LA MOTIVAZIONE

La motivazione è il risultato principale del soddisfacimento dei propri bisogni.

Grazie ad una appropriata scelta di:

Metodi di lavoro (lavoro a gruppi-individualizzazione) (induttivo-deduttivo)

princìpi di lavoro (multilateralità, polivalenza, polisportività)

Attività

È possibile soddisfare le esigenze di ogni singolo ragazzo.

Scelta di contenuti adeguati

Verificare la relazione tra contenuti ed obiettivi, curare gli aspetti motivazionali, quindi i bisogni dei soggetti.

Per aumentare l'efficacia del lavoro occorre  tener presente l'adeguatezza e la sintonia con il metodo, la significatività e la possibilità di realizzazione (spazi, materiali, alternanza stagionale).


Metodo induttivo Metodo deduttivo
della risoluzione dei compiti Prescrittivo-deduttivo
Della scoperta guidata Metodo misto
Della libera esplorazione Metodo dell'assegnazione dei compiti
Sperimentazione-osservazione- comparazione-astrazione-generalizzazione Spiegazione dimostrazione esecuzione correzione
Protagonista del processo di insegnamento apprendimento è l'allievo giocatore Protagonista del processo di insegnamento apprendimento è l'insegnante allenatore
Educare= tirar fuori Educare= Mettere dentro
Atteggiamento dell'allievo è attivo "" è passivo
N.B molto aderente al principio della polivalenza: buon coinvolgimento oltre che motorio emotivo-sociale-cognitivo Poco aderente al principio della polivalenza

L'organizzazione di un programma polivalente, multilaterale e polisportivo

  • principio della polivalenza: le attività motorie devono avere carattere orientato allo sviluppo di capacità ed abilità la cui trasferibilità, valenza e validità sia molteplice
  • principio della multeralità: fa riferimento agli aspetti didattici, cioè ai contenuti, ai mezzi e alla loro organizzazione (giochi, percorsi, circuiti, prove multiple)
  • principio della polisportività: fa riferimento alla pratica di molteplici e svariate discipline sportive o di azioni di gioco tratte dalle stesse

Un programma di attività fisica «unilaterale e standardizzato» ha come obbiettivo principale quello di allenare e sviluppare la qualità fisica maggiormente coinvolta in quella determinata disciplina sportiva. A tal fine vengono adottati programmi di allenamento che utilizzano pochi e ripetitivi gesti, col rischio quasi inevitabile, di rallentare o ancor peggio, di bloccare, i processi di apprendimento motorio del bambino.

Al contrario, un allenamento «multilaterale» favorisce lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle qualità psicofisiche allenabili nel ragazzo in quanto utilizza esercitazioni varie, alternate e polivalenti.

Pertanto la multilateralità del processo di allenamento dev'essere il principio informatore dell'allenamento in età giovanile.

I fattori di buona salute nella lezione

L'organizzazione della lezione

  • Riscaldamento (aumento della t° corporea, accelerazione del ritmo respiratorio, sollecitazione del SNC e SNP)
  • La parte centrale caratterizzante gli obiettivi prefissati (pratica sportiva, azioni tecnico tattiche a gruppi derivate da giochi sportivi, sviluppo delle capacità condizionali tramite esercitazioni specifiche
  • Lo sviluppo dei fattori di buona salute
  • Il defaticamento (ripristino delle condizioni muscolari, circolatorie, respiratorie e psicologiche più adatte alle attività da svolgere successivamente

Capacità coordinative

Le capacità coordinative si dividono in:

  • GENERALI: capacità di apprendimento motorio, capacità di direzione e controllo, capacità di adattare e trasformare il movimento
  • SPECIALI: percezione spazio-temporale, equilibrio, combinazione, differenziazione, reazione, anticipazione, fantasia motoria, ritmizzazione
  • PSICOMOTORIE: strutturazione spazio-temporale, coordinazione oculo manuale e oculo podale, lateralizzazione, educazione e controllo respiratorio, controllo del tono muscolare e rilassamento psicomotorio, coordinazione dinamica generale

Il periodo più favorevole per lo sviluppo delle capacità coordinative è compreso tra i 7 ed i 12 anni: nei primi anni di vita si sviluppa maggiormente la capacità di apprendimento e controllo  motorio  mentre col passare degli anni si osserva un notevole incremento delle capacità di adattamento, combinazione e trasformazione dei movimenti. Le capacità coordinative generali stanno alla base degli automatismi necessari alla pratica sportiva. Per allenare le capacità coordinative occorre variare sempre contenuti, mezzi qualità ed intensità degli stimoli, nonché il modo di proporli. E' più facile recuperare in età adulta forza e velocità rispetto alle capacità coordinative proprio perché queste ultime sono più sensibili all'esercitazioni in determinate fasi della vita.


Capacità condizionali

Forza

forza massimale e forza resistente non vanno allenate in modo specifico prima della pubertà in quanto un eccessivo sovraccarico funzionale può compromettere la corretta crescita scheletrica del ragazzo.

La forza veloce è invece la capacità rappresentativa fondamentale delle capacità condizionali nel periodo 6-14 anni e va pertanto stimolata adeguatamente.

La rapidità

È in relazione allo sviluppo del SNC e raggiunge il suo massimo sviluppo tra i 7-8 anni ed i 12-13 anni. Lo sviluppo della rapidità va di pari passo con lo sviluppo delle capacità coordinative e ciò ci fa capire l'importanza dei sopracitati princìpi della multilateralità e polivalenza.

Resistenza

aerobica, non esistono controindicazioni allo sviluppo di tale capacità in età precoce anche se occorre considerare la mancanza generale di motivazione con cui i bambini affrontano queste esercitazioni;

lattacida: non va stimolata con esercizi specifici ma va lasciata sviluppare liberamente dal bambino nel corso dei giochi spontanei

Mobilità articolare

la capacità di compiere movimenti con un escursione ampia si riduce durante la pubertà per lo sviluppo parallelo della forza che tende ad inibirla, va per tanto sollecitata maggiormente nel periodo tra i 12 ed i 16 

Metodo induttivo e metodo deduttivo a confronto

METODO ESTENSIVO METODO INTENSIVO
Intensità del carico 45-60% 75% ed oltre
Numero di esercizi 4-10 4-6
Ripetizioni 12-20 e + 6-8
Durata 15-30'' 8-15"
Recupero 15-45'' 60-120"
Serie 3-5 3-5
Recupero tra le serie 2-3' 3-4'
Effetti Capacità aerobica, capillarizzazione, resistenza generale, forza resistente Forza massimale e forza veloce, forza resistente e ipertrofia muscolare
Massime preoccupazioni con i principianti rispettando il principio della corretta somministrazione del carico tenendo presente che l'attività fisica in età evolutiva deve porre le basi per l'espressione delle massime potenzialità nell'età adulta Dopo 3 settimane con carico costante elevato si inserisce una settimana di scarico caratterizzata da carichi intorno al 40-60% del massimale. Attenzione a proporre questi esercizi in età evolutiva, ricercando la velocità e la corretta tecnica di esecuzione e non lo sviluppo della forza massimale